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 19 Febbraio 2016 - 23 Shevat 5777
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks,
rabbino
Noi non siamo proprietari della ricchezza che produciamo, ma semplicemente i suoi guardiani.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Giovedì scorso a Torino è tornato in piazza “Il falò della libertà”: così si è voluto ricordare il gesto di giubilo dei valdesi che nel febbraio 1848 accolsero la notizia della propria emancipazione. Questo gesto ci indica, ancora una volta, quanto abbiamo bisogno di ritrovare tracce di passato per rispondere alle sfide del presente e dare forma a un calendario civile che non c’è.
 
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Salvini e le frasi shock
Presa di posizione bipartisan, dal Pd fino a Forza Italia, contro le affermazioni del segretario della Lega Matteo Salvini che in un comizio a Recco, in provincia di Genova, ha dichiarato che “Ci vuole una pulizia di massa anche in Italia”, riferendosi alle iniziative del neo presidente Usa Donald Trump, spiega il Corriere della Sera. Una pulizia, ha continuato il capo della Lega, “via per via, quartiere per quartiere e con le maniere forti, se serve perché ci sono interi pezzi d’Italia fuori controllo”. Secondo il vicepresidente del Pd Gero Grassi Salvini in questo modo “evoca metodi squadristi” mentre il senatore di Forza Italia Renato Schifani afferma che “La pulizia di massa e i metodi evocati dalla Lega non fanno parte della nostra cultura”. In riferimento alle affermazioni di Salvini, la storica Anna Foa scrive di “parole più pesanti di altre, parole che ci fanno correre un brivido dietro la schiena, ci riportano prepotentemente al passato, che suscitano, o almeno dovrebbero suscitare in noi, un sussulto morale, un risveglio insopprimibile della coscienza” (Avvenire).

Roma, la storia del Pitigliani. “Il Pitigliani è stato tante cose: orfanotrofio israelitico, casa famiglia e ora centro di assistenza per i giovani, ebrei e non solo”, racconta Repubblica Roma raccontando del libro Una storia nel secolo breve di Angelina Procaccia, Sandra Terracina e Anna Tedeschi (Giuntina) dedicato proprio all’oltre un secolo di storia della struttura in via Arco de’ Tolomei, a Roma. “Per realizzare il volume – racconta Anna Tedeschi, 62 anni, che dirige la struttura – sono stati necessari 15 anni: l’idea nacque nel 2002 per il centenario, e ne è venuta fuori una delle grandi raccolte di storia orale mai fatte a Roma, con oltre cento interviste”. Il libro sarà presentato oggi proprio al Pitigliani alle 17.30 con interventi della curatrice Micaela Procaccia e del rabbino capo della Capitale Riccardo Di Segni.

Trump e la questione migranti. Sul Corriere, un resoconto dei rapporti del presidente Usa Trump con gli sceicchi della Arabia Saudita e della sua modalità di gestire gli affari. Nell’articolo si ricorda anche la decisione del presidente di ripresentare il provvedimento contro i cittadini provenienti da 7 paesi a maggioranza musulmana poi bocciato da diverse corti federali. Il provvedimento, spiega il quotidiano, sarà presentato “in una versione più flessibile: sarà consentito l’ingresso ai passeggeri già in transito e ai titolari di un visto di soggiorno permanente”. Nel pezzo si richiamano anche i rapporti di Trump con Israele: “Pur frenando sulla questione degli insediamenti, durante la visita del premier Netanyahu a Washington, Trump ha di fatto congelato la soluzione dei due Stati, israeliano e palestinese, sostenuta dal 1993 dagli Usa”. Della questione israelo-palestinese si parla anche su La Lettura del Corriere, con un articolo sulla simbologia della Kefiah e su come sul tema palestinese sia scemato l’interesse da parte di diversi paesi arabi. “Il 78 per cento dei palestinesi — secondo un sondaggio dell’anno scorso, si legge nell’articolo – accusano (il 59 per cento) i Paesi sunniti di essersi alleati con il ‘nemico’ Israele per contrastare l’avanzata dell’Iran sciita”.
 
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  davar
il dibattito alla conferenza di monaco 
Usa, Israele e Arabia Saudita:
"L'Iran è il nemico comune" 

Quali sono le tre minacce più serie per il Medio Oriente? “L'Iran. L'Iran. L'Iran”. Così il ministro israeliano della Difesa Avigdor Lieberman (nell'immagine in Germania con il ministro degli Esteri russo Sergey Lavrov) ha aperto il suo discorso alla Conferenza sulla Sicurezza in corso a  Monaco di Baviera. “Per la prima volta dal 1948 – ha spiegato il ministro israeliano, facendo riferimento alla fondazione dello Stato ebraico – il mondo sunnita […] capisce che la più grande minaccia per loro non è Israele […] ma l'Iran”. E che un nuovo orizzonte si sta delineando in Medio Oriente, l'aveva confermato più volte il Primo ministro Benjamin Netanyahu, che nel suo ultimo discorso alle Nazioni Unite lo scorso settembre aveva parlato di un mondo arabo in cambiamento. “Per la prima volta nella mia vita, molti altri stati della regione – aveva dichiarato allora Netanyahu, che aveva già citato Egitto e Giordania, con cui Gerusalemme ha firmato accordi di pace - riconoscono che Israele non è il loro nemico. Riconoscono che Israele è il loro alleato. I nostri nemici comuni sono l’Iran e l’Isis. I nostri obiettivi comuni sono la sicurezza, la prosperità e la pace. Credo che nei prossimi anni lavoreremo insieme per raggiungere questi obiettivi e collaborare apertamente”. Una collaborazione che vede in primo piano l'alleato storico d'Israele, gli Stati Uniti: nelle scorse ore il Premier ha riferito al gabinetto di sicurezza del suo incontro a Washington con il presidente Usa Donald Trump.
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qui firenze
Al Balabrunch con Assaf Gavron
Le porte aperte all'incontro 

