Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

11 Maggio 2017 - 15 Iyar 2017
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Elia Richetti,
rabbino
Nella Parashà di questa settimana sono elencate le ricorrenze, fra le quali il giorno di Kippur. A proposito di questo giorno, la Torah dice qualcosa di strano: “Affliggerete le vostre persone il 9 del mese alla sera”. Ora, tutti sappiamo che il giorno di Kippur è il 10 di Tishrì, non il 9! Il problema se lo sono posti anche i Maestri della Ghemarà, che lo hanno risolto in maniera ancora più sibillina. Leggi
 
Sergio
Della Pergola,
Università
Ebraica
di Gerusalemme
Contrariamente ai miei amici e colleghi su questa pagina, Anna Foa, Dario Calimani e Davide Assael, non mi concedo nessun attimo di festeggiamento in seguito all’elezione di Emmanuel Macron a presidente francese. Sono ovviamente sollevato dalla vittoria del giovane e liberale Macron sulla più navigata e reazionaria Marine Le Pen. Ma i dati della vittoria mi sembra meritino un’ulteriore cauta riflessione. Al secondo turno, su 47.568.588 francesi aventi diritto al voto, 12.101.416 non hanno votato, 4.069.256 hanno votato scheda bianca o nulla, 10.644.118 hanno votato Le Pen, e 20.753.798 hanno votato Macron. Il neo-presidente ha quindi ricevuto il sostegno del 43,6% (meno della metà) degli elettori potenziali, il 58,5% dei votanti, e il 66,1% dei voti validi. Macron, che era partito con un vantaggio al primo turno di un milione di voti rispetto alla Le Pen, ha aumentato il numero dei suoi sostenitori di 12.097.452, mentre Le Pen ha conquistato 2.965.627 nuovi sostenitori. Il successo di Macron nella raccolta di voti per il secondo turno è dunque schiacciante, ma significa anche che il vincitore è una seconda e non una prima scelta per il 58,7% dei suoi elettori al secondo turno. Si tratta dunque chiaramente di un voto di salvezza nazionale per evitare il danno che sarebbe derivato dalla vittoria della sua concorrente, ma anche di un voto di ripiego espresso da parte di una maggioranza eterogenea e disamorata. La vittoria di Macron, candidato senza partito, conferma anche la tendenza al crollo dei partiti politici tradizionali. Al primo turno i due principali partiti francesi hanno ottenuto insieme il 26,4% dei voti (20,0% il gollista Fillon, 6,4% il socialista Hamon). Dunque quasi tre quarti dei voti validi al primo turno sono andati a candidati di movimenti extra-partito o anti-partito, non rappresentati o malapena presenti nel parlamento francese uscente. È grave la debacle dei partiti che nella loro espressione migliore costituivano una camera di riflessione e di elaborazione delle idee, oltre che una palestra per la crescita dei leaders. La focalizzazione sull’uomo, anzi sempre più sull’Uomo (vedi Trump), è un ben miserevole sviluppo all’interno delle democrazie occidentali. Nulla di tutto ciò aiuta a risolvere i problemi sempre più complessi delle società mediatiche e post-capitaliste. I problemi accumulati, soprattutto del disequilibrio interno e del ristagno delle iniziative, sono pesanti e difficilmente risolvibili senza gravi sacrifici che nessuno è disposto ad accettare, o addirittura senza un nuovo contratto sociale che però verrebbe a contraddire molte delle fondamenta delle società esistenti. Soluzioni populistiche non portano da nessuna parte. Pertanto lo scenario più verosimile è quello della continua accumulazione di ulteriori tensioni sociali e socioeconomiche – alla fine delle quali il dilemma della contrapposizione fra stato democratico e regime totalitario si riproporrà con forza ancora maggiore. L’incubo dell’involuzione fascista non è eliminato dalle nuove elezioni, è solo rimandato.
 
