Roberto
Della Rocca,
rabbino
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Secondo
il Maestro chassidico, il Dov di Mesritch (18° sec.), dobbiamo servirci
dell'aiuto del cuore per comprendere la Torah. I cinque libri della
Torah sono, infatti, avvolti in un cuore: cominciano con la ב BET -
prima lettera della parola בראשית Bereshìt - e si concludono con la ל
LAMED - ultima lettera della parola ישראל Israel. Queste due lettere
unite formano la parola לב LEV, cuore, il cui valore numerico è 32 (la
somma delle 10 Sefiròt e delle 22 lettere dell'alfabeto), che sono i
sentieri che conducono ai segreti della Torah.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Sul
TG3 del 12 ottobre, Giovanna Botteri riferisce della decisione di Stati
Uniti e di Israele di uscire dell’Unesco. Palesemente sorpresa, la
Botteri, commenta l’incomprensibilità della decisione americana e
israeliana: “gli Stati Uniti hanno deciso di andarsene perché la
politica dell’Unesco, secondo Washington, sarebbe troppo anti-Israele e
filo-palestinese. La Palestina, ricordiamo, è stata ammessa all’Unesco;
entrerà nel 2018. Eppure, dice la Segretaria dell’Unesco, noi abbiamo
fatto una politica di apertura contro l’antisemitismo. Alla base c’è
naturalmente una diatriba sull’entrata della Palestina…”. La Botteri,
per dimostrare quanto sia inspiegabile la decisione di Trump, chiosa a
commento: “Che cos’è l’Unesco? Guardate: queste sono le immagini di
Matera. Matera fu dichiarata città dell’anno dall’Unesco. Questa è la
Statua della Libertà, un’altro Patrimonio dell’Umanità dichiarato
dall’Unesco. Insomma, l’Unesco è, in qualche modo, al di sopra delle
parti…”.
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Austria, rebus coalizione
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Il
rebus coalizione nel futuro politico dell’Austria. Da parte del capo
dello Stato ferma contrarietà alla nomina di un ministro degli Esteri
nazionalista, nel caso sempre più probabile che Kurz stabilisca
un’alleanza di governo con l’ultradestra. Scrive il Corriere: “Kurz non
vuole ancora pronunciarsi sulle sue preferenze. Ma si parla già della
possibile divisione dei ministeri in un eventuale gabinetto con
Strache. Ci sarebbe un veto del presidente Van der Bellen ad avere agli
Esteri un nazional-liberale, non in linea con il consenso europeista
del Paese”. L’ipotesi di Grosse Koalition resta sullo sfondo. Ma, viene
spiegato, più che altro come “chip negoziale”.
Tra gli eventi che ieri hanno segnato l’anniversario del 16 ottobre,
l’inaugurazione della mostra sulle Leggi Razziste promulgate dal
fascismo a cura della Fondazione Museo della Shoah. Una mostra che,
sottolinea il Corriere Roma, “va osservata con occhi attenti,
soffermandosi sui tanti fogli ingialliti recuperati da archivi privati,
sulla gran mole di foto che testimoniano il peggioramento delle
condizioni di vita degli ebrei italiani dopo il 1938, sui manifesti
discriminatori e sui documenti ufficiali di un governo che scelse la
persecuzione razziale sostenendola con una dottrina di elaborazioni
falsamente scientifiche”.
Polemica del deputato dem Marco Miccoli per l’assenza della sindaca
Virginia Raggi ai diversi momenti commemorativi svoltisi ieri in città
(al suo posto il vice Luca Bergamo). Afferma al riguardo il
vicepresidente della Comunità ebraica romana Ruben Della Rocca, sentito
da Repubblica: “La sindaca è stata domenica sera alla marcia silenziosa
che organizziamo assieme alla Comunità di Sant’Egidio, e c’erano anche
i presidenti Grasso e Zingaretti. Se si discute della partecipazione
alle cerimonie del 16 ottobre, significa che la data è rilevante per la
città, e non possiamo che esserne soddisfatti. Ci piacerebbe però che,
anziché dividersi, le forse politiche all’unanimità proclamassero il 16
ottobre lutto cittadino per la Capitale”.
Quanti furono gli ebrei catturati il 16 ottobre 1943 dalla Gestapo
nella Capitale? Quanti furono i cittadini di religione ebraica vittime
di retate e quanti quelli che si mobilitarono nella resistenza armata?
A rispondere a queste e a molte altre domande una ricerca a cura di
Silvia Haia Antonucci e Claudio Procaccia, Dopo il 16 ottobre. Gli
ebrei a Roma tra occupazione resistenza, accoglienza e delazioni
(1943-1944), che sarà oggi presentata alla Casina dei Vallati (La
Stampa).
