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 22 Maggio 2017 - 26 Iyar 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Il legame che ha tenuto uniti gli ebrei per migliaia di anni e che li unisce oggi è, soprattutto, l’ideale democratico della giustizia sociale, insieme all’ideale di aiuto reciproco e di tolleranza fra tutti gli uomini. Anche gli scritti religiosi più antichi degli ebrei sono imbevuti di questi ideali sociali, che hanno influito potentemente sul cristianesimo e sulla religione maomettana e hanno esercitato un’azione benefica sulla struttura sociale di gran parte dell’umanità.
 
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Anna
Foa,
storica
“…Per sconfiggere il male, bisogna anticipare il bene. In questo modo, come è accaduto a tanti giusti nella storia, che hanno riempito uno spazio vuoto e hanno costruito piccole isole di umanità, l’uomo responsabile nel suo ambito di sovranità offre il suo contributo per raddrizzare il mondo. Il suo esempio può diventare contagioso e accendere una scintilla tra gli altri uomini”.
Sono alcune delle parole della Carta delle responsabilità 2017, presentata alcuni giorni fa a Milano da Gariwo, a cui hanno aderito già in molti, personaggi illustri e gente comune, di diverse parti politiche, accomunati dal fatto di riconoscersi nelle sue parole, nelle sue analisi, nelle sue prospettive. La Carta affronta i temi più urgenti e scottanti dei nostri giorni: i rischi per la democrazia, la necessità di ridare veste e ruolo all’Europa, i migranti, i muri, il razzismo e l’antisemitismo, la cultura dell’odio, il terrorismo. Propone a tutti di impegnarsi per assumersi responsabilità e gettare semi di verità e giustizia, per dare la loro opera a migliorare, a ricostruire il mondo. Sono parole in cui tutti si possono riconoscere, religiosi di tutte le fedi, laici, giovani e vecchi, persone di ogni paese e di ogni cultura. Purché decidano di metter fine all’egoismo, all’indifferenza, all’odio. Purché non abbiano paura di mostrarsi capaci di chinarsi a soccorrere i deboli e di non piegarsi di fronte agli egoismi e alle violenze, ripercorrendo così l’esempio dei giusti di ogni tempo e luogo.
 
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'Arabi, cacciate i terroristi'
Sarà il Primo ministro Benjamin Netanyahu ad accogliere in queste ore Donald Trump nel suo primo viaggio in Israele da Presidente degli Stati Uniti. Trump inizierà infatti oggi il tour tra Tel Aviv, Gerusalemme e territori palestinesi: l’obiettivo dichiarato della Casa Bianca è quello di riavviare i negoziati di pace tra israeliani e palestinesi e lavorare alla stabilizzazione del Medio Oriente. Per il secondo punto, Trump ha chiesto una mano ai 50 leader islamici incontrati ieri in Arabia Saudita: “L’obiettivo deve essere quello di creare una grande coalizione per distruggere il terrorismo e per segnare l’inizio della pace per il Medio Oriente”, ha detto il presidente Usa. Quattro i punti cardine emersi dal suo discorso, secondo il Corriere della Sera: in primis, un approccio pragmatico, su consiglio del generale Raymond McMaster, per consolidare l’alleanza con l’Arabia Saudita (con cui Trump ha firmato un accordo da 110 miliardi di dollari per la vendita di armi di vario tipo); in secondo luogo, il presidente Usa ha scelto di non parlare di scontro tra fedi ma di lotta tra bene e male; ha poi chiesto ai leader islamici presenti di unirsi in funzione anti-Isis e, ultimo punto, di isolare l’Iran. “Per decenni – ha dichiarato Trump – l’Iran ha portato distruzione e morte in Israele, in America. Ora conduce una politica di aggressione e destabilizzazione nelle regione”.
 
