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25 marzo 2018 - 9 Nissan 5778
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Le prime parole che ci viene insegnate di dire ogni mattina, subito dopo il risveglio, sono Modeh/modah ani, "rendo grazie". Ringraziamo prima di pensare. Si noti che il normale ordine delle parole è invertito: Modeh ani, non ani modeh, in questo modo in ebraico il "grazie" precede l'"io". L'ebraismo è "gratitudine come atteggiamento". E questa, secondo recenti ricerche scientifiche, è davvero un'idea che migliora la vita.
 
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
“Se il Presidente vuole venire qui da me per dirmi in faccia che è stata una tragedia terribile, che non sarebbe mai dovuta accadere, e continuare a ripeterci che nulla verrà fatto al riguardo, gli domanderò con immenso piacere quanti soldi ha ricevuto dalla National Rifle Association. La volete sapere una cosa? Lo so già. Trenta milioni di dollari. Che divisi per il numero delle vittime da armi da fuoco negli Stati Uniti solo nel primo mese e mezzo del 2018, fanno 5.800 dollari ciascuna. È questo il valore che quelle persone hanno per te, Trump?”. Sono le parole di Emma Gonzáles, 18 anni, una dei sopravvissuti alla strage.
 
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Il patto 5 Stelle - Lega
Sono stati eletti ieri i due nuovi presidenti di Camera e Senato: rispettivamente Roberto Fico, del Movimento 5 Stelle, e Maria Alberti Casellati, di Forza Italia. La loro nomina è arrivata grazie all'accordo trovato tra 5 Stelle e Lega e, in seconda battuta, Forza Italia. Secondo esperti e giornalisti, il voto sui presidenti di Camera e Senato rende più facile un futuro accordo tra Movimento 5 Stelle e centrodestra per formare un governo. “Salvini ha dimostrato di essere una persona che sa mantenere la parola data”, afferma il leader del Movimento Cinque Stelle Luigi Di Maio, intervistato oggi dal Corriere. Su un futuro governo Di Maio spiega: “noi abbiamo dimostrato di essere aperti a tutti per il bene del Paese purché il dialogo e il confronto restino incentrati sulle priorità dei cittadini e non delle forze politiche”. Riguardo alla scelta di Roberto Fico poi, il leader 5 Stelle afferma: “Fico è stato proposto per il suo valore, per le sue battaglie in questi anni, non ci sono strategie dietro il suo nome”.

La Francia e la minaccia terroristica. L'inchiesta sull'attentato che venerdì ha fatto quattro vittime a Trèbes, vicino Carcassonne, ha portato ieri all'arresto di un'altra persona e alla scoperta di tre ordigni artigianali che il terrorista ventenne Radouane Lakdim aveva portato dentro al supermercato. Intanto l'Eliseo ha deciso di organizzare un omaggio nazionale per il gendarme Arnaud Beltrame, che si è offerto di scambiarsi con un ostaggio. Ferito gravemente, è morto in ospedale (Repubblica). In Italia intanto, nella Capitale ci sarebbe un allarme attentato, secondo quanto diffuso da Tgcom. “ L'allerta – scrive La Stampa - è partita da una lettera anonima, ritenuta attendibile, recapitata all'ambasciata italiana di Tunisi. Tra i luoghi indicati come possibili obiettivi del presunto attentatore ci sono la metropolitana, i bar, i centri commerciali e diversi siti turistici”.
 
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  davar
le voci ebraiche in corteo
Usa, i giovani contro le armi
"Marciamo per le nostre vite"

