Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Ieri,
sulla piazza di incontri virtuali che è Facebook, ho postato una
fotografia del 1953 che ritraeva i ragazzi del Collegio rabbinico,
Scuola Margulies, nel cortile dell’allora orfanotrofio di via Cesare
Lombroso a Torino. La scuola rabbinica era diretta dal Rabbino Dario
Disegni zl. Nella fotografia compaiono il rabbino Gustavo Calò zl, sua
moglie Alba zl, il professor Begutin zl e molti ragazzi che saranno i
futuri rabbini di Italia.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Penso
che sia necessario riflettere sulle critiche avanzate da più parti al
governo polacco e al parlamento in relazione alla legge che dovrebbe
prevedere pene fino a tre anni per chi utilizza la denominazione “campi
di sterminio polacchi” (Polish death camps). L’ondata di sdegno
mediatico, politico e diplomatico ha investito le coscienze di molti e
ha prodotto un’eco fortissima. Allarme democratico, estrema
preoccupazione per il futuro della libertà di ricerca, preoccupazione
per la deriva nazionalista e antieuropeista polacca. Tutto molto
comprensibile, ma anche in parte fuorviante. La legge in questione
infatti non dice quel che le si vuole far dire, e risponde a dinamiche
diverse. Non è una legge nuova, ma la modifica di una legge già in
vigore relativa ad altri temi.
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Piazza divisa a Macerata
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Tensione
ieri sera a Macerata dove i neofascisti di Forza Nuova hanno
organizzato una manifestazione, violando il divieto del Questore. La
città è scossa dopo l'omicidio di Pamela Mastropietro, per cui è stato
arrestato il nigeriano Innocent Oseghale (per cui il Gip ha escluso
l'accusa di omicidio), a cui è seguito l'attacco fascista e razzista di
Luca Traini, iscritto alla Lega Nord, che ha sparato e ferito alcuni
migranti come forma di vendetta. Il leader della Lega Matteo Salvini,
in tour nelle Marche, sfrutta con cinismo la tragedia e afferma “il
sacrificio di Pamela, tranquilli, non sarà vano” e poi inaugura quella
che il Corriere definisce “una sorta di battaglia ideologica contro
l'Islam”. Per Salvini sarebbe “incompatibile con i nostri valori e la
nostra Costituzione”. Parole che vengono respinte, tra gli altri, da
Matteo Renzi. II segretario del Pd, intervistato da Repubblica, non
indica Salvini come “mandante morale” della tentata strage di Traini ma
afferma “L'atteggiamento di Salvini è inqualificabile. Se proprio si
deve qualificarlo, la parola giusta è squallido. I fatti: un esponente
della Lega prende una pistola e spara a sei ragazzi di colore. E spara
alla sede del Pd di Macerata. Anziché tacere, Salvini che fa? Getta la
responsabilità sul Pd, tanto va di moda darci la colpa di tutto.
Squallido, appunto. Tuttavia non lo inseguo nella sua lucida follia.
Non lo considero il mandante morale e non lo etichetto come
corresponsabile. Dico, più semplicemente, che chi ha sbagliato deve
pagare. E che se si vuole trarre un giudizio politico: con quale
credibilità afferma di essere in grado di controllare il territorio uno
che non riesce a controllare i propri candidati?”. Il leader del Pd si
schiera poi al fianco del sindaco di Macerata che ha chiesto di
sospendere la manifestazione antifascista prevista per domani in città
a cui parteciperanno centri sociali, Fiom e Liberi e Uguali, mentre una
nazionale è stata organizzata a Roma per il 17 con partecipazione di
Arci e Anpi, Cgil, Pd e Libera (Repubblica).
Razza e Costituzione. Sul La Stampa l'ex presidente della Corte
Costituzionale Vladimiro Zagrebelsky torna sul tema dell'articolo 3
della Costituzione e sulla parola razza. “Attilio Fontana, candidato
governatore della Lombardia per conto della Lega, a proposito delle
immigrazioni – ricorda il giurista - ha detto che è ora di decidere se
vogliamo che la 'razza bianca' continui ad esistere. Il richiamo alla
difesa della razza ha in Italia un senso particolare; esso riproduce il
titolo della rivista che durante il fascismo su applicò a offrire
supporto 'scientifico' alla politica che ha prodotto le leggi razziali
contro gli ebrei. Quest'anno celebriamo l'ottantesimo anniversario di
quella vergogna nazionale. Accusato di adottare un linguaggio razzista,
il Fontana se ne è difeso dicendo che è la Costituzione a menzionare le
razze. Poteva sembrare una giustificazione, ma valeva come
rivendicazione, sotto la protezione nientemeno che della Costituzione”.
