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 12 febbraio 2017 - 14 Shevat 5777
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israele terzo in una speciale classifica sulla qualità della vita

Lo Stato aiuta a costruirsi una famiglia

img headerIsraele posto ideale dove costruirsi una famiglia. Almeno secondo la classifica stilata dall'organizzazione InterNations all'interno del suo report annuale Expat Insider (2016), dedicato a chi espatria in altri Paesi. Secondo infatti l'indagine, l'81 per cento dei genitori trasferitisi in Israele è felice dell'assistenza all'infanzia che riceve dallo Stato. Soddisfazione che sale al 84 per cento alla domanda sulla qualità generale delle opzioni educative garantite dal Paese. E grazie a questi risultati positivi, Israele sale quest'anno sul podio della classifica stilata da InterNations rispetto alla vita famigliare (sotto cui rientrano sottocategorie come la percezione della qualità dell'assistenza medica per l'infanzia e il livello del sistema educativo offerto), posizionandosi al terzo posto dopo Finlandia e Repubblica Ceca.
L'indagine ExpatInsider – che per il 2016 ha coinvolto 45 Paesi diversi mentre oltre 14mila persone hanno risposto ai quesiti - si propone di classificare i paesi in base alla qualità della vita che offrono per un intero nucleo familiare espatriato, compilando i punteggi nelle categorie di benessere famigliare, della qualità della formazione, del costo delle cure per i bambini, dell'istruzione e della disponibilità di assistenza all'infanzia, per dare un quadro complessivo delle esigenze della vita familiare.

Daniel Reichel

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l'idea della nuova rotta aerea  

Tel Aviv-Rimini in aereo

img headerCome spiega il Resto del Carlino, Rimini e Tel Aviv, "presto potrebbero essere più vicine grazie al collegamento aereo su cui sta puntando Airiminum". Prova dell'interessamento alla rotta aerea, l'incontro tenutosi la scorsa settimana tra i vertici della società che gestisce l'aeroporto 'Federico Fellini' e alcuni dei principali operatori turistici italiani che operano in Israele. L'operazione charter, spiega il quotidiano, dovrebbe partire dalla prossima estate.
All'incontro hanno partecipato, tra gli altri, l'ad di Airiminum Leonardo Corbucci, la consigliera per gli Affari turistici Avital Kotzer Adari in rappresentanza dell'Ufficio nazionale israeliano del turismo, il direttore Marketing Pietro De Arena e la direttrice dell'Ufficio stampa e responsabile del Turismo religioso Mariagrazia Falcone, oltre ad alcuni rappresentanti della compagnia israeliana Israir.
 

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la norma sugli insediamenti

Una legge, diverse opinioni

img headerLa domanda è una sola: la Giudea e la Samaria sono la nostra Alsazia e Lorena o sono territori occupati?". Si capisce perché Mordecai Richler uscì frastornato dall'incontro con Elyakim Haetzni (nell'immagine), ritratto nel libro "Quest'anno a Gerusalemme" (Adelphi). Haetzni passa dalla musica di Schubert agli attentati dell'Intifada nella stessa frase. È nato con il nome di Georg Bombach a Kiel, in Germania, prima dell'avvento del nazismo, ferito nella guerra arabo-israeliana del 1948 e di casa a Hebron da mezzo secolo, dov'è l'intellettuale laico di riferimento dei coloni israeliani. Quando inizia a parlare non si ferma più. Lo abbiamo intervistato dopo che lunedì la Knesset, il Parlamento israeliano, ha legalizzato gli insediamenti ebraici su terre private palestinesi. In cambio, i palestinesi possono scegliere fra risarcimento e appezzamento alternativo.

Giulio Meotti, Il Foglio

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l'atlante storico su israele

Cartografia di una nazione

Come altrove in Occidente, così in Israele si vive nello stordimento dell'effetto Trump. Né si discute unicamente del controverso proposito di spostare l'ambasciata degli Stati Uniti da Tel Aviv a Gerusalemme. Si discute anche - per esempio - dell'ebreo ortodosso Jared Kushner, il giovane e ricchissimo genero del presidente americano, elevato al rango di senior advisor della Casa Bianca. In quale misura la figura e l'azione di Kushner potranno alimentare, in America e fuori, vecchi stereotipi sull'influenza maligna delle lobbies politico-finanziarie ebraiche? Si discute inoltre, naturalmente, della futura relazione Trump-Netanyahu. Spostamento dell'ambasciata a parte, quale sarà l'atteggiamento della nuova amministrazione americana a fronte del rilancio (già in corso) degli insediamenti ebraici in Cisgiordania? In generale, anche nel rapporto con Israele Trump si toglierà lo sfizio di can-cell are al più presto qualunque traccia della cosiddetta «eredità di Obama»?

Sergio Luzzatto, Sole 24 Ore

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l'incontro alla casa bianca 

Trump e il vertice con Bibi

Il grande disordine libico, che per l'Italia si identifica con una immigrazione massiccia pronta a riesplodere nella prossima primavera, dovrà fare a meno del palestinese Fayyad che a molti, anche agli italiani, pareva un valido mediatore di pace. L'ambasciatrice statunitense all'Onu ha il merito di aver evitato ogni ambiguità: gli Usa non riconoscono uno Stato palestinese, e la nomina di Fayyad proposta dal Segretario generale Guterres, se approvata dal Consiglio di sicurezza, lancerebbe «un segnale sbagliato» . Anche perché non sono più accettabili le parzialità del Palazzo di vetro contro Israele. Vanamente Guterres ha replicato che l'economista di scuola americana ed ex premier palestinese era stato scelto per i suoi meriti. E vanamente l'Autorità palestinese ha parlato di discriminazione identitaria, mentre Israele invece si compiaceva. Trump ha voluto lanciare i «suoi» segnali.



Franco Venturini, Corriere della Sera


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