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27 Ottobre 2017 - 7 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
La sceneggiata, genere teatrale popolare napoletano, è una forma di rappresentazione a basso costo venuta alla luce subito dopo la disfatta di Caporetto, quando lo Stato Italiano, disgustato da spettacoli volgari, impose la censura e forti tasse agli spettacoli di varietà. La prima “opera sceneggiata” fu allestita dalla compagnia di G. D’Alessio, la quale rappresentò l’opera Pupatella, tratta dall’omonima canzone di Libero Bovio.
I motivi principali della classica sceneggiata sono: l’amore, la passione, la gelosia, i valori ancestrali, l’onore, il tradimento, l’adulterio, mamme morenti, il rapporto viscerale madre-figlio, giovani nullafacenti e dissennati, la vendetta, il codice d’onore, la lotta tra il buono e “ ‘o malamente”, etc.
La sceneggiata ha una propria storia espressiva, una propria tradizione e messaggi morali da inviare al pubblico, alla platea, al mondo intero.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Sul tema dell’antisemitismo lo stato italiano, le istituzioni e l’intera società civile investono ogni anno una quota non indifferente di risorse. Non è sempre stato così, ma da qualche decennio il dato è inequivocabile e non può che essere apprezzato. Vengono prodotti studi accurati, sondaggi, ricerche sociologiche. Vengono pubblicati volumi su casi locali e finanziati progetti a livello accademico. I risultati sono spesso ben pubblicizzati e su di essi si attivano riflessioni e dibattiti. Poi capita che quindici ragazzotti poco colti facciano un utilizzo vergognoso della memoria di Anne Frank e la macchina va completamente in tilt. Le reazioni del mondo politico, del mondo della comunicazione, delle istituzioni in generale non dimostrano un’elaborazione matura dell’immenso lavoro che viene condotto da decenni, ma si esprimono “di pancia”, valutando i fatti e proponendo strategie che sono sorprendenti, per non dire allarmanti.
 
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Bergoglio al Giro,
l'invito di Israele
Il governo israeliano ha invitato papa Bergoglio a dare il via al prossimo Giro d’Italia, che partirà da Gerusalemme il 4 maggio 2018.
La notizia, data ieri in serata dal portale dell’ebraismo www.moked.it, è diventata virale in pochi minuti. Ed è dal portale UCEI che oggi parte la Gazzetta dello sport, il giornale che organizza la corsa rosa, per raccontare questo invito e il suo fortissimo valore simbolico. Scrive la Gazzetta: “Quella di venerdì 4 maggio 2018 sarà una giornata memorabile per lo sport: il Giro d’Italia scatterà da Gerusalemme e, per la prima volta, lo Stato di Israele accoglierà la partenza di una grande corsa a tappe. Adesso lo storico evento si arricchisce di un ulteriore passo di grandissimo significato”.

Una squalifica per il presidente, un’altra per il campo. Nella migliore delle ipotesi partite senza pubblico o la chiusura della curva Nord. “Tremano la Lazio e i suoi tifosi” scrive il Corriere a proposito della conclusione dell’istruttoria della procura federale sulle ultime vicende relative agli ultrà biancocelesti.
“Il razzismo c’è, ma contro la Lazio” sostiene il direttore della comunicazione della squadra bianconceleste Arturo Diaconale in una intervista al Tempo. “Su di noi solo montature e falsità” afferma Diaco, che nell’intervista racconta i diversi contatti intercorsi con esponenti della Comunità ebraica romana nelle ore che hanno preceduto la deposizione della corona davanti al Tempio Maggiore da parte del presidente Lotito.
 
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  davar
israele - la cerimonia di insediamento
Hayut alla guida dell'Alta Corte

"Divisione dei poteri va tutelata"
La cerimonia di insediamento della nuova presidente della Corte suprema israeliana Esther Hayut è stata l’occasione per far emergere nuovamente le tensioni tra il potere giudiziario e l’esecutivo. “Prego che riusciremo a preservare la struttura esistente affinché non si spacchi e perché non venga danneggiata” ha detto Hayut dopo il giuramento, riferendosi all’attuale equilibrio tra i poteri dello Stato. “Questa preghiera per preservare ciò che abbiamo oggi è forse più necessaria che mai per via dei preoccupanti tentativi di minare lo status e l’indipendenza del ramo giudiziario”.
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qui milano - la campagna di crowdfunding
Il Merkos scommette sul futuro

Nuove risorse per la scuola  
Trovare le risorse per il futuro è una delle grandi sfide che si trovano ad affrontare le istituzioni ebraiche italiane. E nelle scorse ore è arrivata la dimostrazione che muovendosi con intelligenza, con passione e con coraggio ci si può riuscire. In trecento e settantaquattro hanno risposto alla coraggiosa campagna di crowdfunding lanciata dalle scuole del Merkos di Milano in occasione dei 60 anni dalla fondazione. Studenti presenti e passati, genitori, anonimi, associazioni, amici che da tempo sono sostenitori e perfetti sconosciuti hanno risposto alla sfida lanciata. Una scommessa non priva di rischi: 24 ore per raccogliere 60 mila euro in una campagna di mobilitazione di un solo giorno, lanciata per investire nel futuro e nell’educazione, con il principio “lascia o raddoppia”.
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l'anticipazione di www.moked.it
Il Giro d'Italia a Gerusalemme

