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 15 Marzo 2017 - 17 Adar 5777
alef/tav
Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Giuseppe Momigliano e Davide Assael. Nella sezione pilpul una riflessione di Alberto Cavaglion, Francesco Lucrezi e Francesco Lotoro.
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Velo in azienda, gli eurogiudici:
"Legittimo che venga vietato"
Per un'azienda privata è legittimo vietare alle dipendenti a contatto con i clienti dl portare il velo islamico: lo ha deciso ieri la Corte europea di giustizia di Lussemburgo. La legittima esigenza di neutralità dell'impresa difesa dagli eurogiudici, scrive il Corriere, non dovrà comunque essere attuata in modo discriminatorio. Le restrizioni dovranno quindi valere per tutte le convinzioni politiche, filosofiche e religiose. Inoltre, in mancanza della specifica norma, "il datore di lavoro non può accogliere la richiesta di un cliente di non affidare la fornitura dei servizi a una dipendente con velo islamico".

Voto in Olanda, l'Europa osserva con attenzione. I riflettori della politica europea e internazionale puntati sulle elezioni che si svolgono in queste ore in Olanda. Un chiaro segno, scrive il Corriere, che la globalizzazione ha ormai assunto anche una dimensione politica: le scelte degli elettori di ogni singolo Paese hanno conseguenze rilevanti per tutti gli altri, soprattutto all'interno della Ue. Altissima, come noto, la posta in gioco. I risultati olandesi influenzeranno infatti due questioni centrali della politica europea, ricorda il Corriere: i rapporti con l'Islam e il futuro stesso della Ue.

Milano, l'Italia ritrova Hamadi l'eroe. Cinque le figure onorate in queste ore a Milano per la Giornata Europea dei Giusti. Etty Hillesum, la giovane ebrea olandese morta ad Auschwitz che rifiutò la logica dell’odio verso i tedeschi nonostante la persecuzione; Lassana Bathily, il musulmano che ha nascosto gli ebrei nell’Hyper Cacher di Parigi nell’attentato del 2015; Raif Badawi, blogger saudita simbolo della lotta per una società libera, Pinar Selek, la scrittrice turca costretta all’esilio per aver difeso i diritti delle minoranze, e Hamadi ben Abdesslem, guida tunisina che ha salvato decine di turisti durante l’attentato al museo del Bardo nel marzo 2015.
"A due anni dalla strage gli italiani ritrovano il salvatore Hamadi" titola il Corriere, ricordando lo sforzo profuso in questa sfida dal presidente di Gariwo Gabriele Nissim.

Lezioni da Israele. Si presenta oggi alla Camera il volume “Lessons from Israel’s Response to Terror”, edito dal think tank Jerusalem Center for Public Affairs e curato dalla giornalista Fiamma Nirenstein, già vicepresidente della Commissione Esteri della stessa. All'interno dieci contributi di autorevoli personalità israeliane su suggerimenti che l'Europa potrebbe cogliere dall'esperienza israeliana di contrasto del fenomeno del terrorismo islamico. Una anticipazione del volume è pubblicata dal Giornale.

UniTorino, respinto il boicottaggio. Il Senato Accademico dell'università di Torino ha respinto la mozione che chiedeva di rescindere l'accordo di ricerca con il Technion di Haifa, in Israele (mozione respinta all'unanimità dai docenti, a favore solo la componente studentesca). "La ricerca deve rimanere libera" ha detto il rettore dell'ateneo torinese, Gianmaria Ajani (Libero). In serata presidente della Comunità ebraica Dario Disegni ha inviato al rettore un messaggio di apprezzamento per la fermezza con cui è stata difesa "la libertà della ricerca e della collaborazione tra Istituzioni accademiche dei Paesi democratici, fatta propria - come non dubitavo minimamente - dal Senato accademico".

Mobileye, il futuro è qua. Dal 1999 al 2007 hanno sperimentato senza mai vendere un singolo prodotto; lunedì sono stati rilevati da Intel per 15,3 miliardi di dollari, nell'acquisizione più costosa nel settore tecnologico di Israele. "Incontrando la stampa nella loro sede a due passi dalla città vecchia di Gerusalemme, i dirigenti di Mobileye non tradiscono eccitazione: il futuro non ha tempo da perdere, business as usual" scrive il Foglio.

Bibi e Sara querelano. Bibi e Sara Netanyahu hanno querelato un giornalista di Yediot Ahronot, che sulla propria pagina Facebook ha raccontato che, al termine di una lite furibonda tra coniugi, Sara avrebbe fatto fermare il corteo di macchine della sicurezza che accompagna il premier e fatto scendere il marito dall'auto, in piena notte, sull'autostrada Gerusalemme-Tel Aviv. “Non c'è una sola parola rispondente al vero, soltanto un cumulo di bugie” sostengono i Netanyahu (Repubblica).

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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