Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

4 Aprile 2017 - 8 Nissan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Roberto
Della Rocca,
rabbino
L’inizio del libro di Vayqrà (Levitico) viene a insegnarci come ogni comunicazione dovrebbe essere preceduta da una “chiamata”. “L’Eterno chiamò Moshé e gli parlò…”. Questo non solo per evitare che la comunicazione diventi un messaggio generico e indifferenziato ma, anche e soprattutto, perché la persona chiamata possa sentirsi destinataria di un’attenzione particolare.
 
Leggi

Dario
Calimani,
Università Ca' Foscari Venezia
Ci sentiamo dire da anni che Pesach, festa di liberazione, dovrebbe spingerci a far pulizia anche del chametz che abbiamo dentro di noi. Non è proprio una cosa facile. È uno di quei moniti purtroppo improduttivi che, un anno dopo l’altro, lasciano la nostra situazione del tutto inalterata. Sarebbe, tuttavia, già un bel passo se riuscissimo a riconoscere di averlo dentro quel po’ di chametz, tutti e ciascuno di noi. Ma siamo troppo impegnati a cercare in casa nostra il chametz letterale. E, del resto, questo è quello che ci è stato insegnato, al di là dei richiami un po’ retorici e spesso privi di un esempio vivo.
 
Attentato in Russia,
la matrice è jihadista
Sarebbe di matrice islamista l’attentato che ieri a San Pietroburgo ha provocato undici vittime e decine di feriti. Alle 13.30 ora locale un ordigno è esploso nella metropolitana della città russa mentre una seconda bomba è stata disinnescata in un’altra fermata della metro. In un primo momento erano state diffuse le immagini di un presunto sospettato “con barba e zucchetto islamico”, riporta il Corriere, ma gli inquirenti ora parlano di un attentatore suicida. Secondo Fontanka, il portale di San Pietroburgo, sarebbe stato il 22enne Maxim Arishev, originario del Kazakistan, a portare sul vagone della linea blu una bomba con trecento grammi di esplosivo, bulloni, chiodi e altri pezzi di ferro destinati a fare più vittime possibili. Sul movente dell’attentato, diverse le supposizioni presenti sui giornali: secondo Guido Olimpio del Corriere, dietro l’attacco può esserci l’Isis come ritorsione per il supporto russo in Siria ad Assad (e i bombardamenti a tappeto), i foreigh fighter, la filiera del Caucaso erede dell’indipendentismo ceceno, la strategia della tensione legata a giochi di potere interni.
 
