 Jonathan Sacks, rabbino
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Quello
che Mosè disse alla nuova generazione fu: pensavi che vagare
quarant'anni nel deserto fosse la vera sfida e che una volta
conquistata la terra, i tuoi problemi sarebbero finiti. La verità è che
è allora che la vera sfida ha inizio. Proprio quando le tue esigenze
fisiche - quando avrai terra e sovranità, ricchi raccolti e case sicure
- che la tua prova spirituale comincerà.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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La
Fondazione Memoriale della Shoah è un luogo che va innanzitutto
visitato e conosciuto (soprattutto se se ne vogliono criticare le
politiche meritorie di accoglienza). Vi collaborano e ci lavorano a
vario titolo decine di persone e sta diventando un importante punto di
riferimento della realtà milanese. Al suo ingresso domina una parola in
lettere giganti che è espressione etica estrema: INDIFFERENZA. Durante
l’anno, sono a decine di migliaia gli studenti che visitano quel luogo,
e quel concetto, indifferenza, viene indicato come la radice che è
stata alla base, che ha permesso che avvenissero le deportazioni e la
Shoah. È un’espressione etica generale, che si estende a molte altre
situazioni in cui nel passato come nel presente popolazioni civili
hanno dovuto subire oppressione, deportazioni, massacri di fronte agli
occhi indifferenti di una varia umanità fatta di spettatori muti.
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Firenze contro neofascisti
“Le istituzioni vigileranno”
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Nel
giorno dell’anniversario della Liberazione di Firenze, una celebrazione
neofascista in ricordo dei caduti della Repubblica Sociale Italiana
rischia di macchiare la ricorrenza. Sul Corriere Fiorentino, il dorso
toscano del Corriere, l’intervento congiunto della Presidente UCEI
Noemi Di Segni e del Presidente della Comunità ebraica Dario Bedarida.
Si tratta di un messaggio rivolto al sindaco Nardella e e agli
amministratori locali, affinché tale celebrazione (in programma questa
mattina al cimitero di Trespiano) sia contrastata nei modi più
opportuni.
“II rispetto è dovuto a tutti i morti – scrivono Di Segni e Bedarida –
ma non possono essere tollerate manifestazioni celebrative di gruppi
che tanto lutto e dolore hanno portato a tutta Italia. Oggi più che mai
un concetto deve essere affermato: in un’epoca di scelte decisive per
il futuro dell’umanità ci fu chi entusiasticamente abbracciò odio,
violenza e sangue. II ricordo di questi individui, che si sono
macchiati consapevolmente dei crimini più efferati, non può e non deve
in alcun modo confondersi con il senso e il valore più autentico di
ricorrenze fondamentali per la coscienza democratica del paese”.
Interviene al riguardo la vicesindaca Cristina Giachi: “Nessun problema
se si tratta di una celebrazione di tipo cimiteriale, una deposizione
di fiori o una corona di fiori. Ma non si deve eccedere. Ci sarà un
presidio che vigilerà affinché non ci siano apologie”.
Intervenendo nel corso della commemorazione di alcuni partigiani uccisi
a Piazzale Loreto a Milano nell’agosto del 1944, il sindaco Beppe Sala
ha criticato la decisione della Procura di archiviare i saluti romani
dei militanti di estrema destra al cimitero Maggiore del capoluogo
lombardo (l’episodio è della scorsa primavera). Una decisione già
fermamente contestata dal presidente della locale sezione Anpi Roberto
Cenati. “Non capisco perché la decisione sia andata in quel senso – ha
detto Sala, le cui parole sono riportate dai quotidiani milanesi –
essendoci stati tutti gli elementi per definire una chiara apologia del
fascismo e identificare le persone. Io rispetto le altre istituzioni,
ma mi sembra una cosa difficile da capire e da spiegare alle persone
perbene. Come facciamo a spiegare loro perché non si perseguono persone
che con questa sfrontatezza manifestano una ideologia che il Paese ha
condannato? Per me è stata una grande sorpresa, è stato un segno
terribile per Milano”.
