Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

9 marzo 2017 - 11 Adar 5777
header

VERSO PURIM

Il Codice Ester, tra storia e avventura

img header

Appartiene al fortunato genere dei gialli “in codice” il volume di Bernard Benyamin e Yohan Perez, Le Code d’Esther: et si tout était écrit..., pubblicato dalla casa editrice First- Gruend di Parigi nel 2012. Peraltro i due autori del libro, entrambi giornalisti televisivi, raccontano una storia vera, che va indietro nel tempo. La notte del 16 ottobre 1946, terminato il processo di Norimberga, undici criminali nazisti venivano impiccati. Uno di essi, Julius Streicher, già direttore del giornale antisemita Der Stuermer (“il combattente”) e ideologo del Reich, mentre saliva al patibolo pronunciava una frase enigmatica: “Saranno contenti gli ebrei: oggi è Purim 1946!”. Sappiamo bene che Purim non cade in autunno. Che cosa c’entra una festa istituita 2mila e 500 anni fa per la liberazione del popolo ebraico dalle minacce di distruzione sotto l’impero persiano con il processo e l’esecuzione dei nazisti? Insomma, a cosa esattamente alludeva Streicher? Benyamin e Perez narrano in modo avvincente come hanno decifrato l’affermazione del gerarca. Confrontandosi con rabbini e Maestri prima in Francia e poi in Eretz Israel (decisivo sembra sia stato l’apporto dell’organizzazione Arakhim: p. 136), i due giornalisti scoprono che effettivamente tutto era già preannunciato in modo nascosto nel testo della Meghillat Ester, il “rotolo” che ancora oggi si legge in occasione della festa di Purim e che contiene la narrazione degli avvenimenti di allora. La storia è nota.

Alberto Moshe Somekh, rabbino

Leggi tutto

 

verso purim

Le verità nascoste da svelare ogni giorno

img header

Le sue tasche, i momenti di rabbia, il bicchiere: tre fattori da cui si può comprendere molto su chi è veramente un uomo. A pochi giorni dalla festa di Purim, il rabbino capo del Commonwealth Ephraim Mirvis racconta perché la ricorrenza, che ha nel rivelare ciò che è nascosto un tema centrale, deve servire da modello per il nostro comportamento tutto l’anno.
“Si dice che ci siano tre modi per affermare con certezza quale sia la vera natura di una persona: kisò, la sua tasca, ossia il modo in cui offre denaro in beneficenza; kasò, la sua rabbia, come si comporta quando si infuria; e infine kosò, il suo bicchiere, il modo in cui agisce sotto l’effetto dell’alcol. Sicuramente, questi tre elementi rivelano tutto ciò che viene nascosto”, scrive Mirvis.
Il rav sottolinea che è proprio il portare alla luce quel che non si vede il filo conduttore di ciò che si fa a Purim.

Leggi tutto

 

ORIZZONTI  

Antisemitismo in America

Non immaginavo d'essere così vicino alla realtà quando, tre settimane fa, spiegavo che gli ebrei degli Stati Uniti avevano tutto da temere dal loro nuovo presidente, compreso il peggio. Da allora, c'è stato l'incredibile lapsus nel discorso del 27 gennaio, il giorno della Memoria in «ricordo dell'Olocausto». No, lapsus non è la parola giusta. Perché nel frattempo abbiamo appreso (Politico, 2 febbraio) che una bozza di quel discorso era stata preparata dal Dipartimento di Stato; che in essa figurava, come ogni anno e come per ogni presidente, la menzione dei «sei milioni di ebrei» sterminati dai nazisti. E dunque intenzionalmente, sapendo quel che facevano e per quale motivo, che gli uomini della Casa Bianca hanno scelto di cancellare quella menzione.






