Rosselli, l’archivio torna a casa

Un ritorno a casa a lungo atteso e finalmente concretizzatosi. Non nasconde la soddisfazione Valdo Spini, ex ministro e oggi presidente del Circolo Rosselli a Firenze. È grazie soprattutto al suo impegno se oggi il capoluogo toscano, nell’ottantesimo anniversario dall’uccisione da parte da sicari inviati dal regime fascista a Bagnoles-de-l’Orne, in Francia, può celebrare la riconquista dell’archivio di Carlo e Nello Rosselli.
I due intellettuali (romani di nascita, ma fiorentini d’adozione e formazione) furono assassinati il 9 giugno del 1937. L’immenso patrimonio che custodisce la loro traccia – lettere, carteggi, foto – era nelle mani del curatore fallimentare a Torino. Il rischio di una dispersione di queste memorie, un pezzo di storia e di impegno democratico, dietro l’angolo. Grazie all’Archivio di Stato di Firenze, che si è fatto carico di accoglierlo nei suoi spazi, questo rischio è stato evitato.
“Giustizia e Libertà sono le parole che ricorrono nel ricordo dei Rosselli: sono le parole chiave della democrazia. Non c’è vera libertà senza giustizia, non c’è giustizia se non è vissuta in un regime di libertà. Sembra un accostamento banale – sostiene Spini – ma ogni volta che questo binomio è perduto o incrinato ci accorgiamo di quanto invece sia assolutamente fondamentale”.
L’iniziativa è stata presentata stamane, davanti a una folta platea di studiosi, ed è stata seguita dall’inaugurazione della mostra “I Rosselli, una famiglia tra Risorgimento e antifascismo” che sarà visitabile (sempre all’Archivio) fino al 23 giugno.
L’esposizione si articola in sei sezioni: le carte risorgimentali, ebraismo ed ambiente familiare; interventismo e prima guerra mondiale; primo dopoguerra, fascismo e antifascismo; confino, esilio e sacrificio finale; carteggio sugli scritti della madre Amelia, di Carlo e Nello.
Come è stato ricordato, i Rosselli appartenevano a una famiglia ebraica che si era precedentemente impegnata in politica sostenendo il movimento mazziniano. Ebrei erano anche molti dei loro amici più stretti, dai Lombroso ai Ferrero, dagli Orvieto ai Levi.
Per i Rosselli, è stato inoltre sottolineato, l’identità ebraica era rafforzata dalla loro discendenza dalla famiglia Nathan (nella loro dimora pisana Mazzini era stato ospitato e morì nel 1872). Tra i documenti in esposizione nella sezione ebraica il manoscritto “Ebraismo e italianità”, relativo a un discorso tenuto da Nello al Convegno ebraico di Livorno del 20 novembre 1924, pubblicato sul periodico Israel.
Ad aprire la mattinata i saluti istituzionali di Gino Famiglietti, Direttore Generale Archivi; Carla Zarrilli, Archivio di Stato di Firenze; Diana Marta Toccafondi, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica della Toscana; Monica Grossi, Soprintendenza Archivistica e Bibliografica del Piemonte. Dopo Spini sono poi intervenuti gli studiosi Zeffiro Ciuffoletti, Università degli Studi di Firenze; Simone Neri Serneri, Istituto Storico per la Resistenza in Toscana; Tomaso Montanari, Associazione Libertà e Giustizia.

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(9 giugno 2017)