Il mio antisemita preferito

Emanuele CalòNoi ebrei affrontiamo diverse insidie: il terrorismo islamico, le destre estreme, la sinistra estrema. Giustamente, ciò che ci dà più pensiero sono i rischi per la nostra sopravvivenza: primus vivere, deinde philosophari.
La logica più elementare insegna che uno di questi tre pericoli dovrebbe rivelarsi minore degli altri due, il che comporterebbe la necessità di scegliere proprio quello.
Potrei, però, considerare che si tratti di insidie più o meno equipollenti, nel qual caso mi farei guidare non più da criteri pressoché scientifici, concernenti la misurazione del rischio, bensì dalle mie preferenze personali. Pertanto, se sarò di sinistra sceglierò come maggior insidia le destre, se sarò di destra sceglierò la sinistra e, volendo, potrei relegare il terrorismo ad un ruolo marginale.
Così facendo, avrò scelto il mio antisemita preferito, un’opzione alquanto innovativa perché priva di precedenti chiari. Non farei altro che una magrissima figura, ma vuoi mettere come soddisferò le mie umane debolezze, permettendomi il lusso di far perno sulla mia personalissima Weltanschauung, che è come dire in termini meno eleganti che potrò dar libero sfogo alle mie antipatie?
Certamente, un osservatore neutrale e non prevenuto starebbe attento a tutti e tre i pericoli, ma potrei agire come lo scorpione della favola (che pur di pungere la rana che gli fa varcare il fiume sulla sua schiena condanna tutti e due a morte certa) che obbedisce alla sua natura.
In un lampo d’onestà, prodotto della distrazione, se qualcuno mi dovesse domandare perché, contro ogni logica, ho il mio antisemita preferito, potrei anch’io ispirarmi allo scorpione e trincerarmi dietro alla mia natura.
Sarebbe un gesto assai meschino, ma siamo sicuri che sarei solo?

Emanuele Calò, giurista