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 20 agosto 2017 - 28 Av  5777
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks,
rabbino
La Torah e la tradizione ebraica sanno come onorare sia i morti che i vivi, sostenendo il delicato equilibrio tra il dolore e la consolazione, tra la perdita della vita che ci provoca dolore e la riaffermazione di quest'ultima che ci offre speranza.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
L’abbattimento delle statue negli Stati Uniti dice che una guerra civile, che è sempre rimasta sottotraccia, è tornata a essere protagonista nell’immaginario collettivo tanto che forse è persino legittimo dire che non c’è mai stato nessun dopoguerra. In breve nella testa di tutti i protagonisti in conflitto – suprematisti, neri d’America, democratici,… – non c’è come si ricorda il passato, ma che presente si vive e quale futuro si vuole per i propri figli.
 
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Spagna, terrorista  in fuga
Italia obiettivo dell'Isis
“Proseguono le indagini della polizia catalana sulla cellula terroristica che ha organizzato l’attacco a Barcellona. Finora ci sono stati quattro arrestati: nessuno con precedenti per terrorismo, tre marocchini e uno spagnolo. Secondo i giornali, le autorità pensano che a guidare il furgone usato nell’attacco sia stato Younes Abouyaaqoub, un marocchino di 22 anni. “Voglio che tu ti costituisca, non voglio che tu uccida altre persone, l’Islam non lo predica” l’appello della madre del giovane, riporta La Stampa. Intanto, scrive il Corriere, prende sempre più consistenza il ruolo dell’imam di Ripoll, Albdelbaki Es Saty: licenziato dalla sua comunità, potrebbe essere lui la mente degli attacchi a Barcellona e Cambrils. Inoltre, sembra che l’obiettivo dei terroristi fosse colpire la Sagrada Familia in quanto “simbolo contemporaneo della cristianità, – spiega La Stampa – ma anche il luogo più frequentato dai turisti (4,5 milioni nel 2016)”. Il fatto poi che l’attentato sia stato pianificato in Catalogna, spiega il Corriere, non deve sorprendere: tutta la regione “è un avamposto dell’islamismo in Europa. Lo dimostrano le 30 indagini antiterrorismo degli ultimi 5 anni, con oltre 60 arresti”. Barcellona ha risposto alla minaccia jihadista, tornando a riempire di persone la Rambla (Giornale) e dimostrando di non avere paura. Forte preoccupazione invece nelle parole del rabbino capo della città che ha invitato la sua Comunità a lasciare il Paese (Giornale).

Italia, la minaccia sui social jihadisti. “Il prossimo obbiettivo è l’Italia”, è il senso del messaggio rivelato dal sito statunitense Site, specializzato in monitoraggio delle comunicazioni dei terroristi islamici sul web. “Una minaccia che non suona nuova e che non sposta la sostanza delle misure di controllo e prevenzione già varate dal Viminale, ma che non viene sottovalutata”, sottolinea il Corriere. L’Isis intanto ha rivendicato l’attacco in Russia dove un uomo armato di coltello ha ferito sette persone mentre non ci sono rivendicazioni per l’attentato a Turku in Finlandia: qui un uomo ha ucciso due persone per la strada e ne ha ferite altre otto. “È la prima volta che il paese scandinavo (di cinque milioni di abitanti di cui 70.000 musulmani) diventa bersaglio di attacchi jihadisti, – scrive l’Osservatore Romano – ma oggi si ricorda che in giugno i servizi di sicurezza avevano avvertito di una possibile minaccia terroristica”.

Operazione libanese contro l’Isis. Ieri, racconta Alberto Negri sul Sole 24 Ore, “Beirut ha lanciato contro l’enclave dello Stato islamico sul confine con la Siria una vasta offensiva presso la città di Ras Baalbek. Si tratta dell’ultimo tratto di frontiera ancora in mano ai militanti. Che sono obiettivo anche di un’operazione congiunta di Damasco ed Hezbollah”. Proprio Hezbollah, movimento terroristico supportato dall’Iran, sta rafforzando molto la sua posizione e per questo Israele teme un possibile nuovo conflitto a nord.
 
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  davar
pagine ebraiche - nel nome di bartali
Il Giro d’Italia a Gerusalemme,
l’annuncio ufficiale a settembre