"Chi uccide i bambini
non è un uomo"
“Quando si arriva a uccidere i bambini si è al di sotto del genere umano. Bisogna accertare i responsabili e condannarli severamente”. Le parole del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, commentando quanto accaduto a Roma, dove un incendio doloso ha ucciso tre sorelle rom – Francesca di 8 anni, Angelica di 4 e Elisabeth di 20 – che dormivano all’interno di un camper. Secondo la magistratura, si tratta di un regolamento interno. “Qualcuno ha lanciato una bottiglia incendiaria. – riporta il Corriere – La telecamera del centro commerciale ha registrato la scena: il rogo è divampato in pochi minuti. Le tre sorelle hanno fatto un fine orribile nel parcheggio di Centocelle, i familiari non sono riusciti a tirarle fuori, forse sono rimaste incastrate o le fiamme le hanno bloccate”. Repubblica racconta del clima che si respira nel quartiere diviso tra odio e pietà: “Che pena per le bambine ma quelli se ne devono andare”, uno dei commenti degli abitanti della zona.
 
Leggi

 
 
  davar
ieri il messaggio della presidente ucei
Fifa, via la mozione anti-Israele

Anche l'Italia con Infantino
È stata tolta dall’ordine del giorno dei lavori del Congresso Fifa in svolgimento in Bahrein, su indicazione del presidente Gianni Infantino, la proposta di sanzioni ai danni della Federazione israeliana avanzata dalla dirigenza palestinese. Una provocazione (con conseguenze molto gravi, come la possibile sospensione di Israele dalla Fifa) che ha rischiato di essere davvero sul tavolo dei protagonisti del Congresso, tra cui non pochi paesi arabi. A monte di questa proposta, la richiesta di revoca dello status di professionismo ai club israeliani che giocano nei Territori (sei in tutto, nelle serie minori).
In una comunicazione ufficiale della Fifa si è rinviato il confronto a una eventuale prossima occasione, ritenendo prematuro un voto senza degli ulteriori approfondimenti. Come riportato dalla stampa israeliana, nel fine settimana Infantino era stato contattato personalmente dal primo ministro Benjamin Netanyahu. “Sport e politica devono restare su due piani distinti” avrebbe detto Netanyahu al leader del calcio mondiale, esprimendo una ferma richiesta di cancellazione di questa proposta dall’agenda Fifa. Inoltre, il premier avrebbe sottolineato come questa iniziativa sia, per il presidente della Federazione palestinese Jibril Rajoub, nient’altro che un tentativo per farsi pubblicità. Con la speranza, in futuro, di ereditare la leadership di Abu Mazen.
Tra i paesi che maggiormente hanno rappresentato a Infantino l’impossibilità di affrontare questioni che nulla hanno a che fare con il pallone in sede Fifa anche la Federcalcio italiana. Su indicazione personale del presidente Carlo Tavecchio, si apprende dalla Figc, l’Italia avrebbe infatti mantenuto una posizione ferma e non negoziabile su questo punto. A Tavecchio e per conoscenza al presidente del Coni Giovanni Malagò (oggi confermato in carica per un nuovo mandato) la Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni, in una lettera concertata con il Presidente del Maccabi Italia Vittorio Pavoncello, si era rivolta ieri con un messaggio da trasmettere ai rappresentanti riuniti in Bahrein. “Permettere alla Fifa di diventare un campo di battaglia in una delle controversie politiche più complesse del mondo – le sue parole – porterebbe l’organizzazione ad interpretare un ruolo ben diverso da quello proprio”.
Leggi

