Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Povero
Caino. Dopo aver crudelmente ammazzato il fratello ed aver provato a
negare di averlo fatto si ritrova punito, esiliato dalla società allora
conosciuta e costretto a vagare nel mondo (ancora non esistevano né il
carcere né il regime di 41bis). Povero Caino che a quel punto teme,
come sottolinea Sforno, che la sua punizione sia più grande di quello
che Dio avesse stabilito per lui ed infatti rivolgendosi all’Eterno gli
dice: “Ecco, tu mi scacci oggi dalla faccia di questo suolo e sarò
nascosto dalla tua faccia; e sarò vagabondo e fuggiasco per la terra, e
avverrà che chiunque mi troverà mi ucciderà”. (Genesi 4,14)”
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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L’adozione
da parte del Parlamento Europeo della definizione di Antisemitismo
nella versione di lavoro proposta dall’IHRA apre scenari interessanti.
Dalle stanze di Bruxelles non si invita in effetti a procedere verso
interventi di natura legislativa, che sarebbe difficili da proporre
(come si fa a vietare per legge un pregiudizio? Come pensare di poter
trovare strumenti giuridici per punire una pratica condivisa, stando ai
dati più recenti, dal 15% della popolazione italiana?). Si spinge
invece perché i diversi Parlamenti nazionali perché adottino tutte le
misure necessarie per difendere i loro concittadini ebrei e le
istituzioni ebraiche, istituiscano degli uffici statali di
coordinamento alla lotta contro l’antisemitismo, istruiscano il mondo
della comunicazione spingendolo a correggere eventuali linguaggi non
accettabili. Fondandosi sulla particolare sensibilità a proposito
dell’antisemitismo, la lista di raccomandazioni si allarga poi alla
lotta a tutte le forme di discriminazione razzista e di xenofobia, e
pone particolarmente l’accento sulla presenza di elementi visibili di
hate speech (parole d’odio) nei social media. Abbiamo quindi di fronte
a noi un enorme lavoro culturale.
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L'Arabia Saudita offende le vittime di Londra
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“Non
fa parte della nostra cultura”. Così la nazionale di calcio dell’Arabia
Saudita ha motivato il proprio rifiuto a rispettare il minuto di
silenzio indetto in memoria delle vittime di Londra prima di un
incontro con la compagine australiana ad Adelaide.
“La squadra saudita sceglie di non partecipare. Fa male, urta e allo
stesso tempo incute sospetto l’atteggiamento dei suoi giocatori che se
ne stanno incuranti sul campo a fare ginnastica e chiacchierare
distratti. Il capitano addirittura accenna ad alcuni piegamenti di
fronte agli australiani sull’attenti. Un gesto che mostra indifferenza
– scrive il Corriere – se non scherno per il lutto e i valori degli
altri”.
Nonostante la mancata conferma delle generalità complete da parte delle
autorità, l’identità di uno dei principali membri della squadra
kamikaze che ha agito a Teheran è praticamente ufficiale. “Si tratta –
scrive Il Messaggero – di Siras Sadeghi che, come ha confermato
l’agenzia di stampa Fars, vicina ai Pasdaran, era stato segnalato nel
marzo 2014 in un rapporto stilato dall’opposizione curda come un
reclutatore dell’Isis attivo in una moschea di Paveh, una delle città
principali della regione curda dell’Iran”.
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terremoto - con l'otto per mille all'ucei Un campo di calcio per Amatrice "Lo sport veicolo di solidarietà"
L’appuntamento
è per domenica 2 luglio. Una grande festa, per e tra la gente. Per
Scai, la più popolosa frazione del Comune di Amatrice. Ma anche per
tutte le altre realtà colpite dal terremoto che ha devastato il Centro
Italia negli scorsi mesi. Gli occhi di tutti puntati su un fazzoletto
verde, il terreno in cui far crescere nuovi sogni e speranze per
affrontare con ancora più slancio una quotidianità difficile.
In quella data infatti, a Scai, sarà inaugurato un nuovo campo di
calcetto riqualificato grazie a una donazione dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane attraverso la propria raccolta Otto per
Mille.
L’inaugurazione del nuovo impianto (per cui sono partiti nella giornata
di ieri i lavori, nell’immagine) sarà segnato da un evento speciale in
fase di organizzazione. Una partita di calcio, con il coinvolgimento
tra gli altri del Maccabi Italia, per testimoniare attraverso lo sport
la concretezza e l’incisività di un impegno al servizio della
collettività. Ma anche l’avvio di un percorso che non si esaurirà e
proseguirà nel tempo.
