CONTANDO L’OMER
Trentatré giorni per ritrovare la Luce
Il
trentatreesimo giorno dell’Omer commemora l’ascesa al cielo di Rabbi
Shimon Bar Yohai (l’autore del più importante testo di Kabalah, il
Libro dello Splendore) e la fine della piaga che aveva decimato il
popolo ebraico.
A Lag baOmer la luce nascosta della Torah, secondo la Kabalah, viene
rivelata in tutto il suo Splendore. Non a caso Lag (che equivale a 33)
è la radice della parola Legalot, rivelare. E non caso Hod, lo
Spendore, è la sefirah che viene doppiamente contata a Lag baOmer (Hod
she be Hod).
Dedicherò qualche riga cercando di presentare alcuni aspetti di Hod,
sperando che possano ispirare la meditazione del trentatreesimo giorno
del Conto dell’Omer. Inizierò ricordando che come ognuna delle sette
emozioni del cuore, Hod è legata a uno dei ‘pastori’ di Israele,
Aronne. Il capostipite della casta dei Cohanim (i sacerdoti) Aronne,
fratello di Mosè, impregna con la sua personalità l’intera settimana
dedicata alla riflessione sull’attributo spirituale di Hod:
gratitudine, capacità di autocoscienza e autocritica, capacita di
accettare il karma (anche più negativo), mantenendo in questo modo lo
splendore della propria anima.
Daniela Abravanel
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