Paolo Sciunnach, insegnante | Queste
sono le discendenze di Noach, Noach era un uomo giusto, integro era
nelle sue generazioni, con D-o procedeva Noach. (Genesi 6, 9)
Integro nelle sue generazioni – alcuni interpretano questa espressione
come un elogio a Noach: a maggio ragione se fosse appartenuto ad una
generazione di giusti, sarebbe stato ancora più giusto. Altri invece
interpretano questa espressione come discredito per Noach: in rapporto
alla sua generazione egli fu considerato un giusto, ma se fosse vissuto
nella generazione di Avraham, non sarebbe stato considerato nemmeno.
(Rashi)
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Anna
Foa,
storica |
79
anni fa, in questi mesi autunnali, si susseguivano le leggi che
toglievano i diritti civili agli italiani ebrei, diritti ottenuti col
Risorgimento e da loro guadagnati sul campo attraverso la loro
partecipazione alla costruzione dell’Italia unita. Mentre la destra
estrema nazionalista e potenzialmente antisemita continua a vincere le
elezioni nell’Est Europa, in Italia le esternazioni razziste,
antisemite e nazionaliste (ma forse è meglio dire localistiche, dal
momento che siamo tornati ai campanili) dilagano sui media e sul social
network e assumono, qua e là, inquietanti caratterizzazioni
trasversali.
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Dalla Siria ai sauditi,
gli USA si fanno sentire
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In
Siria i curdi strappano all’Isis, con l’aiuto degli Stati Uniti, il più
grande giacimento petrolifero del Paese. In Arabia Saudita il
segretario di Stato americano Rex Tillerson accorre al summit fra il
premier iracheno Haider al-Abadi e Re Salman e lancia un nuovo monito
all’Iran. La controffensiva degli Usa in Medio Oriente si è
concretizzata ieri con un doppio blitz militare e diplomatico ma,
scrive La Stampa, “ancora non basta a controbilanciare le posizioni
perse nel Kurdistan, passato dal sogno dell’indipendenza alla lotta per
sopravvivere nel giro di una settimana”.
In svolgimento in Polonia un Viaggio per la Memoria rivolto ai soli
docenti, su iniziativa congiunta di Regione Lazio e Fondazione Museo
della Shoah di Roma. Afferma al riguardo il presidente della Regione
Nicola Zingaretti, le cui parole sono riportate sul dorso romano di
Repubblica: “Questo Viaggio della Memoria intende non solo investire
sulla formazione dei docenti, ma anche creare gli anticorpi contro un
revisionismo che continua a riemergere, come dimostra la recente
polemica sulla Marcia su Roma organizzata da Forza Nuova e poi
annullata dopo il rifiuto all’autorizzazione da parte del ministero
dell’interno”. Zingaretti ha dichiarato inoltre di voler lavorare su
futuri viaggi con le scuole “a Marcinelle, in Belgio, dove morirono i
minatori italiani e a Lampedusa, luogo di arrivo dei migranti”. Intanto
a Roma croci celtiche e bestemmie dipinte con le bombolette spray
imbrattano la Cisterna Ninfeo nel parco della Caffarella. Repubblica
parla di “ennesimo sfregio” a una delle aree più significative della
Capitale.
In uscita domani Romanzi 1959-1986, primo di tre volumi che saranno
dedicati a Philip Roth nella collana dei Meridiani Mondadori. Curata da
Elèna Mortara, l’opera è illustrata sul Corriere da Emanuele Trevi. “Di
fronte a tanti capolavori, a un senso così acuto e profondo della
natura umana, a un umorismo così irresistibile – si legge – si stenta
davvero a credere che il Meridiano dei Romanzi di Philip Roth curato da
Elèna Mortara sia solo il primo dei tre che verranno dedicati all’opera
del gigante (come altrimenti definirlo?) di Newark. Eppure è proprio
così: questo grosso volume è solo l’inizio, e arrivati alla Controvita,
il libro del 1986 che chiude l’indice, non possiamo dimenticare che il
meglio deve ancora venire”.
Sempre sul Corriere, in un editoriale Pierluigi Battista trae spunto
dal saggio Cari fanatici di Amos Oz per alcune riflessioni che spaziano
nell’attualità. Scrive Battista: “Una forma di fanatismo descritta da
Oz è quella apparentemente di buon senso, ragionevole e blanda, che si
esprime nella mistica dell’unità, nella condanna delle divergenze che
ci impediscono di agire come ‘un sol uomo’ contro il nemico, nel
fastidio per il dissenso, per la critica puntigliosa, per lo spirito
polemico bollato alla fine come un tradimento. Quante volte lo abbiamo
sentito: unità prima di tutto, stringiamoci, non lasciamo spiragli
all’avversario, facciamo muro, facciamo fronte comune, ‘voto utile’,
silenzio, disciplina. Ecco, spiega Oz, anche questa è una forma di
fanatismo”.
