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24 Aprile 2017 - 28 Nissan 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Nella Parashah che abbiamo letto ieri si parla delle norme della Kasheruth.
Un cuore puro
Secondo alcune interpretazioni, nelle Mitzvot legate alla Kashrut si cela un insegnamento morale al quale la Torah intende educarci: l’uomo deve raggiungere prima di tutto un alto livello morale nei confronti del suo prossimo per poi estenderlo anche al regno animale; porre una distinzione fra la morte e la vita, a non essere crudeli, ipocriti e cinici. Nell’era messianica l’umanità avrà raggiunto un livello di consapevolezza morale così elevato che nessuno più si ciberà di carne.
 
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Anna
Foa,
storica
Mentre con gioia venata di preoccupazione, assistiamo alla rinascita di una speranza nell’Europa unita e nella possibilità di fermare i nazionalismi che la stanno distruggendo; mentre, con animo triste e pensoso, celebriamo l’anniversario del genocidio armeno, primo momento dei genocidi europei del Novecento, ci accingiamo a celebrare l’anniversario della Liberazione dal nazismo e dal fascismo suo alleato. Ci andiamo con tristezza perché ci arriviamo più che mai divisi come le vicende di Roma ci mostrano. Ci arriviamo anche con un voto della Camera volto a conferire alla Brigata Ebraica la medaglia d’oro alla Resistenza. Ma vorrei che non ci si dimenticasse, nel prestare il giusto onore ai soldati ebrei di Palestina che combatterono in Italia, ai tanti partigiani ebrei, a tutti i livelli, dai leader come Leo Valiani ai combattenti in tanti gruppi partigiani, che combatterono i nazifascisti come italiani, insieme agli altri italiani, in mezzo a loro. Non ci furono gruppi partigiani ebrei in Italia ma ebrei partigiani in mezzo agli altri partigiani. Vorrei che anche questo fosse ricordato e da questo fatto, la grande partecipazione degli ebrei italiani alla Resistenza, si traesse spunto, in futuro, per ritornare a celebrare insieme il 25 aprile.
 
Macron vs Le Pen
Ampie analisi sui quotidiani italiani in merito ai risultati del primo turno delle elezioni presidenziali in Francia, che hanno visto trionfare il centrista Emmanuel Macron e l’ultradestra di Marine Le Pen. Saranno loro tra due settimane a sfidarsi al ballottaggio che deciderà chi guiderà la Francia: Macron, outsider con un passato da ministro nel governo socialista, rappresenta la speranza dei moderati e degli europeisti. “Oggi ho votato per la prima volta alle elezioni presidenziali”, racconta al Corriere Edoardo Goldstein, 19 anni, italo-francese, studente alla Bocconi di Milano e volontario per Macron. “E ho votato per lui in modo convinto perché è stato l’unico a fare una campagna positiva, non contro i valori degli altri ma in favore dei propri, prima di tutto il rilancio dell’Europa”. Un’Europa dipinta invece come uno spauracchio da Le Pen che ieri, a risultati acquisiti, ha dichiarato che “la prima tappa è superata” ma ora bisogna “liberare tutto il popolo”, facendo appello ai “patrioti sinceri”: “Da ovunque provengano, per chiunque abbiano votato, senza pregiudizi, li accoglieremo fraternamente, unità nazionale per la sopravvivenza della Francia” (Corriere). Intanto François Fillon, candidato del partito di centrodestra dei Repubblicani, arrivato terzo, invita i suoi elettori a votare Macron per fermare l’onda populista cavalcata dalla Le Pen. Stesso invito è arrivato da Benoit Hamon, candidato del Partito Socialista, che però deve fare i conti con una totale disfatta: il suo 6,3 per cento rappresenta il risultato elettorale peggiore della storia socialista (dovuto in particolare alla bassissima stima dei francesi per il presidente uscente Hollande).
 
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  davar
ad accoglierlo anche il presidente del meis 
Mattarella, 25 Aprile a Fossoli

"Libertà, valore da difendere"
Anche il presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah di Ferrara Dario Disegni tra le autorità chiamate ad accogliere il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella nella sua visita in programma domani pomeriggio, in occasione delle celebrazioni del 25 Aprile, al campo di concentramento di Fossoli.
Visita dal profondo significato simbolico per il Capo dello Stato, che ha scelto per questa Liberazione uno dei luoghi che maggiormente evocano la Shoah e le ferite inflitte dal nazifascismo a migliaia di cittadini innocenti.
Dopo aver reso omaggio al Monumento del Milite Ignoto all’Altare della Patria a Roma, il Presidente Mattarella si recherà a Carpi dove parteciperà al teatro Comunale alla cerimonia “25 aprile. Festa della Liberazione: tra la storia dei padri e il futuro dei figli”. Nel pomeriggio invece visiterà Fossoli e incontrerà i protagonisti della storia “Testimoniare per il futuro”.
Non è escluso, fanno sapere dal Quirinale, che nell’occasione possa pronunciare un intervento. Negli scorsi giorni, incontrando gli esponenti delle Associazioni Combattentistiche e d’Arma, il Capo dello Stato ha affermato: “Ricordiamo in questi giorni i meriti storici incancellabili di chi ha restituito al nostro Paese la libertà e la dignità”.


