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  23 Ottobre 2017 - 3 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Queste sono le discendenze di Noach, Noach era un uomo giusto, integro era nelle sue generazioni, con D-o procedeva Noach. (Genesi 6, 9)
Integro nelle sue generazioni – alcuni interpretano questa espressione come un elogio a Noach: a maggio ragione se fosse appartenuto ad una generazione di giusti, sarebbe stato ancora più giusto. Altri invece interpretano questa espressione come discredito per Noach: in rapporto alla sua generazione egli fu considerato un giusto, ma se fosse vissuto nella generazione di Avraham, non sarebbe stato considerato nemmeno. (Rashi) 
 
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Anna
Foa,
storica
79 anni fa, in questi mesi autunnali, si susseguivano le leggi che toglievano i diritti civili agli italiani ebrei, diritti ottenuti col Risorgimento e da loro guadagnati sul campo attraverso la loro partecipazione alla costruzione dell’Italia unita. Mentre la destra estrema nazionalista e potenzialmente antisemita continua a vincere le elezioni nell’Est Europa, in Italia le esternazioni razziste, antisemite e nazionaliste (ma forse è meglio dire localistiche, dal momento che siamo tornati ai campanili) dilagano sui media e sul social network e assumono, qua e là, inquietanti caratterizzazioni trasversali.
 
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Dalla Siria ai sauditi,
gli USA si fanno sentire
In Siria i curdi strappano all’Isis, con l’aiuto degli Stati Uniti, il più grande giacimento petrolifero del Paese. In Arabia Saudita il segretario di Stato americano Rex Tillerson accorre al summit fra il premier iracheno Haider al-Abadi e Re Salman e lancia un nuovo monito all’Iran. La controffensiva degli Usa in Medio Oriente si è concretizzata ieri con un doppio blitz militare e diplomatico ma, scrive La Stampa, “ancora non basta a controbilanciare le posizioni perse nel Kurdistan, passato dal sogno dell’indipendenza alla lotta per sopravvivere nel giro di una settimana”.

In svolgimento in Polonia un Viaggio per la Memoria rivolto ai soli docenti, su iniziativa congiunta di Regione Lazio e Fondazione Museo della Shoah di Roma. Afferma al riguardo il presidente della Regione Nicola Zingaretti, le cui parole sono riportate sul dorso romano di Repubblica: “Questo Viaggio della Memoria intende non solo investire sulla formazione dei docenti, ma anche creare gli anticorpi contro un revisionismo che continua a riemergere, come dimostra la recente polemica sulla Marcia su Roma organizzata da Forza Nuova e poi annullata dopo il rifiuto all’autorizzazione da parte del ministero dell’interno”. Zingaretti ha dichiarato inoltre di voler lavorare su futuri viaggi con le scuole “a Marcinelle, in Belgio, dove morirono i minatori italiani e a Lampedusa, luogo di arrivo dei migranti”. Intanto a Roma croci celtiche e bestemmie dipinte con le bombolette spray imbrattano la Cisterna Ninfeo nel parco della Caffarella. Repubblica parla di “ennesimo sfregio” a una delle aree più significative della Capitale.

In uscita domani Romanzi 1959-1986, primo di tre volumi che saranno dedicati a Philip Roth nella collana dei Meridiani Mondadori. Curata da Elèna Mortara, l’opera è illustrata sul Corriere da Emanuele Trevi. “Di fronte a tanti capolavori, a un senso così acuto e profondo della natura umana, a un umorismo così irresistibile – si legge – si stenta davvero a credere che il Meridiano dei Romanzi di Philip Roth curato da Elèna Mortara sia solo il primo dei tre che verranno dedicati all’opera del gigante (come altrimenti definirlo?) di Newark. Eppure è proprio così: questo grosso volume è solo l’inizio, e arrivati alla Controvita, il libro del 1986 che chiude l’indice, non possiamo dimenticare che il meglio deve ancora venire”.

Sempre sul Corriere, in un editoriale Pierluigi Battista trae spunto dal saggio Cari fanatici di Amos Oz per alcune riflessioni che spaziano nell’attualità. Scrive Battista: “Una forma di fanatismo descritta da Oz è quella apparentemente di buon senso, ragionevole e blanda, che si esprime nella mistica dell’unità, nella condanna delle divergenze che ci impediscono di agire come ‘un sol uomo’ contro il nemico, nel fastidio per il dissenso, per la critica puntigliosa, per lo spirito polemico bollato alla fine come un tradimento. Quante volte lo abbiamo sentito: unità prima di tutto, stringiamoci, non lasciamo spiragli all’avversario, facciamo muro, facciamo fronte comune, ‘voto utile’, silenzio, disciplina. Ecco, spiega Oz, anche questa è una forma di fanatismo”.
 
