Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

15 giugno 2017 - 21 Sivan 5777
header

MOSTRE  

L’amore per Trieste e il giornalismo
negli scatti di Giovanni Montenero

img header

Immagini che raccontano il cuore di una città. Immagini che raccontano il cuore di un’epoca. In oltre 35 anni, il fotografo Giovanni Montenero, ha girato il mondo e lo ha catturato con le sue fotografie, pubblicate ovunque, dal Corriere della Sera, fino al New York Times, passando per Unità, Ansa, Repubblica, La Gazzetta dello Sport, L’Espresso, Panorama, Il Diario, Famiglia Cristiana. img headerTriestino, collaboratore e prima ancora amico della redazione di Pagine Ebraiche fin dalla prima ora e sempre vicino al mondo ebraico, Montenero è ora protagonista, con i suoi lavori, di due mostre al Festival del Giornalismo di Ronchi dei Legionari, in provincia di Gorizia(13-17 giugno). img headerCosì venti e tempeste, le giornate di sole, il carattere spensierato di una città che ama il mare emergono negli scatti di “Audace molo. Da un unico punto di vista. Una infinita varietà” esposta nella Sala espositiva Furio Lauri dell’Aeroporto di Ronchi. Un luogo singolo, il Molo Audace di Trieste, praticamente una propaggine dentro all’Adriatico della sua centrale piazza dell’Unità, diventa così uno strumento per guardare alla vita del capoluogo del Friuli Venezia Giulia. img header
Di tenore molto diverso invece la rassegna esposta presso la sede dell’Associazione culturale Leali Notizie, dedicata a “La violenza dell’informazione”, dove Montenero si interroga sulla natura della professione di giornalista e fotografo, sulla sua evoluzione, ponendo a se stesso e al pubblico la domanda se la violenza è diventata spettacolo per i media. img headerAl centro del percorso, le foto da lui scattate durante la guerra di Jugoslavia, che negli anni Novanta fecero il giro del mondo. Curatore di entrambe le mostre è il fotografo e grafico Marco Cettin.

(Tutte le immagini sono di Giovanni Montenero)



 

Identità

Ibn Gabirol, la saggezza in poesia

img headerPresentando, nel contesto delle “Letture di nuovi classici” organizzate dall’Ambrosiana di Milano, la figura di Ibn Gabirol, la professoressa Bartolini De Angeli sottolineava il duplice volto del poeta e filosofo ebreo sefardita. Autore di poesie di carattere liturgico, intimamente connesse con i temi e il vocabolario della tradizione; Gabirol è anche autore del Fons Vitae, opera di filosofia dalla marcata impostazione neoplatonica. Le opere poetiche e quelle filosofiche, rispettivamente scritte in ebraico e arabo, restituirebbero così un profilo scisso tra lo sguardo del particolare, di Israel, e quello dell’universale, della filosofia e del concetto. È però possibile porre al vaglio critico tale dualismo, non tanto per trovare una sintesi dei due termini quanto per ridefinire questi stessi. In Keter Malkut, veniva spiegato da Bartolini De Angeli, le preoccupazioni di ordine teoretico si intrecciano con quelle provenienti dalla tradizione.

Cosimo Nicolini Coen

Leggi tutto

 

Società  

La Storia che l’Islam
spesso dimentica

Dietro il terrorismo islamista è facile scorgere un vasto retroterra di opinione pubblica musulmana — presente anche in Europa — che certamente condanna le imprese dei terroristi ma che oscuramente ne subisce una certa fascinazione perché, magari inconsapevolmente, ne condivide alla fine un sentimento di fondo: cioè una radicata avversione antioccidentale. La quale si alimenta a propria volta di un sentimento diffusissimo in tutto il mondo islamico: il vittimismo. L'idea che mentre quel mondo sarebbe stato oggetto da sempre di gravi soprusi da parte dell'Occidente, il suo passato, invece, sarebbe totalmente privo di macchie. L'atmosfera culturale dominante in Europa e negli Stati Uniti negli ultimi decenni, intrisa di un desiderio di espiazione per i nostri, veri o presunti, peccati storici, ha indubbiamente favorito la diffusione di tale sentimento pronto a volgersi in risentimento. Ma tutto questo ha ben poco a che fare con la storia, con la storia reale che si sforza di accertare e di raccontare i fatti per quello che sono effettivamente stati. Quella storia che però, disgraziatamente, sembra essere ancora oggi la grande assente nell'opinione pubblica islamica.