Ma con la parola “razza” dell'articolo 3, spiega Zagrebelsky, “La
Costituzione non si preoccupa di affermare l'esistenza delle razze, ma
interviene per vietare ogni discriminazione che su quell'idea si
fondi”. Per questo non è utile cancellare la parola razza, afferma il
giurista.”Cancellare la parola razza – scrive Corrado Aiugias su
Repubblica - è un po' come voler scalpellare l'obelisco del Foro
Italico perché reca la scritta "Mussolini Dux". Equivale a una delle
tante manifestazioni iconoclaste verificatesi nel corso della storia,
ultimi gli estremisti musulmani che abbattono i monumenti di altre
religioni nell'illusione di cancellare il passato”.
Polonia, le storie che i polacchi non vogliono sentire. “Tutta la
complicatissima e drammatica questione del rapporto tra polacchi ed
ebrei, durante e immediatamente dopo la Seconda guerra mondiale, si può
racchiudere tra due emblematici episodi legati a due cittadine della
Polonia: Jedwabne (nel 1940) e Kielce (nel 1946)”, scrive sul Foglio
Francesco Cataluccio ricordando i due famosi eccidi commessi dai
polacchi ai danni dei loro concittadini ebrei. L'unico modo per
combattere la legge negazionista in Polonia è raccontare, spiega
Cataluccio, queste storie terribili. E riguardo alla legge, il Corriere
Roma riporta in una breve la manifestazione organizzata dalla Comunità
ebraica della Capitale davanti all'ambasciata polacca proprio per
protestare contro il provvedimento votato da Varsavia.
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l'impegno di gerusalemme per i palestinesi
Crisi a Gaza, Israele presta aiuti
e collabora anche con il Qatar
Da
alcune settimane alti funzionari della difesa israeliana - membri del
Coordinamento delle Attività Governative nei Territori,
ufficiali dell'esercito, e il servizio di sicurezza interno dello Shin
Bet - hanno espresso la loro preoccupazione per la situazione
nella Striscia di Gaza (nell'immagine di repertorio, aiuti forniti da
Israele attraverso il valico di Kerem Shalom). L'economia della
Striscia è sull'orlo del collasso totale, hanno avvertito, e lo stesso
vale per le infrastrutture civili. Pochi giorni fa il governo di
Gerusalemme ha fatto sapere di aver una proposta per la ricostruzione
di Gaza da un miliardo di dollari: un piano, come raccontava La Stampa,
“centrato sulla ricostruzione delle infrastrutture, a partire a
impianti di desalinizzazione, linee elettriche e un gasdotto
proveniente da Israele. Prevede anche il rilancio del parco industriale
di Erez, sulla frontiera con lo Stato ebraico. In particolare, la linea
elettrica ad alto voltaggio permetterà di raddoppiare le forniture a
Gaza, dove l’elettricità manca fino a 20 ore al giorno”. A fianco di
questo progetto israeliano nelle scorse ore è emerso che al fianco di
Gerusalemme, in un'inusuale collaborazione, sta lavorando per Gaza
anche il Qatar: giovedì un inviato qatarino ha rivelato – scrivono i
quotidiani israeliani - che il suo paese sta lavorando a stretto
contatto con Israele per inoltrare gli aiuti alla striscia di Gaza.
“Quando vuoi lavorare a Gaza, devi passare attraverso gli israeliani”,
ha dichiarato Mohammed Al-Emadi, capo del comitato per la ricostruzione
di Gaza del Qatar, in un'intervista a Associated Press. “Senza l'aiuto
di Israele non succede nulla”. Leggi
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milano, ministro pinotti in visita al memoriale
"Mai più indifferenti all'odio,
con me la lezione di Liliana"
“Un
momento di grande intensità, conoscevo la storia di questo luogo ma non
sapevo fosse così vicino a come era allora. E vederlo con il racconto
di Liliana Segre riporta indietro a quell'orrore”. Così il ministro
della Difesa Roberta Pinotti al termine della visita al Memoriale della
Shoah di Milano. Ieri infatti il ministro Pinotti, accompagnata dalla
Testimone della Shoah e senatrice Liliana Segre e dal vicepresidente
del Memoriale Roberto Jarach – assieme, tra gli altri al copresidente
della Comunità ebraica di Milano Milo Hasbani e alla deputata Milena
Santerini – ha visitato il luogo da cui la stessa Segre partì nel 1943
assieme al padre e ad altre centinaia di ebrei per essere deportata ad
Auschwitz. Davanti al muro dell'Indifferenza che accoglie il pubblico
del Memoriale, Pinotti ha ricordato che proprio l'indifferenza è uno
dei temi da ricordare: “in molti non fecero nulla, voltarono la faccia
dall'altra parte e non possiamo permettere che questo accada di nuovo”,
ha affermato il ministro, accompagnata durante la visita anche
dall'architetto Annalisa de Curtis, che assieme all'architetto Guido
Morpurgo, ha curato il progetto del Memoriale. Leggi
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la mobilitazione dell'ebraismo italiano
“Polonia, Memoria da difendere”
Un
appello e un hashtag per difendere la Memoria. Studiosi, ricercatori e
società civile: una vera e propria chiamata a raccolta che dall’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane è diretta all’insieme dell’opinione
pubblica. Difendere la Memoria, difendere la il diritto-dovere al
ricordo consapevole, all’istruzione, all’arte, alla conoscenza, alla
critica, alla vita gravemente minacciati dall’iniziativa del Presidente
Andrzej Duda e del Parlamento di Varsavia con una legge che, ora al
vaglio della Corte costituzionale, se approvata porterà a conseguenze
gravissime (tra cui il carcere) per chiunque attribuirà a individui e/o
collettività polacche delle responsabilità nella Shoah.
