Paolo Sciunnach, insegnante | Il D-o di Israele è il D-o Creatore e il D-o della Storia.
Per quale motivo sono state necessarie le Dieci Piaghe in un ordine
preciso per liberare il Popolo Ebraico dalle mani del Faraone?
Non sarebbe stato sufficiente liberare Israele in un istante?
Magari attraverso un miracolo completamente sovrannaturale e incomprensibile?
Come è noto l’idolatria nei popoli antichi nasceva dal culto delle forze della natura.
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Anna
Foa,
storica |
25
aprile 1945: l’insurrezione nelle grandi città del Nord, la prima ad
essere liberata fu Genova. Le truppe angloamericane che sfilano con i
partigiani nelle città liberate, Fra loro, quella Brigata Ebraica
(anche detta palestinese) la cui memoria suscita oggi tanti conflitti,
che come parte dell’esercito inglese aveva combattuto valorosamente in
Italia. E ancora, i partigiani scesi dalle montagne, comunisti e
cattolici, liberali e azionisti, di tante parti politiche. Erano
sopravvissuti al durissimo inverno del 1944, quando gli alleati li
avevano invitati ad aspettare tempi migliori, ed ora erano molti di
più. Certo, fra loro c’erano anche gli opportunisti dell’ultima ora,
quelli che avevano cambiato bandiera con il cambiare del vento, ma
c’erano anche tanti che avevano imparato a ribellarsi nei lunghi
terribili mesi dell’occupazione nazista. E fra loro, tanti ebrei, gli
ebrei italiani hanno combattuto con gli altri italiani, come italiani e
come ebrei. Non ci sono stati gruppi ebraici autonomi di partigiani, in
Italia. Nell’entusiasmo della sconfitta nazista, perfino nell’orrendo
ludibrio di piazzale Loreto (ma ricordiamoci che c’era stato prima
un’altro Piazzale Loreto), nasceva la speranza di un mondo nuovo,
diverso dal fascismo come anche dall’Italia prefascista. Una speranza
presto distrutta dall’avvento della guerra fredda, ma per un’attimo una
speranza. E se ripartissimo da lì?
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L'omaggio a Bartali
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Data
in anteprima sul nostro notiziario quotidiano di ieri, e confermata in
serata dallo Yad Vashem, la notizia che a Gino Bartali sarà assegnata
la cittadinanza onoraria di Israele, poche ore prima della partenza del
Giro d’Italia da Gerusalemme, ha suscitato molte reazioni nel mondo
sportivo e non solo.
Scrive la Gazzetta dello Sport: “Bartali nel 2000 a 85 anni e soltanto
successivamente il figlio Andrea inizia l’opera di recupero storico
della memoria: Gino corriere di una rete clandestina per salvare gli
ebrei. È determinante il lavoro del collega Adam Smulevich di Pagine
Ebraiche, il giornale dell’ebraismo italiano, che porta alla luce la
testimonianza chiave di Giorgio Goldenberg, ebreo di origine istriana
(Fiume). Goldenberg, che nel 1944 aveva 12 anni, racconta che Bartali
aveva nascosto la sua famiglia di perseguitati nello scantinato di una
sua casa in via del Bandino, alla periferia di Firenze”.
Francia, basta antisemitismo.
Oltre trecento personalità francesi hanno firmato un appello per dire
basta all’antisemitismo, in particolare di matrice islamica. Pubblicato
su Le Parisien, scritto e lanciato dall’ex direttore di Charlie Hebdo,
Philippe Val, il manifesto è una voce “contro il nuovo antisemitismo in
Francia, segnato dalla radicalizzazione islamista” e denuncia il
“silenzio mediatico” e la “pulizia etnica” che “sta avvenendo sotto
traccia” in alcuni quartieri francesi (Repubblica).
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dopo l'anticipazione di pagine ebraiche "Bartali, cittadino di Israele"
L'interesse dei media italiani
Ha
suscitato forte interesse nell’opinione pubblica italiana e
internazionale la notizia, data ieri in anteprima sul nostro notiziario
quotidiano Pagine Ebraiche 24 e confermata in serata dallo Yad Vashem,
che al ciclista fiorentino Gino Bartali sarà assegnata la cittadinanza
onoraria di Israele in memoria poche ore prima della partenza del
prossimo Giro d’Italia da Gerusalemme.
Un ulteriore riconoscimento in ricordo del campione “Giusto”, come
certificato dallo stesso Yad Vashem nel 2013 anche grazie alle
molteplici evidenze emerse sulle pagine del giornale dell’ebraismo
italiano Pagine Ebraiche nei mesi precedenti, che ha fatto presto il
giro delle redazioni. Dall’agenzia Ansa che per prima l’ha rilanciata,
fino a tutti i più importanti quotidiani. Tra gli altri Corriere della
sera, Repubblica e la testata che organizza la corsa rosa, la Gazzetta
dello Sport.
“Ci sono persone davanti alle quali ogni essere umano, di qualsiasi luogo, deve inchinarsi” scrive oggi la Gazzetta.
E uno di questi è proprio Ginettaccio, che diventerà cittadino
israeliano nel primo pomeriggio di mercoledì 2 maggio nel corso di un
evento organizzato insieme alla Israel Cycling Academy, la prima
squadra professionistica israeliana di ciclismo che parteciperà al Giro
grazie a una wild card.
