Ephraim Mirvis, rabbino capo
di
Gran Bretagna
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Tra
tutte le belle lezioni di Pesach, credo che principale sia che durante
la festa guardiamo al nostro passato per trarre ispirazione per il
nostro presente e il nostro futuro. […] I nostri Saggi ci dicono
che solo quando si sa dove si proviene che si può sapere dove si
sta andando. Questo è il messaggio principale di Pesach - 'Zecher
letziat Mitzrayim' - che dobbiamo ricordare il nostro esodo dall'Egitto
e che dobbiamo trarre insegnamento dalle lezioni del nostro passato.
Siamo radicati nella storia ebraica e, di conseguenza, possiamo trarre
ispirazione per il bene del nostro presente e futuro ebraico.
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Giorgio Berruto,
Hatikwa
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Durante
la vecchiaia trascorsa in povertà in Italia, don Isaac Abravanel
compose un commento alla Haggadah di Pesach, destinato a duratura
fortuna e stampato a più riprese, in particolare a Venezia, nei secoli
successivi. In questi anni, i primi del Cinquecento, Abravanel era
reduce da un triplice esilio, dal Portogallo, dalla Castiglia e infine
da Napoli. Come Abravanel, alcune centinaia di migliaia di ebrei
spagnoli e portoghesi senza più terra e beni cercavano una nuova dimora
su entrambe le rive del Mediterraneo e spingendosi anche più a nord.
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Russia, Turchia e Iran
si spartiscono la Siria
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In
Israele preoccupa l’annunciata volontà del Presidente Usa Donald Trump
di ritirare i soldati americani dalla Siria, proprio mentre ad Ankara,
Turchia, Russia e Iran cercano un accordo per spartirsi il territorio e
coordinare il proprio ruolo in Medio Oriente. Ieri infatti, nella
capitale turca, si sono incontrati Vladimir Putin, Hassan Rohani e
Recep Tayyip Erdogan (che in settimana, in una delle sue virulente
uscite, è arrivato ad accusare Israele di essere uno Stato terrorista –
Repubblica) che concordano “nel contrastare ogni agenda separatista che
mini l’integrità territoriale della Siria e la sicurezza dei Paesi
Vicini”, ovvero in funzione anti-curda. L’avvicinarsi delle tre potenze
e il ritiro americano, sottolineano diverse analisi, rischia di essere
un pericolo serio per Israele, e lo conferma la visione del segretario
alla Difesa James Mattis che “da mesi mette in guardia la Casa Bianca:
gli Stati Uniti devono mantenere almeno un presidio in Siria per
monitorare la dinamica del terrorismo e per non lasciare ulteriore
spazio all’Iran e agli Hezbollah” (Corriere). Secondo Repubblica, in
Medio Oriente “la Casa Bianca si appoggia sugli storici alleati Arabia
Saudita e Israele, rafforzando i legami su armamenti e difesa con Riad
e quelli politici con Gerusalemme capitale e lo spostamento
dell’ambasciata da Tel Aviv. Per il resto – pensa Trump – meglio uscire
o quasi dall’intesa anti-nucleare con l’Iran, meglio uscire o quasi
dalla guerra civile siriana e dalla lotta all’Isis, meglio uscire o
quasi dal conflitto israelo-palestinese: prima di tutto l’America e per
il resto facciano loro”.
Torino e i Cartoon contro il razzismo. Come raccontato sul notiziario
Pagine Ebraiche 24, è stata presentata ieri a Torino la nuova edizione
di Cartoon on the Bay, il festival internazionale dell’animazione
cross-mediale e della tv dei ragazzi, in città dal 12 al 14 aprile.
Grande attenzione sarà dedicata all’anniversario della promulgazione
delle Leggi razziste del 1938: nella giornata inaugurale sarà aperta al
Museo del Carcere Le Nuove, la mostra “1938-2018. Ottanta anni dalle
leggi razziali in Italia” con le opere inedite di 160 disegnatori e
illustratori, alla presenza della presidente dell’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane Noemi Di Segni. “Sui temi della Shoah – riporta
Repubblica Torino – grande attesa anche perAnteprima assoluta ai
bambini delle scuole dello special in animazione di Rai Ragazzi “La
stella di Andra e Tati” che racconta la storia vera delle sorelle
Alessandra e Tatiana Bucci sopravvissute al campo di sterminio di
Auschwitz, presenti in sala, e per il progetto su “La bicicletta di
Bartali” che parte dalla coraggiosa impresa del grande ciclista per
salvare centinaia ebrei durante la Seconda guerra mondiale”.
