Paolo Sciunnach, insegnante | Tutto è previsto e la libertà è data, nel bene il mondo è giudicato, tutto secondo la grandezza dell’opera (Avoth 3, 16).
Tutto è previsto, ma la libertà è lasciata all’uomo. Con bontà il mondo
è giudicato, e tutto avviene secondo la grandezza dell’Opera Divina che
noi non comprendiamo: il Creato segue l’ordine naturale delle cose.
Tutto è previsto e tutto è svelato, eppure ogni cosa avviene secondo la
volontà dell’uomo. La libertà è lasciata all’uomo. Il Santo vede in
anticipo ogni azione degli uomini
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Anna
Foa,
storica |
Ricordate
Casablanca, quando Bogart, mentre i nazisti cantano il loro inno,
ordina ai suonatori "Suonate la Marsigliese!"? Ecco, così mi sentivo
ieri quando arrivavano i primi risultati. La Francia ci ha salvati, ha
salvato l'Europa, ha salvato la democrazia. Forse da ora in poi il
vento potrà cambiare. In ogni caso la sconfitta di Le Pen ieri ha
rigettato fra i rifiuti della storia gli antisemiti, i nazionalisti, i
razzisti, gli antieuropeisti. È solo una precondizione, certo. Ma se le
cose fossero andate diversamente oggi il sole si sarebbe levato su un
mondo molto molto peggiore.
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La Francia fuori pericolo
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Lavoro, squadra di governo, Unione Europea. Questi i primi punti nell’agenda del nuovo presidente francese Emmanuel Macron.
La sua Francia “è ancora un mistero” scrive Repubblica. I pochi indizi
sono disseminati nella sua biografia e nel programma presentato in
campagna elettorale. “Il leader di En Marche non ha promesso grandi
effetti speciali. Ha fatto appello alla ragione degli elettori forte
della sua esperienza sui temi economici, a cominciare dalla banca
d’affari Rothschild come George Pompidou, anche lui
presidente-banchiere eletto nel 1969, in un altro ballottaggio nel
quale era stato eliminato il candidato di sinistra e in cui
l’astensione – viene ricordato – era stata da record”.
Poche certezze ancora, ma un grande sospiro di sollievo per quella
parte maggioritaria di paese che ancora si riconosce nei valori
repubblicani e lotta contro estremisimi e populismi.
Numerose le voci ebraiche che, ai più alti livelli, si sono levate in tal senso.
Si va verso un ridimensionamento dell’influenza del parlamentare Manlio
Di Stefano all’interno del Movimento Cinque Stelle. Quello che in molti
davano come probabile ministro degli Esteri di un eventuale governo
grillino rischia infatti di pagare caro l’ultima provocazione, e cioè
il fatto di non aver voluto togliere una black list antiebraica postata
da un utente sulla sua pagina Facebook.
“Si stava accreditando come l’uomo della diplomazia internazionale dei
Cinque Stelle. Ora, ironia della sorte, rischia di scivolare
(politicamente) per una mancata moderazione” scrive il Corriere.
L’assenza di credibilità delle Nazioni Unite continua a tenere banco,
in particolare dopo l’inclusione dell’Arabia Saudita tra i paesi
incaricati di riflettere e intervenire sullo “status delle donne”
all’interno di una specifica commissione. “Sono giorni nerissimi per
gli organismi internazionali che dovevano difendere la pace e i diritti
e sono diventati tribune per i peggiori regimi dittatoriali del mondo”
scrive Pierluigi Battista sul Corriere, ricordando anche l’ultima
grottesca risoluzione dell’Unesco su Gerusalemme. “Una spudoratezza –
scrive – non si sa se più dettata da ignoranza, arroganza o puro
servilismo”.
Colloquio a Gerusalemme tra il primo ministro israeliano Benjamin
Netanyahu e il presidente tedesco Frank-Walter Steinmeier. L’incontro
arriva a due settimane dall’annullamento di un precedente confronto tra
Netanyahu e il ministro degli Esteri di Berlino, Sigmar Gabriel, come
segno di protesta per la sua decisione di incontrare i leader di due
ong israeliane molto critiche nei confronti del governo. Nella giornata
di ieri, scrive Il Messaggero, “Steinmeier ha preferito non inasprire i
toni”.