Sono state oltre 800 le manifestazioni organizzate in tutto il mondo sotto il cappello “March for Our Lives” per protestare contro l’uso delle armi negli Stati Uniti. L'evento più importante è stato quello tenutosi a Washington, D.C., la capitale degli Stati Uniti, a cui hanno preso parte almeno 800mila persone: secondo l'Associated Press è stata una delle più grande proteste giovanili dai tempi delle manifestazioni contro la guerra in Vietnam. Le marce sono state organizzate a poco più di un mese dalla sparatoria nella scuola di Parkland, in Florida, in cui un ragazzo di 19 anni ha ucciso con armi automatiche 17 persone. “I miei valori ebraici includono quello di non tacere, di non stare a guardare mentre il mio vicino sanguina. Abbiamo l'obbligo di impegnarci in questa lotta, di far sentire la nostra voce. I membri del Congresso devono sapere che se non interverranno per evitare che eventi come questo si ripetano, la nostra generazione farà in modo che non rimangano in carica”. Per questo motivo Talia Ramsky, studentessa della scuola di Parkland, ha scelto di sfilare insieme a tanti compagni a Washington. "Ero nella mia classe quando è successo. -  ha raccontato ad Haaretz Ramsky - Improvvisamente è scattato l'allarme antincendio, e ci siamo precipitati fuori dalle classi. C'era un caos totale all'interno e all'esterno della scuola. Abbiamo visto arrivare auto della polizia, tra cui una della SWAT, e ci è stato chiesto di scappare, saltare oltre le recinzioni, uscire dalla scuola il più velocemente possibile”.
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qui torino 
Per la libertà, nel nome di Artom
Una marcia in memoria di Emanuele Artom, compatta e silenziosamente raccolta, ha preso il via la mattina di venerdì dal binario 17 della stazione Porta Nuova di Torino, per poi percorrere le via del quartiere di San Salvario e approdare in Piazzetta Primo Levi davanti all’ingresso del tempio. Un appuntamento, promosso dalla Comunità ebraica di Torino assieme alla Città di Torino e alla Comunità di Sant’Egidio, che si svolge ogni anno per ricordare la vita spezzata del giovane intellettuale ebreo. Questa volta, la marcia coincide con gli ottant’anni dalla promulgazione delle Leggi razziste e l’invito è a soffermarsi su come reagì Artom di fronte a queste norme che presero il via con la cacciata di alunni e insegnanti dalle scuole. A precedere gli interventi delle autorità presenti a Torino, il coro dei bambini della scuola ebraica primaria Colonna e Finzi, seguito dall’esecuzione musicale di alcuni studenti del liceo Cavour.
“La Marcia Emanuele Artom – una marcia per ricordare, come l’abbiamo sempre definita – è ormai a Torino un appuntamento centrale nel calendario civile della Memoria, per rievocare il giovane storico, intellettuale ebreo, consapevole, brutalmente torturato e ucciso dai nazisti proprio in virtù del suo essere ebreo e consapevole”, queste le parole del Presidente della Comunità ebraica di Torino, Dario Disegni. “Come ha reagito il giovane intellettuale ebreo antifascista alla perdita di diritti, al rifiuto, alle diffamazioni gratuite che sentiva montare intorno a sé? Sfogliando la prima parte dei suoi Diari – ha ricordato Disegni – cogliamo un atteggiamento misurato e razionale, una superiore dignità che non accetta di porsi sul piano delle volgari accuse. Sembra quasi che Emanuele si sforzi di analizzare con la precisione e la freddezza del cronista un clima incandescente che non poteva non turbarlo nel profondo”.

Alice Fubini
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Melamed - l'anniversario a milano 
20 anni per la scuola ebraica,
l'impegno della Fondazione

Un compleanno in piena regola, con torta e candeline da spegnere tutti insieme. È quello che ha festeggiato la Fondazione Scuola Ebraica di Milano, giovedì scorso all'Istituto di via Sally Mayer. Una cerimonia che ha aperto un anno di celebrazioni per un ventennale ricco di iniziative e di incontri.
“Vent'anni fa quando abbiamo creato la Fondazione ci chiedevamo cosa ne sarebbe stato nel futuro – ha ricordato Cobi Benatoff, presidente onorario della Fondazione. - Sentivamo la mancanza di un elemento che creasse coesione attorno alla scuola. Ed così, che con un gruppo di amici, abbiamo pensato a questa iniziativa dandole due obiettivi: raccogliere dei fondi e sensibilizzare la comunità sull'importanza di questo istituto. Oggi possiamo dire che quegli obiettivi sono in via di raggiungimento, con grande soddisfazione per me e per chi allora immaginava giornate come questa. Soprattutto siamo felici che nel tempo siano arrivate nella Fondazione tante nuove forze che riversano in quegli stessi obiettivi tanta passione: figli e nipoti. È davvero questo a dare il senso di una Comunità”.
Karen Nahum, attuale presidente della Fondazione spiega le motivazioni di queste celebrazioni: “La Fondazione ha venti anni: è 'giovane', ma per chi li ha vissuti questi vent'anni sono stati una grande impresa. Questa è la nostra casa, qui è dove studiano i nostri figli e abbiamo studiato noi.
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pilpul

In esordio
La nuova legislatura si inaugura con l’elezione della presidenza delle due Camere. Non è ancora chiaro con chi e con quali numeri si costituirà l’esecutivo e tuttavia è auspicabile che chiunque sia chiamato a governare possa farlo con la pienezza del mandato poiché non ci sarebbe nulla di peggio di un Paese lasciato a sé. L’orizzonte problematico, infatti, non è dato solo dagli uomini, dallo stile e dai contenuti di un programma di governo ma anche e soprattutto dalla loro assenza. Gli anni prossimi, infatti, saranno decisivi per le sorti dell’Unione Europa di cui l’Italia è partner fondatore ma soggetto politico di minoranza, incidendo poco nelle sue dinamiche. Dallo sgretolamento della costruzione comunitaria non potranno che derivare danni per molti. Non per tutti, beninteso.

Claudio Vercelli
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