Ultras Lazio e gli adesivi antisemiti. La procura di Roma ha chiuso le
indagini un mese fa e si prepara a chiedere il rinvio a giudizio dei 14
ultrà della Lazio coinvolti nel caso degli adesivi antisemiti
appicciati all’Olimpico, durante la partita Lazio-Cagliari, dello
scorso 22 ottobre. Ridicola la difesa di quattro degli indagati, che di
fronte al pm hanno sostenuto che si sia trattato “solo di uno sfottò
tra tifosi, niente xenofobia, né antisemitismo” (Repubblica Roma).
25 aprile a Milano con Liliana Segre. Un maxischermo in piazza Duomo da
cui sarà diffuso un video messaggio della senatrice a vita Liliana
Segre, sopravvissuta alla Shoah. È quanto previsto per il prossimo 25
aprile dal comitato che a Milano si occupa di organizzare la
manifestazione per la Liberazione. Il messaggio “servirà a ricordare
l’importanza del contrasto culturale e ideale alla deriva razzista
antisemita e xenofoba che interessa tutta l’Europa e il nostro Paese”,
spiega al Giorno Roberto Cenati, presidente provinciale dell’Anpi. Tra
i vessilli delle associazioni partigiane, annuncia ancora Cenati,
“sfilerà anche quello della Brigata Ebraica che ha dato un contributo
molto importante alla liberazione dell’Italia dal nazifascismo”.
Segnalibro. Si intitola Isaiah Berlin. La vita il pensiero
(Rubbettino), il lavoro dello studioso Alessandro Della Casa dedicato
al grande intellettuale e filosofo ebreo di origine lettone. A
presentare il lavoro di Della Casa, il quotidiano cattolico Avvenire.
Nel volume si raccontano tra le altre cose i rapporti tra Berlin e il
primo presidente israeliano Chaim Weizmann, con David Ben-Gurion,
Winston Churchill e Margaret Thatcher.
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la presidente ucei sul servizio riproposto
"Le Iene, demonizzare Israele
è un atto irresponsabile"
Il
ruolo dell’informazione, come noto, dovrebbe essere quello di offrire
una visione attenta dei fatti e che consenta a chi ascolta, vede o
legge di comprendere la realtà di quel luogo non affatto lontano che si
chiama Israele. Purtroppo, quando si parla dello Stato ebraico, spesso
questo non succede e dispiace che una trasmissione molto seguita e
molto importante, proprio per lo stile dialettico che propone, come Le
Iene, si sia prestata con la puntata di ieri a realizzare un servizio
altamente fazioso che restituisce orgoglio e legittimazione al gruppo
terroristico di Hamas.
Nessuno nega la difficile realtà della popolazione civile della
Striscia di Gaza ma il puzzle non è fatto di un solo piccolo pezzo, ma
è molto più ampio, di quelli a 1000 pezzi che ti fanno impazzire prima
di capire quale è perfino la cornice. Questo non si è compreso né si è
capito che quel che succede in quella regione si riverbera sulle nostre
vite qui in Europa, in Italia, nelle nostre belle piazze. Ogni
valutazione della vita nella Striscia, restituita all’autorità
palestinese 13 anni fa, non può prescindere da un’indagine sulle
responsabilità di chi controlla internamente la Striscia e sulla
leadership di Hamas in particolare, di chi intende riportare l’onda di
terrore all’interno di Israele e e su tutta la sua popolazione civile,
e di chi, assieme ad altri leader nella regione ieri fieramente
riuniti, concorre a spegnere ogni speranza di democrazia in altri Paesi
del Medio Oriente.
Peccato che tutto questo nel servizio delle Iene non emerga. Dispiace
non perché dobbiamo difendere le ragioni di Israele e di come cerca di
difendersi ma per fare comprendere agli Italiani cosa significano
veramente le parole “terrore”, “radicalizzazione”, “odio” che si sono
già fatte notare più volte in Europa e minacciano anche l’Italia. Si è
scelto di dare spazio a ricostruzioni unilaterali, con l’obiettivo di
demonizzare Israele, le sue istituzioni, il suo esercito, attraverso un
racconto di famiglia, ricorrendo ancora una volta a valori, unità di
misure ed esperienze di vita quotidiana europea per generare pietà. È
proprio questo quello che loro desiderano per poter silenziosamente
proseguire la semina di odio e lo scavo di tunnel, con la complicità
delle istituzioni internazionali ed europee.