Ispezioni in tutte le caserme sono state ordinate dai vertici militari
tedeschi. Il motivo, spiega il Fatto Quotidiano, la scoperta da parte
degli stessi dell’esistenza di una presunta rete neonazista che sarebbe
pronta a colpire e avrebbe tra i suoi obiettivi l’ex presidente della
Repubblica Joachim Gauck e l’attuale ministro federale della Giustizia
Heiko Mass.
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LE REAZIONI DELL'EBRAISMO FRANCESE
"Macron, trionfa la Repubblica
Ma non abbassiamo la guardia"
Oggi
è la giornata della gioia e dello scampato pericolo. Ma ci sarà
comunque da rimboccarsi le maniche, da lottare con ogni mezzo e misura
democratica possibile affinché gli estremismi siano messi in un angolo,
non possano più costituire un pericolo. Guai a ignorare alcuni
inquietanti segnali giunti da questa consultazione elettorale.
È l’appello che il Gran Rabbino di Francia Haim Korsia ha rivolto
all’insieme della classe politica nazionale nel suo messaggio di
felicitazioni al nuovo inquilino dell’Eliseo, l’economista Emmanuel
Macron. “È fondamentale prendere in considerazione la rabbia di alcuni
elettori, i motivi che hanno portato a un certo malcontento. Ed
eventualmente – scrive rav Korsia – rivedere parte della piattaforma
programmatica, così da ritrovare l’entusiasmo e il sostegno dei
cittadini”. Una revisione da effettuare a stretto giro perché,
ammonisce il rav, la prossima scadenza delle elezioni legislative è
ormai incombente. La speranza espressa dal Gran Rabbino, con
riferimento anche alla preghiera recitata in tal senso ogni sabato
mattina nelle sinagoghe, è che la Francia possa andare avanti “viva,
orgogliosa e prospera”. E soprattutto, viene poi speficicato,
“nell’unità e nella concordia”. Leggi
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decisivo l'intervento dei leader ebraici
Arezzo, l'omaggio ai Viva Maria Rinviato l'esame della mozione
Un rinvio sine die, per consentire ulteriori approfondimenti e un eventuale nuovo confronto.
Oggi, per il Consiglio comunale di Arezzo, lo snodo era decisivo.
All'ordine del giorno il parere dell'aula su una mozione presentata dal
Consigliere leghista Egiziano Andreani, esponente della maggioranza al
governo della città, in cui si chiedeva di dedicare un “luogo
significativo” di Arezzo ai Viva Maria, un movimento popolare di
insurrezione anti-francese del 1799 nel cui nome furono compiuti
orribili misfatti. Tra gli altri, la brutale uccisione di alcuni ebrei
senesi in occasione di un vero e proprio pogrom condotto nel giugno
dello stesso anno, oggi ricordato con una lapide che il Comune di Siena
ha voluto far affiggere a duecento anni da quei crimini in prossimità
dell'ingresso della sinagoga. All'ultimo momento, con una decisione a
sorpresa, il Consigliere Andreani ha deciso di far slittare la
discussione e il voto. Leggi
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le iniziative per yom haatzamut
Milano, città in festa per Israele
Una
grande festa per i 69 anni d'Israele che ha visto uniti i membri della
Comunità ebraica di Milano e tutti coloro che sostengono la democrazia
israeliana e i suoi valori. Un momento per raccontare, attraverso
conferenze, proiezioni, eventi musicali, la bellezza d'Israele e
ricordare anche il 50esimo anniversario della liberazione di
Gerusalemme, che cade proprio quest'anno. Tante le persone che ieri
hanno partecipato alla festa di Yom HaAtzmaut (il giorno
dell'Indipendenza) alla Società Umanitaria, organizzato
dall'Associazione Amici di Israele, con il patrocinio della Comunità
ebraica di Milano, e con la collaborazione di diversi enti e
associazioni, dall'Ambasciata d'Israele in Italia all'Associazione
medica ebraica di Milano e il Keren Kayemeth LeIsrael Italia. Tanti,
come accennato, gli incontri tra cui la conferenza d'apertura tenuta
dallo studioso del pensiero ebraico Haim Baharier su tema “Gerusalemme.
