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  25 Giugno 2017 - 1 Tamuz 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Benedetto
Carucci Viterbi,
rabbino
“Nel servire Dio non ci sono regole; e questa regola stessa non è una regola” (lo Yehudi di Pshiska)
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
La rivolta di Còrach che abbiamo letto ieri (Nm, 16-18) è la vittoria dell’idolatria.
L’idolatria è credere in forma fanatica, ritenere che la propria convinzione non solo sia quella vera, ma soprattutto l’unica avvertendo l’interlocutore come fastidio. Quella convinzione diventerà il suo idolo, quella cosa per cui tutto diviene lecito. In altre parole: l’idolo è sempre una parte che il soggetto decide di vivere come il tutto; qualsiasi parte può diventare idolo. L’idolo distrugge il soggetto prima ancora che chi gli sta intorno.
Su questi tre principi un mio amico, Igior Loddo, ha costruito uno spettacolo teatrale. Si intitola “Kill Ill”. Vale la pena andare a vederlo.
 
Jihad, la coppia diabolica
L’arresto dell’italiana Lara Bombonati, aspirante jihadista, è una delle notizie del giorno. Voleva morire da martire, al più presto, la donna. “E per farlo, da combattente musulmana – scrive il Corriere – aveva bisogno di un marito nuovo, che aveva trovato a Bruxelles, dopo che Francesco Cascio, il suo primo marito, era morto in Medio Oriente. Lara voleva un altro guerriero con cui rientrare in Siria, dopo che la polizia turca, a gennaio, l’aveva arrestata ed espulsa in Italia”.
“La coppia diabolica che sognava la Jihad” titola La Stampa a proposito del legame tra Lara e Francesco. Un legame nel segno del fanatismo islamico.

Come affrontare il terrorismo (e i terrorismi)? Sul Corriere, l’ambasciatore Sergio Romano propone alcune riflessioni al riguardo.
“Dall’Atlantico all’Oceano Indiano passando per il Mediterraneo e l’Africa, il significato di ‘terrorismo’ non è sempre necessariamente lo stesso. Se un governo si riferisce all’Isis, non ci sono dubbi. Ma diverse – scrive – sono le formazioni terroristiche che agiscono nel mondo”. Aggiunge poi l’ambasciatore: “È probabile che l’ala terroristica dell’Isis possa sopravvivere alla scomparsa dello Stato ma si tratterà, sperabilmente, di un problema generazionale, destinato a divenire meno minaccioso nell’arco di un paio di decenni”.
Nel passare in rassegna le esperienze del passato, Romano mette l’Irgun (“messo in riga dalla fermezza e dalla saggezza di Ben Gurion”) sullo stesso piano di gruppi come l’Ira.
 
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  davar
il messaggio di netanyahu a teheran
"Iran, basta armi ad Hezbollah"
Israele non tollererà ulteriormente la costante fornitura di armi da parte iraniana ai terroristi di Hezbollah attivi nel sud del Libano, al confine con lo Stato ebraico. È il messaggio che, secondo i media israeliani, il primo ministro Benjamin Netanyahu avrebbe fatto pervenire a Teheran attraverso alcune non meglio precisate nazioni amiche che hanno rapporti aperti con Rouhani e il suo entourage.
Tra le minacce più significative portate all’attenzione in questo messaggio il tentativo in corso da parte di Hezbollah di costruire centri sotterranei di produzione di armi avanzate, così da averle subito a disposizione ed evitare il trasferimento dall’Iran al Libano attraverso la Siria.
La tensione è alta, e la conferma arriva da molti segnali. Appena venerdì scorso il leader di Hezbollah Hassan Nasrallah ha dichiarato che centinaia di miglia di combattenti arabi e musulmani sarebbero pronti ad accorrere in Libano in caso di attacco israeliano al Libano stesso oppure alla Siria. “Non sto dicendo che dei paesi potrebbero intervenire direttamente in questo conflitto, ma un attacco israeliano aprirebbe la porta all’arrivo di combattenti da Iraq, Yemen, Iran, Pakistan, Afghanistan” ha affermato Nasrallah nel corso di un intervento in uno studio televisivo.


