10 dicembre 2017 - 22 Kislev 5778 |
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Su Pagine Ebraiche 24, la Newsletter
quotidiana di metà giornata, oggi i pensieri del rav Benedetto Carucci
Viterbi e di David Bidussa. Nella sezione pilpul una riflessione di
Claudio Vercelli.
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Proteste palestinesi, tensione alta
Netanyahu vola in Europa
Mentre
il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si prepara ad
incontrare i leader dell'Ue in Europa - il francese Macron per primo -,
le tensioni in Israele e nei territori palestinesi continuano ad essere
alte. Da dopo l'annuncio del Presidente Usa Donald Trump sul
riconoscimento di Gerusalemme capitale d'Israele di mercoledì scorso,
migliaia di palestinesi sono scesi in strada per protestare e sono
scoppiate le violenze e gli scontri con le autorità israeliane. “A
manifestare sono tre o quattromila giovani, ben poco rispetto ai circa
tre milioni e settecentomila palestinesi residenti tra Gaza,
Gerusalemme est e Cisgiordania. - la ricostruzione di Lorenzo Cremonesi
sul Corriere - Eppure, i bilanci delle vittime sono in crescita. Nelle
ultime 24 ore sono rimaste ferite 270 persone. I morti pare siano
quattro, tutti di Gaza”. Cremonesi spiega che, sotto la pressione delle
manifestazioni, il leader palestinese Mahmoud Abbas ha deciso di non
incontrare il vicepresidente americano Mike Pence e accusa Washington
di non essere più un partner imparziale per i negoziati di pace.
D'accordo con Abbas, Munir Maqdah, leader di Fatah in Libano, che,
intervistato da Repubblica, invita – per il momento – i palestinesi a
manifestare pacificamente “senza ricorso all'uso delle armi”. Ma dal
Libano arrivano anche le parole minacciose del comandante delle milizia
irachena Asaib Ahl al-Haq che dal confine nord di Israele, proclama:
“Siamo qui pronti alla lotta per la causa palestinese e contro
l'occupazione israeliana: liberemo Gerusalemme”. La Stampa a riguardo
parla di minaccia sciita e spiega che “il premier Netanyahu ha sentito
l'esigenza di ricompattare l'alleanza con gli Stati arabi sunniti”,
prima di partire per l'Europa ma alle spalle si lascia anche le
proteste contro di lui e contro le indagini che lo coinvolgono per casi
di corruzione (Repubblica).
La partita di Trump di Medio Oriente.
“ Trump è forse matto, ma non credo sia un idiota né che lo siano gli
uomini che lo circondano. Piuttosto che il gesto non ponderato di un
leader incendiario, la pericolosa decisione di spostare l'ambasciata
statunitense da Tel Aviv a Gerusalemme mi pare più un'azzardata
scommessa sul futuro della Palestina”, l'analisi dell'intellettuale
ebreo ungherese Marek Halter su Repubblica. “È infatti verosimile –
scrive Halter - che dopo aver fatto questo regalo a Netanyahu, Trump
possa chiedergli o, meglio, imporgli di sedersi al tavolo del negoziato
con il presidente palestinese Abu Mazen”. “I regali non sono gratis: -
il commento di Omer Barley (Repubblica), ex colonnello dell'esercito di
Israele che partecipò assieme al fratello di Netanyahu al blitz di
Entebbe nel 1976 - dovrà partire il negoziato e Israele dovrà
affrontare l'assetto dei due Stati, lo status di Gerusalemme città su
cui anche i palestinesi rivendicano diritti, la separazione dei due
popoli, il rientro dei coloni”. Intanto in Europa, racconta Daniel
Mosseri su Libero, “l'Italia prende le distanze da Donald Trump,
secondo il quale Gerusalemme è la capitale dello Stato ebraico. Al
Palazzo di Vetro, Roma si accoda a Parigi e Berlino, criticando le
dichiarazioni di Trump che 'non aiutano le prospettive di pace nella
regione'”.
Como, la sfilata antifascista. Migliaia
di persone hanno sfilato ieri a Como – teatro di un episodio legato ai
naziskin – in difesa dei principi democratici e contro i nuovi
rigurgiti di estrema destra in Italia. Diversi i resoconti sui
giornali, ( Corriere, Repubblica e La Stampa) e c'è spazio per una
polemica: assente infatti il sindaco di Como, Mario Landriscina, a capo
di una coalizione di centro-destra che ha definito l'iniziativa di
parte (a organizzarla, il Partito democratico). "Non capisco come su
certi temi ci si possa sottrarre”, la reazione della presidente della
Camera Laura Boldrini (Repubblica). Su La Stampa, l'ex presidente della
Corte Costituzionale Zagrebelsky sottolinea la necessità di difendere i
giornalisti dalle minacce neofasciste dopo quanto accaduto a
Repubblica, la cui sede è stata presa di mira da una squadra di
contestatori sotto la bandiera di Forza Nuova. In un lungo editoriale
Pierluigi Battista afferma che le nuove pulsioni di estrema destra non
si combattono nei tribunali ma sul piano delle idee: “Combattere
apertamente le idee fasciste, non cedere di un millimetro, raccontare
la menzogna nazista di chi parla oscenamente di 'menzogna di
Auschwitz': ma con la forza delle idee, degli argomenti, dell'ironia.
Andare davanti ai teatri dove comici antisemiti se la prendono con gli
ebrei, e fischiare e manifestare: non chiedere aiuto alla polizia o a
un giudice, intasando i tribunali”.
MEIS, l'attesa inaugurazione.
“Dei tre millenni, almeno due sono trascorsi anche, talvolta
soprattutto, in Italia”, scrive Giulio Busi sul Sole 24 Ore parlando
della diaspora ebraica. “Una poetica etimologia ebraica, I tal Yah,
'Isola della rugiada divina', ci dà testimonianza eloquente del
rapporto emotivo e culturale che lega il giudaismo alle sorti del
nostro Paese” .“Il Museo Nazionale dell'Ebraismo Italiano e della Shoah
(MEIS), che s'inaugura a Ferrara, giovedì 14 dicembre, con una
cerimonia, il giorno precedente, a cui parteciperanno il Presidente
Mattarella e il Ministro Franceschini, - prosegue Busi - è la prima,
grande istituzione di respiro internazionale nata per racchiudere tutta
questa "rugiada" di benedizione e continuità, senza nascondersi la
pioggia buia della discriminazione e della persecuzione. Se la vita
diaspora è di per sé mobile, trasversale, fluida, potrà mai esserci un
luogo che la contiene e la rappresenta davvero? La risposta,
ebraicamente, è: 'Sì, se...'. Il 'se', in questo caso, è un
Museo-non-museo, che tenga il passato davanti agli occhi,e lo metta a
disposizione di tutti”.
Segnalibro. Sul
Corriere, recensione di Alessandro Beretta del primo libro di Simone
Somekh, Grandangolo edito da Giuntina. “Simone Somekh nel suo coming of
age ha talento nell'architettura dei rapporti tra i personaggi, nella
loro costruzione e nel saper tenere, come dice Ezra, 'un sorriso un po'
amaro e un po' divertito per il mondo nel quale vivevamo'”, scrive
Beretta.
Daniel Reichel
twitter @dreichelmoked
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