La città bianca, la città plurale”, ma anche la consegna del Premio
Parete Amico del popolo di Israele a Ferruccio de Bortoli,
presidente della Fondazione del Memoriale della Shoah di Milano. A
ricordare cosa significa Israele per il mondo ebraico, le parole di rav
Alfonso Arbib, rabbino capo di Milano, così come quelle di Raffaele
Besso, presidente assieme a Milo Hasbani della Comunità ebraica della
città.
Ma
Israele, a Milano, continua ad essere protagonista in questi giorni
grazie alla tradizionale rassegna dedicata al cinema israeliano
organizzata dalla Fondazione del Centro di documentazione ebraica
contemporanea assieme alla Fondazione Cineteca Italiana. Un'iniziativa,
inaugurata ieri al Cinema Oberdan con la proiezione
dell'applauditissimo documentario Mr Gaga di Tomer Heymann
(nell'immagine qui in alto), arrivata al decimo anno e curata da
Nanette Hayon, Paola Mortara, con la collaborazione di Anna Saralvo e
con la direzione artistica di Dan Muggia e Ariela Piattelli. Una
rassegna che fino all'11 maggio proporrà al pubblico milanese alcune
delle pellicole più interessanti del vivace panorama cinematografico
israeliano. Leggi
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qui roma
Frankl e la psicologia del lager
Si
è tenuto domenica al Centro Bibliografico “Tullia Zevi” dell’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane un affollatissimo incontro su Viktor
Frankl, lo psichiatra e filosofo sopravvissuto alla Shoah scomparso
venti anni fa, nel 1997, lasciando una profonda traccia nella cultura
del ‘900. L’iniziativa è stata realizzata in collaborazione con
l’Associazione di Logoterapia e Analisi Esistenziale Frankliana (Alaef).
Una personalità che ha attraversato la storia della psicoterapia (nato
nel 1905 in quella Vienna culla della psicoanalisi, la sua “analisi
esistenziale” fu considerata il terzo metodo della scuola viennese dopo
quelli di Freud e Adler), e che ha lasciato una eredità teorica
importante, espressa in molte opere. A partire da quella forse più nota
sull’esperienza nel lager (Frankl fu deportato a Theresienstadt, ad
Auschwitz, a Dachau), “Uno psicologo nei lager”, tradotta in decine di
lingue e vero e proprio caso editoriale, che racconta la deportazione e
le crudeltà subite, con acute osservazioni sulla forza di volontà
dimostrata da coloro che erano riusciti a trovare un senso alla loro
esistenza. Leggi
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qui venezia
In scena, processo a un marrano
Si
è svolta venerdì mattina all’Ateneo Veneto la rappresentazione teatrale
“Processate Abram Righetto, un marrano a Venezia durante
l'inquisizione” a cura delle classi II° G e I° I dell’Istituto
Algarotti di Venezia. Lo spettacolo, organizzato in collaborazione con
la Comunità Ebraica di Venezia sotto il coordinamento del consigliere
Paolo Navarro Dina, racconta il processo ad Abram Righetto, un ebreo
marrano accusato di apostasia della fede cristiana.
