28 febbraio 2018 - 13 Adar 5778

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18 Aprile 2018 - 3 Iyar 5778
PAGINE EBRAICHE 24



ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
La formula di preghiera per lo Stato d’Israele, composta nel 1948 dai Rabbini capo Izhak Halevi Herzog e Ben Zion Uziel, viene recitata di Sabato e nei giorni solenni in quasi tutte le Sinagoghe in Italia, in conformità alla linea di pensiero del sionismo religioso che riconosce allo Stato d’Israele un significato particolare, non solo nella storia ebraica ma in una delle concezioni fondamentali dell’ebraismo, l’attesa messianica, come espresso nelle parole del testo che definiscono Israele quale “Reshit zemichat Gheulatenu – Inizio della fioritura della nostra redenzione”. 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Sembra esserci un fil rouge che attraversa le principali democrazie del pianeta: lo spirito di assuefazione. Il caso italiano dimostra una volta di più quanto sia in crisi il sistema politico europeo, non più in grado di produrre governi se non con leggi elettorali che finiscono col rappresentare, sì e no, il 25% del corpo elettorale (va contata la crescente astensione). Un dato da molti interpretato come fisiologico alle democrazie mature come quella americana, ma che a me è sempre apparso come un tratto patologico, che finisce con l’abbandonare a se stesse intere masse della propria popolazione.
 
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Douma, ecco gli ispettori
Ispettori dell’Opac a Douma, a dieci giorni dall’attacco che ha scatenato la rappresaglia di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna. Le potenze occidentali, scrive La Stampa, temono che non trovino più nulla “perché sospettano che i russi stiano cercando di alterare le prove”, mentre l’Intelligence israeliana – si legge ancora sul quotidiano torinese – mette in dubbio l’efficacia dei raid di sabato “e teme un’imminente vendetta dell’Iran”.
Ieri la tv di Stato siriana ha accusato Israele di aver tentato un altro blitz, respinto dalla contraerea. Le voci sono poi state smentite, prosegue La Stampa, “ma il clima è quello di uno scontro imminente, non fra America e Russia, ma fra Siria, Iran e Israele”.
Ieri intanto il Presidente del Consiglio Paolo Gentiloni ha ribadito l’appoggio italiano agli Stati Uniti. Al tempo stesso, scrive il Corriere, “ha sottolineato che è importante seguire la via del negoziato anche con un regime ‘criminale’ come quello di Damasco”.

Condanna a otto anni di reclusione per Alessio Manzo, uno dei giovanissimi che lo scorso ottobre in piazza Cairoli a Roma fu tra gli artefici del pestaggio ai danni del cameriere di origine bengalese Kartik Condro. “Sporchi negri, immigrati del c…, ebrei”, tra le frasi che avevano fatto da sfondo a questo episodio razzista in pieno centro e a due passi dal Portico d’Ottavia. “Tentato omicidio aggravato dall’odio razziale l’ipotesi contestata dal pm Eugenio Albamonte, e accolta ieri dal gip. A convincere il giudice – spiega Repubblica Roma – la dinamica dell’episodio che ha visto Manzo, studente di Acilia con la passione per Hitler e Mussolini, sferrare un potente calcio in pieno volto alla vittima, mentre era distesa a terra”.

Una strada dedicata a Enrico Berlinguer. E un’altra a Giorgio Almirante. È la proposta che sta vagliando l’amministrazione di centrodestra di Grosseto.
“Che il segretario del Partito Comunista possa far pace con quello del Movimento Sociale – scrive il Corriere Fiorentino – è un’idea che convince pochi. E ad attaccare in modo beffardo la giunta di Antonfrancesco Vivarelli Colonna è il governatore toscano Enrico Rossi (Liberi e Uguali): una strada per Almirante? Sì, ma ‘chiedo che sotto il suo nome sia scritto fascista’”.
 