Leggi

  davar
qui ferrara - la mostra al meis
Interrogarsi, cercare le risposte

Ecco 'Lo spazio delle domande'
Interrogarsi e cercare le risposte. L’ebraismo lo fa da millenni e, da domani, il Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah – MEIS, con la collaborazione della Comunità ebraica di Ferrara, proporrà al visitatore lo stesso tipo di approccio nella mostra “Lo Spazio delle Domande”, che dalla palazzina di Via Piangipane si estende fino al nuovo giardino. Che cos’è per te l’ebraismo? Come lo celebriamo? Dove ci incontriamo? Come mangiamo? Sono questi, in particolare, gli interrogativi che il MEIS solleva, stimolando il pubblico ad affrontarli in modo originale e interattivo, e avvicinandolo così alla complessa e fiorente cultura ebraica: inscindibile dalle proprie radici e dalla memoria – che nutre, elabora e ricostruisce incessantemente – ma anche ostinatamente viva e rivolta al futuro. Rigorosamente disciplinata, come dimostrano i numerosi precetti che regolano l’esistenza di ogni giorno e perfino il rapporto col cibo, ma non meno attenta ad approfondire il sapere, a rispettare la libertà individuale e collettiva, a celebrare con pienezza i momenti più festosi, privati e pubblici.
Alcune risposte alle domande le forniscono sette ebrei ferraresi – per ascendenza, nascita o adozione – intervistati dal regista Ruggero Gabbai: Marcella Ravenna e Jose Bonfiglioli, Marcello Sacerdoti e Baruch Lampronti, il rabbino capo Luciano Caro e il presidente della Comunità ebraica Andrea Pesaro, affiancato dal nipote Alessandro, raccontano ampi brani del loro vissuto e il significato che attribuiscono all’ebraismo e alle sue tradizioni. Chi spiegando le ragioni di una scelta ebraica tardiva, chi soffermandosi sul legame controverso con gli scritti di Bassani, chi intonando canti sacri e suonando lo shofar, chi ripercorrendo la propria storia di immigrazione, chi parlando con la saggezza degli anni e degli studi, e chi con la freschezza dell’adolescenza, tra sogni da bambino e l’età adulta che incombe, all’avvicinarsi del Bar Mitzvah.
Oltre che da queste interviste, l’allestimento è scandito da una selezione di oggetti ebraici, impiegati per i riti collettivi o nel quotidiano, provenienti dalla collezione del Museo Ebraico della Comunità di Ferrara e da quella privata di Andrea Pesaro che, in ognuna delle tre sale dell’esposizione, illuminano uno specifico aspetto della vita ebraica. La comunità, dove ci si confronta e si cresce insieme, è al centro della prima sala, mentre protagonista della successiva è il matrimonio, di cui sono rappresentati tempi, immagini e suoni, grazie al lavoro di ricerca di Enrico Fink, uno dei massimi interpreti della musica ebraica italiana. Ecco, quindi, la foto di un rito nuziale ebraico, officiato nel 1934 nel Tempio di Via Mazzini, a Ferrara, e poi la chuppah, gli anelli, un talled ottocentesco e un tappeto sonoro a tema: dalle Sheva Brachot alla marcia nuziale di Baruch Abbà, fino agli antichi canti sinagogali ferraresi, con le melodie del coro femminile della locale Comunità Ebraica (l’unica in Italia ad averne mai avuto uno). Nella terza sala, infine, la scena curata dalla Fondazione Famiglia Sarzi di Bagnolo in Piano (Reggio Emilia) – in meis 3prima linea nella lotta partigiana e nome di spicco, da generazioni, del Teatro di Figura – riproduce e fa rivivere le vie del quartiere ebraico, con la Sinagoga e le botteghe degli ebrei. Come la cartoleria e profumeria Finzi, la gastronomia Nuta di Assunta Benvenuta Ascoli, rinomata per i salami d’oca, il caviale di storione e altre specialità kasher, quali le buricche di pasta ripiena di carne e la bongola, rivisitazione della salama da sugo ferrarese. E non mancano gli abitanti di quei luoghi – la Nuta, il cliente, il medico e talmudista ferrarese Isacco Lampronti, etc. –, in forma di burattini ai quali il pubblico (specie i più piccoli) può dare liberamente voce e movimento, immaginando per ognuno un’avventura.
Lo Spazio delle Domande prosegue nel giardino del MEIS e qui si focalizza sui dettami dell’alimentazione ebraica e sull’uso delle spezie bibliche. Piante di alloro, mirto, timo, lavanda e maggiorana (gli aromi impiegati per l’Havdalah) disegnano quattro diversi itinerari, riguardanti uova, pesce, carne e latte. Dopo aver letto i pannelli esplicativi della kasherut, i visitatori si trovano davanti ad alcune biforcazioni e devono decidere qual è la strada giusta da imboccare. Giocando con odori e sapori, scoprono così quanto la cultura ebraica sia differente, ma per molti versi anche affine, alla loro.

Daniela Modonesi

Leggi

la missione ucei in sicilia
Meridione, la cultura ebraica

ancora una volta protagonista
Dallo sviluppo di itinerari ebraici in Sicilia all’attenzione per lo sviluppo di nuclei di vita ebraica sul territorio e per le persone che ricercano le loro origine religiose, dal restauro e la valorizzazione di beni culturali alla risposta al crescente interesse per l’ebraismo. Diversi i temi toccati in queste ore dalla delegazione dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane – guidata dalla presidente Noemi Di Segni – che, assieme ai rappresentanti dell’organizzazione israeliana Shavei Israel, ha accompagnato una rappresentanza del World Jewish Congress in Sicilia. Prima tappa della visita, Catania, dove l’intera delegazione ha incontrato il sindaco della città Enzo Bianco, mentre nei prossimi due giorni ulteriori incontri – che saranno anche occasione per approfondire e portare avanti il progetto Meridione dell’UCEI – si terranno a Siracusa e Palermo.


