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21 novembre 2017 -  3 kislev 5778
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FESTIVAL

Bookcity, tutta Milano in festa tra le pagine

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"Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio villeggiatura.
Mi riposo in Piazza del Duomo.
Invece di stelle ogni sera si accendono parole.
Nulla riposa della vita come la vita".

È con questa citazione di Umberto Saba che l'organizzazione di Bookcity saluta il suo pubblico e lancia l'appuntamento con la prossima edizione, che si terrà dall'8 all'11 novembre 2018, per quella che si pone veramente come una festa. E così è stata: una festa lunga quattro giorni. L'edizione 2017 di Bookcity, appena chiusa a Milano, ha coinvolto più di 175 mila lettori, che hanno affollato musei, teatri, scuole, università, biblioteche, palazzi storici e librerie. Incontri, letture ad alta voce, presentazioni e mostre su libri, lettura ed editoria che si sono tenuti sia negli spazi pubblici messi a disposizione della città che nei tanti spazi privati. E mentre sono già state annunciate le date della prossima edizione è ora di fare un bilancio: la prima edizione della manifestazione promossa dall’Assessorato alla Cultura del Comune di Milano e dall'Associazione Bookcity Milano, a sua volta fondata da Fondazione Corriere della Sera, Fondazione Giangiacomo Feltrinelli, Fondazione Arnoldo e Alberto Mondadori e Fondazione Umberto e Elisabetta Mauri, nel 2012 aveva coinvolto ottantamila persone. E coinvolgeva decisamente meno spazi, tutti centrali: ora anche i librai che lavorano più in periferia raccontano con soddisfazione di come abbiano scelto di puntare su una manifestazione che ha saputo portare in tutti i suoi luoghi tanti lettori, giunti anche da lontano.

Ada Treves

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BIOGRAFIE

Groucho, una storia americana

img headerGroucho Marx / GROUCHO E IO / Adelphi

Groucho Marx era Groucho in ogni sua manifestazione, e la comicità che irradiava sullo schermo si nutriva delle ricche assurdità della sua vita. Così la sua autobiografia Groucho e io, tradotta da Franco Salvatorelli e ripubblicata di recente da Adelphi, non poteva certo somigliare alle tediose elencazioni di travolgenti successi che spesso costituiscono le vite delle star. E questo fin dall’inizio, fin dalla scelta del nome (Julius Henry Marx), destinato a conquistare le simpatie di uno zio il cui patrimonio “risultò consistere in una palla da biliardo numero nove (rubata), una scatola di pasticche per il fegato e uno sparato di celluloide”.
Cinquant’anni di epopea americana (e ebraico-americana: i Marx erano ebrei originari dell’Alsazia emigrati negli Stati Uniti) ci passano davanti attraverso lo sguardo ilare di Groucho: la giovinezza dei cinque fratelli trascorsa a Yorkville, nell’East Side di Manhattan, col padre sarto (“Che papà fosse un sarto, era un’idea condivisa soltanto da lui”) e la madre-agente (“Mia madre alla fine giunse alla conclusione che il modo migliore di sfondare in teatro era non già di lanciare un figlio alla volta, ma fare un lancio all’ingrosso”); i primi numeri di varietà col nome di “I quattro usignoli” e i primi successi di botteghino con "I’ll Say She Is!".

Marco Di Porto

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storia

I ceramisti in fuga
da Adolf Hitler 

BIOGRAFIE

Il multiforme animo
di Primo Levi

Antonio Forcellino /
LA CERAMICA
SUGLI SCOGLI
/
La Conchiglia

II partito nazista avanzava. Oltre trecentomila dei settecentomila ebrei tedeschi se ne andarono ai quattro angoli del globo. In Italia ne arrivarono cinquemila. Tra i primissimi — era il 1926 ma l'aria berlinese era già offuscata dalla propaganda antisemita — Max e Flora Melamerson, da poco sposati. Obiettivo, la costiera amalfitana, Vietri: in quel paradiso terrestre lontano dai rumori di ogni attualità avrebbero ridato spazio e vita agli ideali rivoluzionari di bellezza e creatività che avevano coltivato nella loro Berlino dell'espressionismo e del Bauhaus. E così fecero.

Susanna Nirenstein,
Repubblica Robinson, 19 novembre 201
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Roberta Mori, Domenico Scarpa (a cura di) / ALBUM PRIMO LEVI / Einaudi

L' uomo, prima di tutto. Lo scrittore, il chimico. L'amante della montagna, il partigiano. Il deportato. Queste e tante altre cose è stato Primo Levi (Torino, 1919-1987), personalità multiforme e ingegnosa che sapeva «cucire» molecole con le mani e ricamava parole dai suoi mondi immaginari. Il volume Album Primo Levi (Einaudi), a cura di Roberta Mori e Domenico Scarpa — con tavole disegnate da Yosuke Taki — raccoglie la storia di una vita: fotografie, documenti, scritti inediti, testimonianze rare, pezzi di esistenza appartenuti all'uomo che è stato, prima e dopo l'esperienza della Shoah.

Jessica Chia,
Corriere La Lettura,
19 novembre 201
7

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