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Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Dedico
questo pensiero di oggi a coloro che sono nati nel 1977: i quarantenni.
Cresciuti nell’opulenza degli anni ’80, il mondo che ci avevano detto
fosse certo, nel bene e nel male, è crollato negli anni ’90, tra
inchieste, palazzi di giustizia, giustizieri e giustiziati. Nel 2000 ci
siamo affacciati timidamente nel mondo del lavoro ed è arrivata la
crisi economica mondiale che non si vedeva dal ’29. Che fortunati. Ma
abbiamo imparato ad essere flessibili, eppur ambiziosi, realisti e
sognatori, determinati a tempo più che determinato ed indeterminati per
un tempo infinito. E adesso siamo qua: meno certezze dei nostri padri,
ma anche meno aspettative e leggendo il salmo dell’anno che arriverà,
il 41 dal 1977, trovo al versetto 12: “בְּזֹ֣את יָ֭דַעְתִּי
כִּֽי־חָפַ֣צְתָּ בִּ֑י כִּ֤י לֹֽא־יָרִ֖יעַ אֹיְבִ֣י עָלָֽי, 11, per
questo ho compreso che Tu mi hai gradito: perché il mio nemico non
trionferà su di me.” Con buona pace di tutto ciò che era e che non
potrebbe più essere e che invece è ed è stato da noi conquistato.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Nel
corso dell’ultimo ventennio, a seguito dell’istituzione del Giorno
della Memoria per le vittime della Shoah, sono proliferate in Italia le
iniziative per identificare nuove e diverse giornate dedicate alla
memoria di alcune categorie di vittime. Al giorno del ricordo per le
vittime delle Foibe (10 febbraio) si è aggiunta la giornata nazionale
della memoria delle vittime di Mafia (21 marzo) e di recente si è
aggiunta la giornata in memoria dei giusti dell’umanità (6 marzo),
allineata a una decisione già presa in sede ONU qualche anno fa. Una
proliferazione di memorie sancite da provvedimenti legislativi che da
molte parti vengono messi in discussione nella loro opportunità ed
efficacia. A riaccendere la polemica sulla dinamica complessa che si
stabilisce fra ricerca storica, memoria e celebrazioni istituzionali
giunge ora una mozione proposta dal Movimento Cinque Stelle in Puglia e
in Campania, votata dai rispettivi consigli regionali, per istituire
una giornata della memoria il 13 febbraio (data in cui cadde la
fortezza di Gaeta nel 1861) per ricordare le vittime dell’unificazione
italiana.
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Gheddafi Junior:
"Italia fascista"
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Non
si placano gli attacchi da parte di esponenti libici (tra cui il
generale Haftar) sulla missione italiana in affiancamento alla guardia
costiera locale varata negli scorsi giorni dal Parlamento. A prendere
posizione in senso contrario anche una vecchia conoscenza delle
cronache internazionali, Saif al Islam Gheddafi, che ha evocato
fantasmi del passato per aizzare gli animi. “Una vecchia regola sempre
valida in Libia – spiega il Corriere – è che prendersela con l’Italia
ricordando il ‘colonialismo fascista’ porta consensi facili”.
“Mi dispiace Paolo, ma non posso mettere ragazzi di colore in sala”. La
squallida vicenda di Cervia, dove a un 29enne milanese (figlio adottivo
di due genitori italiani) con vasta esperienza alberghiera alle spalle
è stato negato un lavoro per motivi “razziali”, è destinata a far
discutere a lungo. Il clamoroso passo indietro del titolare sarebbe
arrivato nell’imminenza della firma del contratto, alla vista della
carta di identità del candidato. “Sembra una storia da profondo sud
americano”, sottolinea La Stampa.
A Varsavia striscione shock tra i tifosi del Legia, prima dell’incontro
dei playoff di Champions League contro l’Astana. Per ricordare la
Rivolta di Varsavia contro i tedeschi di cui si celebrava
l’anniversario è stato infatti realizzato un gigantesco striscione,
raffigurante un soldato nazista che punta la pistola alla tempia di un
bambino. “Una coreografia scioccante, un pugno nello stomaco” scrive il
Corriere.
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diplomazia Israele guarda all'Africa nera
Con Senegal e Gambia è svolta
Nessuno
dei due vivrà e lavorerà in pianta stabile in Israele, ma il segnale è
comunque forte. La prova di una rete che si sta allargando e che
potrebbe aprire in futuro ulteriori scenari strategici di
collaborazione.
È fissata per il prossimo martedì la cerimonia di presentazione delle
credenziali dei nuovi ambasciatori di Senegal e Guinea in Israele. Sarà
il capo dello Stato Reuven Rivlin ad accogliere i diplomatici designati
Talla Fall (Senegal) e Amara Camara (Guinea) nella sua residenza, per
dare ufficialità all’incarico.
Un appuntamento destinato a non passare inosservato. Per la prima volta
infatti, a pochi mesi dalla ‘normalizzazione’ dei rapporti, i due paesi
(entrambi a maggioranza musulmana) avranno un loro rappresentante
diplomatico nello Stato ebraico.
“Credo nell’Africa. Credo nel suo futuro e nella collaborazione tra di
noi per questo futuro” aveva sottolineato il Primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu, ospite lo scorso anno in Uganda di un vertice con
protagonisti anche i capi di governo di Etiopia, Kenya, Ruanda, Sud
Sudan, Tanzania, Zambia e Uganda.