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  davar
la visita di trump
"Israele modello di democrazia

Il momento di pensare alla pace"
“Nel mio viaggio in questi giorni ho trovato nuove ragioni di speranza. Abbiamo un’opportunità rara di portare stabilità e pace nella regione. Un futuro che è possibile solo se collaboriamo”. Ha voluto lanciare un segnale positivo il presidente degli Stati Uniti Donald Trump per il suo primo discorso in Israele. Atterrato alcune ore fa all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, Trump ha iniziato la sua due giorni tra Gerusalemme e territori palestinesi, richiamando la questione dei negoziati di pace da una parte e dall’altra l’amicizia con Israele. “In una terra così ricca di storia – ha detto Trump – Israele ha costruito una delle più grandi civiltà del mondo, una nazione prospera e determinata, forgiata sull’impegno di non permettere mai più che gli orrori dello scorso secolo si ripetano”. Parlando con il Presidente della Repubblica Reuven Rivlin, Trump ha poi affermato che “c’è una grande opportunità, una grande ricerca della pace in Medio Oriente. Le persone ne hanno abbastanza di questi spargimenti di sangue”.
“Israele condivide il suo impegno per la pace e tende la mano ai palestinesi”, la risposta del premier israeliano Benjamin Netanyahu nel suo discorso di benvenuto al Presidente Usa.
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l'incontro internazionale a berlino
"Quale futuro per l'umanità?"

Leader e religioni a confronto
La responsabilità delle religioni nel costruire la convivenza civile. È il tema al centro di una conferenza internazionale in corso a Berlino, a cui partecipano un centinaio di leader religiosi provenienti da diverse parti del mondo. A inaugurare l’evento, il ministro degli Esteri tedesco Sigmar Gabriel, la cui presenza testimonia quanto il tema sia sentito dalla Germania e non solo. Per il mondo ebraico, è intervenuto il rabbino David Rosen. Dall'Italia presente la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. Senso dell’iniziativa, non un confronto sul dialogo interreligioso e quindi sulle questioni confessionali quanto il ruolo che le religioni possono avere a livello sociale nella costruzione di una società più aperta, comprensiva, impegnata nel contrastare le intolleranze.
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accadde domani 
Salone di Torino, prova riuscita

La cultura italiana riparte da qui
Fra poche ora sarà il momento dei numeri. Alla conferenza stampa conclusiva, non appena chiusi i battenti della sua ultima giornata, per il trentesimo Salone internazionale del libro sarà il momento di un primo bilancio. Ma i numeri, tutti lo sanno già, tutti hanno potuto constatarlo di persona in questi cinque giorni roventi di folla e di cultura, smentendo i profeti di sventura saranno molto confortanti. Questa sera sarà piuttosto il momento di tirare un sospiro di sollievo, e di ripartire in corsa.
A un anno di distanza dalla grande crisi e dalla minaccia di chiusura, di smembramento, la città ha reagito chiamando a raccolta la cultura italiana. La risposta è arrivata e non poteva essere più chiara.
Sorride Massimo Bray, presidente della Fondazione per il libro e di Treccani. “Ce l’abbiamo fatta – commenta – e i segnali che sto raccogliendo da tutte le case editrici e dalle istituzioni che hanno partecipato sono largamente positivi”.
Sorride Mario Montalcini, il manager torinese che è riuscito a tenere il timone durante la tempesta di polemiche e di gelosie che ha accompagnato il rilancio del Salone, si è assunto il rischio di rimettere assieme la vecchia esperienza della grande manifestazione culturale per farne una sfida rinnovata e vincente. “Dei numeri, dei risultati raggiunti – spiega – si parlerà più tardi. Ora si riparte con 365 giorni di lavoro dinnanzi e non solo 120, come è stato per questa difficile edizione del rilancio. Mi dispiace per chi non ci ha creduto e ha preferito restare assente, finendo per mettersi al margine di una grande occasione di crescita comune”.
Il suo riferimento è chiaro, e non vale solo nei confronti dei grandi gruppi editoriali che avrebbero preferito vedere il Salone naufragare, ma anche, all’interno del mondo che fa riferimento alla cultura e all’identità ebraica, ai pochi che hanno preferito cedere al pessimismo e hanno scelto la strada dell’isolamento.
Sorride il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni e del nascente Museo dell’ebraismo italiano di Ferrara, che assieme a moltissimi ebrei della città piemontese e ad altri provenienti da tutta Italia e dal mondo ha rinnovato il clima di collaborazione fra numerosissime realtà culturali. “Questa edizione del Salone – commenta – dimostra che il sistema Torino ha tenuto, che la città è e resta protagonista della vita economica e della cultura. Non è solo una prova riuscita nell’ambito della realtà locale, ma anche una lezione su scala nazionale su come lavorando fianco a fianco sia possibile superare le crisi e vincere le sfide”.
Sorridono al desk di Pagine Ebraiche, preso d’assalto dalle richieste di una copia del giornale dell’ebraismo italiano proprio lungo lo snodo fra i grandi padiglioni del Lingotto dove otto anni fa la testata è stata lanciata con una distribuzione straordinaria e il consenso degli italiani disposti a sottoscrivere l’Otto per mille a favore dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane toccava il suo record.
Un cenno discreto ma eloquente segna questo momento di vittoria, il sollievo di farcela nel nome dell’Italia e della cultura. Il direttore Nicola Lagioia, altra grande sorpresa vincente e fuori dagli schemi, che scambia un gesto di amicizia con Carmine Donzelli. Il raffinato e coraggioso editore indipendente ha appena mandato in stampa il suo Calendario civile che parla tutto di Memoria sana e viva, dei valori di cui né gli ebrei italiani né l’Italia civile possono fare a meno. Lo scrittore ha appena concluso il suo primo mandato, quello di rimettere in piedi l’anima del Salone non solo dal punto di vista organizzativo, ma anche dell’ispirazione e dell’ambizione culturale. Torino ha accolto loro assieme a tanti altri. La prova riuscita vale lo scambio di un sorriso e l’impegno a riprendere la strada. A tornare per fare ancora di meglio.

