19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

22 Marzo 2017 - 24 Adar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano, rabbino
Convegno di rabbini provenienti da diversi paesi europei. All’ordine del giorno tanti argomenti diversi, dai quali emerge la sfida che il rabbinato contemporaneo cerca di affrontare: svolgere attivamente un ruolo nel quale ci si trova ad affrontare da un lato, citando a puro titolo di esempio, il problema di verificare se e a quali condizioni il contatto con dei sensori che azionano impianti di illuminazione possa costituire o meno una trasgressione delle norme che proibiscono l’attivazione di elettricità di Shabbat e d’altro lato, sempre a titolo di esempio, come avviare un discorso di identità ebraica con uno studente universitario lontano mille miglia da questi argomenti. Occorre certamente sviluppare competenza, sensibilità e apertura di pensiero. La stessa apertura che d’altra parte si richiede a chi vuole dialogare con i rabbini evitando, ancora una volta a titolo di esempio, il ricorso a definizioni stereotipate, quale l’uso del termine ultraortodosso specialmente per indicare personaggi ebrei che, essendo abbigliati in modo poco in sintonia con la moda corrente, dovrebbero essere chiusi in un mondo tutto lontano dalla realtà. Qualcuno di loro con barba lunga e palandrana nera ha invece competenze approfondite e aggiornate dei più moderni impianti e di tecnologie che comparano con le relative norme rituali ebraiche concernenti, in particolare la preparazione dei cibi e il rispetto del Sabato. Prima norma del dialogo: non fermarsi all’aspetto dell’interlocutore.
 
Davide
Assael,
ricercatore
È a tutti noi noto come il discredito di Israele non passi solo attraverso le prese di posizione sui grandi temi come il conflitto israelo-palestinese, o l’analisi della situazione mediorientale. L’immagine si costruisce anche attraverso piccoli riferimenti, frasi sfuggenti inserite in un contesto che non sembrerebbe c’entrare niente. In un articolo dedicato agli incendi degli autobus romani comparso oggi su Repubblica, Francesco Merlo dice, “Il viale Kennedy somigliava così alle strade di Tel Aviv o di Damasco, città che vivono in guerra e hanno nemici magari nascosti ma dichiarati, subiscono l’assedio di terroristi guerriglieri".
 
Leggi

Terrorismo islamico,
il no di Washington
Niente pc e tablet in cabina sui voli per gli Usa provenienti da otto Paesi dell’Africa settentrionale e del Medio Oriente. Tutte le apparecchiature elettroniche più grandi di un cellulare potranno essere trasportate solo nel bagaglio in stiva. È quanto deciso dall’amministrazione Trump, nel suo ultimo provvedimento che sarà attivo da sabato prossimo. Otto i paesi interessati: Giordania, Egitto, Turchia, Arabia Saudita, Kuwait, Qatar, Emirati Arabi e Marocco, tutti alleati o almeno partner degli Usa (Repubblica). Un divieto simile è stato preso anche in Gran Bretagna, riporta il Corriere: “Tra le compagnie coinvolte dalla scelta di Londra ci sono anche le britanniche EasyJet e British Airways. I governi di Francia e Canada stanno consultando l’intelligente americana per stabilire se seguire l’esempio. L’Italia? Oggi a Roma si riunisce il Comitato interministeriale per la sicurezza dei trasporti aerei e degli aeroporti per decidere se adeguarsi”. Repubblica spiega che il primo allarme su tablet e smartphone trasformati in ordigni esplosivi erano arrivati dalla Nigeria: nei covi dei terroristi di Boko Haram nel 2015 erano stati trovate bombe all’interno degli apparecchi high tech.
 