Israele invita Jorge Bergoglio
Il governo israeliano ha invitato papa Bergoglio a dare il via al prossimo Giro d’Italia, che partirà da Gerusalemme il 4 maggio 2018.
La notizia, data ieri in serata dal portale dell’ebraismo www.moked.it, è diventata virale in pochi minuti. Ed è dal portale UCEI che oggi parte la Gazzetta dello sport, il giornale che organizza la corsa rosa, per raccontare questo invito e il suo fortissimo valore simbolico. Scrive la Gazzetta: “Quella di venerdì 4 maggio 2018 sarà una giornata memorabile per lo sport: il Giro d’Italia scatterà da Gerusalemme e, per la prima volta, lo Stato di Israele accoglierà la partenza di una grande corsa a tappe. Adesso lo storico evento si arricchisce di un ulteriore passo di grandissimo significato”.
Scrive Netanyahu nel messaggio fatto pervenire a Bergoglio: “Il fatto che il Giro cominci a Gerusalemme e termini a Roma assume uno speciale simbolismo riflesso nello storico documento ‘Tra Gerusalemme e Roma’, una cui copia è stata presentata a Sua Santità il 31 agosto. Quest’evento, che è sostenuto dal Governo italiano, sarà uno dei punti chiave dei festeggiamenti per il 70esimo anniversario della nascita dello Stato d’Israele ed è parte dei nostri sforzi congiunti di approfondire il dialogo interreligioso e di promuovere la pace”.

lo storico "cocciaro" della roma ebraica
David Limentani (1930-2017)
L’amico, il confidente, il tramite per la realizzazione di un incontro che avrebbe riscritto la storia dei rapporti tra ebrei e cristiani. Ci ha lasciati nelle scorse ore David Limentani, 87 anni, lo storico “cocciaro” del Portico d’Ottavia. Una vita al fianco del rav Elio Toaff, con cui collaborò anche nell’organizzazione della storica visita di Wojtyla.
È “un giorno come un altro”, raccontò a Pagine Ebraiche alcuni anni fa, quando dal Vaticano arriva, a sorpresa, una convocazione da un funzionario. David crede a uno scherzo del cugino Aldo, sparring partner di battute e azioni goliardiche, e infatti finisce con il farsi chiudere il telefono in faccia dal suo interlocutore. E invece, come appurerà in seguito, è tutto vero: Wojtyla vuole conoscerlo. L’invito viene accolto e i due, in un clima disteso e cordiale, parlano un po’ di tutto. Poi Wojtyla arriva al punto: “So che lei è amico intimo del rabbino Toaff. Come pensa reagirebbe se esprimessi il desiderio di visitare la sinagoga?”. È la domanda che cambierà il corso degli eventi. David è sorpreso ed emozionato: sarà lui a riferire la proposta al rav e a fare da intermediario con il Vaticano.
Una vicenda che ha raccontato anche nel suo libro di memorie Il cocciaro del papa, uscito nel 2013. I funerali di David Limentani si sono svolti questa mattina, al cimitero di Prima Porta. Sia il suo ricordo di benedizione.

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l'approfondimento del prestigioso quotidiano
'Presidenti' sul New York Times

Il calcio e la sfida della Memoria
Per difendere la Memoria viva servono storie, indagine, complessità. Servono nuovi elementi e spunti in grado di avvicinare le nuove generazioni a temi che sono di tutti e che come tali vanno difesi. Coinvolgendo, appassionando, stimolando. Promuovendo iniziative lontano anni luce da retorica e vuote celebrazioni. Lo dice il New York Times nel suo odierno approfondimento dedicato alle ultime vicende di odio nelle curve del calcio italiano. E ce lo dice aprendo con la segnalazione di un saggio di recente uscita che molto sta facendo parlare l’opinione pubblica: Presidenti, del collega Adam Smulevich. Il documentato racconto di come il regime fascista e la sua macchina della propaganda cancellarono tre mitiche figure del pallone, accomunate da un’origine ebraica che costò loro cara sia in vita che in memoria: il casalese Raffaele Jaffe, il napoletano Giorgio Ascarelli e il romanista Renato Sacerdoti. Tre uomini dimenticati e oggi finalmente riscoperti, grazie a questo libro. Un messaggio a tutti gli amanti del calcio e a tutti coloro che hanno a cuore gli inalienabili valori delle società progredite.