In un’opaca Venezia di fine XVI secolo, due anni dopo il rogo di libri
ebraici in Piazza San Marco, ha luogo il processo del Sant’Uffizio
contro Abram Righetto. Nel corso del procedimento penale emerge la
complessa figura dell’imputato: un viaggiatore benestante, incline al
gioco, astuto e con amicizie altolocate, ma anche dal carattere
contraddittorio, sfuggente e ambiguo, che vive la precarietà della sua
condizione di marrano. Leggi
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INFORMAZIONE
– INTERNATIONAL EDITION
La Tenda come luogo d’incontro
La
tenda come luogo dove incontrare il Divino. Nell’odierna uscita
di Pagine Ebraiche International Edition, il docente dell’Università
di Bar Ilan Yaakov Mascetti riflette sul quello che è uno dei
luoghi di ingresso, passaggio e attesa per eccellenza nel
racconto biblico: dalla Tenda di Abramo a quella dell’Adunanza.
“La presenza di Dio nella natura non fa più parte della nostra
esperienza, - quello che noi, come popolo, dobbiamo accettare è
la dolorosa presa di distanza del Divino dal nostro ‘campo’ e
accogliere umilmente lo struggimento, lo scrutare e il ponderare
come mezzi che abbiamo a disposizione per approcciare ciò che è
ora un Assoluto disperso. E la presenza di Dio può essere
percepita come “nell’atto di un passaggio”, in un movimento
dall’interno all’esterno, dall’intimità all’alienazione, con un
fuggente, inafferrabile ed effimero attimo in cui possiamo
percepire soltanto le spalle di Dio, non il volto. Il Divino può
così essere trovato nell’indeterminato locus dell’ ‘ingresso’,
tra due luoghi, mai davvero in uno soltanto” scrive Mascetti.
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Oltremare - Quattro anni |
Quattro
anni non sono un anniversario importante, non sono ancora nemmeno un
lustro. Eppure, quando il calendario mi ha detto che l'Oltremare di
oggi cadeva proprio nel quarto anniversario del primo, la cosa mi ha
fatto un certo effetto. Prima di tutto perché oggi siamo in simil-pace,
ma gli Oltremare sono nati come conseguenza quasi diretta dei miei post
su Facebook durante una guerra, o se si vuole 'azione militare' contro
i missili che da Gaza arrivavano fino a pochissimo tempo fa su tutto il
sud di Israele. Era fine 2012, 'Amud 'Annan. Epoca geologica e militare
pre-Iron Dome, campi coltivati e asili e scuole sotto attacco senza
preavviso più lungo dei 60 secondi che ad una persona normale servono
per rimettersi le pantofole e alzarsi per andare a chiamare
l'ascensore. Una generazione intera in una regione estesa di Israele ha
imparato a scattare come velocisti kenyani a ogni suono di sirene, si
trovassero a scuola in ufficio a letto o in autostrada nel solito
traffico irrazionale del sud del paese. Oggi a malapena ce lo
ricordiamo, perché si sa, la vita prevale. Ma allora si discuteva molto
di post-trauma infantile, di danni permanenti che incidono sulla resa
scolastica, sulle carriere, e sull’economia della zona. Ora del luglio
2014, quando la guerra – questa volta chiamata da tutti guerra – arrivò
fino a Tel Aviv ed oltre, ero già dentro gli Oltremare fino al collo,
con la ferma convinzione che scrivere da Israele per l’Italia avesse
senso solo a condizione di scrivere di cose “normali”.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta - Scollamenti
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Una
costante che si è verificata sia nel referendum britannico per la
Brexit che nella elezione di Trump negli Stai Uniti è la divaricazione
del voto tra le zone metropolitane e quelle rurali. Nel giugno scorso
il voto di Londra fu decisamente a favore del remain in controtendenza
con quello del resto dell’Inghilterra e del Galles.
Anche negli USA il voto a favore dei democratici che, non lo
dimentichiamo, è stato superiore di 1,5 milioni di suffragi rispetto a
quelli presi da Trump, si è concentrato sulle due coste e su Chicago,
mentre quello per i repubblicani si è verificato, come avviene
fin dai tempi di Clinton, negli Stati dell’interno.
Lo stesso fenomeno si è verificato ieri in Francia: a Marine Le Pen è
andato solo il 10% del voto dei parigini, mentre Macron a Parigi ha
preso il 90%, così come nelle banlieu parigine dove ha preso più voti
della media nazionale.
Anselmo Calò
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