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  davar
qui venezia
Turismo e cultura ebraica,
le molte sfide per il futuro

Si è aperta in queste ore, a Venezia, la conferenza internazionale intitolata “Jewish Heritage Tourism in the Digital Age”, organizzata da Beit Venezia, Jewish Heritage Europe e Rothschild Foundation Hanadiv Europe. Da oggi al 25 ottobre una trentina di relatori si alterneranno negli spazi comunitari, all’interno della Sala Montefiore, per approfondire, confrontare e discutere le tante modalità in cui può essere declinato il turismo a tematica ebraica.
Opportunità e complessità, sfide anche difficili e problemi da discutere, l’attenzione dei relatori sarà dedicata sia al turismo rivolto a un pubblico ebraico che a un pubblico non ebraico, in luoghi dove le comunità sono fiorenti e vitali ma anche dove invece restano solo tracce, musei, storie.
Dalle possibilità offerte dal digitale al rapporto con quel turismo non a tema specificamente ebraico che però percorre anche luoghi dove l’ebraismo ha lasciato un segno forte, molti sono gli argomenti di una conferenza internazionale nata sulla scia di numerosi incontri su tematiche simili che dagli anni Novanta ad oggi hanno trattato le mille sfaccettature possibili all’incrocio fra cultura e turismo, fra memoria e storia, con un occhio di riguardo anche per le possibilità economiche che giustamente ne possono derivare.
Gli ideatori e organizzatori della tre giorni culturale, Brigitte Sion (Rothschild Foundation), Ruth Ellen Gruber, (Jewish Heritage Europe) e Shaul Bassi (Beit Venezia), hanno costruito un programma che ha per obiettivi dichiarati “riunire i pensatori, i professionisti del turismo del patrimonio ebraico, ispirare la prossima generazione di custodi di siti ebraici e rafforzare una rete europea di persone coinvolte nel turismo del patrimonio ebraico; creare legami che attraversino le frontiere pur riconoscendo le specificità locali e presentare progetti innovativi e di successo che non siano necessariamente replicabili in un contesto differente, ma che possono essere di ispirazione ad altri”.

(Nell'immagine, il primo panel del convegno, con l'intervento di Dario Disegni, Presidente del Meis e della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia - Foto di Baruch Lampronti)
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presentate oggi le credenziali a rivlin
Il nuovo ambasciatore Benedetti "Italia sempre al fianco d'Israele"
Il nuovo ambasciatore d’Italia in Israele Gianluigi Benedetti ha presentato le proprie credenziali al presidente Reuven Rivlin, nel corso di un incontro alla residenza presidenziale a Gerusalemme.
“Le relazioni tra Italia e Israele sono straordinarie e affondano le radici nella storia antica – ha sottolineato Benedetti – In questi ultimi anni abbiamo lavorato molto, su tanti fronti, la cultura, la sicurezza, la ricerca spaziale, ma cercheremo di fare ogni giorno di più. Ricordiamo pure che i nostri paesi si affacciano entrambi sul Mediterraneo, oggi area chiave nello scenario geopolitico mondiale,” ha proseguito, ricordando le sfide legate all’immigrazione e al terrorismo. “L’Italia sarà sempre al fianco di Israele quando la sua identità e il suo diritto a vivere in pace nella regione sarà minacciato”.
A sottolineare l’ottimo rapporto tra le due nazioni è stato anche il presidente Rivlin, che ha espresso il suo grande apprezzamento per l’impegno del governo di Roma a sovvenzionare la traduzione in Italiano del Talmud, il sostegno a Israele in sede Unesco contro le mozioni che hanno negato il legame fra il popolo ebraico e Gerusalemme e contro i movimenti di boicottaggio. Rivlin ha tuttavia voluto anche invitare a prestare la massima attenzione a un altro dossier importante: la questione iraniana. “L’Iran sta penetrando sempre più nella regione, è ormai arrivato al Mediterraneo, e questo ci preoccupa molto. È un tema che va al di là della minaccia dell’arma atomica che Europa e America pensano di aver risolto con l’accordo in materia stipulato con Teheran” ha denunciato Rivlin”.
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i negoziati con hamas per le salme dei soldati
La missione di Yaron Blum,
riportare a casa Shaul e Oron