Ernesto Galli della Loggia
Corriere della Sera, 11 giugno 2017


Leggi tutto

Società 

La riforma solo a metà
che frena i nostri musei 

Il Tar del Lazio ha accolto i ricorsi contro la nomina di cinque dei venti direttori di musei nominati dal ministro Franceschini e la maggioranza degli italiani ha capito che il problema erano i direttori stranieri. Ma che dire delle bocciature delle nomine di direttori italiani? La risposta si ottiene leggendo le chilometriche e incomprensibili sentenze del Tar del Lazio con l’aiuto di pazienti ed esperti giuristi. Come nella maggioranza dei ricorsi ai Tar, le sentenze evidenziano il mancato rispetto delle procedure, troppa arbitrarietà e poca trasparenza nelle selezioni (colloqui via skype e non audizioni pubbliche, punteggi per le classifiche ritenuti non idonei e selezione tra i tre finalisti da parte del ministro considerata non oggettiva). La non italianità dei candidati contava poco ma, dato che era la cosa più chiara nella lettura delle sentenze, è diventata il principale oggetto del dibattito. Non sappiamo cosa deciderà il Consiglio di Stato ma, se anche il governo riuscirà a togliere il vincolo antistranieri, il problema non sarà risolto e i ricorsi al Tar continueranno a fioccare, in particolare quando bisognerà sostituire un direttore o rinnovarlo alla scadenza del contratto.

Roger Abravanel, Corriere della Sera
12 giugno 2017


Leggi tutto



Shir shishi - una poesia per erev shabbat

Da un giardinetto al Giardino selvatico
Dedicato a Meir Shalev e a Levin Kipnis

img headerIn questi giorni è uscita in Israele l'ultima fatica di Meir Shalev, un autore noto per gli splendidi romanzi in cui è protagonista la natura della terra di Israele. Nel libro “Il mio giardino selvatico” racconta ampiamente di quello spazio verde nella Valle di Israele che cura con grande dedizione. Non vi sono tappeti di prato inglese e piante esotiche, ma solo fiori e alberi tipici del paesaggio locale. Il giardinaggio, dice Shalev, non va scambiato con un collezionismo ossessivo o con una religione new age; è importante coltivare con pazienza, come ci insegna la Bibbia. Il melograno, il fico, l'ulivo e gli altri frutti o fiori della terra, non sono altro che l'immagine del uomo (Deut. 20, 19). Shalev fa parte di un lungo elenco di poeti e narratori che cantano la fauna e la flora della loro amata terra, da Rachel Bluwstein a S. Yizhar, da Natan Yonatan a Natan Zach. Ma qui per festeggiare il libro di Shalev ho scelto di portare una canzoncina per bambini scritta da un altro padre fondatore della WWF poetica israeliana, Levin Kipnis, nato in Russia nel 1984 e morto a Tel Aviv, "sazio di anni e di onori". È stato poeta, studioso, saggista e pedagogo e si è completamente dedicato alla lingua ebraica e all'insegnamento dei tesori della cultura ebraica ai giovani.

Ho un giardino, un bel giardino!
ogni pianta vi cresce
ogni fiore vi splende,
ho un giardino, un bellissimo giardino!

Ho un giardino, un bel giardino!
l'uccellino vi cinguetta,
l'ape il nettare vi raccoglie,
Ho un giardino, un bel giardino!

Sarah Kaminski, Università di Torino

Leggi tutto

 
moked è il portale dell'ebraismo italiano
Seguici suFACEBOOK  TWITTER

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.