Afferma Franca Formiggini Anav, assessore dell’Unione cui è stato
affidato il compito di seguire e coordinare le iniziative di assistenza
alle realtà colpite dal sisma: “Lo sport è veicolo straordinario per la
condivisione di valori profondi, che ci uniscono nel segno della
solidarietà e dell’amicizia. La scelta di realizzare questo campo di
calcetto risponde a un’esigenza precisa: regalare un luogo di svago,
incontro e convivialità che possa resistere nel tempo. Perché la gente
di Amatrice merita non soltanto ammirazione per come sta reagendo al
dramma che l’ha colpita negli scorsi mesi, ma anche un aiuto concreto.
Noi ci siamo e ci saremo anche in futuro. L’ebraismo italiano, che ha
nel cuore questi valori, non poteva sottrarsi”.
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lunedì mattina l'inaugurazione Rav Toaff, al Collegio Rabbinico
i libri della sua formazione Sono
i volumi su cui è formato, ha coltivato interessi, si è imposto come
guida rabbinica di livello mondiale, ha a sua volta insegnato a molte
generazioni di ebrei romani e italiani. Grazie ai familiari, che li
hanno donati, i libri del rav Elio Toaff diventeranno presto un
patrimonio condiviso.
L’appuntamento
è per questo lunedì, alle 12.30, nella sede del Collegio Rabbinico
Italiano. Nell’occasione verrà infatti intitolata al rav, scomparso nel
2015 alla soglia dei 100 anni di vita, un’aula contenente parte della
sua biblioteca privata. Oltre un migliaio di libri, a carattere
ebraico, che saranno fruibili da studenti e frequentatori del Collegio.
Tra i volumi contenuti nella libreria ottocentesca con ante a vetri
provenienti dalla Yeshivah Marini, una delle scuole rabbiniche di
Livorno, alcuni libri di preghiera antichi, diverse edizioni del Talmud
e dei commentari, responsa rabbinici, lessici e molto altro ancora,
inclusi i discorsi pronunciati durante il loro magistero rabbinico sia
dal rav Elio Toaff che da suo padre, rav Alfredo Sabato, che fu rabbino
capo nella città labronica. Ogni libro reca un timbro appositamente
predisposto che ne indica la provenienza.
Una donazione e un momento dall’altissimo valore simbolico. Nelle
stanze del Collegio infatti il rav Toaff insegnò Torah per molti anni,
lasciando una traccia profonda.
(Disegno di Giorgio Albertini)
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firenze riaccoglie l'archivio di famiglia 9 giugno 1937 - 9 giugno 2017
Fratelli Rosselli, ritorno a casa Un
ritorno a casa a lungo atteso e finalmente concretizzatosi. Non
nasconde la soddisfazione Valdo Spini, ex ministro e oggi presidente
del Circolo Rosselli a Firenze. È grazie soprattutto al suo impegno se
oggi il capoluogo toscano, nell'ottantesimo anniversario dall'uccisione
da parte da sicari inviati dal regime fascista a Bagnoles-de-l'Orne, in
Francia, può celebrare la riconquista dell'archivio di Carlo e Nello
Rosselli.
I due intellettuali (romani di nascita, ma fiorentini d'adozione e
formazione) furono assassinati il 9 giugno del 1937. L'immenso
patrimonio che custodisce la loro traccia - lettere, carteggi, foto -
era nelle mani del curatore fallimentare a Torino. Il rischio di una
dispersione di queste memorie, un pezzo di storia e di impegno
democratico, dietro l'angolo. Grazie all'Archivio di Stato di Firenze,
che si è fatto carico di accoglierlo nei suoi spazi, questo rischio è
stato evitato.
L'iniziativa è stata presentata stamane, davanti a una folta platea di
studiosi, ed è stata seguita dall'inaugurazione della mostra "I
Rosselli, una famiglia tra Risorgimento e antifascismo" che sarà
visitabile (sempre all'Archivio) fino al 23 giugno.
L’esposizione si articola in sei sezioni: le carte risorgimentali,
ebraismo ed ambiente familiare; interventismo e prima guerra mondiale;
primo dopoguerra, fascismo e antifascismo; confino, esilio e sacrificio
finale; carteggio sugli scritti della madre Amelia, di Carlo e Nello.
Come è stato ricordato, i Rosselli appartenevano a una famiglia ebraica
che si era precedentemente impegnata in politica sostenendo il
movimento mazziniano. Ebrei erano anche molti dei loro amici più
stretti, dai Lombroso ai Ferrero, dagli Orvieto ai Levi.