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qui venezia
Turismo e cultura ebraica,
le molte sfide per il futuro
Si
è aperta in queste ore, a Venezia, la conferenza internazionale
intitolata “Jewish Heritage Tourism in the Digital Age”, organizzata da
Beit Venezia, Jewish Heritage Europe e Rothschild Foundation Hanadiv
Europe. Da oggi al 25 ottobre una trentina di relatori si alterneranno
negli spazi comunitari, all’interno della Sala Montefiore, per
approfondire, confrontare e discutere le tante modalità in cui può
essere declinato il turismo a tematica ebraica.
Opportunità e complessità, sfide anche difficili e problemi da
discutere, l’attenzione dei relatori sarà dedicata sia al turismo
rivolto a un pubblico ebraico che a un pubblico non ebraico, in luoghi
dove le comunità sono fiorenti e vitali ma anche dove invece restano
solo tracce, musei, storie.
Dalle possibilità offerte dal digitale al rapporto con quel turismo non
a tema specificamente ebraico che però percorre anche luoghi dove
l’ebraismo ha lasciato un segno forte, molti sono gli argomenti di una
conferenza internazionale nata sulla scia di numerosi incontri su
tematiche simili che dagli anni Novanta ad oggi hanno trattato le mille
sfaccettature possibili all’incrocio fra cultura e turismo, fra memoria
e storia, con un occhio di riguardo anche per le possibilità economiche
che giustamente ne possono derivare.
Gli ideatori e organizzatori della tre giorni culturale, Brigitte Sion
(Rothschild Foundation), Ruth Ellen Gruber, (Jewish Heritage Europe) e
Shaul Bassi (Beit Venezia), hanno costruito un programma che ha per
obiettivi dichiarati “riunire i pensatori, i professionisti del turismo
del patrimonio ebraico, ispirare la prossima generazione di custodi di
siti ebraici e rafforzare una rete europea di persone coinvolte nel
turismo del patrimonio ebraico; creare legami che attraversino le
frontiere pur riconoscendo le specificità locali e presentare progetti
innovativi e di successo che non siano necessariamente replicabili in
un contesto differente, ma che possono essere di ispirazione ad altri”.
(Nell'immagine, il primo
panel del convegno, con l'intervento di Dario Disegni, Presidente del
Meis e della Fondazione per i Beni Culturali Ebraici in Italia - Foto
di Baruch Lampronti) Leggi
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presentate oggi le credenziali a rivlin
Il nuovo ambasciatore Benedetti "Italia sempre al fianco d'Israele"
Il
nuovo ambasciatore d’Italia in Israele Gianluigi Benedetti ha
presentato le proprie credenziali al presidente Reuven Rivlin, nel
corso di un incontro alla residenza presidenziale a Gerusalemme.
“Le relazioni tra Italia e Israele sono straordinarie e affondano le
radici nella storia antica – ha sottolineato Benedetti – In questi
ultimi anni abbiamo lavorato molto, su tanti fronti, la cultura, la
sicurezza, la ricerca spaziale, ma cercheremo di fare ogni giorno di
più. Ricordiamo pure che i nostri paesi si affacciano entrambi sul
Mediterraneo, oggi area chiave nello scenario geopolitico mondiale,” ha
proseguito, ricordando le sfide legate all’immigrazione e al
terrorismo. “L’Italia sarà sempre al fianco di Israele quando la sua
identità e il suo diritto a vivere in pace nella regione sarà
minacciato”.
