20 Febbraio 2017 - 24 Shevat 5777 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri di Paolo Sciunnach e di
Anna Foa. Nella sezione pilpul una riflessione di Daniela Fubini.
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Donald J. Trump
@realDonaldTrump
Feb 18
Don't believe the main stream (fake news) media.The White House is
running VERY WELL. I inherited a MESS and am in the process of fixing
it.
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#PE24BreakingNews
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Israele e Arabia Saudita insieme:
"L'Iran è un grande pericolo"
“Mina
la stabilità del Medio Oriente”. Israele e Arabia Saudita sono sulla
stessa lunghezza d’onda: l’Iran costituisce un pericolo per la regione,
una minaccia da non sottovalutare in alcun modo. La conferma è arrivata
dalla Conferenza di Monaco sulla sicurezza. I messaggi di Lieberman,
ministro della Difesa d’Israele, e di Al-Jubeir, ministro degli Esteri
saudita, appaiono infatti speculari. “Se il primo accusa Teheran di
portare avanti ‘sforzi per minare la stabilità in tutti i Paesi del
Medio Oriente’, avendo come ‘obiettivo principale l’Arabia Saudita’,
Al-Jubeir rilancia poco dopo: ‘L’Iran è determinato a capovolgere
l’ordine in Medio Oriente’” (La Stampa).
Parigi, la caduta di Meklat. Ventiquattro
anni, il giornalista franco-algerino Mehdi Meklat ha conquistato
l’attenzione di media e intellettuali d’Oltralpe per i suoi reportage
sul mondo delle banlieu. Dopo il successo, arriva però la caduta.
Diversi utenti di Twitter, tra cui il celebre disegnatore Joann Sfar,
hanno infatti scoperto che Meklat in passato ha scritto centinaia di
messaggi antisemiti, omofobi, misogini, di apologia del terrorismo. “E
in particolare di Mohamed Merah, che nel 2012 fece sette vittime tra le
quali tre bambini ebrei a Tolosa. Meklat ha poi insultato e minacciato
molte persone, dal filosofo Alain Finkielkraut a Brigitte Bardot, da
Marine Le Pen alla moglie dell’ex premier Manuel Valls” (Corriere della
sera).
Ebrei e musulmani a Berlino. Sul
Fatto Quotidiano, un approfondimento è dedicato a uno dei quartieri più
interessanti di Berlino: Neukoelln. Un quartiere che è luogo di
incontro tra diverse identità. Talvolta positivo, talvolta meno.
Nell’articolo si parla in particolare dell’esperienza di
“Salaam-Shalom”, una rete sociale ideata da un giovane intellettuale
che unisce musulmani ed ebrei della capitale per iniziative comuni nel
nome dell’antirazzismo e del dialogo tra le religioni. Il fondatore, 27
anni, è autore di un libro, Un ebreo a Neukolln, che ha fatto parlare e
attirato anche qualche polemica. “A chi lo accusa di banalizzare
l’antisemitismo in un quartiere multietnico – si legge – risponde che
il 98% delle violenze sugli ebrei viene dagli estremisti di destra”.
Arava, l'innovazione per frutta e verdura. Zucche
amare, spinaci giganti e funghi pelosi. Non sono ingredienti per una
pozione magica ma, scrive il Messaggero, “nuovi esemplari di frutta e
verdura che presto potrebbero essere disponibili sui banchi di mercati
e supermercati d’Europa e nei menu dei ristoranti stellati”. La
provenienza di questi prodotti è l’Arava, una regione desertica di
Israele che si allunga per 180 chilometri dall’estremità meridionale
del Mar Morto a Eilat. Nati in un clima arido, questi prodotti
avrebbero proprietà particolari. “Dalle vitamine alla resistenza”
sottolinea il quotidiano.
Bad Arolsen, corsa contro il tempo. Sul
Mattino, in breve, si racconta come parte dell’archivio di Bad Arolsen
sia affidato in questi mesi alle cure dell’Istituto Centrale per il
restauro e la conservazione del patrimonio archivistico e librario a
Roma. “L’International Tracing Service, gestito da una commissione
internazionale di 11 Stati – viene spiegato – ha chiesto ai
restauratori di studiare i documenti di Bad Arolsen in una lotta contro
il tempo”. Numerose testimonianze sarebbero infatti malridotte.
Il mea culpa del giornalista. Sul
Foglio, è tradotto un articolo del Jerusalem Post di qualche giorno fa
in cui un giornalista americano racconta di aver cambiato opinione sul
conflitto israelo-palestinese (“Prima di trasferirmi ero
filopalestinese”) soltanto dopo essere andato a vivere a Gerusalemme.
Il Foglio definisce le sue parole “uno strepitoso mea culpa”.
Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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