brigata ebraica - il ricordo
Piangipane, un nuovo omaggio

Tanti giovani alla cerimonia
La voce, la testimonianza, la presenza di tanti giovanissimi. Un segnale importante e rivolto al futuro quello che arriva da Piangipane, dove si è svolta oggi la tradizionale commemorazione dei soldati della Brigata Ebraica organizzata dalla Comunità di Ferrara, con il sostegno dell’Ambasciata d’Israele.
Sono stati infatti gli alunni della terza, quarta e quinta della scuola primaria “Caruso Balella” del comune ravennate (in cui ha sede il cimitero, dove riposano coloro che persero la vita nel tentativo di liberazione dell’Italia) i protagonisti dell’odierna cerimonia.
Tra le pagine ricordate in questa circostanza, non solo le numerose azioni militari di successo portate a compimento ma anche il contributo profuso per far ripartire, nei mesi successivi, le attività e la vita delle comunità ebraiche italiane. E inoltre, la fondamentale difesa di queste memorie contro i professionisti dell’odio e della menzogna che, il 25 Aprile e non solo, puntualmente si affacciano ogni volta alla ribalta.
Tra i vari interventi, hanno preso la parola Luciano Caro, rabbino capo di Ferrara; Romano Rossi, autentica memoria storica delle vicende della Brigata; Andrea Pesaro, presidente della Comunità ebraica ferrarese, che ha preso la parola anche a nome dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. A rappresentare l’ambasciata d’Israele l’addetto per la Difesa Harel Taggar, mentre è stata la presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello ad accompagnare Pesaro nella deposizione di una corona. Tra il folto pubblico che ha assistito alla cerimonia anche la vicepresidente della Comunità ferrarese Eileen Cartoon.
È di ieri intanto la notizia dell’approvazione della proposta di legge, da parte della Camera, per far attribuire la medaglia d’oro al valore militare alla Brigata. La proposta, che aveva tra i suoi primi firmatari i parlamentari Lia Quartapelle ed Emanuele Fiano, andrà ora al Senato.

i rabbini ultraortodossi dal papa
Il balletto che fa discutere
Una delegazione di ebrei haredi (ultraortodossi) ha incontrato di recente il papa in Vaticano. Secondo le agenzie di stampa, oggetto del confronto con il gruppo di rabbini – guidato da Edgar Gluck, rabbino capo di Galizia – la tutela dei cimiteri ebraici in Europa e la lotta contro l’abuso sessuale sui minori. Sul web è comparsa anche una testimonianza video di questo incontro, che però ha attirato forti critiche da parte di alcuni membri della Comunità ebraica ortodossa americana: nel video, diventato virale sui social network, si vede il gruppo di haredim intonare un salmo e suonare la chitarra di fronte a Bergoglio.


Leggi

il ministro minniti alla fondazione corriere
"Accoglienza, politiche rigorose

sono garanzia per la sicurezza"
Per il ministro degli Interni Marco Minniti è scorretto fare l’equazione migranti-terrorismo. “Il problema della sicurezza è legato alle politiche di integrazione e accoglienza” ha spiegato Minniti, e lo dimostra il passaporto dei terroristi islamisti che hanno colpito in Europa nel recente passato. “I terroristi di Charlie Hebdo erano francesi” ha ricordato il ministro, parlando al pubblico di Milano, raccoltosi ieri per ascoltare il capo del Viminale dialogare con il giornalista del Corriere della Sera Lorenzo Cremonesi. Durante il confronto – organizzato dalla Fondazione Corriere e dedicato al tema dei nazionalismi e dell’emergenza migranti – Minniti ha spiegato che non è possibile accogliere tutti coloro che arrivano sulle coste italiane (40mila dall’inizio dell’anno a oggi, il 30 per cento in più rispetto allo stesso periodo del 2016).


Leggi


qui mantova - il concerto 
Tradizione, i canti riscoperti 
In occasione di Yom HaAtzmaut, la festa per celebrare l’indipendenza di Israele, per iniziativa della Fondazione Franchetti e della Comunità ebraica di Mantova, presso il Conservatorio di Musica Lucio Campiani è stato presentato il cd di canti sinagogali “I canti del Tempio, da Roma a Padova…”, frutto del lavoro di ricerca, di studio e arrangiamento dell’Ensemble Shiŷrê Miqdāsh, avviato dal rabbino capo di Padova rav Adolfo Locci.


Leggi

jciak 
Una settimana e un giorno
Dopo i sette giorni della shivah tornare alla vita di tutti i giorni, quando si piange un figlio, può essere un’impresa disperata. Si fa quel si può e spesso le risposte ci spiazzano al punto che le risate si mescolano alle lacrime. È la storia di Una settimana e un giorno di Asaph Polonsky, già vincitore del Jerusalem Film Festival e del Prix Fondation Gan à la diffusion della Settimana della critica a Cannes, da oggi nelle sale. Protagonista del film, una coppia di mezz’età che dopo la perdita del figlio fa i conti con il presente. Lei (Evgenia Dodina) tiene a bada il dolore immergendosi nella routine. Lui (Shai Avivi) lascia invece andare ogni inibizione e s’immerge in una nuova stralunata dimensione.