“Ho fiducia per il futuro nostro e per quello dei palestinesi”. È
quanto dichiara Aharon Appelfeld, oggi intervistato da Repubblica. “Lo
dico per mia esperienza di vita, ma non solo. Israele, se non avesse la
speranza – sostiene lo scrittore – non resisterebbe neanche una
settimana”. Appelfeld si sofferma anche sull’attualità e sulla
possibilità che il Primo ministro (“che non è un tiranno, come dicono”)
sia costretto a lasciare l’incarico. Nessuno scenario particolarmente
caotico all’orizzonte, secondo l’intellettuale di origine rumena: “Dopo
Netanyahu verrà un governo di centro che metterà d’accordo più partiti.
In Israele conosciamo bene l’arte del compromesso politico”.
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la cerimonia per la liberazione della città
Firenze, 73 anni di democrazia
“Solco tra liberatori e oppressori”
"Deve
essere chiaro a tutti che la memoria si basa solo sulla verità storica.
E quindi non dimenticheremo mai il solco che c’è tra chi ha combattuto
per la libertà e chi invece per l’oppressione”.
Da Piazza della Signoria, nel giorno in cui si celebra il 73esimo
anniversario della Liberazione della città, il sindaco di Firenze Dario
Nardella lancia un chiaro messaggio a chi, anche in queste ore di
mobilitazione antifascista, cerca di riscrivere la storia e mettere
tutto e tutti sullo stesso piano.
Come
i militanti di estrema destra che stamane, nel cimitero di Trespiano,
hanno voluto onorare i caduti della Repubblica Sociale Italiana: chi
nel corso di combattimenti contro Alleati e partigiani, chi sparando
dai tetti su cittadini innocenti. Una provocazione gratuita denunciata
anche dalla Presidente UCEI Noemi Di Segni e dal Presidente della
Comunità ebraica fiorentina Dario Bedarida, firmatari nelle scorse ore
di un messaggio congiunto inviato al primo cittadino del capoluogo
toscano.
“II
rispetto è dovuto a tutti i morti – si legge nel messaggio – ma non
possono essere tollerate manifestazioni celebrative di gruppi che tanto
lutto e dolore hanno portato a tutta Italia. Oggi più che mai un
concetto deve essere affermato: in un’epoca di scelte decisive per il
futuro dell’umanità ci fu chi entusiasticamente abbracciò odio,
violenza e sangue”.
Diversi
i segnali inquietanti ravvisati dal sindaco Nardella nel suo
intervento, ricco di riferimenti e citazioni. “Oggi – le sue parole –
non si tratta solo di combattere contro la galassia nera, ma anche
contro certi falsi valori”. Leggi
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pagine ebraiche di agosto
A Berlino, Il Processo in mostra
C’è
chi nota immediatamente l’assenza di margini e di righe. Le parole del
Processo sanno già come occupare il loro spazio sulla pagina una dopo
l’altra e trovano un ordine naturale per formare il principale romanzo
del Novecento con una forza che lascia, nella sua forma originale,
ancora oggi il visitatore a fiato sospeso. Le fortezze di Marbach che
racchiudono i tesori più preziosi della letteratura di lingua tedesca
mettono oggi, nel sale del centro culturale Martin Gropius Bau di
Berlino, sotto gli occhi dei visitatori, l’inchiostro e la carta che
Franz Kafka utilizzò per comporre il suo capolavoro. La grafia è
facilmente leggibile, ma sulle pagine, oltre al respiro del grande
autore è possibile scorgere ben altro. Le note a margine dell’amico
Max Brod, che dopo la morte di Kafka, in fuga dall’Europa in fiamme,
avrebbe portato a Tel Aviv e quindi tratto in salvo
e infine dato alle stampe nel 1925 una delle massime prove della storia
della letteratura. Se il romanzo sarebbe diventato un appuntamento
universale e ineludibile con la letteratura del Novecento, anche il
manoscritto che ne è l’anima occupa una dimensione quasi
soprannaturale e da solo vale l’emozione di vedere la mostra.
Riacquistato a caro prezzo dal governo tedesco da Esther Hoffe, che lo
aveva ricevuto in eredità da Brod, è oggi considerato uno dei
gioielli della corona della letteratura universale. Ma la mostra
berlinese non si ferma alla venerazione dell’oggetto di carta, si
dirama seguendo molti altri possibili percorsi tutti segnati
dall’impronta dell’opera di Kafka.