Bernard-Henri Lévy, Corriere della Sera
4 marzo 2017


Leggi tutto

orizzonti 

Un cuscinetto di stabilità tra potenze nemiche

La a decisione è stata presa. II Kurdistan marcia spedito verso l'indipendenza. Al palazzo presidenziale di Salahuddin è pronta una tesi per convincere la comunità internazionale e una road map per arrivare alla divisione dell'Iraq senza scatenare un'altra guerra civile, attraverso uno scambio fra la condivisione delle risorse naturali, il petrolio, e l'accettazione dell'autodeterminazione dei curdi da parte degli arabi: «Hanno già 22 Stati, possono lasciarne uno a noi». La tesi che circola al palazzo presidenziale di Salahuddin fa leva sui principi e i valori dell'Occidente. I curdi non potranno mai essere al sicuro finché non avranno uno Stato indipendente. Perché le leggi internazionali tutelano appieno solo le nazioni sovrane e il popolo curdo, nel mezzo della guerra civile islamica tra sciiti e sunniti che devasta l'Iraq, non può essere costretto a pagare il prezzo di un conflitto che non è il suo, una «guerra religiosa, ideologica», che dura da 1400 anni e «non finirà mai».

Giordano Stabile, La Stampa
5 marzo 2017


Leggi tutto



Shir shishì - una poesia per erev shabbat

La storia dell’Uomo Verde

img headerTutti sanno che la breve primavera della Terra di Israele è una manifestazione di magnifica esuberanza destinata ad ingiallire con la velocità dello scirocco. Ma in quel momento effervescente e nietzschiano si dimentica tutto e si resta senza fiato al cospetto della natura, in una sorta di “ad delo yada” (perdita del sapere) carnevalesco e ingannevole. Perché, come dice il poeta Nathan Alterman in diverse liriche, l’estate (in ebraico kaitz, fine e morte), è sempre dietro alla porta. Scrutando il verde che nel mese di marzo invade perfino il deserto, canticchiavo tra me una canzone-poesia-racconto nonsense degli anni '70 dotata di raffinatezza inglese, giochi di parole e colori primaverili delle piante in crescita. Nel moshav Giv'at Yesha'ayahu, ho conosciuto un produttore di uvetta californiana Fleim che vive in una bellissima casa verde, appesa come un sogno sopra la Valle Ella, sulla via di Gerusalemme. A Tel Aviv ho pranzato nella cucina color verde di un'amica che vive nel quartiere Florentin e ha scelto un arredo tutto verde: stoviglie, robot, tappetini, sedie ecc, verdi.
Ho pensato che il paesaggio, come la cucina, si addice alla canzone Uomo verde di Yehonatan Gefen, scritta per lo spettacolo La sedicesima pecora (1978) e incisa in un celeberrimo disco (sì, un vinile!). Da allora Israele è cambiata molto ma le canzoni dello spettacolo sono "ever green" e vengono cantate ed eseguite in mille interpretazioni diverse. E ogni generazione fa sua l'ironia delle foglie verdi.                                   

Se per caso incontro qualcuno che non mi comprende
o pensa io sia solo un bimbo
Se per caso incontro uno così,
subito gli racconto dell'uomo verde:

C’era una volta una città verde, in cui viveva un uomo,
un uomo verde.
L'uomo verde abitava in una casa verde,
con una porta verde e finestre verdi.

Aveva una moglie verde e due bambini verdi
e di notte dormiva nel suo lettone verde
in cui faceva sogni verdi, verdi.

Un giorno l'uomo verde si alzò, era un bel mattino verde;
infilò scarpe verdi, camicia verde, mise sul capo un berretto verde
e uscì.
L'uomo verde entrò nella sua automobile verde e partì
lungo la superstrada verde, a verde velocità;
da un lato il mare verde dall'altro, una marea di fiori verdi.

Era una bella giornata, era grande la gioia dell'uomo verde;
intonò canti verdi, fumando una sigaretta verde,
di verde fumante.
E allora l'uomo verde vide che sul ciglio della strada
stava un uomo blu.
L'uomo verde fermò la sua macchina verde
e chiese all’uomo blu:
"Ehilà, uomo blu, che ci fai da queste parti?”
"Io", rispose l'uomo blu, “sono uscito da un'altra storia”.

Sarah Kaminski, Università di Torino

Leggi tutto

 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.