l'incontro al centro bibliografico
Il Novecento di Tre Maestri
Rav Samuel Hirsch Margulies, rabbino capo e direttore del Collegio Rabbinico di Firenze dal 1899 al 1922. Rav Samuele Colombo, rabbino capo di Livorno dal 1900 al 1923. Rav Alfredo Sabato Toaff, rabbino capo nella stessa città dal 1923 al 1963. Tre grandi Maestri, che hanno segnato un’epoca e che saranno ricordati questa domenica, al Centro Bibliografico UCEI, in occasione della conferenza Rabbini di Firenze e Livorno organizzata nell’ambito del ciclo Rabbini Italiani del Novecento a cura dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e del Centro di Cultura e della Comunità ebraica di Roma.
Appuntamento alle 17.45, con interventi di Daniele Bedarida, Gisèle Lévy, Ariel Viterbo e Lionella Viterbo Neppi Modona. Modererà il confronto rav Gianfranco Di Segni, coordinatore del Collegio Rabbinico Italiano.
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qui milano - il convegno 
Sanità, l'Italia guarda a Israele
L’intreccio tra la sanità italiana e israeliana, le buone pratiche, le opportunità di studio e di lavoro, le collaborazioni nella ricerca e nell’innovazione tra i due paesi. Sono alcuni dei temi toccati dai diversi relatori dell’incontro “Sanità in Israele, ricerca, innovazione e solidarietà” andato in scena martedì scorso a Palazzo Reale, a Milano, e organizzato dalla locale Associazione Italia-Israele con la collaborazione dell’Associazione Medica Ebraica e degli Amici dell’Università di Gerusalemme.
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QUI TORINO - IL CONFRONTO
L'Occidente davanti alla Jihad
Si potrebbe dire una doppia “prima volta” quella di Maurizio Molinari, ospite l’altra sera nell’affollato Centro Sociale della Comunità ebraica di Torino, su iniziativa dell’Adei Wizo, che l’ha invitato a parlare di un fenomeno assai attuale come il tribalismo. Doppia, perché era la prima volta che, da quando è direttore de La Stampa, veniva nella Comunità torinese. Ma, soprattutto, perché è stata ricordata la sua “prima volta” da giornalista, e su vicende del Medio Oriente
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jciak
Nessuno è al sicuro
Quando il fratello Nick finisce in galera per una rapina in banca, Constantine Nickas si lancia in una disperata corsa contro il tempo. Ogni mezzo è lecito pur di tirar fuori da lì il ragazzo prima che sia troppo tardi. Good Time, da ieri nelle sale italiane, è l’ultimo lavoro dei fratelli Josh e Benny Safdie – background ebraico-siriano e, a loro dire, imparentati con l’archistar Moshe Safdie (artefice di Yad Vashem, tanto per dirne una). Violento, veloce, adrenalinico, Good Time – che nel ruolo di Constantine schiera Robert Pattinson, l’ex vampiro di Twilight, ci scaraventa nel sottobosco criminale di New York, in un’odissea destinata a durare una notte.


Daniela Gross
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pilpul
Donne per la pace
In una serata triste e nebbiosa, mentre Torino era più cha mai soffocata dallo smog, è stato quasi un sollievo fisico assistere alla presentazione (la prima ufficiale in Italia) del movimento di donne israeliane e palestinesi Women Wage Peace – Nashim osot shalom (le donne fanno la pace). La manifestazione concreta di una speranza che si accende, forse per qualcuno inattesa. Foto e video che mostravano, nella luce accecante del deserto del Negev, un fiume di donne vestite di bianco e di turchese (i colori del movimento) che sfila, canta e balla in mezzo all’oro della sabbia. Donne che sorridono, si abbracciano, camminano insieme. Così, tra racconto, video e immagini, l’artista e scrittrice italo-israeliana Shazarahel ha portato la propria testimonianza sul grande evento che si è svolto in Israele dal 24 settembre al 10 ottobre, con donne che hanno percorso il paese da sud a nord, da ovest ad est, fino all’arrivo a Gerusalemme, dove il fiume umano si era ingrossato e risultava ancora più imponente (si parla di 30000 persone).

Anna Segre, insegnante
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Vincere gli stereotipi
Qualche settimana fa mi sono recato in un campo nomadi nei dintorni della mia città, come parte di un progetto documentario che io e un amico ci proponiamo di intraprendere a breve tra l’Italia e i Balcani sui Roma e su altre minoranze. Discorrendo con un sacerdote che vive nel campo nomadi (totalmente abitato da musulmani) con la sua roulotte da oltre vent’anni, riflettevamo che per le istituzioni e la società civile un Rom viene accettato solo se cessa di essere tale. Ciò vale per tutti coloro che sono etichettati come “diversi” dalla maggioranza, anche Karl Marx sosteneva nella “questione ebraica” del 1843 che gli ebrei avrebbero dovuto emanciparsi dall’identità e dalla religione ebraica, non tenendo in considerazione che questa uguaglianza non sarebbe altro che assimilazione culturale.

Francesco Moises Bassano
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