Giuseppe Momigliano,
rabbino
|
La
formula di preghiera per lo Stato d’Israele, composta nel 1948 dai
Rabbini capo Izhak Halevi Herzog e Ben Zion Uziel, viene recitata di
Sabato e nei giorni solenni in quasi tutte le Sinagoghe in Italia, in
conformità alla linea di pensiero del sionismo religioso che riconosce
allo Stato d’Israele un significato particolare, non solo nella storia
ebraica ma in una delle concezioni fondamentali dell’ebraismo, l’attesa
messianica, come espresso nelle parole del testo che definiscono
Israele quale “Reshit zemichat Gheulatenu – Inizio della fioritura
della nostra redenzione”.
|
|
Leggi
|
Davide
Assael,
ricercatore
|
Sembra
esserci un fil rouge che attraversa le principali democrazie del
pianeta: lo spirito di assuefazione. Il caso italiano dimostra una
volta di più quanto sia in crisi il sistema politico europeo, non più
in grado di produrre governi se non con leggi elettorali che finiscono
col rappresentare, sì e no, il 25% del corpo elettorale (va contata la
crescente astensione). Un dato da molti interpretato come fisiologico
alle democrazie mature come quella americana, ma che a me è sempre
apparso come un tratto patologico, che finisce con l’abbandonare a se
stesse intere masse della propria popolazione.
|
|
Leggi
|
|
Douma, ecco gli ispettori
|
Ispettori
dell’Opac a Douma, a dieci giorni dall’attacco che ha scatenato la
rappresaglia di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Le potenze
occidentali, scrive La Stampa, temono che non trovino più nulla “perché
sospettano che i russi stiano cercando di alterare le prove”, mentre
l’Intelligence israeliana – si legge ancora sul quotidiano torinese –
mette in dubbio l’efficacia dei raid di sabato “e teme un’imminente
vendetta dell’Iran”.
Ieri la tv di Stato siriana ha accusato Israele di aver tentato un
altro blitz, respinto dalla contraerea. Le voci sono poi state
smentite, prosegue La Stampa, “ma il clima è quello di uno scontro
imminente, non fra America e Russia, ma fra Siria, Iran e Israele”.
Ieri intanto il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ribadito
l’appoggio italiano agli Stati Uniti. Al tempo stesso, scrive il
Corriere, “ha sottolineato che è importante seguire la via del
negoziato anche con un regime ‘criminale’ come quello di Damasco”.
Condanna a otto anni di reclusione per Alessio Manzo, uno dei
giovanissimi che lo scorso ottobre in piazza Cairoli a Roma fu tra gli
artefici del pestaggio ai danni del cameriere di origine bengalese
Kartik Condro. “Sporchi negri, immigrati del c…, ebrei”, tra le frasi
che avevano fatto da sfondo a questo episodio razzista in pieno centro
e a due passi dal Portico d’Ottavia. “Tentato omicidio aggravato
dall’odio razziale l’ipotesi contestata dal pm Eugenio Albamonte, e
accolta ieri dal gip. A convincere il giudice – spiega Repubblica Roma
– la dinamica dell’episodio che ha visto Manzo, studente di Acilia con
la passione per Hitler e Mussolini, sferrare un potente calcio in pieno
volto alla vittima, mentre era distesa a terra”.
Una strada dedicata a Enrico Berlinguer. E un’altra a Giorgio
Almirante. È la proposta che sta vagliando l’amministrazione di
centrodestra di Grosseto.
“Che il segretario del Partito Comunista possa far pace con quello del
Movimento Sociale – scrive il Corriere Fiorentino – è un’idea che
convince pochi. E ad attaccare in modo beffardo la giunta di
Antonfrancesco Vivarelli Colonna è il governatore toscano Enrico Rossi
(Liberi e Uguali): una strada per Almirante? Sì, ma ‘chiedo che sotto
il suo nome sia scritto fascista’”.
|
|
Leggi
|
|
|
il messaggio della presidente ucei
Israele, l’anniversario dei 70 anni
“La sua esistenza un inno di vita”
Nell’ora
del crepuscolo che vede la conclusione del Giorno del ricordo e
dell’omaggio a tutti coloro, civili e militari, che per la libertà, la
sicurezza di Israele e per il nostro popolo hanno donato la propria
vita, si avvia il giorno di festa per l’indipendenza dello Stato di
Israele per il suo settantesimo compleanno. Si rialza la bandiera di
Israele che lega generazioni di padri e figli, di chi è nato e
cresciuto in Israele, di olim e di comunità ebraiche in tutto il mondo.
In questi anni di indipendenza Israele è enormemente cresciuto. Il
numero degli abitanti che nel 1948 era di 716 mila ebrei, supera oggi i
sei milioni di ebrei. Un numero di realtà produttive e centri di
ricerca inimmaginabile nel sogno dei Padri fondatori. Una realtà
multiculturale, multireligiosa che tutti noi vediamo conosciamo e
percepiamo quotidianamente.