Un vertice che aveva costituito, nell’intenzione dei diversi Stati
coinvolti, “l’apertura di una nuova era nelle relazioni tra Israele e i
paesi africani”.
Sul fronte interno, Netanyahu ha respinto con forza le accuse di frode
e corruzione che potrebbero portarlo a un’incriminazione. Secondo il
premier, la sua figura sarebbe oggetto di una “partita di caccia” che
ha come obiettivo la fine del governo.
Le notizie sulle due inchieste aperte sul suo conto aprono oggi i
giornali israeliani. Decisiva, si legge, potrebbe essere la
testimonianza dell’ex capo di gabinetto Ari Harow. L’ex consigliere,
accusato a sua volta di corruzione, avrebbe siglato un accordo con la
polizia secondo cui, in cambio di una testimonianza, avrebbe in cambio
uno sconto di pena. Leggi
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l'ambasciatore uscente in israele Talò prende congedo da Rivlin
'Un Mediterraneo di opportunità'
A
conclusione del suo mandato, l’ambasciatore italiano in Israele
Francesco Maria Talò è stato accolto dal presidente della Repubblica
Reuven Rivlin per un congedo ufficiale, una valutazione sui risultati
ottenuti in questo quinquennio e uno sguardo in prospettiva.
“È stato un onore essere ricevuto dal presidente Rivlin dopo cinque
anni meravigliosi in Israele” ha subito commentato il diplomatico, che
sarà presto sostituito nel suo incarico dal nuovo ambasciatore
designato Gianluigi Benedetti. Al centro del colloquio, come rivelato
dallo stesso Talò, il futuro dell’area del Mediterraneo tra minacce e
opportunità da cogliere. “È proprio sulla dimensione mediterranea di
entrambi i Paesi che si deve puntare: occorre affrontare insieme le
tante sfide che provengono da quest’area: immigrazione, terrorismo,
sicurezza ed energia, identita’, turismo” ha affermato Talò,
interpellato dall’Ansa.
“I legami tra i due paesi sono ottimi – il suo pensiero – ma vi sono
nuove opportunità da cogliere: ad esempio attraverso un impegno comune
nell’attrarre flussi turistici da paesi extra-europei verso i due
Paesi, o nell’integrare le capacità industriali italiane con quelle
dell’innovazione israeliana”.
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L'opinione degli altri
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“Tutti
i viandanti batterono verso di te le loro palme, fischiarono e
scrollarono il capo sulla figlia di Gerusalemme (dicendo): «È questa la
città detta perfezione di bellezza, delizia di tutta la terra!»” (2,
15).
“I diletti figli di Sion, valutati come l’oro fino, sono ora considerati come vasi di creta, lavoro di mani d’un vasaio” (4,2).
“Né i re della terra, né tutti gli abitanti del mondo avrebbero mai
creduto che il nemico, l’avversario, sarebbe entrato per le porte di
Gerusalemme” (4,12).
Non avevo mai notato quanto il libro di Ekhah (Lamentazioni) si
preoccupi dell’opinione degli altri. Non solo dei nemici diretti, a
cui, certo, è dedicato molto spazio (e, anche se si riconosce che sono
strumenti della punizione divina, non si parla di loro in termini
troppo gentili e riguardosi), ma anche degli altri popoli, quelli che
si potrebbero definire neutrali. Si dà per scontato che la caduta di
Gerusalemme sia un evento che interessa al mondo intero, e il fatto che
il resto del mondo veda la nostra rovina pare essere di per sé una
disgrazia.
Anna Segre, insegnante
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Analfabetismo funzionale |
Se
come sostiene l’indagine OCSE-PIAAC l’Italia ha il maggiore numero di
analfabeti funzionali in Europa – ovvero coloro che pur sapendo
scrivere e leggere non riescono attraverso queste abilità a elaborare
informazioni utili e a comprendere il senso di un testo – molti episodi
e fenomeni di intolleranza occorsi negli ultimi anni potrebbero
derivare da questa piaga, tra cui l’aggressione degli anti-vax nei
confronti di tre deputati del PD. Lo stesso analfabetismo funzionale
dovrebbe poi essere inserito a livello globale tra i più gravi problemi
che affliggono il XXI secolo, come è stato del resto per
l’analfabetismo puro un secolo fa. Ma l’analfabetismo funzionale a
molti fa comodo, perché è il principale mezzo per mobilitare le masse
da parte dei movimenti politici considerati appunto “populisti”,
neo-nazionalisti, identitari, pro-exit e anche islamisti.
Francesco Moises Bassano
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Taglit Italia
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Per
chi ancora non la conoscesse, ve la presento. Lei è Taglit,
un’organizzazione che da diciott’anni a questa parte si impegna per
riuscire ad aprire una piccola finestrella su quello che è l’immenso
panorama israeliano. E no, non parlo di numeri e di misure, di
territori e di confini, ma di immagini e di colori, di suoni e di
sapori, che da sempre caratterizzano lo Stato ebraico. Parlo di un
panorama complesso e talvolta contradditorio, una realtà spesso
caotica, ma sempre capace di regalare intense emozioni.
I protagonisti assoluti di questo ambizioso progetto sono un gruppo di
giovani ragazzi, provenienti da ogni angolo dello Stivale e arrivati in
Israele con l’intento di scoprirne (o riscoprirne) le infinite
sfumature.
David Zebuloni
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