Jonathan Sacks, rabbino | Per
secoli gli ebrei hanno vissuto sospesi tra la memoria e la speranza,
sostenuti dalla promessa che un giorno Dio li avrebbe riportati
indietro (in Eretz Israel). Abbiamo avuto il privilegio di nascere in
una generazione che ha visto rinascere lo Stato di Israele e l'unità e
la ricostruzione di Gerusalemme.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Ieri
sera, nel tentativo di provare a dare un senso a ciò che sta avvenendo
qui, ho ripreso in mano la Lettera sul fanatismo di Shaftesbury
(Chiarelettere), un testo del 1708, laddove l'autore indica nel rifiuto
del buon umore tanto l’espressione dell’assenza di pietà tra i propri
sentimenti, quanto la produzione di due elementi che esprimono una
visione illiberale e sollecitano una dimensione totalitaria (diremmo in
gergo contemporaneo) della politica: da una parte l’assunzione di uno
sguardo complottista sulla realtà; dall’altra l’idea che solo divenendo
guardiano irreprensibile del vero, espellendo l’ironia dal sentimento,
si possa garantire la supremazia del vero.
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Ambasciata Usa,
attesa a Gerusalemme
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Attesa
e guardia alta in Israele per la storica apertura domani
dell’ambasciata degli Stati Uniti a Gerusalemme: una decisione, quella
di spostare il corpo diplomatico americano da Tel Aviv alla capitale
israeliana, annunciata dal presidente Usa Trump lo scorso novembre che
diventa dunque realtà. Trump non ci sarà, ricordano i quotidiani, ma ha
inviato una delegazione guidata dal vicesegretario di Stato, John
Sullivan e di cui faranno parte la figlia del presidente, Ivanka e il
consorte Jared Kushner. Secondo Repubblica, l’inaugurazione di domani è
la “prima tappa di una settimana che in Israele si preannuncia
bollente, ovunque, Cisgiordania e Striscia di Gaza comprese”: il 15
maggio il gruppo terroristico di Hamas – di cui Israele nella notte ha
distrutto un nuovo tunnel del terrore (Gazzetta del Mezzogiorno) – ha
annunciato una grande manifestazione ai confini con Israele, sull’onda
lunga di quelle organizzate nelle scorse settimane. L’esercito
israeliano si prepara quindi a nuovi scontri, che potrebbero protrarsi
a causa dell’inizio, a fine settimana, della festività islamica del
Ramadan. Tornando all’inaugurazione dell’ambasciata Usa, secondo il
quotidiano cattolico Avvenire – che cita il Canale 2 israeliano -,
l’evento sarà anche l’occasione per l’annuncio del piano di pace
americano per il conflitto israelo-palestinese: “’Il deal del secolo’,
come viene definito dalla stampa araba, ha ancora dei contorni
approssimativi – scrive Avvenire – e sembra prevedere un ritiro
graduale dell’esercito israeliano dalla Cisgiordania, ma con il
mantenimento di Tsahal lungo il Giordano e l’annessione a Israele di
una parte degli insediamenti ebraici (si parla di Ariel, Gush Etzion,
Maale Adumin), e infine la proclamazione di uno Stato palestinese
demilitarizzato e con sovranità limitata, e il riconoscimento di
Israele come ‘Stato ebraico’”.
14 maggio 1948. La data dello spostamento dell’ambasciata Usa non è
casuale: domani sarà infatti l’anniversario – nel calendario civile –
della proclamazione della nascita dello Stato d’Israele. “Chi pensa che
lo Stato d’Israele sia un’invenzione moderna, ultimo arrivato tra i
nazionalismi del tardo Ottocento e del primo Novecento – scrive Giulio
Busi sul Sole 24 Ore – ha allo stesso tempo ragione e torto. Ha
ragione, poiché il sionismo ha precise radici storiche e culturali. Ma
ha anche torto, giacché un’identità in assenza permette di proiettare
nella dimensione temporale ciò che le identità in presenza sperimentano
nello spazio”. Sul Domenicale del Sole, Ugo Tramballi sostiene che
Israele sia un “sogno incompleto” perché “non ha ancora frontiere
certe, riconosciute e sicure”. Quello che è certo è che si sta alzando
il livello dello scontro con il suo più grande nemico regionale,
l’Iran: i raid israeliani contro le milizie di Teheran in Siria
avrebbero fatto 42 vittime, scrive il Mattino. “Seguiamo con attenzione
gli eventi tra Israele e Iran, tenendo presente che la sicurezza di
Israele è parte della ragion d’essere della Germania”, ha affermato
intanto la cancelliera Angela Merkel, premiata ad Assisi, dove ha
incontrato il Premier italiano uscente Paolo Gentiloni (Corriere).