Oggi le Comunità ebraiche Italiane si uniscono coralmente alle
celebrazioni: una Terra promessa, un Paese e una Patria del popolo
ebraico. Uno Stato giovane e pieno di vita che trae dal suo
plurimillenario passato la forza, il coraggio e l’orgoglio di guardare
al proprio futuro. Una Nazione che sussurra le sue preghiere di vita e
intona oggi ancora una volta il suo inno.
È un anniversario carico di significati, che ci vede in prima linea
impegnati nella difesa dei valori fondamentali e inalienabili che hanno
segnato e continueranno a segnare la storia di questo giovane Stato cui
tutti noi guardiamo con sentimento, legame inscindibile e ammirazione.
Unica democrazia, unica oasi di libertà e diritti in una regione
costantemente minacciata da fondamentalismi e regimi dispotici che
arrecano infiniti dolori alle popolazioni civili.
Israele, come tante altre volte nella sua storia, si trova ad
affrontare un presente incerto e insidioso. Nemici vicini e lontani che
alle sue porte tramano per arrecare nuovi lutti e nuove sofferenze. Ma,
come sempre nella sua storia, Israele ce la farà.
E ce la farà anche grazie al nostro amore e sostegno. Una causa che
nasce nel segno della libertà, della democrazia, delle tante conquiste
che questa piccola ma al tempo stesso grande nazione ha saputo
raggiungere e condividere per il progresso dell’intera società.
L’auspicio e il sogno che continueremo a portare nel cuore è che
assieme a noi, che abbiamo l’animo rivolto da e verso Israele, da e
verso Gerusalemme, tutti gli altri popoli, vicini e lontani, si
uniscano ai nostri sentimenti e comprendano quanto siano uno snodo
insostituibile di vita e di sicurezza, di cultura e di sviluppo, di
valori e convivenza, oggi e domani. Un domani da condividere con quello
dell’intera regione mediorientale, come auspicato nella dichiarazione
sulla costituzione dello Stato di Israele, se solo non si negasse il
nostro diritto ad esistere, la storia, la realtà.
Am Israel Chai.
Noemi Di Segni,
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Leggi
|
Ticketless - 25 aprile per Artom
|
Capisco
lo sconforto dell’amico David Bidussa, che sul nostro portale, qualche
settimana fa, si chiedeva che cosa vi sarà da festeggiare il prossimo
25 aprile. Durante la campagna elettorale ho provato lo stesso
sconforto suo, arrivando ad una amara conclusione. Quello che sta
accadendo semplicemente mette a nudo i nostri errori. Una spietata
autocritica dei nostri discorsi intorno all’antifascismo e alla
Resistenza è urgente. I nostri errori sono stati imperdonabili se
questo è il risultato.
Un inizio di teshuvà ci offre una buona, anzi ottima notizia che giunge
da Gerusalemme. Yad Vashem ha programmato la traduzione inglese, sempre
a cura del bravo Guri Schwarz, dei “Diari” di Emanuele Artom nella
edizione critica pubblicata qualche anno fa da Bollati Boringhieri.
Alberto Cavaglion
Leggi
|
|
Periscopio - 70 anni di Israele
|
Celebrare
i 70 anni dell'Indipendenza di Israele è, indubbiamente, qualcosa di
difficile, soprattutto se si vuole evitare la retorica. E si resta
inevitabilmente sospesi tra sentimenti contrapposti in modo lacerante:
gioia e amarezza, speranza e paura, gratitudine e rabbia, orgoglio e
rimpianto.
Il 14 maggio del 1948 (secondo il calendario giuliano) ha segnato
davvero qualcosa di incredibile, un'inaudita sfida contro la storia,
che, pochi anni prima, aveva sembrato chiudere l'intero cammino
dell'umanità all'insegna della definitiva vittoria del regno delle
tenebre. L'esito dell'apocalittico scontro del '39-'45 ha significato,
al prezzo di decine di milioni di morti, che la parola 'civiltà',
comunque la si voglia intendere, aveva, doveva avere, comunque, ancora
un senso, un futuro. Certo, non tutti, tra i vincitori, avevano tale
parola particolarmente a cuore, né si può dire che tutti coloro che
combatterono sul fronte opposto fossero dei sanguinari criminali.
Francesco Lucrezi, storico
Leggi
|
Emeq Hefer
|
La
mattina a Netanya sembra nuvolosa, ma ben presto il sole spazza via
ogni traccia di umidità atmosferica e splende su questa località.
Trovare la destinazione non è facile tra strade che divengono sempre
più strette. Passiamo tra agrumeti diversi, parte con i frutti che
occhieggiano tra le verdissime fronde e altri con fiori profumati.
Finalmente arriviamo, ad un moderno edificio a due piani che domina la
campagna e soprattutto un lago che non ci saremmo mai aspettati.
Roberto Jona
Leggi
|
|
|