Progetti editoriali, ricostruzioni giornalistiche, nuove ricerche storiografiche. La figura di Gino Bartali e il suo ruolo nel salvataggio di ebrei sotto il nazifascismo conoscono una stagione di rinnovata centralità. Una centralità che si accentuerà ulteriormente nelle prossime settimane, quando diventerà ufficiale (l’annuncio dovrebbe arrivare il 18 settembre) un progetto molto atteso e di cui vi avevamo già svelato alcune anticipazioni.
A meno di clamorosi imprevisti infatti il prossimo Giro d’Italia prenderà il via da Gerusalemme e da lì toccherà diverse mete, per tre tappe complessive.
Centralità assoluta per Ginettaccio, che dovrebbe essere ricordato dalla carovana in rosa con almeno un passaggio allo Yad Vashem, il Memoriale della Shoah di Gerusalemme la cui commissione, al termine di un lungo lavoro di approfondimento, l’ha inserito nel 2013 nell’elenco dei Giusti tra le Nazioni basandosi tra gli altri sulla testimonianza inedita dell’ebreo fiumano Giorgio Goldenberg, che dopo aver raccontato la sua incredibile storia di salvezza a Pagine Ebraiche (dicembre 2010), in poche ore ripresa da tutta la stampa italiana e da molta internazionale, si è recato di persona allo Yad Vashem con una deposizione scritta a beneficio della commissione stessa.
Sempre più spesso i grandi giri ciclistici, in testa Tour de France e Giro d’Italia, prevedono l’apertura in un paese estero. Gerusalemme è stata proposta anche con l’auspicio inoltre di dar vita a una vera e propria “corsa per la pace”.
Le recenti tensioni che hanno coinvolto la capitale dello Stato ebraico hanno fatto slittare un annuncio che sarebbe già dovuto arrivare nel corso del Tour de France, durante uno dei due giorni di riposo previsti. Ma ormai ci dovremmo essere.
Significativi gli investimenti sul ciclismo realizzati in questi anni. Già nell’ottobre 2013, su iniziativa del Giro d’Italia, fu infatti organizzata a Gerusalemme una Gran Fondo con starter d’eccezione Andrea Bartali. Il figlio del grande Gino, recentemente scomparso al pari di Goldenberg, fu coinvolto per legare in modo ideale Sport e Memoria. Due assi che sono al centro anche di questo nuovo progetto.
Il ciclismo cresce intanto nella considerazione degli israeliani. Merito anche di una squadra professionistica, la Israel Cycling Academy, che oltre a partecipare ad alcuni giri minori si è imposta all’attenzione dell’opinione pubblica per varie ragioni.Tra queste, un rapporto fortissimo con la vicenda di Bartali campione di umanità. Iniziativa frutto del giovane team manager, Ran Margaliot, che in corsa è stato allievo del grande Alberto Contador e che ha portato i suoi ragazzi ad affrontare i luoghi di Gino in bicicletta, nel 2016 e nella scorsa primavera.
Un progetto che è nato ed è stato sviluppato insieme alla redazione di Pagine Ebraiche.

Adam Smulevich twitter @asmulevichmoked
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l'incontro mercoledì a sochi
Netayahu-Putin, nuovo vertice
Israele chiede garanzie in Siria

Negli ultimi due anni Benjamin Netanyahu ha incontrato Vladimir Putin cinque volte, ovvero più di ogni altro capo di Stato e di governo (nell'immagine, uno di questi incontri). E presto il conto dei vertici tra i due salirà a sei: il Premier israeliano e il presidente russo hanno infatti fissato per mercoledì a Sochi una nuova riunione. È il tema principale, oggi come in passato, sarà la sicurezza d'Israele: Gerusalemme non può accettare che ai suoi più pericolosi nemici, Iran e Hezbollah (movimento terroristico libanese sovvenzionato da Teheran), sia stato lasciato così tanto spazio di manovra in Siria da Mosca e Washington. Putin e il presidente Usa Trump il 7 luglio scorso hanno infatti annunciato un cessate il fuoco all'interno del territorio siriano che Netanyahu ha in seconda battuta duramente criticato. In questa tregua infatti, il Primo ministro non ha ravvisato le garanzie necessarie per Israele di fronte alla minacciosa influenza in Siria di Teheran e del suo braccio armato nella regione, Hezbollah.
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il cordoglio dell’Adei Wizo
Carla Baroccio Falk (1925-2017)
È scomparsa all’età di 92 anni Carla Baroccio Falk, fondatrice e per diversi decenni direttrice de Il Portavoce, organo di informazione dell’Adei Wizo (l’associazione che rappresenta le donne ebree d’Italia).
La sua vita, anche al fianco del marito Federico – autentica memoria storica della Fiume ebraica – è stata segnata da molteplici impegni. In campo ebraico e non solo.
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sorgente di vita
In Galilea, il villaggio high tech
Si apre con un servizio realizzato a Yokneam, villaggio tecnologico in Galilea, nel nord di Israele, la puntata di Sorgente di Vita in onda stasera 20 agosto. Guidati da Astorre Modena, manager dell’incubatore tecnologico TerraLab, modello israeliano nel mondo delle start up. Talento, idee, investimenti statali per sviluppare ricerche su energie rinnovabili, acqua, ambiente, ma anche software e app, dispositivi medici e robot: dalla realtà aumentata di un visore per le operazioni alla spina dorsale alle invenzioni per migliorare la vita quotidiana.
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pilpul

Di gesso e di sale
Mentre c’è chi abbatte vite umane, investendole intenzionalmente con un veicolo a motore, ci sono quanti pensano che il passato possa essere ricostruito a propria immagine e somiglianza (quale immagine e a somiglianza di chi e cosa?) buttando giù i monumenti e le costruzioni del passato. La polemica ha il sapore di stantio, sia nella forma che nei contenuti. Ed è probabile che passata l’estate, stagione ritornata tragica per il ripetersi di un terrorismo con il quale dovremo convivere a lungo, si sgonfi da sé. Rimane il fatto che la furia iconoclasta – questa volta nel senso letterale del termine, trattandosi di una distruzione di immagini e raffigurazioni simboliche alle quali è conferito un qualche valore che trascende il passato – pervade trasversalmente un nutrito gruppo di persone, anche da sponde (politiche, culturali, ideologiche) opposte. Così quindi in Ucraina, da dove viene annunciato che la rimozione delle statue di Lenin è in via di ultimazione; negli Stati Uniti, attraversati da una polemica per l’abbattimento dei monumenti che rimandano ai trascorsi confederati e sudisti; più modestamente – è il caso di dirlo – in Italia, tra affermazioni e contro-affermazioni rispetto al passato fascista, ai suoi simboli e alla traccia architettonica (ma anche urbanistica, la qual cosa è assai meno facilmente modificabile di quanto non lo sia nel caso precedente) che il regime mussoliniano ha lasciato in eredità. Qualche rimando al merito del problema, forse, necessiterebbe.

Claudio Vercelli
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