Guido Vitale, Pagine Ebraiche Agosto 2017
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esercitazione congiunta in israele e giordania
Israeliani, palestinesi, italiani
uniti contro le emergenze
Dal
22 al 26 ottobre un'esercitazione antincendio porterà Israele,
Giordania e Autorità nazionale palestinese a collaborare insieme ad
alcuni paesi europei, tra cui l'Italia. I diversi servizi di emergenza
dei vigili del fuoco saranno infatti impegnati, spiega il quotidiano
Israel Hayom, in un'operazione congiunta che inizierà in Giordania per
poi spostarsi in Israele. Anche Francia, Spagna e Croazia faranno parte
dell'esercitazione, volta a verificare le capacità di cooperazione in
ampie operazioni di soccorso da parte dei team coinvolti, con test
legati all'estinzione di incendi, al salvataggio di persone da edifici
a rischio crollo, e altre situazioni di emergenza.
La Giordania invierà due elicotteri, 60 soccorritori, 40 autopompe e 15
squadre mediche, ha riferito Israele Hayom. L'Autorità palestinese, due
aerei antincendio 15 soccorritori e 40 camion dei pompieri mentre il
nutrito contingente israeliano includerà sia soccorritori civili sia
squadre di salvataggio di Tsahal (l'esercito d'Israele).
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Prima, dopo, chi e perché |
Perché
il cattivo è diventato cattivo? Come mai il protagonista si è ritrovato
nella situazione in cui lo vediamo all’inizio? Chi è in realtà quel
personaggio secondario che appare in qualche breve scena? Cosa
succederà ai protagonisti della storia vent’anni dopo che li abbiamo
lasciati? Tra libri e film vari abbondano i sequel, i prequel, le
storie note raccontate da un altro punto di vista, le storie legate a
personaggi secondari, ecc. Non è una moda recente. Già Dante aveva
raccontato uno straordinario sequel dell’Odissea (senza neppure averla
letta); e molti secoli prima di lui anche Virgilio e Ovidio avevano
giocato con il poema omerico facendo incontrare da Enea e dai troiani
compagni di Ulisse seminati di qua e di là, dalle parti di Polifemo o a
casa di Circe. In ambito ebraico questa funzione è svolta dal midrash:
è vero che la Torah parte dall’inizio e che solo chi è saggio e maturo
può domandarsi cosa sia accaduto prima della creazione del mondo,
tuttavia molti personaggi ci vengono presentati già adulti (come Noè o
Abramo) oppure come padre, madre, moglie o marito di qualcuno. Ecco
dunque che il midrash ci racconta le parti mancanti: perché Mosè
aveva difficoltà di parola? Chi era Giona prima di ricevere l’ordine di
predicare a Ninive? Perché rifiuta di andarci? E così via.
Anna Segre, insegnante
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Minoranze percepite |
Sul
treno notturno Ljubljana-Beograd, alla stazione di frontiera di Dobova
tra Slovenia e Croazia, la polizia trattiene per quasi un'ora una
famiglia di donne e ragazze rom - indistinguibile dagli altri
viaggiatori se non per il colore più scuro della pelle - perché non del
tutto in regola con i documenti. Il resto dei passeggeri, compresi gli
stessi poliziotti, sghignazzano e pronunciano frasi probabilmente poco
piacevoli tutte accompagnate dalla parola "Cigan". La cognizione di
essere rom nasce sovente proprio perché gli altri ti percepiscono come
tale, con tutte le conseguenze, più negative che positive, che esso e
questa parola per molti significa.
Francesco Moises Bassano
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Guerra d'Indipendenza |
"Il
contributo più grande della diaspora alla sopravvivenza dello Stato
d'Israele”, così li definì il primo Primo ministro israeliano David Ben
Gurion. Era appena finita la Seconda guerra mondiale, erano tutti
giovani, avevano attorno ai 20 anni, e arrivavano da paesi diversi e
parlavano lingue diverse. Tra loro c'erano anche Graziano Terracina,
David Pavoncello e Franco Veneziani.
Michael Sierra
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