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l'iniziativa all'ex collegio militare di roma
16 ottobre, la Memoria condivisa
nei luoghi della tragedia
“Siamo
noi cristiani a dovere e a volere fare il primo tratto del cammino per
incontrarci e abbracciarci. Mille passi: questa, più o meno, è la
lunghezza del cammino che separa piazza san Pietro e l’ex Collegio
Militare. Mille passi per ricordare le più di mille vittime – ben più
di mille: bambini, donne, uomini, anziani – deportate e barbaramente
uccise, senza un adeguato intervento da parte nostra. Mille passi che
oggi abbiamo trovato il coraggio di fare, sperando che possano
trasformare il fossato che ci ha divisi in passato in un ponte che ci
unisce e ci rende nuovamente fratelli”.
Sono le parole di Filippo Morlacchi, direttore dell’Ufficio per la
pastorale scolastica e l’insegnamento della religione cattolica della
Diocesi di Roma, ad inaugurare un’iniziativa di ricordo del 16 ottobre
che ha aperto ieri un nuovo fronte di Memoria condivisa. Da Piazza San
Pietro all’ex Collegio Militare in via della Lungara in cui furono
detenuti gli ebrei romani catturati prima della loro deportazione nei
campi di sterminio. “Ricordiamo insieme” lo slogan di un’iniziativa
apertasi il giorno precedente con diverse testimonianze e riflessioni
sul 16 ottobre e conclusasi con un evento nel cortile del Collegio con
interventi e presenze significative (tra le altre, quella del rav
Riccardo Di Segni, dell’ambasciatrice tedesca Susanne Wasum – Rainer,
del direttore dell’Ufficio Nazionale per l’Ecumenismo e il Dialogo
Interreligioso della CEI don Cristiano Bettega). Ha sottolineato la
Presidente UCEI Noemi Di Segni: “Oggi, ricordando per la prima volta il
16 ottobre in questo luogo così drammaticamente evocativo, scriviamo
insieme un piccolo pezzo di storia e di impegno civile, che chiediamo
in particolare ai giovani. Impegno che non può prescindere da una
sempre più accurata e attenta ricostruzione storica dei diversi momenti
di odio che portarono alla Shoah. Perché come ben sappiamo,
trasversalmente distribuiti, ci furono comportamenti luminosi e altri
assai meno. Tra i comuni cittadini, tra membri delle istituzioni,
nell’apparato ecclesiastico. Storie di indimenticabile coraggio
contrapposte a storie di miseria umana, indifferenza e delazione”. Leggi
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l'incontro alla columbia university
Il Meis in vetrina a New York,
Franceschini presenta il Museo
Appuntamento
nella Grande Mela, per il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e
della Shoah di Ferrara, che giovedì 19 ottobre vedrà aprirsi le porte
della prestigiosa Italian Academy for Advanced Studies in America, alla
Columbia University.
Il ministro dei Beni e delle Attività Culturali e del
Turismo Dario Franceschini ha scelto, infatti, il Meis
come case study della conservazione culturale in Italia,
sulla quale interverrà dialogando con David Freedberg, Direttore
dell’Italian Academy. Alla conversazione, dal titolo World
Cultural Conservation. Italy at the Forefront: Innovation versus
Constraints, seguirà la presentazione dettagliata del progetto Meis da
parte del presidente del Museo Nazionale dell’Ebraismo Italiano e della
Shoah, Dario Disegni, e del direttore Simonetta Della Seta. Leggi
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QUI TRIESTE – IL CONVEGNO INTERNAZIONALE
'Miramare è un progetto europeo.
Gerusalemme, grande esperienza'
Un
castello per le genti d’Europa, un parco per coltivare la diversità e
la ricchezza culturale. E il sogno che siano gli investimenti sulla
cultura e sulla creatività a portare benessere, sviluppo e progresso
anche per le nuove generazioni. Il progetto per Miramare prende il volo
e una giornata di studio e di conoscenza tutta dedicata al futuro dello
straordinario comprensorio naturalistico e artistico che l’arciduca
Massimiliano d’Asburgo ha lasciato alle porte di Trieste, incastonato
fra Alto Adriatico e Carso, fra Oriente e Occidente, nel punto
d’incontro delle tre anime latina, germanica e slava d’Europa, segna
questa storica svolta. Moltissimi gli esperti internazionali che hanno
risposto alla chiamata del nuovo direttore Andreina Contessa, giunta
recentemente da Gerusalemme dove guidava il Museo d’arte ebraica
italiana, per raccogliere la sfida di uno dei progetti strategici più
cari al ministero dei Beni culturali.
