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13 Novembre 2017 - 24 Cheshvan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Paolo Sciunnach, insegnante
Questo mondo non è l’unico mondo possibile.
Questo mondo non è il migliore dei mondi possibili.
Questo è un mondo migliorabile.
Per questo motivo sta a noi migliorarlo.
In principio D-o creò migliaia di mondi. Questi mondi erano “perfetti” e non avevano il libero arbitrio. Ma erano statici. Indifferenziati. Li distruggeva e ne creava di nuovi. Ma anche questi non andavano oltre D-o stesso. Alla fine stese la sua destra e inarcò il cielo, poi stese la sinistra e fondò la Terra. D-o diede il libero arbitrio a questo mondo e disse: “Speriamo che tenga”. 
 
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Anna
Foa,
storica
Sessantamila polacchi doc, cioè non mescolati da nessuna minoranza, hanno partecipato ad una grande marcia che voleva commemorare il Giorno dell'Indipendenza, la festa nazionale che in Polonia ricorda l'anniversario, l'11 novembre, della fondazione della seconda Repubblica, in sostanza la rinascita a Stato unitario della Polonia dopo la Prima guerra mondiale. Ma a ascoltare gli slogan scanditi sembrava fosse l'anniversario della presa del potere di Hitler o una qualche ricorrenza del Ku Klux Klan: "Per un'Europa bianca", "Polonia pura, Polonia bianca" erano fra i preferiti, anche se non mancavano slogan più specificamente antieuropei o antisemiti. Il governo polacco ha manifestato la sua soddisfazione. Che dire? che fare? Nessuno che si preoccupi?
 
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La Polonia nera
Sessantamila nazionalisti in marcia per le strade di Varsavia, nel giorno in cui la Polonia festeggiava il 99esimo anniversario della propria indipendenza. Estremisti di destra, neofascisti e xenofobi sono giunti da tutta Europa (tra cui l’italiano Roberto Fiore, di Forza Nuova). E invece di parole di biasimo, dal governo hanno ricevuto lodi sperticate e apprezzamenti. Ecco perché, scrive Repubblica, “la Polonia nera deve spaventarci”.
Agghiacciante la ricostruzione del corteo, fortemente condannato tra gli altri dal governo israeliano: “‘Polonia pura, Polonia bianca, Europa bianca’, ‘fuori i rifugiati’, hanno scandito sabato sera i dimostranti. Uno striscione appeso a un ponte nella capitale diceva ‘Pregate per un Olocausto dei musulmani’. Un giovane manifestante, intervistato sabato sera in diretta dalla Typ, la televisione pubblica, ha affermato: ‘È opportuno cacciare l’ebraismo dalle stanze del potere’. Tra i simboli sventolati dai manifestanti c’era anche la falanga, che era un emblema dell’estrema destra antisemita polacca negli anni Trenta”.
La filosofa Agnes Heller, in un’intervista, afferma: “Situazione brutta, davvero. La Storia passata torna tra noi, irrompe nel presente come vendetta. Insisto, sessantamila nazionalisti in piazza con quegli slogan nel più grande paese del gruppo di Viségrad sono un segnale grosso. E la contro dimostrazione era molto piccola. Stiamo andando giù tutti, l’Europa appare malata”.
Invita comunque a non perdere la fiducia il giornalista e scrittore Wlodek Goldkorn: “Come allora, anche oggi, alla gretta ideologia dell’identità etnico religiosa, appoggiata da gran parte della Chiesa (con lodevoli e significative eccezioni) si oppone una visione di nazione formatasi con la partecipazione di diverse culture, pluriconfessionale, socialisteggiante, tesa verso l’Europa e il Mediterraneo. È una Polonia in questi giorni spaventata, ma che molto presto rialzerà la testa, perché ha un’altra, altrettanto antica e radicate tradizione: laica e multiculturale”.

Su La Stampa si racconta un pomeriggio per le strade di Beirut, nell’attesa che il quadro sul futuro del paese sia più chiaro. Anche con riferimento alla vicenda che vede protagonista Saad Hariri, il premier dimissionario che è ancora a Riad (non si capisce se da cittadino libero oppure se trattenuto contro la sua volontà). C’è timore di un imminente conflitto, ma la vita va comunque avanti.
 
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  davar
dopo la marcia dell'odio in polonia
Gerusalemme, appello a Varsavia
“Intervenga contro gli estremisti”