Il Primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua decisione di nominare Yaron Blum come nuovo coordinatore per le questioni relative agli israeliani scomparsi e tenuti prigionieri. Parlando all'apertura della riunione di gabinetto di domenica, il Premier ha dichiarato di aver “deciso di nominare Yaron Blum per riuscire a portare i nostri ragazzi a casa. Blum vede questo (incarico) come una missione per la nazione. Lui, personalmente, era membro di uno staff che si è occupato della questione Gilad Shalit e penso che sia l'uomo adatto per questa importante missione”. “Prima della decisione – ha continuato Netanyahu - ho chiamato le famiglie, ognuna di loro, spiegando che li capisco, come genitori e anche come fratelli, e che ricordo i loro figli. Siamo coscienti dell'obbligo morale e umano di fare tutto il possibile per restituirli (alle famiglie). Non ho dubbi che Yaron contribuirà in questo lavoro e darà un aiuto molto importante a questa missione”. Blum va a sostituire Lior Lotan, nominato da Netanyahu per condurre le trattative per il rilascio delle salme dei soldati di Tsahal Oron Shaul e Hadar Goldin, uccisi durante il conflitto contro Hamas nella Striscia di Gaza del 2014. Nelle mani del gruppo terroristico dovrebbero esserci anche tre cittadini israeliani - Avraham Abera Mengistu, Hisham al-Sayed e Juma Ibrahim Abu Ghanima - che, secondo le notizie ufficiali, sarebbero entrati di propria iniziativa nell'enclave controllato da Hamas.
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qui genova - la mostra
Lele Luzzati, tra arte e identità
Il 26 gennaio del 2007 ci lasciava Emanuele Luzzati. Il grande illustratore e scenografo genovese, a dieci anni dalla scomparsa, è oggi protagonista di una importante mostra inaugurata nelle scorse ore nelle stanze del museo ebraico cittadino nell’ambito di alcune iniziative congiunte promosse da Comune e Comunità. “Viaggio nel mondo ebraico di Emanuele Luzzati”: un lungo e appassionante itinerario compiuto attraverso la sua identità, da lui stesso definita come quella di un “ebreo non religioso” ma comunque attento “alle tradizioni tramandate in famiglia di generazione in generazione”.
La mostra riprende una precedente edizione, allora ideata e curata dal Centro Culturale Primo Levi, ed è stata arricchita dalla curatrice Danièle Sulewic, scenografa e storica collaboratrice di Luzzati, con uno studio inedito che inserisce l’artista nel contesto delle sue radici ebraiche fra Piemonte e Emilia-Romagna. “La sfida di questa mostra è portare uno sguardo più ricco su una figura che in tanti conoscono, ma non troppo in profondità. È lo sguardo su un uomo che è stato di esempio per tanti, me compresa, anche oltre la sua dimensione artistica. Un vero e proprio maestro” sottolinea la curatrice a Pagine Ebraiche. Con lei, a fare gli onori di casa, il presidente della Comunità ebraica Ariel Dello Strologo. Toccante inoltre la testimonianza della scrittrice Giacometta Limentani, grande amica di Luzzati.
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pilpul
Oltremare - Chi naja e chi no
La naja locale, per quelli che in Italia ancora si ricordano che cosa era la naja, qui si sa che non è una passeggiata. Tre anni, la probabilità statisticamente molto alta di incocciare in una guerra prima della fine del periodo, e l'entrata all'università dopo i vent'anni, lavorando poi in parallelo agli studi e mettendo su famiglia. E in molti casi, anche i periodi da riservisti che si fanno ogni anno non son per niente divertenti. Noi ebrei diasporici abbiamo sempre dato per scontato però che tutti i giovani israeliani, uomini e donne, servissero per lo Stato, e la cosa ci riempiva di orgoglio. Eccezioni invece ce ne sono sempre state: mi ricordo di un shaliach, un inviato dell'Hashomer Hatzair, che era obiettore di coscienza al servizio militare, e stiamo parlando di fine anni Ottanta: intifada furibonda, sassi contro proiettili di gomma, morti e tracollo dell'immagine di Israele in tutto il mondo.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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Le sfide di questo secolo
In un'epoca nella quale dobbiamo confrontarci col terrorismo jihadista mondiale, alcune persone fanno riferimento ai concetti politici obsoleti del secolo scorso: lo scontro tra la sinistra e la destra. Ciechi di fronte alle realtà di oggi, costoro parlano di una "fantomatica Eurabia" perché ignorano la collusione nata nel 1973 tra la Comunità Europea e la Lega Araba contro lo Stato di Israele e le democrazie territoriali.

Bat Ye'or - Gisèle Orebi Littman 
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