Condotti al mattino dalla storica Rossella Fabiani e dal botanico Mauro
Tretiach alla scoperta dell’immenso patrimonio storico, artistico e
naturalistico che il castello e la riserva racchiudono, i partecipanti
sono poi stati accolti dal governatore della Regione autonoma Friuli
Venezia Giulia Debora Serracchiani per avviare, nel salone dello
storico palazzo del Lloyd di navigazione, un serrato confronto sul
lavoro da compiere.
“In questa giornata – ha detto la Serracchiani – si lancia un segnale
importante. I finanziamenti immediatamente disposti dal ministro
Franceschini per avviare le prime opere troveranno una corrispondenza
nell’impegno del governo locale, ma anche di tutti i cittadini che
vedono in Miramare la riconquista di una missione collettiva per
l’Europa”.
“Miramare – ha risposto Andreina Contessa (nell’immagine assieme al
governatore della Regione) – non è solo un museo, non è solo un parco
botanico e un parco marino. È anche un laboratorio, un luogo di studio,
di ricerca, di formazione, di didattica. È anche un luogo dove la
ricerca scientifica è di casa. E da questo punto di vista la mia
esperienza a Gerusalemme spero possa essere utile per ricomporre un
grande progetto che restituisca forza a tutte le sue potenzialità. Ecco
il motivo per cui è importante, prima di ascoltare gli interventi di
alcuni dei grandi esperti presenti, dare la parola ai giovani,
soprattutto ai giovanissimi ricercatori che in tempi recenti a Miramare
hanno dedicato i loro studi e le loro tesi. Questo lavoro che ci
accingiamo a cominciare deve essere condotto per i giovani e con i
giovani”. Hanno così preso la parola tre giovanissime professioniste,
l’ingegner Stefania Musto, l’architetto Alessia Pellizzon e
l’architetto Giulia Ziberna che hanno potuto presentare numerose
proposte sulla sistemazione di un parco e di un patrimonio
naturalistico e artistico unico nel suo genere.
Il direttore del Consorzio delle residenze reali sabaude da cui dipende
la Venaria reale di Torino Mario Turetta ha portato il modello di
recupero e rilancio dell’immenso parco piemontese. “È la storia di un
successo – ha commentato - che ha richiesto colossali investimenti
pubblici oggi forse irripetibili. Ma parlare del patrimonio dei Savoia
sotto ai grandi ritratti di Francesco Giuseppe e Elisabetta d’Austria
che ornano a Trieste questo salone del Lloyd è proprio il segno di
quanto di nuovo sia comunque possibile costruire nell’Europa di oggi”.
Riproducendo quello spazio di plurilinguismo e multiculturalità, di
capitale delle minoranze e delle identità che è il segno di Trieste gli
ha risposto in tedesco la direttrice della Fondazione Dessau Woerliz
già alla guida della Direzione federale austriaca dei parchi culturali
Brigitte Mang, ponendo l’accento su come l’area di Miramare sia
destinata a raccogliere il messaggio di passione per la diversità e per
la varietà naturale di cui l’arciduca d’Austria fu appassionato
portatore. Innovare senza tradire il messaggio originario e la
vocazione reale di Miramare, collegare servizi e fruibilità. Sono
queste le sfide del futuro che Trieste dovrà raccogliere per
valorizzare un patrimonio di cui può andare orgogliosa. E in queste
sfide la città adriatica non sarà sola, perché il patrimonio di
Miramare è indissolubilmente legato all’orizzonte europeo cui guardano
tutte le genti e tutte le identità”.
Il presidente di Landscape Architecture Nature Development Andreas
Kipar ha infine passato in rassegna alcuni modelli concreti che
potrebbero contribuire a gettare le basi di un progetto complessivo.
E mentre il grande progetto prende forma si moltiplicano intanto
segnali incoraggianti e progressi significativi, si aprono nuovi
percorsi di grande attrattiva per il visitatore. Il castello proiettato
nelle acque all’apice di una affascinante parco botanico riprende il
suo volto originario che era quello che si presenta a chi arriva dal
mare. Il ministro Dario Franceschini ha visitato recentemente l’area
con gli stati maggiori degli enti ferroviari per ricongiungere le
mitiche linee della Meridionale e della Transaplina, riaprire strade
ferrate dimenticate e collegare il prestigioso museo ferroviario della
Mitteleuropa che sorgerà nella stazione di Trieste Campo Marzio alla
stazione ferroviaria che gli Asburgo vollero ai margini del parco di
Miramare.