La marcia di decine di migliaia nazionalisti a Polonia, con annessi cori e slogan che rimandano a un passato oscuro, suscita preoccupazione in tutto il mondo.
A partire da Israele, paese tra i primi ad intervenire con una nota di condanna rispetto a quanto accaduto. “Si tratta di una marcia pericolosa, organizzata da elementi estremisti e razzisti” ha affermato il portavoce del ministero degli Esteri Emmanuel Nachshon. “L’auspicio – ha aggiunto il portavoce – è che le autorità polacche operino contro gli organizzatori. La storia insegna che questi fenomeni di odio razziale vanno affrontati rapidamente e in maniera determinato”.
Agghiacciante il quadro del corteo, per cui il governo polacco non ha speso una parola di biasimo. “Polonia pura, Polonia bianca, Europa bianca” e “fuori i rifugiati” tra gli slogan scanditi. Mentre uno striscione appeso a un ponte nella capitale diceva “Pregate per un Olocausto dei musulmani” e neofascisti in televisione affermavano: “È opportuno cacciare l’ebraismo dalle stanze del potere”.
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qui torino
Sionismo, sguardo al presente
Una giornata densa, fatta di riflessioni pungenti e analisi amare. Queste le sensazioni che si respirano in chiusura del convegno su Israele e il sionismo dal titolo “Gli anniversari, la Storia, la realtà di oggi”, organizzato dal Gruppo Sionistico Piemontese assieme al Keren Kayemet LeIsrael e patrocinato dalla Comunità ebraica di Torino presso il Circolo della Stampa e che ha visto alternarsi al tavolo dei relatori studiosi della realtà mediorientale. A moderare il dibattito e introdurre gli ospiti Vittorio Robiati Bendaud.
Perché il Medi Oriente di oggi è così diverso? A questa prima domanda ha risposto attraverso un video di alcuni minuti Maurizio Molinari, direttore de La Stampa, passando in rassegna gli stati limitrofi al territorio d’Israele.
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qui Napoli – Formazione giornalisti 
Israele, tra passato e futuro
Settanta partecipanti oggi in sinagoga al corso dell’Ordine dei Giornalisti, valido per la formazione professionale obbligatoria della categoria, dal titolo “Israele: passato, presente e futuro di un ideale diventato Stato”. Tra i relatori del corso (giunto alla seconda edizione) il maskil Ariel Finzi, il segretario della locale Associazione Italia-Israele Daniele Coppin, il docente di storie delle religioni dell’Università di Napoli Ottavio Di Grazia. Ad aprire l’incontro i saluti del presidente dell’Ordine dei giornalisti della Campania Ottavio Lucarelli e della presidente della Comunità ebraica napoletana Lydia Schapirer.
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qui roma - centro bibliografico ucei
Come si studia il Talmud
Un nuovo appuntamento per “Il popolo dei libri”, il ciclo di incontri che si svolge al Centro Bibliografico UCEI con l’obiettivo di introdurre ai testi fondamentali della tradizione ebraica e al tempo stesso di fornire strumenti metodologici per dare chiavi di orientamento in questa vasta letteratura.
Giovedì prossimo, alle 18, ospite dell’iniziativa sarà il rabbino capo di Roma rav Riccardo Di Segni. Il suo intervento sarà dedicato allo studio del Talmud, pilastro e fondamento della vita ebraica.
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qui torino
Note di Memoria da Ferramonti
Dopo Milano, Borgo San Dalmazzo, Vercelli, Cosenza e Ferramonti, il concerto dedicato alla “musica perseguitata”, giunge finalmente a Torino. Nella serata di sabato infatti i locali della Comunità Ebraica di Torino hanno accolto i musicisti e i cantanti del progetto “Memorie da Ferramonti”, curato e realizzato dallo Spazio Europeo della Memoria Musicale del Conservatorio di Milano.
A questo punto è necessario fare un passo indietro per parlare della realtà del campo di concentramento situato nel cuore della Calabria: Ferramonti è stato il più grande campo per ebrei in Italia durante la Seconda Guerra Mondiale. Furono oltre duemila i deportati, provenienti per la maggior parte dall’Austria e dalla Germania, e molti di loro erano musicisti professionisti.
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INFORMAZIONE – INTERNATIONAL EDITION 
Italia-Israele, la visita dei giudici
In Israele per costruire opportunità di conoscenza e collaborazione. Così una delegazione del Consiglio superiore della magistratura, guidata dal vice presidente del CSM Giovanni Legnini e dal primo presidente della Corte di Cassazione Giovanni Canzio, ha visitato negli scorsi giorni lo Stato ebraico, come spiegato in apertura dell’odierna uscita di Pagine Ebraiche International Edition; al loro fianco, la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. I magistrati hanno incontrato i colleghi e hanno fatto tappa in alcuni luoghi simbolo come la Corte suprema, la Biblioteca nazionale e la foresta di Tzora dedicata alla memoria dei giudici italiani uccisi dalla mafia, in collaborazione con il Keren Kayemet LeIsrael.
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pilpul
Oltremare - Made in Italy
Basta guardare dall'altra parte del banco di un qualunque bar o ristorante serio che vende caffè in qualunque parte del mondo, e l'orgoglio italico ci riempie. Una Favorita o una La Cimbali possono essere più rappresentative di ambasciatori, conferenze internazionali e patti bilaterali. In Israele come in molti altri paesi del mondo, le macchine made in Italy sono tutte intorno a noi ma spesso non le vediamo: se ne stanno nei laboratori, nelle fabbriche, nei campi. Per esempio nei negozi di gelati che producono gelati veri e non misture a base di polverine industriali. Lì, le macchine per fare i gelati sono italiane per definizione. Certo anche i cinesi ne fanno di quasi perfettamente identiche, ma ho il sospetto che avere una macchina italiana aumenti di molto la professionalità del gelataio – con una macchina come quella non potrebbe anche volendo fare del gelato mediocre, E viceversa, non si permetterebbe di fare del gelato mediocre avendo un gioiello di macchinario.

Daniela Fubini, Tel Aviv
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