Daniela Gross
Leggi



  pilpul
Setirot - Dobbiamo parlarne
Togliere la parola a chicchessia in un qualsivoglia consesso democratico – un’assemblea, un convegno, un forum – è (eccezion fatta, a mio avviso, per fascisti e/o antisemiti dichiarati e “nellʼesercizio delle loro funzioni”) da un punto di vista laico la negazione dellʼebraismo. E forse nemmeno solo da un punto di vista laico. Di conseguenza, mi indigno e mi rattristo ogni volta che vedo questo brutto spettacolo, in particolare quando viene messo in scena allʼinterno della nostra comunità. Gli attori sono più o meno sempre gli stessi. Personaggi a cui, credo, nessuno abbia mai imposto il silenzio in una assemblea, in un convegno, in un forum. Vogliamo parlarne una buona volta?

Stefano Jesurum, giornalista
 

In ascolto - Gli scaffali vuoti
C’è una piazza a Berlino, nel Mitte, che al centro ha una piccola lastra di vetro conficcata nel pavimento. La gente ci cammina sopra andando a lavorare o all’opera o alla chiesa di Santa Edvige. Di quando in quando qualche turista si ferma e cerca di catturare con l’obiettivo o il cellulare quel che è nascosto sotto quella lastra: una biblioteca vuota, scaffali di libri che non esistono più perché bruciati, proprio su quella piazza, nel grande rogo nazista, il più imponente dei tanti eseguiti allora in diverse località della Germania.
È il 10 maggio 1933 e nell’Opernplatz sono in 40.000 ad assistere al falò di 25.000 libri “non tedeschi”, incitati dagli slogan facili e dai proclami di Joseph Goebbels: “No alla decadenza e alla corruzione morale! Sì al decoro e alla moralità in famiglia e nello stato. Io consegno alle fiamme gli scritti di…”. Ad allietare la folla ci sono bande e orchestre che quella notte eseguono pura musica ariana, priva di contaminazioni e di elementi pericolosi per l’integrità del popolo tedesco.


Maria Teresa Milano
Leggi


Tornare da Gerico
Da Gerusalemme a Gerico e il Mar Morto la strada scende rapidamente in mezzo alle gobbe del terreno arido. Chissà che cosa hanno pensato i primi soldati israeliani che l’hanno percorsa cinquant’anni fa, durante la Guerra dei sei giorni di cui fra pochi giorni cadrà l’anniversario. Sempre che abbiano pensato qualcosa di specifico, scendendo giù giù fino al punto più basso della Terra. “Torneremo a scendere verso il Mar Morto, sulla strada di Gerico”, cantava Naomi Shemer in “Yerushalaim shel zahav”, avviata a divenire un simbolo tra i più vivi del “miracolo dei sei giorni”, la vittoria fulminante su numerosi eserciti che minacciavano Israele di distruzione. Una strada deserta e in discesa, dove non c’è posto per altro che non sia la gioia della vittoria.

Giorgio Berruto
Leggi

Siamo ancora qui
“Raccontare le nostre edot al Meis” è stato argomento di discussione allo scorso Moked di Milano Marittima (so di aver già parlato di questo evento, ma gli spunti sono tali e tanti da poterne riflettere ancora a lungo). La direttrice del Museo Simonetta Della Seta ha sottolineato innanzitutto che si tratta di un museo dell’ebraismo italiano prima che della Shoah, e che della vitalità ebraica italiana vuole raccontare, a mostrare come non ci siano solo gli ebrei del passato o gli ebrei morti nella Shoah – come sembrerebbe invece dalla lettura di molti testi scolastici dei ragazzi italiani.

Sara Valentina Di Palma
Leggi



moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici su  FACEBOOK  TWITTER
Pagine Ebraiche 24, l'Unione Informa e Bokertov sono pubblicazioni edite dall'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'UCEI sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it  Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa - notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009 - direttore responsabile: Guido Vitale.