Leggi

  davar
LA VISITA DEL RABBINO CAPO SEFARDITA D'ISRAELE 
"Un futuro di studio e Torah" 
La scuola, l’educazione, lo studio della Torah. Sono i tre principi su cui si basa il futuro ebraico. Questo il messaggio che il rabbino capo sefardita d’Israele, rav Itzhak Yosef, ha voluto condividere nel corso del suo incontro con la Comunità di Roma.
Accolto all’ingresso del Tempio maggiore dal rabbino capo Riccardo Di Segni e dalla presidente Ruth Dureghello, il rav Yosef ne ha varcato la soglia assieme ai 200 rabbini che partecipano in queste ore a un confronto di ampio respiro organizzato alle porte della Capitale dalla European Jewish Association e dal Rabbinical Centre of Europe.
Diversi gli aneddoti che legano il rav Yosef a Roma e all’Italia. Fu da Brindisi infatti che il padre, rav Ovadia Yosef (1920-2013), per 11 anni rabbino capo d’Israele, sostò nel viaggio che l’avrebbe portato dall’Egitto a quello che nel frattempo era diventato lo Stato di Israele. Ed è a Roma che, cinquant’anni fa, quando era rabbino capo a Tel Aviv, trascorse un intenso periodo come formatore per rilanciare le attività di studio e insegnamento nella Comunità ebraica. “Lo studio della Torah – ha affermato rav Yosef – è lo scopo fondamentale del popolo ebraico ed è quindi compito di ogni rabbino impegnarsi in questo senso, far sì che la collettività acquisisca gli strumenti per comprenderla, condividerla, amarla. Un obiettivo possibile soltanto con l’educazione, con una continuità di incontri e lezioni rivolti all’insieme delle Comunità. È la nostra missione sin da quando abbiamo lasciato la schiavitù d’Egitto per la Terra Promessa”.
Riflessioni condivise sia dal rav Di Segni che dalla presidente Dureghello, che hanno posto l’accento sulla sfida educativa, sulle diverse attività intraprese in questo senso a Roma, sulla molteplicità di sinagoghe che ogni Shabbat accolgono le diverse anime della Comunità.
“È un grande onore ospitarvi in questa meravigliosa sinagoga, che è il centro della vita ebraica della città e che è diventato nel momento in cui è stato costruito sulle macerie del Ghetto il segno delle difficoltà ma anche dei nostri successi” ha esordito il rav Di Segni.
“Sapere che la mattina i nostri studenti hanno come primo pensiero quello di recitare la tefillah, la preghiera, è un fatto che deve riempirci di orgoglio” ha invece affermato Dureghello.
Ad intervenire anche il presidente dell’Assemblea rabbinica italiana, rav Alfonso Arbib, che ha sottolineato lo stretto legame esistente tra il rabbinato italiano e quello di Israele. Mentre il rabbino capo d’Olanda rav Binyomin Jacobs e il direttore generale della European Jewish Association rav Menachem Margolin hanno portato all’attenzione del pubblico alcuni temi di respiro europeo, preziosi spunti di riflessione per i leader che nei prossimi giorni saranno a Roma per il 60esimo anniversario dei Trattati.
Lotta all’odio, coesione, difesa dei valori fondanti l’Europa unita e democratica.
Una prospettiva irrinunciabile per non compromettere il grande sogno dei padri fondatori.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
 
Leggi

LE "INTERDIZIONI ISRAELITICHE" ALLA CAMERA  
Carlo Cattaneo, lezione attuale
Non soltanto la riproduzione di un testo dall’immenso valore conoscitivo, frutto della penna di uno dei maggiori intellettuali dell’Ottocento. In questa sfida, realizzata insieme alla casa editrice Castelvecchi, si è voluti andare oltre. L’obiettivo è infatti quello di diffondere un messaggio di tolleranza, di dialogo e reciproca comprensione il più ampio possibile. Di sottolineare, in tempi difficili, i danni materiali e morali “che chiusure pregiudizievoli e barriere al confronto possono generare”.
C’è tutto questo dietro la ripubblicazione del celeberrimo saggio sulle “Interdizioni Israelitiche” dello scrittore, politico e divulgatore scientifico milanese Carlo Cattaneo. Iniziativa che il Centro di studi storici, politici e sociali Gaetano Salvemini di Napoli ha voluto sostenere, portandone i temi e i contenuti nel prestigioso scenario della Camera dei deputati.
Sono parole e riflessioni di quasi due secoli fa, quelle del Cattaneo. Ma la loro attualità è fortissima. Perché, come ricorda Gianmarco Poliranno Altavilla, direttore del Centro Salvemini, la minaccia dell’antisemitismo è tutto fuorché esaurita.
Al suo fianco in Sala Moro, nel corso di un convegno moderato dal tesoriere del Centro Salvemini Samuele Crosetti, anche la presidente UCEI Noemi Di Segni, l’ambasciatore israeliano Ofer Sachs, il presidente dell’associazione interparlamentare di amicizia Italia-Israele Maurizio Bernardo.
Leggi

IL MESSAGGIO CONGIUNTO AL SINDACO DI MODENA
"Via il patrocinio del Comune
dal convegno contro Israele"

La Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni e la Presidente della Comunità ebraica di Modena Tiziana Ferrari hanno inviato il seguente messaggio al Sindaco di Modena Gian Carlo Muzzarelli:

Ill.ma Sindaco Muzzarelli,
Abbiamo appreso che il giorno martedi 28 marzo, alle 20.30, si terrà presso l’Istituto Storico di Modena un convegno dal tema: “Legalizzazione delle colonie israeliane nei territori palestinesi”. Si tratta di un convegno che vede tra i suoi principali organizzatori il BDS – movimento di boicottaggio che spicca da tempo per le sue violente posizioni di rancore anti-israeliano e anti-ebraico, e con grande amarezza e dispiacere apprendiamo che il Comune ha accordato a questa iniziativa il proprio patrocinio.
Le chiediamo Signor Sindaco di voler ritirare ogni forma di sostegno concessa ad una simile iniziativa, nella certezza che trattasi di un involontario errore, e che Lei condivida massimamente il danno che simili iniziative possano generare, diffondendo ulteriore odio nella più vasta popolazione cittadina. Una città come Modena, per la sua storia ed esperienza di lotta contro ogni forma di violenza che ha respirato ogni angolo di questa città, non può permettersi di abbassare la guardia in un periodo storico tanto critico e delicato e proprio nei giorni che vedono il culmine delle celebrazioni per l’Unità europea, che solo attraverso i saldi valori del rispetto e della tolleranza potrà proseguire nel suo cammino.
In attesa di un Suo gradito riscontro Le inviamo il nostro più cordiale saluto.

Noemi Di Segni,
Presidente Unione delle Comunità Ebraiche Italiane

Tiziana Ferrari,
Presidente Comunità ebraica di Modena
Leggi

pilpul
Ticketless - Vedere e poi parlare
Ho letto su Anpinews l’intervento sulla triste vicenda del film su Israele programmato a Biella. Soltanto due osservazioni. La prima. Al Presidente dell’Anpi dà fastidio che non si possa criticare Israele senza essere accusati di antisemitismo. Libero di dirlo, ma se almeno avesse visto il film. Il Presidente dell’Anpi stigmatizza l’orribile titolo della pellicola (chi potrebbe lodarlo!), ma ripete due, se non tre volte di non aver visto il film. Trovo la cosa sconcertante. Nel tempo trascorso fra quando è scoppiato il caso e la scrittura di questa nota tempo per vedere il film ce n’era a sufficienza. Mi pare sconcertante, come sempre mi paiono sconcertanti le riflessioni di chi non si è mai recato a vedere la realtà di cui parla. Supponenza o semplice superficialità? Come si fa a giudicare se non si vede ciò di cui si parla?
Seconda osservazione. Anche a me dà fastidio quando vedo qualcuno accusato di antisemitismo solo perché critica il governo israeliano. Però dà altrettanto fastidio la retorica del “ripudio” della guerra, se ripetuta con ingenuità. Per chi vive nel conflitto quel “ripudio” suona come una pia illusione. Un lusso che né uno né l’altro contendente si può permettere. Forse non dovrebbe permetterselo nemmeno il Presidente dell’Anpi. Se infatti i partigiani della Val Sesia, ad esempio il “Lungo” Silvio Ortona avessero “ripudiato” la guerra, che ne sarebbe stato di noi?


Alberto Cavaglion 

Periscopio - Minotauro
Il problema della ricerca identitaria – intesa come percezione tanto della propria origine, quanto della propria trasformazione e destinazione -, com’è noto, si pone come una delle questioni essenziali del nostro tempo, nel quale tutte le società umane appaiono attraversate da profondi fenomeni di contaminazione, intreccio, sinecismo, capaci di rimescolare le carte, scardinare consolidate categorie, abbattere vecchi muri e innalzarne di nuovi. Ed è una tematica che, in particolare, appare tra le più trattate dalla letteratura contemporanea, che, evidentemente, cerca in essa delle possibili risposte a un senso di smarrimento e di incertezza che ci accompagna ormai da molto tempo, e di cui non si scorge una fine.

Francesco Lucrezi, storico
Leggi

Enzo Joseph Bonaventura
Enzo Joseph Bonaventura (Pisa, 1891 - Gerusalemme, 1948). “Pioniere della psicoanalisi italiana e della psicologia accademica israeliana”. L’idea di tenere un convegno in memoria di Enzo Joseph Bonaventura in Israele è stato un pensiero che ho coltivato per decenni, e che lo scorso anno si è realizzato per una serie di felici coincidenze. Una di queste la scoperta che la moglie di Abraham Yehoshua, la compianta Rivka, una collega della Società psicoanalitica israeliana, era la cognata del figlio di Bonaventura.

David Meghnagi, Consigliere UCEI
Leggi




moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.