Ephraim Mirvis,
rabbino capo
d'Inghilterra
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Puoi sapere dove vai soltanto se sai da dove vieni.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Nessuno,
in Italia, si sarebbe mai giocato un solo centesimo di euro per
scommettere che il carciofo alla giudia sarebbe diventato un giorno il
simbolo della crisi istituzionale dell'ebraismo italiano. A
rivelarcelo, sventuratamente, è ora la Rabbanut HaRashi, il rabbinato
centrale, di Israele. Se avessimo scommesso sul carciofo alla giudia
saremmo diventati milionari. Ma non ci abbiamo pensato.
I termini del disastro filosofico sono ormai ben noti: la cottura alla
giudia non consente di sfogliare il carciofo in modo da eliminarvi i
possibili insetti presenti fra le foglie. Non entreremo, chas v'sholem,
nella polemica halakhica. Spetta ai posekim, gli esperti di halakhah
delegati allo scopo, decidere se vi sia una via alternativa al bando
pronunciato dal Rabbinato di Israele.
Rimane per noi, invece, un interrogativo lancinante, serio quanto mai, sulla sopravvivenza dell'ebraismo italiano.
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Siria, tensione altissima
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Cresce
la tensione internazionale a causa del conflitto siriano. Dopo
l’ennesimo uso di armi chimiche contro la popolazione da parte del
regime di Assad, il presidente Usa Donald Trump sembra intenzionato a
rispondere con la forza, intervenendo in Siria e sfidando la Russia,
alleata di Assad (La Stampa). “L’impressione – scrive il Corriere – è
che possa prendere rapidamente forma una minicoalizione pronta a
‘punire’ il regime di Damasco. Ci potrebbe essere anche il Regno Unito
(oltre alla Francia): la premier Theresa May ci sta riflettendo. Gli
israeliani sono pronti. Anzi, gli iraniani, i russi e i siriani hanno
accusato l’aviazione di Benjamin Netanyahu di aver bombardato la base
aerea militare T-4 non lontano da Homs, controllata dall’esercito di
Bashar al Assad”. Israele non ha né confermato né smentito l’attacco ma
per Repubblica l’azione è un messaggio chiarissimo a Mosca: “per mesi
Gerusalemme ha chiesto a Vladimir Putin di difendere sì gli interessi
della Russia, ma anche di non permettere che l’Iran trasformasse la
Siria in una sua succursale. Benjamin Netanyahu ha fatto sette viaggi a
Mosca per incontrare Putin, sempre con la stessa richiesta: tenete
l’Iran lontano dai nostri confini. Putin evidentemente non è sembrato
un arbitro imparziale agli occhi di Gerusalemme, e alla fine è arrivato
questo primo atto offensivo. Gli iraniani, e probabilmente i loro
alleati della milizia libanese di Hezbollah, sono stati l’obiettivo
principale del raid”. “Israele rischia grosso: – l’analisi del Giornale
– la Russia, che non aveva mai reagito, stavolta lo ha fatto, e Lavrov,
il ministro degli Esteri, ha classificato il gesto come ‘un’azione
pericolosa’. Attenzione, dice Mosca, il nostro delicato rapporto per
cui Netanyahu ha libero accesso a Putin può saltare: volete
confrontarvi con noi? Non violate le regole del gioco. Gli aerei russi
potrebbero rispondere al fuoco”.
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l'incontro a palermo "Sicilia, una storia ebraica viva"
L’Unione
delle Comunità Ebraiche Italiane dialoga con la Regione Siciliana.
Accade così che, proprio a Palermo, a Palazzo d’Orleans, il
vicepresidente dell’UCEI, l’avvocato Giulio Disegni, incontri il
presidente Nello Musumeci. Nella riunione, a porte chiuse, si è
discusso di cultura ebraica siciliana, di ieri e di oggi, e della
possibilità di rimodulare l’Intesa Regione Siciliana-UCEI.
