ORIZZONTI
Una statua per Martin
Ha
fatto molto caldo, a Berlino, in questi ultimi giorni. Un caldo
inquieto, instabile. Ci si addormenta in estate e ci si risveglia in
autunno, con temperature che sdrucciolano di dieci, quindici gradi tra
luce e buio, e venti rabbiosi, pieni di rancore, che stritolano gli
alberi con le loro mani d'acciaio. Poi, di nuovo, l'idillio, il
sole-diamante, che ingioiella l'arsura. I cieli tedeschi hanno pathos.
Corrono in giostra, si trasformano, si rovesciano, giocano d'azzardo. E
la città muta con loro, fa capriole che non ti aspetteresti. Prendila,
se ci riesci. Qui è povera, sdrucita, con strade male in arnese. Un
terzo dei bambini di Berlino vive di assistenza sociale. Un amico, che
ci lavora, mi dice che alcuni, il lunedì, arrivano alle mense
scolastiche affamati. Il fine settimana, a casa, hanno mangiato poco e
male.
Giulio Busi, Il Sole 24 Ore Domenica
4 giugno 2017
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