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  davar
rivlin durante la cerimonia al kotel
"Yom HaZikaron, Israele unita
per ricordare i suoi figli caduti"

“Vorrei, vorrei veramente, che in questo giorno sacro potessimo concedervi un giorno di riposo dal ricordare e dal dolore. Un giorno in cui anche noi ci facciamo carico del dolore e ne solleviamo un po', solo un po', dalle vostre stanche spalle. Vi guardo e mi chiedo ancora e ancora come siate riusciti a scegliere la vita”. Mentre per Yom HaZikaron le radio e le televisioni raccontano le dolorose storie di alcune delle migliaia di caduti per la libertà di Israele e sotto i colpi del terrorismo  a cui è dedicato questo giorno, il Presidente israeliano Reuven Rivlin (nell'immagine, durante la cerimonia a Gerusalemme) si è rivolto alle famiglie delle vittime: “vi guardo e prego. Spero che saremo degni della vostra scelta di vivere”.
Sono 23646 i soldati caduti e 3134 le vittime del terrorismo che Israele in queste ore ricorda: ieri sera per un minuto il Paese si è fermato al suono della sirena, che si è fatta nuovamente sentire in tutta la nazione alle 11 di mattina, per due minuti. E tutti si sono fermati.
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il messaggio della presidente ucei 
Israele, l’anniversario dei 70 anni
“La sua esistenza un inno di vita”

Nell’ora del crepuscolo che vede la conclusione del Giorno del ricordo e dell’omaggio a tutti coloro, civili e militari, che per la libertà, la sicurezza di Israele e per il nostro popolo hanno donato la propria vita, si avvia il giorno di festa per l’indipendenza dello Stato di Israele per il suo settantesimo compleanno. Si rialza la bandiera di Israele che lega generazioni di padri e figli, di chi è nato e cresciuto in Israele, di olim e di comunità ebraiche in tutto il mondo.
In questi anni di indipendenza Israele è enormemente cresciuto. Il numero degli abitanti che nel 1948 era di 716 mila ebrei, supera oggi i sei milioni di ebrei. Un numero di realtà produttive e centri di ricerca inimmaginabile nel sogno dei Padri fondatori. Una realtà multiculturale, multireligiosa che tutti noi vediamo conosciamo e percepiamo quotidianamente.
Oggi le Comunità ebraiche Italiane si uniscono coralmente alle celebrazioni: una Terra promessa, un Paese e una Patria del popolo ebraico. Uno Stato giovane e pieno di vita che trae dal suo plurimillenario passato la forza, il coraggio e l’orgoglio di guardare al proprio futuro. Una Nazione che sussurra le sue preghiere di vita e intona oggi ancora una volta il suo inno.
È un anniversario carico di significati, che ci vede in prima linea impegnati nella difesa dei valori fondamentali e inalienabili che hanno segnato e continueranno a segnare la storia di questo giovane Stato cui tutti noi guardiamo con sentimento, legame inscindibile e ammirazione.
Unica democrazia, unica oasi di libertà e diritti in una regione costantemente minacciata da fondamentalismi e regimi dispotici che arrecano infiniti dolori alle popolazioni civili.
Israele, come tante altre volte nella sua storia, si trova ad affrontare un presente incerto e insidioso. Nemici vicini e lontani che alle sue porte tramano per arrecare nuovi lutti e nuove sofferenze. Ma, come sempre nella sua storia, Israele ce la farà.
E ce la farà anche grazie al nostro amore e sostegno. Una causa che nasce nel segno della libertà, della democrazia, delle tante conquiste che questa piccola ma al tempo stesso grande nazione ha saputo raggiungere e condividere per il progresso dell’intera società.
L’auspicio e il sogno che continueremo a portare nel cuore è che assieme a noi, che abbiamo l’animo rivolto da e verso Israele, da e verso Gerusalemme, tutti gli altri popoli, vicini e lontani, si uniscano ai nostri sentimenti e comprendano quanto siano uno snodo insostituibile di vita e di sicurezza, di cultura e di sviluppo, di valori e convivenza, oggi e domani. Un domani da condividere con quello dell’intera regione mediorientale, come auspicato nella dichiarazione sulla costituzione dello Stato di Israele, se solo non si negasse il nostro diritto ad esistere, la storia, la realtà.
Am Israel Chai.