“Se dalla Corte costituzionale polacca arriverà il via libera al
provvedimento sarà per l’Europa delle nazioni che nel dopoguerra hanno
voluto riaffermare principi di verità e libertà, e per comunità
scientifica tutta, un giorno triste e di spartiacque” sottolinea la
Presidente UCEI Noemi Di Segni nel suo appello, cui è possibile aderire
scrivendo all’indirizzo di posta elettronica appellopolonia@ucei.it.
L’invito, sulle diverse postazioni social, è anche ad usare l’hashtag
#noleggepolonia.
Ieri
intanto a Roma la Comunità ebraica, d’intesa con i giovani studenti
ebrei e l’associazione Figli della Shoah, ha organizzato un presidio di
protesta davanti all’ambasciata polacca nella Capitale. Tra i cartelli
esposti ‘La Polonia rifiuta la storia’, ‘Vergogna negazionista’,
‘Auschwitz dove?’. Leggi
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qui milano
Gli ebrei e la Rivoluzione russa
Sala
piena e applausi ad ogni intervallo. Sul palco, il trio klezmer
Cidnewski Kapelye (Angelo Baselli al clarinetto, Davide Bonetti alla
fisarmonica, Andrea Bugna al contrabbasso) assieme Miriam Camerini,
cantante e voce narrante di uno spettacolo dedicato all'intreccio tra
la Rivoluzione russa, a cent'anni dall'anniversario, e il mondo ebraico
realizzato per la terza edizione della rassegna Fra terra e cielo in
corso al Refettorio Ambrosiano di Milano. Tra canti in yiddish e in
ebraico, note klezmer e non solo, Camerini – direttrice artistica della
rassegna – ha accompagnato il pubblico nell'Est Europa di fine
Novecento, raccontando di come nacque lo storico e forse un po'
dimentico Bund, il partito dei lavoratori ebrei o meglio la Federazione
generale dei lavoratori ebrei in Lituania, Polonia e
Russia (Allgemeine jüdische Arbeiterbund von
Litauen, Polen und Russland), costituitosi nel 1897 a
Vilna, in Lituania. Durante lo spettacolo prendono forma le parole di
Shlomo Anski e della sua Die Shvue (il giuramento), canzone scritta nel
1902 che diventerà l'inno del Bund, come ricorda Camerini attraverso
letture che contestualizzano i versi di Anski (autore diventato celebre
per il suo Dybbuk). Leggi
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Non strumentalizzare |
In
quest’ultima settimana mi è accaduto più volte di leggere e sentire
inviti a non strumentalizzare. Ma cosa significa strumentalizzare? Se
si intende, per esempio, mettere in evidenza senza alcuna ragione la
provenienza o il colore della pelle di chi ha commesso un crimine direi
che gli inviti a non strumentalizzare sono sacrosanti: non c’è alcun
valido motivo per cui una persona che non ha fatto nulla di male debba
essere chiamata in causa per fatti di cui non ha alcuna responsabilità
né diretta né indiretta. Spesso, però, chi invita a non
strumentalizzare intende dire che non bisogna dare troppa importanza a
episodi isolati di insulti o violenze, o alle uscite infelici di
qualche leader politico o candidato. E in questi casi gli inviti a non
strumentalizzare non mi convincono per nulla.
Anna Segre, insegnante
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Gli ebrei e il fascismo |
Con
la recente riscoperta del fascismo e del “glorioso” operato del Duce
viene focalizzato sempre più insistentemente che in definitiva molti
ebrei siano stati fascisti, almeno all'inizio. Persino il leader di
Casapound Simone Di Stefano qualche mese fa ha affermato sul Corriere
che “l'errore delle leggi razziali fu di allontanare gli ebrei dal
fascismo”, e libri su libri sono stati pubblicati sull'argomento.
Certamente non sono uno storico, quindi non ho gli strumenti per
confutare o convalidare questo fenomeno, ma attenendomi ignorantemente
alle fonti in possesso mi risulta che dal 1928 al 1933 il 10% della
popolazione ebraica si iscrisse al PNF (pari a meno di 5.000 persone -
Mario Avagliano, 2002), e che circa 230 ebrei parteciparono alla marcia
su Roma (su 25.000 camicie nere, Giovanni Cecini 2008). Cifre che a
leggerle così non sembrerebbero così singolari, considerando anche il
contesto o le ragioni di fondo che potrebbero essere disparate, come il
timore nei confronti del regime, una forma di conformismo, un tentativo
di maggiore assimilazione per dimostrare con l'adesione al fascismo di
essere parimenti italiani.
Francesco Moises Bassano
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