A sottolineare l’ottimo rapporto tra le due nazioni è stato anche il
presidente Rivlin, che ha espresso il suo grande apprezzamento per
l’impegno del governo di Roma a sovvenzionare la traduzione in Italiano
del Talmud, il sostegno a Israele in sede Unesco contro le mozioni che
hanno negato il legame fra il popolo ebraico e Gerusalemme e contro i
movimenti di boicottaggio. Rivlin ha tuttavia voluto anche invitare a
prestare la massima attenzione a un altro dossier importante: la
questione iraniana. “L’Iran sta penetrando sempre più nella regione, è
ormai arrivato al Mediterraneo, e questo ci preoccupa molto. È un tema
che va al di là della minaccia dell’arma atomica che Europa e America
pensano di aver risolto con l’accordo in materia stipulato con Teheran”
ha denunciato Rivlin”. Leggi
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i negoziati con hamas per le salme dei soldati
La missione di Yaron Blum,
riportare a casa Shaul e Oron
Il
Primo ministro Benjamin Netanyahu ha annunciato la sua decisione di
nominare Yaron Blum come nuovo coordinatore per le questioni relative
agli israeliani scomparsi e tenuti prigionieri. Parlando all'apertura
della riunione di gabinetto di domenica, il Premier ha dichiarato di
aver “deciso di nominare Yaron Blum per riuscire a portare i nostri
ragazzi a casa. Blum vede questo (incarico) come una missione per la
nazione. Lui, personalmente, era membro di uno staff che si è occupato
della questione Gilad Shalit e penso che sia l'uomo adatto per questa
importante missione”. “Prima della decisione – ha continuato Netanyahu
- ho chiamato le famiglie, ognuna di loro, spiegando che li capisco,
come genitori e anche come fratelli, e che ricordo i loro figli. Siamo
coscienti dell'obbligo morale e umano di fare tutto il possibile per
restituirli (alle famiglie). Non ho dubbi che Yaron contribuirà in
questo lavoro e darà un aiuto molto importante a questa missione”. Blum
va a sostituire Lior Lotan, nominato da Netanyahu per condurre le
trattative per il rilascio delle salme dei soldati di Tsahal Oron Shaul
e Hadar Goldin, uccisi durante il conflitto contro Hamas nella Striscia
di Gaza del 2014. Nelle mani del gruppo terroristico dovrebbero esserci
anche tre cittadini israeliani - Avraham Abera Mengistu, Hisham
al-Sayed e Juma Ibrahim Abu Ghanima - che, secondo le notizie
ufficiali, sarebbero entrati di propria iniziativa nell'enclave
controllato da Hamas. Leggi
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qui genova - la mostra
Lele Luzzati, tra arte e identità
Il
26 gennaio del 2007 ci lasciava Emanuele Luzzati. Il grande
illustratore e scenografo genovese, a dieci anni dalla scomparsa, è
oggi protagonista di una importante mostra inaugurata nelle scorse ore
nelle stanze del museo ebraico cittadino nell’ambito di alcune
iniziative congiunte promosse da Comune e Comunità. “Viaggio nel mondo
ebraico di Emanuele Luzzati”: un lungo e appassionante itinerario
compiuto attraverso la sua identità, da lui stesso definita come quella
di un “ebreo non religioso” ma comunque attento “alle tradizioni
tramandate in famiglia di generazione in generazione”.
La mostra riprende una precedente edizione, allora ideata e curata dal
Centro Culturale Primo Levi, ed è stata arricchita dalla curatrice
Danièle Sulewic, scenografa e storica collaboratrice di Luzzati, con
uno studio inedito che inserisce l’artista nel contesto delle sue
radici ebraiche fra Piemonte e Emilia-Romagna. “La sfida di questa
mostra è portare uno sguardo più ricco su una figura che in tanti
conoscono, ma non troppo in profondità. È lo sguardo su un uomo che è
stato di esempio per tanti, me compresa, anche oltre la sua dimensione
artistica. Un vero e proprio maestro” sottolinea la curatrice a Pagine
Ebraiche. Con lei, a fare gli onori di casa, il presidente della
Comunità ebraica Ariel Dello Strologo. Toccante inoltre la
testimonianza della scrittrice Giacometta Limentani, grande amica di
Luzzati. Leggi
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Oltremare - Chi naja e chi no |
La
naja locale, per quelli che in Italia ancora si ricordano che cosa era
la naja, qui si sa che non è una passeggiata. Tre anni, la probabilità
statisticamente molto alta di incocciare in una guerra prima della fine
del periodo, e l'entrata all'università dopo i vent'anni, lavorando poi
in parallelo agli studi e mettendo su famiglia. E in molti casi, anche
i periodi da riservisti che si fanno ogni anno non son per niente
divertenti. Noi ebrei diasporici abbiamo sempre dato per scontato però
che tutti i giovani israeliani, uomini e donne, servissero per lo
Stato, e la cosa ci riempiva di orgoglio. Eccezioni invece ce ne sono
sempre state: mi ricordo di un shaliach, un inviato dell'Hashomer
Hatzair, che era obiettore di coscienza al servizio militare, e stiamo
parlando di fine anni Ottanta: intifada furibonda, sassi contro
proiettili di gomma, morti e tracollo dell'immagine di Israele in tutto
il mondo.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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Le sfide di questo secolo
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In
un'epoca nella quale dobbiamo confrontarci col terrorismo jihadista
mondiale, alcune persone fanno riferimento ai concetti politici
obsoleti del secolo scorso: lo scontro tra la sinistra e la destra.
Ciechi di fronte alle realtà di oggi, costoro parlano di una
"fantomatica Eurabia" perché ignorano la collusione nata nel 1973 tra
la Comunità Europea e la Lega Araba contro lo Stato di Israele e le
democrazie territoriali.
Bat Ye'or - Gisèle Orebi Littman
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