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lo studente usa torturato in corea 
Warmbier aveva origini ebraiche
Il silenzio richiesto dal governo

Un dettaglio troppo pericoloso da rivelare, almeno fin quando una trattativa per la sua scarcerazione era aperta. Adesso che purtroppo non resta niente da fare, se non piangere una nuova vittima della follia totalitaria di Pyongyang, quel dettaglio è diventato di dominio pubblico.
Otto Warmbier, il giovane studente americano condannato a 15 anni di lavori forzati in Nord Corea, scarcerato mesi dopo in condizioni drammatiche di salute e poi morto poche ore dopo il suo ritorno a casa, aveva origini ebraiche.
A rivelarlo la famiglia, non particolarmente osservante ma comunque attaccata a questa origine. Un attaccamento trasmesso dalla madre ad Otto, che è stato a lungo attivo all’interno del centro ebraico del campus dell’Università della Virginia (a spingerlo in questa direzione un viaggio svolto in Israele nel 2014).
“Una delle persone intellettualmente più curiose che abbia mai conosciuto” l’ha descritto il rabbino Jake Rubin, direttore esecutivo del Brody Jewish Center dell’ateneo, nel corso della cerimonia funebre. “Era spesso da noi, celebrava lo Shabbat e le festività, ha anche condotto un Seder e nel corso dello stesso ha tenuto un intervento sulla sostenibilità ambientale” ha aggiunto il rabbino, intervistato dalla Jewish Telegraphic Agency.


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il messaggio per la fine del ramadan 
"Dialogo, valore da difendere"
"Il più sincero augurio per una festa che rappresenta un momento di condivisione e di felicità per un'intera comunità di fedeli, ma rappresenta anche per tutti noi un'occasione per riflettere sull'importanza del dialogo tra diverse religioni e culture, in uno spazio libero e democratico come quello rappresentato dalla società italiana".
È quanto ha voluto trasmettere venerdì scorso la Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni alle comunità islamiche d'Italia in procinto di festeggiare l'Eid Al Fitr, l'ultimo giorno del Ramadan.


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sorgente di vita 
La lezione dei Rosselli
“Libertà religiosa, Risorgimento, Ebraismo sono tre termini estremamente connessi. Si tratta di famiglie e di ambienti che si rendevano conto che il Risorgimento italiano era anche la strada della libertà religiosa, del riscatto dai vecchi servagi, e quindi si sentivano assolutamente connessi con quest’idea di patria” dice Valdo Spini, Presidente della Fondazione Cicrolo Rosselli parlando proprio dei Rosselli, dei Pincherle, dei Nathan nel servizio che apre la puntata di Sorgente di vita di questa sera.


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pilpul

Uno, nessuno, centomila
«Uno vale uno». Quindi, quanto vale il vicepresidente della Camera? Soprattutto, per conto di chi parla e di cosa va parlando? Luigi Di Maio, premier in pectore del Movimento cinque stelle, a «Porta a Porta», trasmissione della quale, se bene ricordiamo, aveva chiesto, insieme ai suoi colleghi di gruppo parlamentare, la chiusura, accomodatosi ora sugli scranni televisivi ha affermato che la missione del suo partito, è di portare avanti «i valori di Berlinguer, di Almirante e della Dc». Da un punto di vista ideologico (è il caso di usare questa parola) parrebbe essere un azzardo che sa di minestrone fuori stagione. Forse un pout-pourri. Comunque sia, qualcosa di difficile da mandare giù e al limite dalla indigeribilità. Dopo di che, visto che la formazione politica di Grillo e Casaleggio non è certo nuova ad exploit di tal genere, ed in tutta probabilità altri ne riserverà al pubblico, nei tempi a venire, vale la pena di capire quale possa esserne la sua ragione.

Claudio Vercelli
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