Noemi Di Segni,
Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
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qui roma - la cerimonia per yom hazikaron
“L’unità è un valore sacro”
Palazzo della Cultura gremito a Roma per la tradizionale cerimonia organizzata da ambasciata d’Israele in Italia e Comunità ebraica per Yom ha Zikaron, il giorno in cui si ricordano le vittime del terrorismo e i soldati caduti in guerra e per tutelare l’incolumità dello Stato.
Struggenti i brani cantati sul palco dai ragazzi della scuola ebraica e dei movimenti giovanili. E ad essere enfatizzato, negli interventi istituzionali, il profondo legame degli ebrei romani con lo Stato Israele sancito anche attraverso la partecipazione di tanti alla difesa attiva del paese.
Lo ricordano, con gratitudine, le parole dell’ambasciatore israeliano Ofer Sachs e della presidente della Comunità ebraica romana Ruth Dureghello. Lo ricorda il lume acceso dal nipote in ricordo di Angelo Sed, detto Momo, lo zio mancato quasi 40 anni fa durante una esercitazione militare.
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qui milano - il convegno al memoriale
Memoria, quale futuro
È stato Roberto Jarach, presidente della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano, ad aprire il convegno "Consultation of Planners of New Jewish History and Holocaust Memorial Institutions in Europe", dedicato all'analisi della situazione attuale e a un approfondimento dei progetti per il futuro, chiusosi ieri a Milano. Dopo il suo benvenuto sono state le parole dell'ambasciatrice Luisella Pavan-Woolfe, del Consiglio d'Europa, e di Paul Shapiro, direttore del Mandel Center for Advanced Holocaust Studies presso lo United States Holocaust Memorial Museum's Center a introdurre la due giorni di discussione e confronto.
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l'iniziativa promossa dall'ucei
"Pisa, Rosh Chodesh insieme
per una Comunità viva e vitale"

"Una partecipazione andata ben oltre alle nostre aspettative”, così il presidente della Comunità ebraica di Pisa Maurizio Gabbrielli ha commentato la presenza all'iniziativa organizzata nella sinagoga della città in occasione del Rosh Chodesh, capomese di Iyar. Un momento di riflessione e preghiera realizzato nel solco del progetto promosso in tutta l'Italia ebraica dalla Commissione Culto dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane e dedicato proprio al Rosh Chodesh.
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pilpul
Ticketless - 25 aprile per Artom
Capisco lo sconforto dell’amico David Bidussa, che sul nostro portale, qualche settimana fa, si chiedeva che cosa vi sarà da festeggiare il prossimo 25 aprile. Durante la campagna elettorale ho provato lo stesso sconforto suo, arrivando ad una amara conclusione. Quello che sta accadendo semplicemente mette a nudo i nostri errori. Una spietata autocritica dei nostri discorsi intorno all’antifascismo e alla Resistenza è urgente. I nostri errori sono stati imperdonabili se questo è il risultato.
Un inizio di teshuvà ci offre una buona, anzi ottima notizia che giunge da Gerusalemme. Yad Vashem ha programmato la traduzione inglese, sempre a cura del bravo Guri Schwarz, dei “Diari” di Emanuele Artom nella edizione critica pubblicata qualche anno fa da Bollati Boringhieri.


Alberto Cavaglion
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Periscopio -  70 anni di Israele
Celebrare i 70 anni dell'Indipendenza di Israele è, indubbiamente, qualcosa di difficile, soprattutto se si vuole evitare la retorica. E si resta inevitabilmente sospesi tra sentimenti contrapposti in modo lacerante: gioia e amarezza, speranza e paura, gratitudine e rabbia, orgoglio e rimpianto.
Il 14 maggio del 1948 (secondo il calendario giuliano) ha segnato davvero qualcosa di incredibile, un'inaudita sfida contro la storia, che, pochi anni prima, aveva sembrato chiudere l'intero cammino dell'umanità all'insegna della definitiva vittoria del regno delle tenebre. L'esito dell'apocalittico scontro del '39-'45 ha significato, al prezzo di decine di milioni di morti, che la parola 'civiltà', comunque la si voglia intendere, aveva, doveva avere, comunque, ancora un senso, un futuro. Certo, non tutti, tra i vincitori, avevano tale parola particolarmente a cuore, né si può dire che tutti coloro che combatterono sul fronte opposto fossero dei sanguinari criminali.


Francesco Lucrezi, storico
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Emeq Hefer
La mattina a Netanya sembra nuvolosa, ma ben presto il sole spazza via ogni traccia di umidità atmosferica e splende su questa località. Trovare la destinazione non è facile tra strade che divengono sempre più strette. Passiamo tra agrumeti diversi, parte con i frutti che occhieggiano tra le verdissime fronde e altri con fiori profumati. Finalmente arriviamo, ad un moderno edificio a due piani che domina la campagna e soprattutto un lago che non ci saremmo mai aspettati.

Roberto Jona
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