Francia, torna la minaccia dell’Isis. Sabato sera, poco prima delle 21,
un uomo ha accoltellato diverse persone in pieno centro a Parigi, nel
II arrondissement, vicino al teatro dell’Opéra: ha ucciso una persona e
ne ha ferite altre quattro, di cui due gravemente, prima di essere
ucciso dalla polizia. Lo Stato Islamico ha rivendicato l’attacco. “La
Francia paga ancora una volta il prezzo del sangue ma non cede un
millimetro ai nemici della libertà. – le parole del presidente Macron
(Corriere) – Il mio pensiero va alle vittime e ai feriti, oltre che ai
loro cari. Saluto a nome di tutti i francesi il coraggio dei poliziotti
che hanno neutralizzato Il terrorista”.
Oz, i fanatismi e la casa per israeliani e palestinesi. “La casa è
molto piccola. Dobbiamo fare due appartamenti. Israele e, nella porta
accanto, la Palestina Poi dovremo imparare a dirci ‘buongiorno’ perle
scale. Più avanti saremo in grado di farci una visita. E perfino di
cucinare insieme: un mercato comune, una federazione o confederazione…
ma prima bisogna dividere la casa. In fondo, tutti sanno che l’unica
soluzione possibile è quella dei due Stati. Anche se non gli piace”,
così lo scrittore israeliano Amos Oz sintetizza al giornalista Carlos
Sanz Juan (intervista pubblicata da Repubblica oggi) la situazione tra
israeliani e palestinesi. Per Oz – che nell’intervista ricorda il suo
appello contro i fanatismi – il grande problema è la mancanza di
leadership da entrambe le parti ma anche a livello internazionale.
Punta invece il dito solo contro Israele Gideon Levy, controversa firma
di Haaretz, intervistato da Avvenire e ospite del festival Festival
Fare la Pace a Bergamo.
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la vincitrice della competizione musicale
Netta, l'orgoglio d'Israele
trionfa all'Eurovision
“Quanto
è bello che abbiamo vinto l'Eurovisione. Quanto è bello che abbiamo
avuto l'occasione di cambiare l'immagine [di Israele]... Lo meritiamo”.
“Israele merita un motivo per festeggiare. Amo il mio Paese”. Sono
alcune delle parole raccolte a caldo dai giornalisti israeliani dalla
voce di Netta Barzilai, la vincitrice dell'ultima edizione della
competizione musicale Eurovision con la canzone Toy. La sua vittoria,
arrivata a distanza di 20 anni dall'ultimo trionfo israeliano nella
rassegna che raccoglie cantati da tutta Europa, è stata accolta con
grandi festeggiamenti in Israele: anche il Primo ministro israeliano
Benjamin Netanyahu ha chiamato la giovane cantante per congratularsi,
definendola "la migliore ambasciatrice" del Paese. Barzilai, che era
quotata come una delle possibili vincitrici sin dall'inizio, ha
ottenuto il successo con una canzone che parla di emancipazione
femminile: “Non sono il tuo giocattolo. Stupido ragazzo. Ora ti faccio
abbassare la cresta”, recita un passaggio del brano. Netta, 25 anni, ha
vinto il concorso in buona parte grazie ai voti degli spettatori dei
paesi partecipanti, che l'hanno portata al primo posto dopo il voto
delle giurie, davanti a Cipro e all'Austria. “Una risposta al Bds”, ha
detto in diretta uno dei commentatori, facendo riferimento a chi
propugna il boicottaggio culturale ed economico d'Israele. Leggi
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il giorno di gerusalemme
Yom Yerushalayim, una festa
per tutto il mondo ebraico
Migliaia
di persone a Gerusalemme in queste ore si sono riversate per le strade
per festeggiare, Yom Yerushalayim, il giorno dedicato alla
riunificazione della capitale d'Israele. “Ogni anno, per centinaia di
anni, gli ebrei di tutto il mondo si sono ripetuti: 'Il prossimo anno a
Gerusalemme...'. - ricordano dal World Jewish Congress – Durante Yom
Yerushalayim, si celebrano 51 anni della riunificazione della città. 51
anni in cui gli ebrei, e tutti i popoli, possono visitare e pregare
liberamente nei luoghi santi di Gerusalemme”. E sul significato di
questo giorno, mentre la città si prepara ad inaugurare l'ambasciata
americana, è intervenuta la presidente dell'Unione delle Comunità
Ebraiche Italiane. “Yom Yerushalayim. Il 28 del mese di Iyar, è una
ricorrenza speciale e dal valore identitario fortissimo, che travalica
le mura della città, cui tutti partecipiamo. Non è solo la festa di una
città in cui si vive ma la celebrazione di un'affermazione, di libertà
e di appartenenza. Dalla sua riunificazione ad oggi abbiamo sempre
percepito quanto Gerusalemme sia antica e vitale al tempo stesso,
affaticata dal peso delle generazioni ma pronta ad accogliere ogni
pellegrinaggio e preghiera”.