“Il polo di Miramare - ha concluso Andreina Contessa - può certo
rappresentare una delle maggiori attrattive turistiche del nostro
paese. Ma non solo. Può candidarsi ad essere lo spazio dove arte e
natura si incontrano nel nome dei più alti ideali e sull’orizzonte
delle migliori speranze che accomunano l’Europa”.
gv Leggi
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il bando ucei per due operatori
Servizio sociale territoriale,
aperte due posizioni
L'Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane ricerca due professionisti abilitati
e/o operatori sociali per la prosecuzione dell'attività del Servizio
sociale territoriale di supporto alle Comunità con l'esclusione di
quelle già dotate di servizi sociali autonomi (Roma e Milano).
L'obiettivo è di consolidare la rete di supporto e la sussidiarietà
comunitaria nel territorio italiano, suddiviso in funzione delle sedi
comunitarie in tre macroaree (nord-est, nord-ovest e centro sud). Le
aree che necessitano la copertura sono: centro-sud (Comunità di
Firenze, Livorno, Pisa, Napoli, Ancona, Parma) e nord-est (Comunità di
Venezia, Trieste, Verona, Padova, Merano, Mantova, Ferrara). Leggi
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fondazione beni culturali ebraici italiani
Catacombe ebraiche di Venosa,
un bando per giovani studiosi
Una
borsa di ricerca indirizzata allo studio, alla valorizzazione e alla
migliore fruizione del patrimonio catacombale ebraico di Venosa
(Potenza) rivolta a giovani studiosi italiani e stranieri. A
promuoverla, attraverso bando (con scadenza 17 novembre), la Fondazione
per i Beni Culturali Ebraici in Italia in collaborazione con
l’Associazione Daniela Di Castro.
La borsa, individuale, intende sostenere un’attività di ricerca, in
particolare attraverso la realizzazione di uno specifico prodotto
multimediale interattivo, che interessi le catacombe e il contesto
ambientale/insediativo che le ospita, disponibile per il 2019, anno in
cui Matera sarà Capitale europea della cultura.
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l'anniversario del giornale per bambini ucei
DafDaf compie sette anni
festeggiando con i panda
Il
panda, in copertina, non guarda diritto negli occhi il lettore. Il suo
sguardo lo supera, con dolcezza, forse con un poco di tristezza, e un
sorriso appena accennato incuriosisce e sorprende. Non ci sono solo il
bianco e il nero dell’orso simbolo del WWF e di tutti gli animali in
via d’estinzione, ad aprire il numero di ottobre di DafDaf, ma anche il
rosso di un grande fiocco. E la testata festiva, disegnata anch’essa da
Paolo Bacilieri, col suo striscione e il numero sette, a coronare
l’illustrazione di Luisa Valenti, che da diversi anni ogni mese regala
al giornale ebraico dei bambini le sue copertine. Il panda non è una
scelta casuale: da poco è stato dichiarato fuori pericolo, e festeggia
con DafDaf, la cui redazione invece a volte si sente un poco come il
panda quando era in pericolo: le riviste per bambini chiudono, quelle
che esistono faticano, e creare contenuti di qualità per giovani
lettori non è sempre facile, soprattutto con risorse ridotte al minimo
e tempi sempre tiratissimi. Leggi
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Non voltiamo le spalle ai curdi |
Nell’estate
del 2014 Daesh, che allora tutti chiamavano erroneamente Isis, era
protagonista di un’avanzata inarrestabile. Forse sottovalutato, o
invece sopravvalutato dai giornali, o semplicemente indecifrabile – uno
Stato Islamico che cavalca il Medio Oriente in sella ai pick up! -,
fatto sta che i miliziani nerovestiti conquistavano terreno, sgozzavano
prigionieri, stupravano donne riducendole in schiavitù, impiantavano
sistemi giuridici pre-medievali.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Storie - Ritorno a casa |
Qual
è stata la sorte dei superstiti italiani dei Lager di Auschwitz,
Mauthausen, Buchenwald, Ravensbrück e Dachau? Chi aiutò i “salvati” e
come vissero il ritorno a casa dopo essere sopravvissuti all’esperienza
più drammatica del Novecento? A questi interrogativi cerca di dare una
risposta Elisa Guida, nel saggio La strada di casa. Il ritorno in Italia dei sopravvissuti alla Shoah (Viella editore, pp. 296).
Mario Avagliano
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Il mio antisemita preferito |
Noi
ebrei affrontiamo diverse insidie: il terrorismo islamico, le destre
estreme, la sinistra estrema. Giustamente, ciò che ci dà più pensiero
sono i rischi per la nostra sopravvivenza: primus vivere, deinde
philosophari.
La logica più elementare insegna che uno di questi tre pericoli
dovrebbe rivelarsi minore degli altri due, il che comporterebbe la
necessità di scegliere proprio quello.
Emanuele Calò
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