Giuseppe Momigliano,
rabbino
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“Guarda, Io pongo di fronte a voi oggi benedizione e maledizione” (Deut.11,26).
Il Gaon R. Elyhau ha cosi spiegato questo versetto a partire
dall’alternarsi del singolare – all’inizio della frase – con il plurale
alla sua conclusione. In questo passo il Signore si rivolge
innanzitutto ad ogni singola persona “Guarda” – osserva, giudica con
attenzione e cerca di seguire la via del bene, anche se attorno a te
vedi tanti altri che praticano il male, non lasciarti condizionare da
costoro e sforzati di compiere quello che spetta a te.
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Davide
Assael,
ricercatore
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In
una recente trasmissione televisiva di Rai 3, dunque non una piccola tv
locale, Donatella Di Cesare si è trovata, con altri, di fronte ad un
proprietario di un locale di Reggio Emilia. Questo personaggio, con
grande tranquillità, si definiva stupito per le reazioni alla sua
dichiarazione di non voler assumere un ragazzo di colore per
incompatibilità con l’ambiente del quartiere. Niente di personale,
sosteneva, solo una normalissima scelta di marketing. Ecco, credo che
non esista esempio migliore di ciò che Anna Foa definisce da tempo
sdoganamento del razzismo. Qualcuno dovrebbe spiegare a questi soggetti
che esistono dei diritti che valgono più di qualunque circostanza. E
proprio per questo sono stati definiti universali. Io mi chiedo: quale
differenza c’è fra tizi come questo e quell’altro decerebrato svizzero,
che ha invitato i suoi clienti ebrei a farsi la doccia prima di entrare
in piscina? Siamo davvero su una china pericolosissima.
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le violenze naziste di charlottesville L'Anti-Defamation League:
"Dietrofront Trump ci turba"
Forti
perplessità, nel mondo ebraico americano, per il passo indietro del
presidente Donald Trump sui fatti di Charlottesville dello scorso fine
settimana.
“Colpa
di entrambe le parti” ha affermato l’inquilino della Casa Bianca in una
nuova dichiarazione alla stampa, successiva di 24 ore alla già tardiva
condanna nei confronti dei gruppi neonazisti che hanno mostrato il
volto più nero e retrivo d’America, portando alla morte di una donna
nel corteo anti-razzista e al ferimento di diversi manifestanti
(“ripugnanti” li aveva definiti lunedì scorso, dopo che a caldo – tra
lo sconcerto di molti suoi collaboratori – non aveva espresso nessuna
condanna incisiva ed esplicita). Tra gli altri si è detto turbato dal
dietrofront di Trump il direttore dell’Anti-Defamation League Jonathan
Greenblatt, secondo cui per la seconda volta in pochi giorni il
presidente “ha fatto il contrario” rispetto a quanti, tra i suoi
predecessori, “hanno contrastato con forza bigottismo e odio”.
Negli scorsi giorni l’Anti-Defamation League aveva chiesto a Trump di
elaborare un piano d’azione per un reale contrasto alla violenza e alla
dottrina dei suprematisti bianchi e dei loro seguaci. Un veleno che,
come appare evidente ogni giorno di più, rischia di infettare l’intero
paese. “In questo momento – la riflessione di Greenblatt – abbiamo
disperatamente bisogno di leadership e che dalle parole si passi presto
all’azione: la minaccia è ancora viva. I gruppi di odio si sentono
infatti incoraggiati e stanno già organizzando altre iniziative. Anche
per questo, per un efficace contrasto, il presidente deve impegnarsi
assieme ai dirigenti del Congresso e con chi si batte per i diritti
civili”.
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Ticketless - Par condicio
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La
questione della intitolazione di due piazze di Roma, una a Toaff e una
a Arafat, ha messo al centro del dibattito un tema, quello dei
contrappesi. Un fenomeno ben noto, e non da ieri, a chi conosce il
mondo dei libri, delle terze pagine dei quotidiani o degli inserti. A
far data dal 1982 la recensione di un libro di storia degli ebrei o
della Shoah è stata spesso abbinata (stessa pagina, stessa dimensione,
titolazioni allusive) a una recensione sulla questione palestinese.
Avevo iniziato a raccogliere in una cartelletta gli accostamenti più
bizzarri, per la semplice (e deprecabile) ragione che talvolta mi
toccavano da vicino. Vanitas vanitatum, commenti a lavori miei o di
amici a cui voglio bene. Sia bene inteso. Onestà vuole che assai spesso
sia accaduto di notare che il libro sulla questione palestinese fosse
cosa più degna del mio libro o di quello del mio amico. O più acuto
fosse il recensore del libro sul Medio Oriente del suo antagonista,
stolido commentatore chiamato a comporre il soffietto di un lavoro
zoppicante. L’ingegno umano, è noto, soffia dove vuole, come il vento:
non bada alle nostre volgari simpatie di parte. È il metodo che
infastidisce e che non ha eguali in altre tragedie umane: nel peggiore
dei casi si è trattato di un segno subliminale del luogo comune secondo
cui le vittime di ieri sono diventate i carnefici di oggi; nel migliore
dei casi un segno di immaturità (nemmeno così deprecabile, una umana
debolezza) da parte di chi cucina gli inserti culturali e non vuole
offendere nessuno. Dalle debolezze giornalistiche alla toponomastica
urbana il passo è stato breve.
Alberto Cavaglion
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Periscopio - Una proposta
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Nella
mia nota di oggi vorrei soltanto fare una piccola proposta, riguardo a
un provvedimento che l’Unione Europea potrebbe adottare. Costi minimi,
utilità, a mio avviso, notevole. Prima di formulare la proposta, però,
vorrei ricordare tre cose, non direttamente collegate tra loro. Si
tratta, segnatamente, di una nota direttiva UE, di un orologio e di una
fotografia. La direttiva è la 2014/40, recepita in Italia con D. L. del
2/2/2016, con cui si impone a tutti i produttori di tabacco di dedicare
almeno il 65% delle confezioni a messaggi volti a dissuadere dal fumo,
anche, com’è noto, attraverso immagini forti e scioccanti. Una
direttiva utile, secondo me, perché – lo dico da ex fumatore – fumare
fa senz’altro male. L’orologio è quello inaugurato – in grande pompa –
nello scorso mese di luglio, in una piazza centrale di Teheran, che
segna il conto alla rovescia di tutti i giorni (un po’ più di 8400) che
mancano al momento in cui, nel 2040, Israele sarà finalmente distrutto.
Il giorno non è vicinissimo, ma neanche lontanissimo.
Francesco Lucrezi, storico
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Studiando Bonaventura
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C’è
un solo modo per salvare l’università in Italia. Immergersi per intero
nel lavoro che si fa con gli studenti con un atto intenzionale che ha
come scopo la conquista di una reciprocità e come obiettivo una
trascendenza. Come sottolineava il mio amico Feuerstein, ciò che si
apprende nell’hic et nunc deve potersi estendere a scopi più ampi e
acquistare un significato per chi insegna e per chi apprende.
Iniziando il mio corso di psicologia nello scorso anno accademico per
gli studenti della specialistica, ho tenuto una lezione sulla figura e
sull’opera di Enzo Bonaventura. Una figura tragica della storia della
psicologia italiana. Psicologo sperimentalista e pioniere della
psicoanalisi, espulso dall’Università di Firenze in seguito alle Leggi
razziali del 1938.
David Meghnagi, Università Roma Tre
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