Appuntamento prima allo Yad Vashem e poi in serata al Museo delle
Scienze per festeggiare con la performance teatrale “Bartali. Il
campione e l’eroe” (Modigliani produzioni, regia di Pablo Solari)
interpretata dall’attore Ubaldo Pantani e che ha tra gli autori,
insieme a Max Castellani e Alessandro Salutini, anche il giornalista
della redazione di Pagine Ebraiche Adam Smulevich.
Determinante, viene sottolineato, il suo ruolo e quello del mensile
nell’attribuzione del titolo di “Giusto” attorno al quale è stata
costruita l’articolata operazione che ha portato il Giro in Israele. A
ricordarlo è proprio la Gazzetta, che oggi scrive: “Bartali muore nel
2000 a 85 anni e soltanto successivamente il figlio Andrea inizia
l’opera di recupero storico della memoria: Gino corriere di una rete
clandestina per salvare gli ebrei. È determinante il lavoro del collega
Adam Smulevich di Pagine Ebraiche, il giornale dell’ebraismo italiano,
che porta alla luce la testimonianza chiave di Giorgio Goldenberg,
ebreo di origine fiumana. Goldenberg, che nel 1944 aveva 12 anni,
racconta che Bartali aveva nascosto la sua famiglia di perseguitati
nello scantinato di una sua casa in via del Bandino, alla periferia di
Firenze”.
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piccolo schermo Antisemitismo, voci a confronto
dal Portico d'Ottavia a Tel Aviv
Riccardo Pacifici, dal quartiere ebraico di Roma. E Ariel Toaff, dal lungomare di Tel Aviv.
La prima puntata di La difesa della razza, il programma in sei puntate
condotto da Gad Lerner in onda ogni domenica sera alle 20.30 su Rai
Tre, propone anche questi tra i tanti interventi per riflettere
sull’antisemitismo in Italia e in Europa.
Un reportage-inchiesta che nasce, viene spiegato, “per attualizzare la
lezione storica della discriminazione e della persecuzione degli ebrei
sotto il regime fascista”, ma anche “per analizzare e comprendere, tra
analogie e distinzioni rispetto ad allora, le nuove forme di
espressione del razzismo nel linguaggio e nei comportamenti, oggi, in
Italia”.
“Sbaglio
se dico che quella bandiera è causa del nuovo antisemitismo?” chiede
provocatoriamente Lerner a Pacifici, con cui sosta davanti alla scuola
ebraica e alla bandiera israeliana che sventola sulla facciata
dell’edificio. “Un falso mito”, replica Pacifici.
Si parla di odio ma anche di reazione e prevenzione. E di come anche
l’ebraismo italiano sia stato chiamato ad organizzarsi in questo senso.
A partire da un servizio di sicurezza interna, formato oggi secondo
Lerner da “giovani addestrati nell’arte marziale del krav maga”.
L’attentato al Tempio Maggiore in cui perse la vita il piccolo Stefano
Gaj Taché il momento di svolta sul piano della consapevolezza. Anche se
minacce esterne, ricorda Toaff, si erano già più volte manifestate
nell’Italia del dopoguerra. Soprattutto di matrice neofascista, con
tante incursioni avvenute nel quartiere nei decenni successivi. Proprio
il figlio del grande rabbino Elio – racconta lui stesso – fu uno dei
protagonisti di quella rete di sicurezza con il ruolo di vedetta e con
l’incarico di suonare lo shofar in caso di pericolo.
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moked 5778
Israele e le sfide della Storia
È
ancora possibile iscriversi alla prossima edizione del Moked,
tradizionale momento di incontro primaverile dell’ebraismo italiano (clicca qui).
Numerosi gli ospiti e le occasioni di confronto che animeranno questa
edizione, dedicata ai 70 anni dello Stato di Israele. Tra i relatori lo
studioso francese Shmuel Trigano, che parlerà delle sfide di una
sovranità ebraica e dell’identità di Israele al crocevia della Storia.
“La creazione di uno Stato ebraico e l’esperienza
dell’autodeterminazione – riflette lo studioso – rappresentano una
svolta fondamentale per l’ebraismo e la condizione ebraica. È una
novità, inedita negli ultimi 25 secoli, che scuote profondamente il
giudaismo rabbinico dell’esilio, messo a confronto con le sfide della
gestione di uno Stato e di una società maggioritaria e che intima al
popolo ebraico di vivere insieme integrando la propria storia
trimillenaria”.
Come pensare quindi questo cambiamento all’interno dei termini
dell’ebraismo? È da questa domanda, prosegue, che si svolgerà il suo
atteso intervento. Leggi
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Oltremare - Isola
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Ho
la soluzione a tutti i problemi del Medio Oriente. Mi è apparsa in
sogno sotto forma di programma televisivo che non volevo vedere per
tutto l’oro del mondo – nel sogno – e che coerentemente nella realtà
rifuggerei come ogni altro genere e sottogenere di reality. Prima che
il mio telecomando li cancellasse, passando ad un canale di film
israeliani, comparivano poche immagini in veloce sequenza, promo per
una speciale versione di un programma come l’Isola dei Famosi: tutti i
leader dell’area, con alcune aggiunte, sedevano ad un immenso tavolo da
pranzo, un interno di palazzo assurdamente gotico ma pieno di luce, e
mangiavano da enormi piatti di verdure crude, tagliate fine fine e
evidentemente del tutto insapori.
Daniela Fubini, Tel Aviv
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