Leggi

in stretto contatto con l'ucei
Mantova, avviate le indagini

nell'area del vecchio cimitero
Sono in corso a Mantova le indagini conoscitive avanzate dall’architetto David Palterer per conto dell’UCEI nell’area dell’antico cimitero ebraico di San Nicolò. Scopo dell’iniziativa, condivisa con la Soprintendenza e con la Comunità ebraica locale, è di delimitare con certezza l’area cimiteriale e di far avanzare i sondaggi archeologici in un’area in cui il Comune si propone di realizzare “Mantova hub”, un articolato progetto di riqualificazione della periferia Est della città.
Contemporaneamente il locale Politecnico sta svolgendo negli archivi comunitari, in accordo con il Presidente Emanuele Colorni, una serie di ricerche d’archivio per individuare quanto più materiale possibile sul sito.
“Il tutto rientra nell’accordo con l’UCEI per la salvaguardia dell’antico cimitero” dichiara alla stampa locale l’assessore all’Ambiente Andrea Murari.

Leggi

I 70 anni della traversata del kadima
"Italia e Israele, un'amicizia

che è scritta nel Novecento"
“Il grande significato dell’evento del 26 marzo scorso è stato quello di poter ricordare come la popolazione e le autorità italiane nel dopoguerra furono vicine ai profughi ebrei che dall’Italia partirono clandestinamente verso Eretz Israel”. A parlare è il presidente del Keren Hayesod Andrea Jarach, che ha richiamato la recente iniziativa organizzata proprio dal Keren Hayesod a Venezia per ricordare le vicende legate all’isola veneta di Pellestrina: da qui infatti settant’anni fa salparono tre navi cariche di ebrei sopravvissuti alle persecuzioni e alla Shoah. Destinazione, il futuro Stato d’Israele. “Il fatto che buona parte dei profughi ebrei passò dall’Italia non è solo dovuto alla questione geografica, ma anche alla benevolenza dell’ambiente italiano. Il Mossad israeliano trovò infatti collaborazione nelle sue operazioni clandestine. E quegli italiani che oggi hanno tanti pregiudizi nei confronti d’Israele, dovrebbero ricordarsi di questo e di come allora i loro padri e nonni aiutarono di fatto alla costruzione proprio d’Israele”.


Leggi

LO SPETTACOLO ADEI AL MIELA
Da Trieste al sogno di Broadway,

la determinazione di Shir a teatro
Da Trieste alla magia di Broadway.
“Spreading my wings”, lo spettacolo parzialmente autobiografico della giovanissima Shir Misan, ha conquistato il Teatro Miela. Un travolgente mix di canto, danza e recitazione. Un viaggio segnato da tante emozioni che hanno portato il pubblico ad immedesimarsi nelle vicende di una ragazza piena di sogni che ha deciso di intraprendere la ricerca verso la propria libertà, determinata a non farsi fermare da nessuno.
Realizzato con la collaborazione di Valentina Cantori ed Elke Burul, e con al pianoforte Federico Monti, lo spettacolo è stato promosso dall’Associazione Donne Ebree d’Italia per promuovere alcune iniziative sociali e di assistenza.

(Foto di Giovanni Montenero)
Leggi


NUOVE PROVOCAZIONI A MILANO
25 aprile, la minaccia del Bds
C’è chi vuole distorcere il senso del 25 aprile a Milano. E sono coloro che vogliono introdurre simboli che nulla hanno a che fare con la festa della Liberazione dell’Italia dal nazifascismo e che fanno propria la propaganda anti-israeliana: si tratta del movimento per il “Boicottaggio, il disinvestimento e le sanzioni contro Israele”, noto come Bds, che ha annunciato la sua presenza alla manifestazione milanese del 25 aprile, con la sua sezione lombarda. Una partecipazione di cui il Comitato permanente antifascista per la festa della Liberazione non era al corrente. “Queste sigle nulla hanno a che fare con la Festa della Liberazione – sottolinea tra gli altri il presidente dell’Anpi Milano Roberto Cenati – Già ogni anno dobbiamo confrontarci con le vergognose contestazioni alla Brigata Ebraica, i cui simboli hanno pieno diritto di sfilare al corteo e a cui riconosciamo il ruolo nella lotta di liberazione dal nazifascismo. Chi contesta la Brigata e altre realtà (come quella del Bds) partecipano solo per provocare”.

E sdegno nel mondo ebraico ha suscitato la partecipazione a un’iniziativa a Milano, proprio del Bds, da parte del consigliere comunale Sumaya Abdel Qader: come più volte sottolineato dalla leadership ebraica, movimenti come il Bds non favoriscono la pace né comprensione della questione israelopalestinese ma sono forme pericolose di propaganda nonché un ostacolo al dialogo tra le parti.