“L’anno scorso – prosegue la presidente dell'Unione - abbiamo celebrato
il giubileo dall’unificazione, mentre nelle diverse organizzazioni
internazionali di legittimava la discussione sul legame con il nostro
Popolo. Capitale di Israele, senza neanche necessità di ribadirlo,
imprescindibile per le Comunità della Diaspora ed il mondo intero. Oggi
festeggiamo ancora una volta la sua forza evolutiva, la sua capacità
evocativa. Ogni pietra ed ogni vicolo, ogni nuovo ponte e nuovo corso
raccontano la millenaria storia e la voglia di andare avanti”. Leggi
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qui roma
Israele 70, omaggio al Quirinale
Sarà
uno dei più grandi violinisti in attività, l’israeliano Shlomo Mintz,
il protagonista questo pomeriggio, nella Cappella Paolina del
Quirinale, del concerto celebrativo per i 70 anni dello Stato ebraico
organizzato, con il sostegno dell’ambasciata di Israele in Italia, nel
quadro degli eventi musicali di Radio3 in collaborazione con
Rai-Quirinale e con la Presidenza della Repubblica,
Mintz, che eseguirà la Sonata in fa minore di Felix
Mendelssohn-Bartholdy e quella in la maggiore di César Franck, sarà
accompagnato al pianoforte da Roberto Prosseda (con il quale forma un
duo da diversi anni). Leggi
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segnalibro
Da Firenze a Gerusalemme,
Cassuto racconta il suo viaggio
Da
vari anni l’architetto David Cassuto, ben noto per la sua attività di
architetto ma anche per essere stato a lungo vice sindaco di
Gerusalemme, viene a maggio a Firenze, per un incontro dei suoi
studenti dell’Università di Ariel, di cui è stato uno dei fondatori,
con quelli fiorentini .
David Cassuto è molto legato alla sua città natale, dove hanno operato
prima il nonno rav Umberto David e poi il padre rav Nathan la cui opera
negli ultimi mesi del 1943 ha permesso a tanti ebrei fiorentini e
stranieri di salvarsi; è stato uno dei rabbini che hanno sacrificato la
propria vita per la Comunità e purtroppo il giorno dopo la sua cattura,
con un orribile inganno, anche la moglie Anna Di Gioacchino è stata
deportata. I congiunti hanno festeggiato il suo ritorno, i figli
l’hanno riabbracciata a Gerusalemme dove erano stati accolti dai nonni
paterni ma lì troppo presto ha chiuso la sua vita, nel 1948, vittima
del noto attentato ad una autambulanza diretta al Monte Scopus.
Lionella Viterbo Leggi
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La legittimità di Israele |
Lo
Stato d’Israele compie settant’anni ma, in realtà, ne ha almeno il
doppio. La sua età anagrafica, infatti, non corrisponde a quella
storica. Senza andare a scomodare le esperienze unitarie precedenti
alla diaspora, è sufficiente richiamarsi alla lunga sedimentazione del
nuovo Yishuv, l’insediamento ebraico che venne costituendosi con la
seconda metà dell’Ottocento, sulla base di una piattaforma politica
sempre più chiara e netta. La quale, per intenderci, non era basata
solo sul continuo rimando alla necessità di uno Stato degli ebrei ma
anche e soprattutto su un progetto di rigenerazione degli ebrei come
soggetti sociali.
Claudio Vercelli
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