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30 maggio 2017 - 5 Sivan 5777
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PENSIERO EBRAICO

Leggere la Torah nel presente

img headerCatherine Chalier / LEGGERE LA TORÀ / Giuntina

Le letture fondamentaliste dei Testi sacri proiettano sul nostro tempo ombre e pericoli. All'opposto, l’approccio alla realtà scientifico e ateista omette il richiamo spirituale che i testi esercitano, deprivando il cammino dell’uomo di una linfa preziosa. Il saggio della filosofa francese Catherine Chalier “Leggere la Torà”, di recente pubblicazione per Giuntina, propone una visione spirituale dello studio della Bibbia, secondo un assunto di base, ovvero che la Torà ci parla del nostro presente. Un approccio che non offre soluzioni preconfezionate, che invita il lettore a trovare in ogni verso un riferimento al qui e ora, rendendolo attivo nella fruizione del testo e nell’elaborazione spirituale del contenuto, sollecitando intelligenza e cuore a trovare risposte.
Allieva e interprete di Emmanuel Lèvinas, la Chalier in questo saggio si "allea" con grandi pensatori del ‘900, a partire dallo stesso Lèvinas, per continuare con Franz Rosenzweig, filosofo ebreo tedesco il cui pensiero è inscindibile dagli studi ebraici, e Paul Ricoeur, pensatore protestante e teologo.

Marco Di Porto

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STORIA

Risorgimento, due ragazzi raccontano
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img headerClotilde Pontecorvo, Asher Salah / DIARI RISORGIMENTALI:
DUE RAGAZZI EBREI SI RACCONTANO
/ Belforte Editore

Ci sono l’indagine storica, coi sopralluoghi in varie città e la raccolta di informazioni negli archivi e nelle biblioteche di tre continenti, l’analisi psicopedagogica e quella linguistica. Ma non mancano nemmeno il caso e la serendipità, nella particolare vicenda che ha portato Clotilde Pontecorvo e Asher Salah a scoprire i diari dei giovanissimi Amalia Cantoni e Giuseppe Luzzatto, poi confluiti nel volume Diari risorgimentali: due ragazzi ebrei si raccontano, fresco di stampa per Salomone Belforte & C. Queste pagine, presentate per la prima volta in pubblico a Ferrara per iniziativa del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della Shoah - MEIS, costituiscono una testimonianza eccezionale: a esclusione de “Il giornale di Emanuele”, redatto da Emanuele Levi nel 1821, dei diari delle sorelle veneziane Elena e Letizia Pesaro Maurogonato e di rarissimi altri esempi, la scrittura bambina nell’Ottocento, e quella ebraica specialmente, è stata, infatti, spesso condannata all’oblio. “Un vero peccato – si rammarica Asher Salah, storico dell’ebraismo italiano, specializzato nell’epoca dei Lumi e del Risorgimento, e professore associato all’Accademia di Belle Arti Bezalel e all’Università Ebraica di Gerusalemme – considerato che questi documenti sono una lente di ingrandimento sulla pratica religiosa, le letture, le frequentazioni e la dimensione privata di un’età, la pre-adolescenza, di cui sappiamo pochissimo”.

Daniela Modonesi, Pagine Ebraiche, maggio 2017 

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STORIA

L’emancipazione conquistata in tre atti

img headerClotilde Pontecorvo, Asher Salah / DIARI RISORGIMENTALI:
DUE RAGAZZI EBREI SI RACCONTANO
/ Belforte Editore

Nelle righe di Amalia, la situazione politica quasi non trapela e i riferimenti all’ebraismo non si spingono oltre Chanukkah, mentre il “Libro delle Cronache” di Giuseppe echeggia una triplice emancipazione in atto all’epoca: nazionale, con la proclamazione del Regno d’Italia appena cinque mesi prima che il ragazzo si metta in viaggio col padre attraverso il Veneto e il Friuli (e non a caso Giuseppe vede il genitore lacerato tra il conservatorismo e la lettura di giornali anti-austriaci, manda a memoria l’inno di Garibaldi insieme agli inni sacri ed è un fan delle musiche di Verdi); della minoranza ebraica, in un periodo di riformulazione dell’identità, in cui anche dei praticanti ortodossi come i Luzzatto non sono estranei agli scarti tra la lived religion e il dogmatismo; infine, il passaggio dall’infanzia all’età adulta.

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SOCIOLOGIA

Il razzismo è politica  

filosofia

Hannah & Benji

Francisco Bethencourt / RAZZISMI / Il  Mulino


Il pregiudizio è una faccenda complicata, mostra lo storico portoghese Francisco Bethencourt nel suo libro Razzismi (il Mulino). Si nutre in primo luogo di fattori politici, sostiene, ma anche culturali e religiosi. Varia inoltre radicalmente da un Paese all'altro, tanto è vero che la stessa persona può oggi essere considerata nera negli Stati Uniti e bianca in Brasile. «Il contesto storico è cruciale per capire il razzismo», dichiara a «la Lettura» l'autore, docente al King's College di Londra. «La discriminante del colore divenne più importante nelle colonie inglesi d'America (poi staccatesi da Londra e divenute Usa), dove le persone di razza mista persero posizioni nel volgere tra il Seicento e il Settecento e poi di nuovo con il dibattito sull'estensione della schiavitù nei nuovi territori dell'Ovest, prima della Guerra civile.

Antonio Carioti
Corriere La Lettura
28 maggio 201
7

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Arendt e Benjamin / L'ANGELO DELLA STORIA / Giuntina

Conosciamo quasi tutto di Walter Benjamin. Perfino con quali indumenti si trascinava in fuga verso la via spagnola: due camice nella valigia, uno spazzolino da denti e, forse, un manoscritto al quale stava lavorando. Sappiamo della sua vita geniale e non propriamente fortunata. Vengono in mente certe fragili figure di marzapane che allietarono la sua fantasia di bambino precoce. Fu inattuale in tutto, ma di una inattualità difficilmente classificabile, nominabile, collocabile. Fu questa sfuggente sensazione di incerto possesso del suo pensiero a rendere complessa la rete di amicizie solidali che lo avvolse, soprattutto negli ultimi anni di vita..

Antonio Gnoli
La Repubblica
29 maggio 201
7

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