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qui new york - world jewish congress
Trump al Congresso ebraico:

"Lotta all'odio una priorità"
Lotta contro l’antisemitismo e contro la delegittimazione di Israele sono battaglie prioritarie per gli Stati Uniti e all’interno delle Nazioni Unite. A dichiararlo di fronte gli oltre seicento delegati del World Jewish Congress riuniti a New York il Presidente degli Stati Uniti Donald Trump così come il Segretario generale delle Nazioni Unite Antonio Guterres. In un video messaggio inviato all’Assemblea plenaria il Presidente Trump ha sottolineato come “oggi ci viene ricordata la storia lunga ed eroica di questa organizzazione, che combatte per il popolo ebraico”.
“In occasione di Yom HaShoah – ha aggiunto Trump – ricordiamo il capitolo più buio della storia umana. Osserviamo il lutto, ricordiamo, preghiamo e promettiamo: Mai più. Lo dico chiaro, mai più”.


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ancora un episodio di terrorismo 
Accoltella soldatessa israeliana, fermata una donna palestinese
La sua intenzione era di diventare una “shahid”, una martire. Di uccidere, ma anche di farsi uccidere. L’ha confessato la 41enne donna palestinese arrestata questa mattina dalle forze di sicurezza dopo il ferimento di una soldatessa israeliana, di 29 anni, impegnata nel servizio di controllo al checkpoint di Qalandiya.
Madre di nove figli e originaria del villaggio arabo di Duma, l’attentatrice ha affermato di aver accoltellato la soldatessa (le cui condizioni di salute non destano particolari preoccupazioni), perché “voleva farla finita”. A pesare in questa decisione estrema, riferiscono i media israeliani, i rapporti sempre più tesi con il marito.
La vittima dell’attacco è ricoverata all’ospedale Hadassah di Gerusalemme.

yom hashoah
Rivlin: "Giornata fondamentale,

non distorciamone il significato"
Uno sguardo all’interno della società israeliana e al suo modo di rapportarsi con la Shoah. Ha scelto una strada meno ordinaria il presidente d’Israele Reuven Rivlin nel suo discorso in occasione delle commemorazioni di Yom HaShoah, il giorno in cui il mondo ebraico ricorda i crimini del nazifascismo. Giorno in cui Israele – come è accaduto questa mattina – si ferma al suono della sirena per ricordare le sue vittime, così come ha fatto l’Italia ebraica nelle sue sinagoghe e nelle sue Comunità: da Milano a Roma, da Torino a Trieste.
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informazione - international edition
Libertà e Liberazione
La libertà ritrovata dopo l’Uscita dall’Egitto e quella riconquistata con la Liberazione dalla dittatura nazi-fascista il 25 aprile 1945. Nell’odierna Pagine Ebraiche International Edition si racconta qualcosa di entrambe, a partire dal modo in cui i due momenti costituiscono parte integrante della identità ebraica italiana. Così l’economista errante Susanna Calimani narra nella sezione pilpul della infinita competizione tra le diverse ricette di charoset (l’impasto dolce che durante la festa di Pesach è uno dei simboli della schiavitù d’Egitto) che si tramandano nella sua famiglia. L’Italia si prepara poi a scendere in piazza per il 25 aprile, anche se non cessano le mistificazioni rispetto al ruolo della Brigata ebraica.


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pilpul
Oltremare - Giorni di fuoco
Ieri è stato uno di quei giorni, che a volerci ricamare sopra basterebbe andare a controllare che razza di ingorgo di stelle e ascendenti giocavano agli autoscontri nei cieli. Era appena finita una sberla di chamsin improvviso che ha arrostito tutta Israele con temperature infernali per due giorni. Ci siamo svegliati dalla sbornia di caldo secco e sole con 20 gradi centigradi in meno rispetto a sabato, e passi. Aspirina e caffè e si dia inizio alla settimana lavorativa. Dopodichè, in molto meno di 24 ore ci siamo sciroppati: un attentato al coltello in pieno giorno nel bel mezzo della Tayelet, la nostra amata e molto usata passeggiata sul mare a Tel Aviv (quattro feriti ma solo perchè il giovane era chiaramente un incapace, oltre che un pessimo terrorista, e si è anche fatto prendere vivo: onta alla famiglia, che non incassa una lira per aver avuto un “martire” in casa); a seguire, l’inizio della commemorazione del giorno della Shoah, con relativo assalto pre-serale ai supermercati neanche fossimo in stato di guerra, e che sarà mai se per una volta tutto chiude alle 19 come nella civilissima Europa (siamo troppo ben abituati, ecco cos’è); e poi, ciliegina sulla torta, chiusura dei seggi in Francia, e anche nelle decine di seggi francesi in Terra d’Israele dove i francoisraeliani hanno aspettato in fila anche quattro ore per poter presumibilmente votare chiunque che non fosse Le Pen.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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