Adolfo Locci,
rabbino
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In
un mondo in cui il senso del dovere è sempre di più soppiantato dallo
stato di diritto, quando ci si accorge che qualcuno sta facendo ciò che
si deve naturalmente fare sembra un evento, che per la sua rarità,
provoca grande clamore. Un messaggio che la Torah vuole mandare è
quello della "normalità del mettere in pratica i propri doveri", e
quando ciò accade non si è fatto nulla di trascendentale.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Di qualcuno che va via è bene trattenere le sue parole.
Quando il 29 settembre 2002, Dionigi Tettamanzi prende l’eredità di
Carlo Maria Martini tra le prime cose che afferma nel suo discorso
insiste su tre cose: l’impegno per un percorso fatto di giustizia e
solidarietà; l’accoglienza per chi viene da lontano; la consapevolezza
che chi fa politica sia credibile per "disinteresse personale ed
economico". Siamo ancora lì.
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Migranti e accoglienza
Il modello Memoriale
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“Mentre
continuano le polemiche tra alcune ong e il Viminale sul soccorso in
mare dei migranti (in particolare con Medici senza frontiere che non ha
sottoscritto il codice di regolamentazione voluto dal ministero degli
Interni - Repubblica), La Stampa torna sull'esempio del Memoriale della
Shoah di Milano, dove ogni giorno vengono ospitate 50 persone, per lo
più minori, che hanno “la possibilità di entrare negli spazi del
Memoriale, fare una doccia, cenare e avere una brandina fino al mattino
quando, dopo la colazione, sono di nuovo in strada”. Sempre sul fronte
dell'accoglienza i quotidiani raccontano delle polemiche interne al Pd
nate dalle parole della sindaca di centrosinistra di Codigoro, nel
ferrarese, che ha detto di voler alzare “le tasse a chi ospita i
profughi”. La sindaca ha poi fatto retromarcia, definendo
l'affermazione una “provocazione” ma il passo indietro, scrive
Repubblica Bologna, non è bastato, anzi la vicenda “ha scatenato un
grosso dibattito in Emilia e non solo, tra i 'complimenti' del leader
della Lega Nord Matteo Salvini ('Ma che ci fai nel Pd?'),
l'indignazione della Caritas e, soprattutto, la spaccatura all'interno
del suo partito”.
Bologna, difendere il Memoriale della Shoah dal degrado. Il Comune di
Bologna assieme alla Comunità ebraica locale stanno lavorando per
evitare che il Memoriale cittadino – inaugurato un anno e mezzo fa -
“diventi un riparo per sbandati e clochard”, riporta il Resto del
Carlino Bologna. L'amministrazione si è messa all'opera per ripulire la
struttura - “invasa dai rifiuti” - e sta studiando un modo per impedire
che le persone possano dormire all'interno. “Il monumento è aperto e
tale deve restare - spiega il presidente della Comunità ebraica di
Bologna Daniele De Paz -: la possibilità di passare in mezzo alle due
strutture fa parte del significato stesso dell'opera”. Quanto ai
ragazzi che utilizzano la piazza con gli skateboard, “volevamo
conoscerli e chiedere loro di fare meno rumore nelle ore serali -
afferma De Paz - Ma anche ringraziarli, perché tengono vivo l'utilizzo
del monumento. Oltre alla memoria, è giusto che sia anche un luogo di
ritrovo, da vivere nel modo giusto e più decoroso”.
Tettamanzi e la visita in sinagoga. Ampio spazio sui quotidiani al
ricordo dell'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, che coltivò con
il mondo ebraico cittadino un proficuo dialogo, scegliendo di visitare
la sinagoga di via Guastalla poco dopo il suo insediamento. A
ricordarlo, tra gli altri, Corriere, Repubblica e Avvenire.
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il cordoglio del mondo ebraico italiano
Dionigi Tettamanzi (1934-2017)
Un
amico del mondo ebraico, una persona di grande apertura con cui era
possibile un dialogo franco, un uomo dalla grande sensibilità
religiosa. Così alcune voci dell'ebraismo italiano hanno voluto
ricordare l'arcivescovo di Milano Dionigi Tettamanzi, scomparso ieri
all'età di 83 anni. “La cosa che mi colpì di più fu che chiese
subito, appena dopo la sua nomina a Milano, di poter visitare la
sinagoga di via Guastalla (20 settembre 2003). Poi fu un po'
posticipata, ma era la prima volta che ricevevamo una richiesta
dall'arcivescovado e non eravamo noi a fare l'invito. - racconta
Roberto Jarach, presidente della Comunità ebraica milanese durante la
visita del cardinale Tettamanzi, accolto al Tempio dall'allora rabbino
capo Giuseppe Laras (nell'immagine un momento dell'incontro) - Non sapevamo, dopo il grande rapporto che si era
creato con il cardinale Martini, cosa sarebbe accaduto e con quella
immediata richiesta Tettamanzi dimostrò da subito le sue intenzioni.
Ebbe un rapporto molto stretto con rav Laras e poi con il suo
successore rav Alfonso Arbib”. Proprio da rav Laras, presidente del
Tribunale rabbinico del Centro Nord Italia, è arrivato in queste ore un
messaggio di cordoglio per la scomparsa del cardinale, di cui, scrive
il rav, “ho avuto il privilegio di godere dell'amicizia”.
Un ricordo commosso del cardinal Tettamanzi arriva anche dagli ebrei di Genova, città in cui fu arcivescovo dal 1995 al 2002.
In quella veste, l'11 marzo del 1999, il cardinale brianzolo fu
protagonista di una giornata davvero significativa nei rapporti tra le
due comunità. E non solo su un piano locale. Raccogliendo un invito
dell'allora presidente della Comunità ebraica ligure Piero Dello
Strologo, che calorosamente lo accolse quel giorno assieme al rabbino
capo Giuseppe Momigliano, Tettamanzi fu infatti il primo arcivescovo
genovese a varcare la soglia della sinagoga di via Bertora (costruita
nel 1935). Leggi
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Mezzogiorno di ferro e fuoco? |
Già
nei mesi scorsi alcuni esponenti del Movimento cinque stelle hanno
presentato, nei rispettivi Consigli regionali di diverse regioni del
Sud (Puglia, Campania, Abruzzo, Molise), una mozione affinché venga
istituita in una specifica data di ogni anno, al momento identificata
con il 13 febbraio, la ricorrenza della «Giornata della Memoria per le
vittime meridionali dell’Unità d’Italia». Al ricordo di coloro che
perirono in ragione dei combattimenti che si accompagnarono alle
campagne militari ma anche e soprattutto delle violenze che vengono
attribuite alle forze armate piemontesi, nelle intenzioni degli
estensori e dei promotori dell’iniziativa - che deve essere approvata
dalle quattro assemblee legislative regionali nella loro individualità
- dovrebbe accompagnarsi anche quello dei «paesi rasi al suolo».
Claudio Vercelli
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