“Scrivere è anche cercare di regalare un’emozione a chi ti legge”.
Assaf Gavron conquista subito il pubblico del Balabrunch con autore, la nuova iniziativa ideata dalla Comunità ebraica fiorentina nel solco del Balagan Cafè.
Molte centinaia di persone assistono all’intervento dello scrittore israeliano, tra i più creativi e amati della sua generazione. Ancora una volta, le porte del cancello di via Farini tornano ad aprirsi alla grande letteratura, al dialogo, all’incontro. Una domenica al mese, da qui all’estate.
Israele, il difficile rapporto con i palestinesi, il potere e la magia delle parole.Tanti i temi che Gavron tocca nel suo intervento odierno, stimolato dall’assessore alla Cultura della Comunità ebraica Laura Forti e dall’artista Enrico Fink (ad aprire l’incontro un saluto del presidente della Comunità Dario Bedarida).
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qui milano - il ciclo di conferenze al parenti
Come nacque il sionismo
Come il primo incontro, anche il secondo appuntamento del ciclo di conferenze dedicate alla nascita d'Israele curato dallo storico Claudio Vercelli e organizzato al Teatro Franco Parenti di Milano ha coinvolto moltissime persone. L'iniziativa, promossa dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e ideata dal direttore dell'area Cultura e Formazione UCEI rav Roberto Della Rocca, ha infatti nuovamente registrato il pieno di pubblico, dopo il successo della lezione inaugurale. Questa volta Vercelli ha dato un quadro del contesto in cui si è sviluppato il sionismo, tracciando alcune tappe fondamentali nella storia ebraica dell'Ottocento ebraico, dal rapimento del bimbo ebreo Edgardo Mortaro su ordine di Pio IX al celebre processo Dreyfus. E si è parlato delle migrazioni ebraiche nel loro concreto farsi e succedersi, l’impatto con la Palestina ottomana e con quella mandataria, i rapporti con le comunità arabe, il definirsi di relazioni complesse, competitive, conflittuali e a tratti collaborative con queste realtà.
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sorgente di vita
Licalbe, il sodalizio artistico
La singolare vicenda di Alberto e Lica Steiner, in arte Licalbe, protagonisti di un sodalizio indissolubile, pubblico e privato, nel campo della grafica italiana apre la puntata di Sorgente di vita di domenica 19 febbraio. Artisti, intellettuali, pionieri della comunicazione visiva, dalla Milano degli anni’30 alle Leggi Razziali, dalla Resistenza alla Liberazione. La vicenda di due protagonisti della vita culturale dell’ Italia del ’900 in una mostra nella ex sinagoga di Reggio Emilia. Segue un servizio sul documentario “Austerlitz“ del regista ucraino Sergei Loznitsa. Girato in bianco e nero, il film registra reazioni e comportamenti dei “turisti” in visita al campo di concentramento di Sachsenhausen, nei pressi di Berlino.
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pilpul

L’arte della morte
La visione apocalittica del mondo che accompagna lo jihadismo coniuga la diabolizzazione degli ebrei, la visione complottistica degli ordinamenti umani (la saldatura tra “crociati”ƒ , americani e, più in generale, non musulmani, con i “sionisti”) nonché la retorica del sacrificio personale come «martirio» di sé e distruzione fisica degli altri. Già all’atto della fondazione del “Fronte islamico mondiale per il jihad contro gli ebrei e i crociati”, nel febbraio del 1998, quando fu formalizzata e pubblicata la sua Dichiarazione di nascita, firmata da Osama Bin Laden e Ayman al-Zawahiri, l’intendimento era nettamente esplicitato. Le cose hanno poi assunto quelle pieghe della storia più recente che ci sono maggiormente note. La genealogia, tuttavia, risale al passato. Il marchio d’origine, infatti, rinvia ancora una volta ai Fratelli musulmani.

Claudio Vercelli
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Levi Papers – Cahjim
La strisciolina di carta ritagliata contiene cinque righe. Va inserita, com’è scritto in alto a sinistra, nella pagina 40 della edizione 1947 De Silva, che funge da palinsesto della nuova edizione Einaudi del 1958. Si trova nel capitolo “Ka-Be”, il più lungo di entrambi i libri, il più assiepato di persone e nomi. Vi compare Cahjim. Questo nome c’è già nella edizione del 1947; e in modo positivo: “Chajim si felicita con me: ho una buona ferita, non pare pericolosa e mi garantisce un discreto periodo di riposto” (p.40). Ma chi sia Chajim, non lo si dice. Poco più avanti si precisa. “Chajim è pratico di queste cose…”. Levi lo cita anche nel capitolo “Le nostre notti”, nella prima pagina. Il cantastorie che è entrato nel block si è seduto proprio sulla cuccetta di Chajim, canta in yiddish e così ottiene tabacco, una gugliata di filo. Il canto per sopravvivere.

Marco Belpoliti, scrittore
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