“È’ stato un incontro assai gradevole, anche per i temi che abbiamo
affrontato” dichiara il presidente Musumeci, che aggiunge: “È nostra
intenzione intensificare gli scambi culturali con l’UCEI. Sono convinto
che, valorizzando le radici ebraiche della Sicilia e il relativo
patrimonio artistico-culturale, possiamo sviluppare ulteriormente il
turismo nell’Isola. Con una recente delibera abbiamo previsto
interventi infrastrutturali per i luoghi di culto, non solo per quelli
di religione cattolica. Ho, quindi, dato disponibilità al
vicepresidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane di valutare
l’opportunità di partecipare al prossimo bando, che sarà pubblicato
nelle settimane future. Con il vicepresidente Disegni ci siamo
ripromessi di continuare questo dialogo e sono convinto – conclude
Musumeci – che possiamo anche rimodulare il Protocollo di intesa,
siglato nel 2005, tra la Regione Siciliana e l’Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane”.
Non nasconde la sua soddisfazione il vicepresidente Disegni (che nelle
scorse ore ha anche incontrato il sindaco Leoluca Orlando e l’assessore
Emilio Arcuri con il rav Gadi Piperno sulle possibilità di procedere
nella ristrutturazione della futura sinagoga di Palermo concessa in
comodato a settembre scorso dalla curia arcivescovile): “L’incontro con
il presidente Musumeci è stato molto proficuo. Abbiamo parlato di tanti
temi che partono dall’antica presenza ebraica in Sicilia, con il
capitolo doloroso dell’espulsione degli ebrei nel 1493, preceduto circa
venti anni prima dall’eccidio degli ebrei di Modica. Oggi – continua
Disegni – la presenza ebraica in Sicilia è caratterizzata, oltre che da
persone, anche da molti beni culturali, patrimonio della collettività.
Con il presidente Musumeci abbiamo parlato anche dei rapporti con lo
Stato di Israele e dal turismo che per la Sicilia ne può derivare.
L’incontro si è concluso con il ricordo dell’ottantesimo delle Leggi
antiebraiche, che ricade quest’anno. Musumeci ha mostrato interesse
alle iniziative che l’UCEI ha in programma di portare in anche in
Sicilia”. Alla domanda del giornalista se si può persare alla crezione
di un museo dell’ebraismo siciliano, Disegni risponde: “Oggi potrebbe
sembrare quasi un’utopia, ma non lo è. Non è escluso che si possa
pensare, magari con la Regione, a un progetto del genere”.
Daniele Ienna Leggi
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La mostra del cdec a torino 1915-1918, ebrei per l'Italia
La
mostra “1915|1918 Ebrei per l’Italia” approda a Torino. Si tratta di
un’esposizione fotografica della Fondazione Centro di Documentazione
Ebraica Contemporanea di Milano, tesa a raccontare il contributo degli
ebrei italiani nella Grande Guerra. Uun contributo che venne facilmente
dimenticato alla vigilia della promulgazione delle Leggi Razziste.
L’iniziativa infatti si colloca all’interno dell’ampio calendario di
eventi tesi a celebrare due anniversari che ricorrono nel 2018: i cento
anni dalla fine della prima guerra mondiale e gli ottant’anni dalle
infamanti leggi del ’38.
Si tratta di una mostra itinerante, che si sposta di città in città e
ad ogni tappa, come stabilito dagli ideatori, Paola Mortara e Annalisa
Bemporad, assieme ai curatori Gadi Luzzatto Voghera e Daniela Scala,
viene aggiunto un pannello che ripercorre le vicende di alcuni ebrei di
una specifica località arruolati nell’esercito italiano. Oggi, dopo il
successo riscosso a Ferrara e a Trento, è la volta del capoluogo
piemontese: ad ospitare il percorso espositivo fino al 4 maggio sono le
sale dell’Archivio di Stato, nel cuore di Piazza Castello. Leggi
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brainforum a milano Neurofiction, esperti a confronto
Il
cinema ha spesso provato a immaginare scenari futuri sull’evoluzione
dell’intelligenza artificiale, sul rapporto tra uomo e robot, sulla
possibilità di manipolare il pensiero e la volontà, prevedere il
crimine e potenziare il cervello attraverso interfacce con i computer,
fino alla inquietante possibilità del trapianto di testa.