Noemi Di Segni,
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
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sport - la Firenze-Assisi per Bartali
“Gino, un eroe di Israele”
“Non potevamo mancare. È un Giro che è stato pensato anche per Gino, il nostro eroe”.
Per il terzo anno consecutivo una rappresentanza della Israel Cycling
Academy, la prima squadra professionistica israeliana di ciclismo, ha
affrontato la tratta da Firenze ad Assisi che vide protagonista Gino
Bartali nei mesi più bui. A poche settimane dalla partenza del Giro,
che prenderà il via da Gerusalemme anche per onorare la figura del
ciclista fiorentino “Giusto tra le Nazioni” dal 2013, è stato uno dei
corridori israeliani della rosa della Academy, che parteciperà alla
corsa rosa grazie a una wild card, a guidare il gruppetto di atleti e
sostenitori in questo percorso di Memoria e consapevolezza. “Sempre
bello tornare qua, ha tutto un significato speciale” dice Aviv
Yechezkel. Annuisce Sylvan Adams, presidente onorario del comitato
della grande partenza del Giro da Israele, anche lui sui pedali.
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110 e lode con una tesi sulle fakenews
Alice mazal tov!
Un
grande mazal tov ad Alice Fubini, collega e preziosa collaboratrice
della redazione giornalistica dell'Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane, per la laurea in comunicazione pubblica e politica conseguita
quest'oggi all'Università degli Studi della sua città.
La sua tesi, sul tema "Fake news. Analisi del fenomeno tra
misinformation, disinformation, entertainment e propaganda", ha
ottenuto 110 lode con lode e menzione d'onore.
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jciak
L’alba della rivoluzione
La
rivoluzione è giovane, annuncia la locandina. Basta guardarsi attorno e
viene da ridere (o piangere, dipende dei gusti). Ma il lancio de Il
giovane Marx, da oggi nelle sale, spinge con decisione l’acceleratore
sulla giovinezza: come stato d’animo rivoluzionario oltre che dato
anagrafico dei due protagonisti Karl Marx e Friederich Engels che, come
nota il regista Raoul Peck, non avevano nemmeno trent’anni quando, nel
bene o nel male, iniziarono a cambiare il mondo. Benché intrigante
nella premessa, l’idea di raccontare la loro amicizia prima che
entrambi diventassero famosi - dal secondo incontro nel 1844 al 1848,
anno della pubblicazione del Manifesto del Partito comunista - finisce
però per scivolare sulla sua stessa raffinata complessità.
Daniela Gross
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Setirot
- Il veleno mediatico |
Breve
preambolo: accennerò all’ultima tragedia di Gaza, ma non è del fatto in
sé che intendo parlare. Sulla vicenda credo – come d’altronde molti
israeliani e i vertici dello Shin Bet, l’intelligence interna – che da
parte dell’IDF ci sia stata una over reaction, esattamente come penso
che chi incita e spinge uomini, donne, e perfino qualche vecchio e
qualche bambino a comportarsi come fossero soldati di un vero esercito
in grado di invadere e magari riprendere simbolicamente quella che si
ritiene essere la propria terra sia un atto di criminale cinismo
politico. Aggiungo che la partecipazione assai scarsa della popolazione
alla “marcia” è un’ulteriore prova di quanto Hamas rappresenti sempre
più un regime dittatoriale islamofascista che gioca al massacro con il
suo popolo (a Gaza ci sono quasi due milioni di persone, Hamas ne ha
portate “in piazza” solo 35000, cioè gli affiliati).
Stefano Jesurum, giornalista
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La sera diversa
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In
che cosa questa sera è diversa da tutte le altre sere? Quest'anno
sicuramente anche per un altro aspetto: la prima parte del Secondo
Seder svoltosi in Comunità ebraica a Firenze è stato tenuto dai bambini
del Talmud Torah. Se gli anni passati i bambini erano infatti
protagonisti di un Seder didattico nei giorni precedenti i Moadim,
all'interno delle loro ore di lezione e alla presenza dei soli morim e
morot, quest'anno bambini e ragazzini dai sei ai dodici anni sono stati
i protagonisti non solo per intonare Ma Nishtanà o i canti collettivi,
ma ognuno di loro si è preparato in modo che, sino alla cena, tutto il
canto dell'Haggadà fosse da loro condotto, mentre gli adulti
ascoltavano attenti e partecipi.
Sara Valentina Di Palma
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