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2 maggio 2017 - 6 Iyar 5777
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appuntamenti - torinO

Salone del Libro, trent’anni 'Oltre il confine'

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“La cultura è il collante che in questi anni difficili ci ha permesso di rimanere comunità. Torino è il biglietto da visita dell’editoria italiana nel mondo”. Queste le parole scelte dall’ex ministro per i Beni culturali, Massimo Bray, nuovo presidente della Fondazione per il libro, per aprire la presentazione del programma della trentesima edizione del Salone del Libro di Torino, che sarà incentrata su “Oltre il confine”, tema quanto mai attuale ben sintetizzato dall’illustrazione di Gipi che ne è immagine ufficiale. E al Museo del Risorgimento quella comunità non solo affollava le grandi sale e si è assiepata davanti ai megaschermi che riproponevano i discorsi per i tanti che non sono riusciti a entrare, ma ha risposto con grande calore. E il commento più sentito fra gli editori, i giornalisti e i tanti cittadini curiosi di vedere cosa veramente, dopo i tanti annunci, sarà il Salone della rinascita era che se un successo l’ha avuto, Tempo di Libri, la prima edizione milanese della fiera dell’editoria organizzata nei giorni scorsi a Rho, è stato quello di far rinascere un grande Salone. E non è solo una sensazione: dopo alcuni anni difficili al Lingotto, dal 18 al 22 maggio prossimi, ci saranno più editori – al momento, ha annunciato entusiasta ed emozionato il direttore Nicola Lagioia, sono 1060, ma se ne stanno ancora aggiungendo – ma per far fronte alle tantissime richieste aumentano anche gli spazi, per un aumento di metri quadri (saranno più di 11 mila) che supera il 10 per cento.

Ada Treves

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STORIA

Come l’Italia guarda alla Shoah

img headerAA.VV. / L’ITALIE ET LA SHOAH / Revue d’Histoire de la Shoah – Memorial de la Shoah

“L’Italia e la Shoah. Rappresentazione, uso politico, memoria” è il titolo del recente numero monografico che la “Revue d’histoire de la Shoah”, diretta da Georges Bensoussan e edita dal Memorial de la Shoah di Parigi, ha dedicato alle modalità e agli ambiti in cui la Memoria è studiata e rappresentata nel nostro Paese, e ai molti riflessi che essa ha sulla nostra società.
In lingua francese, il saggio è curato da Bensoussan e Laura Fontana e offre una panoramica approfondita sul tema, con i qualificati interventi di Amedeo Osti Guerrazzi, Guri Schwarz, Elisabetta Ruffini, Tullia Catalan, Elena Pirazzoli, Robert S.C. Gordon, Alberto Cavaglion, Frediano Sessi, Emiliani Perra, Andrea Minuz, Francesca Costantini, Davide Mano, oltre che dei curatori.
Molti i temi affrontati, dalla storiografia al cinema, dalla letteratura ai viaggi della Memoria, da un approfondimento sul 16 ottobre 1943 al ruolo delle istituzioni nella salvaguardia e nella trasmissione della Memoria.

Marco Di Porto

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FILOSOFIA

Simone Weil, quelle pagine da rileggere 

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Simone Weil / IL LIBRO DEL POTERE / Chiarelettere

Alle volte le circostanze della vita non solo scelgono del destino di una persona ma le assegnano un ruolo e una funzione che magari in altre circostanze non si sarebbero prodotte. La vicenda umana e in vita di Simone Weil ha attratto spesso proprio per i suo aspetti estremi in cui non è previsto patteggiamento, ma solo rescissione del contratto e da cui si esce vincenti o perdenti. Simone Weil, la filosofa francese che nel 1943 si impone uno stile di vita per condividere le pene e le sofferenze degli ultimi e muore nell’agosto 1943 a Londra, perché il suo fisico non è in grado di sopportare le decisioni e le deliberazioni che la sua mente vuole imporre. È lo spunto da cui muove la sua proposta di lettura Mauro Bonazzi, introducendo Il libro del potere (Chiarelettere) un piccolo libro di scritti della Weil che hanno per tema la guerra. Il tema è stato dibattuto all’infinito e ancora ci coinvolge (a partire dall’11 settembre 2001, almeno). Weil lo propone mettendo in campo due questioni che riguardano questo nostro tempo in misura rilevante. Prima questione. La guerra si fonda sulla forza.

David Bidussa, Pagine Ebraiche, aprile 2017 

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MEMORIE

"Si sta come d'autunno"

RACCONTI

"Ma il suo golem è donna!"

Aldo Zargani /
IN BILICO /
Marsilio


Aldo Zargani è un giovane autore di ottantaquattro anni, ma è soprattutto il più divertente scrittore ebreo oggi in circolazione. Il suo ultimo libro, "In bilico" (Marsilio, pp. 187, 16), composto di racconti e memorie, quasi un romanzo a episodi, reca per sottotitolo: "noi gli ebrei e anche gli altri': Zargani è dotato di una scrittura affabulante e nel contempo di un grande potere divagatorio. Parte da un episodio occorso a lui o alla sua famiglia, ad esempio all'indomani delle Leggi razziali dei 1938, e arriva a oggi in un movimento narrativo a cerchi concentrici e improvvise illuminazioni. Il suo telescopio narrativo ha una doppia messa a fuoco: il sé bambino, che alimenta la sua capacità di raccontare il passato come se fosse un presente, e il sé presente, che è quello di un signore di ottant'anni spiritoso e arguto, saggio e provocatorio insieme, che riflette sulla nostra condizione attuale. Gli ebrei e gli altri: tutti in bilico, come lui negli anni Trenta del XX secolo.

Marco Belpoliti L’Espresso
30 aprile 201
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Cynthia Ozick / LE CARTE DELLA SIGNORINA PUTTERMESSER /
La Nave di Teseo

Il libro si potrebbe sottotitolare: Le mirabolanti avventure della grigia vita di Ruth Puttermesser. E lei, con la sua esistenza a puntate, la contraddittoria protagonista de Le carte della Signorina Puttermesser. «Un viso da ebrea con un pizzico di diffidenza americana nei confronti dello stesso», una razionalista arguta ed estremamente consapevole del mondo attorno a lei, critica fino a diventare caustica, sobria più di una vittoriana e decisamente pragmatica. Nel contempo, alberga in sé gli alti orizzonti dell'ebraismo originario: è al suo lucido intelletto che assegna il compito di coglierli, se ha un'avidità è per lo studio, il fatto di avere anche un cuore le pare trascurabile, ha altro di cui occuparsi, così, in fondo, rimane un'ingenua. Un ossimoro vivente, insomma, che, dai 34 anni alla soglia dei 70, ogni decennio, riesce a infiammarsi per un'aspirazione, un desiderio puro da aspettative e vederlo puntualmente trasformarsi in realtà dalla quale escono altrettanto puntualmente e grottescamente gabbati lei e i suoi stessi aneliti.

Cinzia Fiori
Corriere La Lettura
30 aprile 201
7

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