È solo fiction o sono rappresentazioni di un domani molto più
verosimile di quanto si pensi? È la domanda attorno alla quale ruota la
seconda edizione del Festival “Cervello&Cinema” (in svolgimento al
Cinema Spazio Oberdan di Milano) che, seguendo il filo della
neurofiction, coinvolge quest’anno importanti neuroscienziati,
criminologi, esperti di realtà virtuale.
L’evento promuove la tradizione divulgativa dei BrainForum di
BrainCircleItalia ed è organizzato insieme a IRCCS Ospedale San
Raffaele, Fondazione Cineteca Italiana e Hebrew University of Jerusalem
– ELSC (il prestigioso centro di ricerca sul cervello della HUJ) e con
il supporto di Roche e il Patrocinio del Comune di Milano.
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Ode al carciofo
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Ode al carciofo, di Pablo Neruda
Il carciofo dal tenero cuore si vestì da guerriero,
ispida edificò una piccola cupola,
si mantenne all’asciutto sotto le sue squame,
vicino al lui i vegetali impazziti si arricciarono,
divennero viticci,
infiorescenze commoventi rizomi;
sotterranea dormì la carota dai baffi rossi,
la vigna inaridì i suoi rami dai quali sale il vino,
la verza si mise a provar gonne,
l’origano a profumare il mondo,
e il dolce carciofo lì nell’orto vestito da guerriero,
brunito come bomba a mano,
orgoglioso,
e un bel giorno,
a ranghi serrati,
in grandi canestri di vimini,
marciò verso il mercato a realizzare il suo sogno:
la milizia.
Nei filari mai fu così marziale come al mercato,
gli uomini in mezzo ai legumi coi bianchi spolverini erano i generali dei carciofi,
file compatte,
voci di comando e la detonazione di una cassetta che cade,
ma allora arriva Maria col suo paniere,
sceglie un carciofo,
non lo teme,
lo esamina,
l’osserva contro luce come se fosse un uovo,
lo compra,
lo confonde nella sua borsa con un paio di scarpe,
con un cavolo e una bottiglia di aceto finché,
entrando in cucina,
lo tuffa nella pentola.
Così finisce in pace la carriera del vegetale armato che si chiama carciofo,
poi squama per squama spogliamo la delizia e mangiamo la pacifica pasta
del suo cuore verde.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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A Torre Alfina
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I
giorni 13 e 14 aprile 2018 si terrà presso il Castello Cahen di Torre
Alfina, frazione di Acquapendente, un convegno internazionale su “I
Cahen d’Anvers a Torre Alfina- I giardini del Castello e il bosco del
Sasseto, l’eccellenza italiana di Henri e Achille Duchêne”, col
patrocinio, fra altri, dell’Association Duchêne di Parigi. Il primo
intervento, di Paolo Pellegrini, riguarderà la “Formazione, ruolo e
simboli della nobiltà ebraica in Italia”, il seguente, a cura di
Alessio Mancini, autore de “I Cahen. Storia di una famiglia”,
Intermedia, Orvieto, 2011, avrà ad oggetto “Eduardo Cahen d’Anvers,
Marchese di Torre Alfina”. Il primo relatore, Paolo Pellegrini, è
autore fra altro di uno studio sulla famiglia Treves de’ Bonfili,
apparso in Bice Migliau (a cura di), I paradigmi della mobilità e delle
relazioni.
Emanuele Calò
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