Per i Rosselli, è stato inoltre sottolineato, l'identità ebraica era
rafforzata dalla loro discendenza dalla famiglia Nathan (nella loro
dimora pisana Mazzini era stato ospitato e morì nel 1872). Tra i
documenti in esposizione nella sezione ebraica il manoscritto "Ebraismo
e italianità", relativo a un discorso tenuto da Nello al Convegno
ebraico di Livorno del 20 novembre 1924, pubblicato sul periodico
Israel.
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il convegno "le lingue degli ebrei" Riflettere sulla complessità
Il
convegno su “Le lingue degli ebrei: problemi e metodi”, tenutosi presso
il Centro Bibliografico Tullia Zevi dell’UCEI nei giorni 7 e 8 giugno,
intendeva approfondire il tema dell’identità linguistica degli ebrei,
già proposto per la Giornata della Cultura Ebraica 2016-2017 e
affrontato da un’altra prospettiva nel convegno sull’ebraico in
traduzione (28-29 settembre 2016, sempre presso la sede UCEI).
Nelle intenzioni degli organizzatori – Raffaella Di Castro
(responsabile delle attivitò culturali del Centro Bibliografico), chi
scrive (Università di Napoli Federico II), Fabrizio Franceschini e
Alessandra Veronese (Centro Interdipartimentale di Studi Ebraici
dell’Università di Pisa) – il convegno voleva essere un’occasione per
fare il punto su una serie di problemi grandi e piccoli, teorici e
pratici, con cui si confrontano tutti coloro che lavorano nel campo
delle giudeolingue (Jewish languages). Senza sperare di arrivare a
risolverli, l’auspicio era di metterli in campo e farne oggetto di
riflessione comune, anche se non necessariamente unanime.
Laura Minervini
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Avere voce
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Lekhà
dodì, vieni, amico. L’inno che accompagna l’arrivo dello Shabbat è
sempre il solito, ma sentirlo cantare da una voce femminile lo rende
straordinariamente commovente. A maggior ragione ascoltarlo seduta in
prima fila, guardando in faccia l’officiante (la bravissima Miriam
Camerini) a pochi passi di distanza. È quasi come ascoltarlo per la
prima volta, o, meglio, è come se un miracoloso cortocircuito mentale
permettesse di collegare di colpo due sfere di ricordi e sensazioni che
finora erano sempre state tenute rigorosamente separate: la dimensione
famigliare (ricordi di tanti venerdì sera al mare o in montagna), in
cui si canta tutti insieme e una donna può sentirsi almeno in parte
protagonista, e quella comunitaria, dove forse si può seguire qualche
canto bisbigliando ma in sostanza non possiamo che essere spettatrici
passive. So bene che non per tutte le donne la liturgia ha un ruolo
così importante, ma io sono figlia di un hazan e sono cresciuta tra
registrazioni di cassette e allievi che arrivavano a casa nostra a
tutte le ore per ripetere, tra canti dello Shabbat ascoltati tutti i
giorni della settimana e musiche festive sentite più e più volte con
qualche mese di anticipo.
Anna Segre, insegnante
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Con i curdi
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Mentre
da Londra a Teheran il mondo viene colpito da nuovi attentati, in
questi giorni le Syrian Democratic Forces, composte soprattutto da
militanti curdi del Rojava, hanno fatto il loro ingresso a Raqqa, la
capitale dello Stato Islamico. Il governo turco non si è fatto
attendere e ha già affermato che “reagirà immediatamente e prenderà le
dovute contromisure se l’attacco a Raqqa rappresenterà una minaccia per
la Turchia”.
Il terrore che negli ultimi anni ha sconvolto l’Europa potrebbe in
qualche modo subire una battuta d’arresto con l’eventuale sconfitta o
arretramento del Califfato, considerando anche le fasi conclusive
dell’offensiva a Mosul. Forse è solo mera illusione, ma oltre a fornire
supporto logistico e ideologico, lo Stato Islamico è stato percepito da
numerosi islamisti come un’entità invincibile che avrebbe sottomesso e
conquistato sempre nuovi territori, un supposto evento escatologico
testimoniante la superiorità di un Islam farlocco sulle altre culture.
Francesco Moises Bassano
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Stranieri
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Il
fatto di essere stranieri e di esserlo stati è ciò che la Torà e i
Maestri ci ricordano più volte quasi come un mantra. Di che condizione
si tratta? Non sembra essere quella teorizzata da Camus, il quale vede
l’esistenza assurda e irrazionale, caratterizzata da un profondo senso
di estraneità per chi un senso lo cerca. Piuttosto, sembra essere un
appello a tenere sempre viva quella capacità di porsi anche dall’altra
parte, saper guardare oltre, immaginare alternative rispetto
all’ordinario, abitare un territorio senza aderire mai a un senso
assoluto di compiutezza.
Ilana Bahbout
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