gv


(Nell'immagine Dario Disegni, Guido Vitale e Mario Montalcini)

yom yerushalaim - le iniziative in israele
Gerusalemme, da 50 anni unita
Sono iniziati ieri sera i festeggiamenti in Israele per i cinquant’anni della riunificazione di Gerusalemme. “Cinquant’anni fa siamo tornati nel cuore della nostra Capitale e del nostro Paese. Cinquant’anni fa non abbiamo conquistato, abbiamo liberato” le parole del Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu in riferimento alla storica vittoria ottenuta durante la Guerra dei sei giorni del ’67. Tra le iniziative organizzate localmente anche una manifestazione di cui si è fatta promotrice la Giovane Kehilà, il gruppo giovanile della comunità Italiana in Israele.
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yom yerushalaim - qui pisa
La Capitale, tra storia e identità
Tante le iniziative per Yom Yerushalaim a svolgersi anche nelle Comunità ebraiche locali. Nell’immagine un momento dell’incontro a Pisa con il rav Luciano Caro, rabbino di riferimento di questa Comunità, organizzato in collaborazione con il Benè Berith “Isidoro Kahn” di Livorno. Una lezione appassionata e approfondita che ha raccontato Gerusalemme su un piano sia storico che più strettamente mistico-religioso in un dialogo costante con i presenti.

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qui casale - salone off
Un weekend di grande musica
È stato un lungo fine settimana quello vissuto dalla Comunità ebraica di Casale Monferrato, inserito nel programma di iniziative collaterali del Salone del libro di Torino e iniziato nella sera di sabato 20 maggio dopo il tramonto, quando il tenore Michele Ravera ha intonato la “Cantica del mare di Miriam”. Un momento toccante, non solo musicale.
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qui roma - il convegno "donne e religioni"
Violenza, i segnali da cogliere
“Ignoranza, violenza, discriminazione: i segni dell’inciviltà”. Questo il titolo del settimo convegno “Donne e religioni: dialogo e confronto tra scienza, teologia e istituzioni” organizzato dall’associazione culturale Sound’s good e animato dalla docente universitaria Marisa Patulli Trythall. Un incontro per ragionare sulla condizione femminile, tra emancipazione e discriminazione, con donne e uomini di diverse confessioni religiose, provenienti dal mondo delle istituzioni, della cultura, del giornalismo, della società civile.
Il simposio, che va concludendosi nella sala Aldo Moro di Palazzo Montecitorio, è iniziato venerdì scorso.


