19 Ottobre 2016 - 17 Tishri 5777

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  16 Agosto 2017 - 24 Av 5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
“Guarda, Io pongo di fronte a voi oggi benedizione e maledizione” (Deut.11,26).
Il Gaon R. Elyhau ha cosi spiegato questo versetto a partire dall’alternarsi del singolare – all’inizio della frase – con il plurale alla sua conclusione. In questo passo il Signore si rivolge innanzitutto ad ogni singola persona “Guarda” – osserva, giudica con attenzione e cerca di seguire la via del bene, anche se attorno a te vedi tanti altri che praticano il male, non lasciarti condizionare da costoro e sforzati di compiere quello che spetta a te.
 
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Davide
Assael,
ricercatore
In una recente trasmissione televisiva di Rai 3, dunque non una piccola tv locale, Donatella Di Cesare si è trovata, con altri, di fronte ad un proprietario di un locale di Reggio Emilia. Questo personaggio, con grande tranquillità, si definiva stupito per le reazioni alla sua dichiarazione di non voler assumere un ragazzo di colore per incompatibilità con l’ambiente del quartiere. Niente di personale, sosteneva, solo una normalissima scelta di marketing. Ecco, credo che non esista esempio migliore di ciò che Anna Foa definisce da tempo sdoganamento del razzismo. Qualcuno dovrebbe spiegare a questi soggetti che esistono dei diritti che valgono più di qualunque circostanza. E proprio per questo sono stati definiti universali. Io mi chiedo: quale differenza c’è fra tizi come questo e quell’altro decerebrato svizzero, che ha invitato i suoi clienti ebrei a farsi la doccia prima di entrare in piscina? Siamo davvero su una china pericolosissima.
 
  davar
le violenze naziste di charlottesville
L'Anti-Defamation League:

"Dietrofront Trump ci turba"
Forti perplessità, nel mondo ebraico americano, per il passo indietro del presidente Donald Trump sui fatti di Charlottesville dello scorso fine settimana.

“Colpa di entrambe le parti” ha affermato l’inquilino della Casa Bianca in una nuova dichiarazione alla stampa, successiva di 24 ore alla già tardiva condanna nei confronti dei gruppi neonazisti che hanno mostrato il volto più nero e retrivo d’America, portando alla morte di una donna nel corteo anti-razzista e al ferimento di diversi manifestanti (“ripugnanti” li aveva definiti lunedì scorso, dopo che a caldo – tra lo sconcerto di molti suoi collaboratori – non aveva espresso nessuna condanna incisiva ed esplicita). Tra gli altri si è detto turbato dal dietrofront di Trump il direttore dell’Anti-Defamation League Jonathan Greenblatt, secondo cui per la seconda volta in pochi giorni il presidente “ha fatto il contrario” rispetto a quanti, tra i suoi predecessori, “hanno contrastato con forza bigottismo e odio”.
Negli scorsi giorni l’Anti-Defamation League aveva chiesto a Trump di elaborare un piano d’azione per un reale contrasto alla violenza e alla dottrina dei suprematisti bianchi e dei loro seguaci. Un veleno che, come appare evidente ogni giorno di più, rischia di infettare l’intero paese. “In questo momento – la riflessione di Greenblatt – abbiamo disperatamente bisogno di leadership e che dalle parole si passi presto all’azione: la minaccia è ancora viva. I gruppi di odio si sentono infatti incoraggiati e stanno già organizzando altre iniziative. Anche per questo, per un efficace contrasto, il presidente deve impegnarsi assieme ai dirigenti del Congresso e con chi si batte per i diritti civili”.


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pilpul


Ticketless - Par condicio
La questione della intitolazione di due piazze di Roma, una a Toaff e una a Arafat, ha messo al centro del dibattito un tema, quello dei contrappesi. Un fenomeno ben noto, e non da ieri, a chi conosce il mondo dei libri, delle terze pagine dei quotidiani o degli inserti. A far data dal 1982 la recensione di un libro di storia degli ebrei o della Shoah è stata spesso abbinata (stessa pagina, stessa dimensione, titolazioni allusive) a una recensione sulla questione palestinese. Avevo iniziato a raccogliere in una cartelletta gli accostamenti più bizzarri, per la semplice (e deprecabile) ragione che talvolta mi toccavano da vicino. Vanitas vanitatum, commenti a lavori miei o di amici a cui voglio bene. Sia bene inteso. Onestà vuole che assai spesso sia accaduto di notare che il libro sulla questione palestinese fosse cosa più degna del mio libro o di quello del mio amico. O più acuto fosse il recensore del libro sul Medio Oriente del suo antagonista, stolido commentatore chiamato a comporre il soffietto di un lavoro zoppicante. L’ingegno umano, è noto, soffia dove vuole, come il vento: non bada alle nostre volgari simpatie di parte. È il metodo che infastidisce e che non ha eguali in altre tragedie umane: nel peggiore dei casi si è trattato di un segno subliminale del luogo comune secondo cui le vittime di ieri sono diventate i carnefici di oggi; nel migliore dei casi un segno di immaturità (nemmeno così deprecabile, una umana debolezza) da parte di chi cucina gli inserti culturali e non vuole offendere nessuno. Dalle debolezze giornalistiche alla toponomastica urbana il passo è stato breve.

Alberto Cavaglion 

Periscopio - Una proposta
Nella mia nota di oggi vorrei soltanto fare una piccola proposta, riguardo a un provvedimento che l’Unione Europea potrebbe adottare. Costi minimi, utilità, a mio avviso, notevole. Prima di formulare la proposta, però, vorrei ricordare tre cose, non direttamente collegate tra loro. Si tratta, segnatamente, di una nota direttiva UE, di un orologio e di una fotografia. La direttiva è la 2014/40, recepita in Italia con D. L. del 2/2/2016, con cui si impone a tutti i produttori di tabacco di dedicare almeno il 65% delle confezioni a messaggi volti a dissuadere dal fumo, anche, com’è noto, attraverso immagini forti e scioccanti. Una direttiva utile, secondo me, perché – lo dico da ex fumatore – fumare fa senz’altro male. L’orologio è quello inaugurato – in grande pompa – nello scorso mese di luglio, in una piazza centrale di Teheran, che segna il conto alla rovescia di tutti i giorni (un po’ più di 8400) che mancano al momento in cui, nel 2040, Israele sarà finalmente distrutto. Il giorno non è vicinissimo, ma neanche lontanissimo.

Francesco Lucrezi, storico
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Studiando Bonaventura
C’è un solo modo per salvare l’università in Italia. Immergersi per intero nel lavoro che si fa con gli studenti con un atto intenzionale che ha come scopo la conquista di una reciprocità e come obiettivo una trascendenza. Come sottolineava il mio amico Feuerstein, ciò che si apprende nell’hic et nunc deve potersi estendere a scopi più ampi e acquistare un significato per chi insegna e per chi apprende.
Iniziando il mio corso di psicologia nello scorso anno accademico per gli studenti della specialistica, ho tenuto una lezione sulla figura e sull’opera di Enzo Bonaventura. Una figura tragica della storia della psicologia italiana. Psicologo sperimentalista e pioniere della psicoanalisi, espulso dall’Università di Firenze in seguito alle Leggi razziali del 1938.


David Meghnagi, Università Roma Tre
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