Leggi


pilpul
Integrazione
Ho conosciuto un uomo di origine latina proveniente dagli Stati Uniti. Da una zona degli Usa tuttora abitata da molti nativi americani, quelli che da piccoli avremmo chiamato indiani. Confrontando quindi la condizione della sua gente con quella delle varie tribù, quest’uomo mi ha detto più o meno così: “Sai, noi ispanici siamo meno legati alla nostra cultura d’appartenenza; io per esempio capisco ancora un po’ di spagnolo, ma non lo parlo bene, e i miei figli esclusivamente inglese. Noi vogliamo integrarci, non abbiamo tempo per stare a pensare alla nostra identità culturale. Per loro invece è il contrario: tengono moltissimo alla loro tradizione e questo impedisce una completa integrazione e l’inserimento nella modernità con tutte le sue incredibili opportunità”. Questa frase – così superficiale e così chiara, sostanzialmente letterale – mi è sembrata molto interessante, un’esemplificazione brutale di quello che viene affrontato in tutti i popoli e in tutte le culture dalla notte dei tempi. Anche dagli ebrei, che a proposito di tradizione e innovazione hanno quella favolosa storia talmudica di Mosè che viene catapultato in un’accademia talmudica molti secoli dopo la sua morte: assistendo alla lezione, Mosè non capisce niente delle leggi che vengono discusse; a un certo punto uno studioso domanda a un altro dove abbia appreso quelle norme. Al che il secondo risponde con sicurezza: “Tutto ciò che sappiamo lo dobbiamo a Mosè Nostro Maestro sul Monte Sinai”. Cosa conservare? Cosa cambiare? Come aprirsi senza assimilarsi, come evolversi senza perdersi?

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas 


Sete di scienza
Si è concluso domenica sera a Milano il Festival Cervello&Cinema, una settimana di proiezioni di film commentati da neuroscienziati.
Un successo al di là di ogni aspettativa: tutte le sere, la cineteca Spazio Oberdan piena zeppa, la gente seduta sui gradini, che arrivava anche due ore prima per garantirsi un posto, e molti non siamo riusciti ad accoglierli.. Un pubblico di ogni età, dai giovani ai pensionati, anche qualche ragazza con il velo e due clochard che non si sono persi un appuntamento, nonostante li avessimo costretti a lasciar fuori i carrelli con i loro beni materiali.
In sala, una attenzione spasmodica: non si sentiva letteralmente volare una mosca. E le uniche proteste che abbiamo ricevuto (a parte chi si lamentava per non essere riuscito a entrare) sono state perché l’evento pareva troppo breve: quaranta minuti di conferenza più il film (che a noi sembrava un tempo fin troppo lungo) non bastavano a soddisfare la curiosità degli spettatori.


Viviana Kasam, Presidente BrainCircleItalia
Leggi

La visione della pace
Nella tradizione vagamente religiosa della civiltà occidentale non si parla mai di denaro; potete domandare a un uomo o a una donna come sia la loro vita intima, coniugio compreso, e non vi risparmierà dettagli. Provate però a chiedere quanti soldi ha in banca e vedrete il suo volto trasfigurarsi in una smorfia feroce. No, non si può fare perché l’intimità è da sempre esibita, mentre gli interessi sono da sempre simmetricamente celati da una spessa coltre d’ipocrisia.
Lo spettro degli interessi, essendo vasto quanto non mai, potremmo per oggi arrestarlo nell’ambito di una casella significativa: quali sono i (legittimi) interessi dell’ebraismo italiano? Indi: coincidono con quelli di Israele?


Emanuele Calò, giurista
Leggi

Analisi scorretta - Europa 
Il 25 marzo l’Europa ha festeggiato il suo sessantesimo anniversario. Come ogni organismo l’Europa del 1957 è cresciuta in questo lasso di tempo che ci separa dalla sua nascita: da mercato comune europeo si è passati alla comunità economica, poi all’Unione Europea e infine alla moneta unica.
Mario Draghi alla guida della Banca Comunitaria ha reso la BCE un vero guardiano dell’Euro; ha creato le condizioni per un sistema bancario unitario, e non ha solo protetto la moneta, ma anche l’economia dei Paesi aderenti, perché ha aiutato i governi a non finire stritolati dalla penuria di risorse, mantenendo i tassi dei buoni del tesoro bassi quanto necessario a non gonfiare i deficit degli Stati, soprattutto il nostro, ma anche quello degli altri Paesi del mediterraneo comunitario.


Anselmo Calò
Leggi



moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.