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qui milano - l'assemblea e il convegno
Cultura, donne, solidarietà

Novanta anni di Adei Wizo
Novant’anni di impegno per il mondo ebraico e per la società civile. Un modello per il lavoro fatto sul fronte della solidarietà. È quanto rappresenta l’Adei Wizo Italia, l’Associazione donne ebree, che in questi giorni celebra quasi un secolo di vita a Milano con l’assemblea generale delle socie e un grande convegno internazionale dedicato a diritti delle donne e multiculturalismo, organizzato con lo European council of WIZO federations (ECWF) – riunitosi per l’occasione nel capoluogo lombardo – e il Consiglio nazionale donne italiane e con il patrocinio, tra gli altri, dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, della Comunità ebraica di Milano, del Comune, del Centro di documentazione ebraica contemporanea (Cdec) e del Coreis.
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qui ferrara - l'iniziativa
Meis, una sfida a porte aperte
Una rivoluzione dolce, ma al contempo radicale. Dolce per l’armonizzazione con il contesto, radicale per la virata nella destinazione d’uso. È quella che, passo dopo passo, con un cantiere che pulsa spedito e un disegno che prende forma in modo sempre più tangibile, sta avvenendo al Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah, a Ferrara.
Del suo passato, presente e futuro si è parlato ieri pomeriggio in un incontro aperto al pubblico, in occasione della Giornata internazionale dei musei, promossa da Icom e declinata dal Meis con il titolo “Trasformare un carcere in un museo”.
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qui roma - l'iniziativa
Tripoli nel racconto dei giovani
Una sala gremita ha accolto il racconto di dieci giovani, protagonisti del nuovo format “Memorie tripoline” che al Centro Ebraico Il Pitigliani ha portato in scena le storie, le memorie e le passioni degli ebrei di Libia costretti a lasciare il loro paese 50 anni fa. Un racconto a più voci, ispirato dall’ormai tradizionale “Memorie di famiglia” (che ogni gennaio chiama a raccolta centinaia di persone sul tema della Memoria) e stato brillantemente condotto da Karen Hannuna e Nando Tagliacozzo con intervento di saluto della presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello e accompagnamento musicale di Evelina Meghnagi, Emanuele Levi Mortera, Arnaldo Vacca e del Pitigliani Vocal Project (coro dei bambini).
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informazione - international edition
Al Salone con Pagine Ebraiche

Un'edizione che lascia il segno
Edizione da grandi numeri e grande entusiasmo quella che ha segnato i trent’anni del Salone del Libro di Torino, che chiuderà ufficialmente i battenti in serata. Protagonista con una distribuzione straordinaria anche il giornale dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche, come raccontato nell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition. E l’Italia ebraica festeggia in questi giorni anche altri anniversari significativi, in primis quello dei cinquant’anni dalla riunificazione di Gerusalemme, con un programma ricco di eventi organizzato dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, dalla Comunità di Roma, dall’Ambasciata di Israele in Italia e dalla Hevrat Yehudei Italia be-Israel, punto di riferimento degli italiani dello Stato ebraico.
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pilpul
Oltremare - Blindati
Gli inglesi dicevano “nebbia sulla Manica, il continente è isolato”, ed era ben prima che qualunque Brexit isolasse effettivamente la Gran Bretagna da ogni attività economica e politica che coinvolga il suddetto continente. Fatte le debite proporzioni, quando arrivano Presidenti americani in visita in Israele si può dire tranquillamente: delegazione internazionale in atterraggio, la capitale è isolata. La capitale nel senso di Gerusalemme: se qualcuno avesse dubbi vada ad interrogare in materia l’attuale ministro della cultura Miri Regev e il suo vestito lievemente politicizzato a Cannes.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Analisi scorretta - Elezioni
Tra meno di dieci mesi finirà la legislatura e ancora non si dispone di una legge elettorale adeguata per votare.
In realtà ci sono due leggi elettorali, ambedue riformate dall’intervento della Corte Costituzionale, una per il Senato, marcatamente maggioritaria, ed una per la Camera dei Deputati, di fatto proporzionale, poiché il premio di maggioranza nel cosiddetto sistema “Italicum” scatterebbe sulla soglia del 40% dei voti ad una singola lista. Eventualità abbastanza improbabile nella situazione odierna italiana.


Anselmo Calò 
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