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15 Luglio 2018 - 3 Av 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Haim Korsia, Gran Rabbino di Francia
Claude Lanzmann (scomparso il 5 luglio scorso) ci ha permesso di cristallizzare in questa parola, Shoah, l'inesprimibile sofferenza, il massacro organizzato di esseri umani, l'inimmaginabile bestialità di altri uomini disumanizzati, il silenzio di tanti, l'abissale senso di desolazione, di un futuro privo di speranza. E l'indifferenza. Sì, ci ha mostrato la terrificante testimonianza dell'indifferenza, ci ha portato a domandarci perché la maggior parte dei contemporanei, vicini, testimoni o anche dei potenti abbiano potuto vivere tutto questo senza interrogarsi, senza curiosità, senza spavento
 
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David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Ogni tanto conviene affrontare la prova delle Lettere persiane di Montesquieu: vedere la propria nazione, la propria cultura, la propria ideologia con gli occhi dell’altro; giudicare i propri costumi come se fossero costumi estranei.
 
I razzi di Hamas su Israele
Ventiquattro ore di violenza e paura quelle trascorse nel Sud d’Israele a causa del lancio di centinaia di missili provenienti dalla Striscia di Gaza. I movimenti terroristici di Hamas e della Jihad islamica hanno infatti riacceso il conflitto, sparando ripetutamente razzi sulla popolazione israeliana e mettendo in pericolo la vita di migliaia di persone. Quattro persone sono rimaste ferite a causa dei razzi – il cui lancio è proseguito anche oltre il cessate il fuoco stabilito nella notte. A questo attacco Israele ha risposto duramente tanto che, spiega La Stampa, “i vertici dell’esercito israeliano hanno parlato della più vasta operazione militare contro la Striscia di Gaza dalla guerra del 2014”. Bersaglio dei caccia israeliani, un quartier generale militare di Hamas, nuovi tunnel del terrore, un deposito e un centro di produzione di armi, un campo di addestramento e postazioni di artiglieria del movimento terroristico palestinese. Dopo questa escalation di violenza voluta da Hamas, nel sud di Israele sembra essere tornata la calma: il comando del fronte interno dell’esercito ha annullato tutte le restrizioni imposte in precedenza alle comunità nei pressi di Gaza, in cui si chiedeva ai residenti di rimanere a poca distanza dai rifugi antimissile.

La lezione perduta del ’38. Diversi quotidiani hanno ripreso la riflessione della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni dedicato all’80esimo anniversario dalla pubblicazione del Manifesto della Razza e al pericoloso clima attuale di odio. “A 80 anni di distanza dalla infamia delle leggi razziali, la dignità umana è ancora in pericolo. Si assiste a un crescente manifestarsi di atti di intolleranza razziale, odio e pericolosa radicalizzazione. Non pensavamo di veder nuovamente leggi e decreti democraticamente approvati, ma che violano fondamentali principi. Questi atti di intolleranza sono purtroppo alimentati e legittimati anche da esponenti delle istituzioni”, le parole di Di Segni riprese oggi in prima pagina dal Fatto Quotidiano in un ampio editoriale di Furio Colombo. “Come insegnano le tragiche vicende che l’Italia ha già vissuto,- scrive Colombo- il razzismo è come il gas misterioso usato in questi giorni in Inghilterra da certi agenti segreti per eliminare avversari altrettanto misteriosi. Basta un soffio d’aria contaminata per morire. Più grave se quel gas è manovrato dalle istituzioni. Il razzismo italiano costringe gli italiani a respirare a pieni polmoni storie non vere sulle frontiere, sugli stranieri, sul salvataggio in mare”. Di clima preoccupante parla anche l’ormai ex presidente dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia Izzeddin Elzir (a succedergli sarà Yassine Lafran, 33enne di origini marocchine, già segretario uscente dell’Ucoii e presidente della Comunità islamica di Bologna). “Il momento politico è brutto, e anch’io temo, con la presidente delle Comunità ebraiche italiane Di Segni, che si torni indietro di 80 anni, al clima che produsse le leggi razziali e che tutti pensavamo superato per sempre. Questo ci impone di stare costantemente vigili”, afferma Elzir in un’intervista a Repubblica Firenze, in cui si paventa la possibilità di una sua eventuale discesa in politica.

Trump e l’incontro con Putin. È previsto per domani a Helsinki il vertice tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir Putin in cui si parlerà della situazione siriana (Repubblica). Qui la Russia, direttamente coinvolta, vuole che il dittatore Bashar Assad rimanga al potere e Trump potrebbe accettare, scrive La Stampa, visto il suo disinteresse per il conflitto siriano. “Per Trump, Medio Oriente vuol dire piuttosto Iran, Israele, Arabia Saudita. Guardiamo ai fatti. In Siria, Trump ha lasciato ai russi ampio spazio”. Spazio che però è stato lasciato anche all’Iran: Israele ha avvisato che non permetterà al regime degli Ayatollah di stabilirsi in Siria. Per questo, scrive il Giornale, il Primo ministro Benjamin Netanyahu si è recato nove volte in Russia, chiedendo a Putin affinché i soldati di Teheran lascino il paese. Un obiettivo peraltro non solo di Israele “dal 2016, secondo il New Yorker, Mohammed Bin Zayed, principe di Abu Dhabi, sollevò il problema di spingere la Russia lontano dagli ayatollah iraniani, i peggiori nemici. – riporta il Giornale – Formò un fronte con i Paesi arabi moderati, che hanno immaginato un affare in grande stile, in cui gli Stati Uniti possano sollevare da Putin le sanzioni comminategli per l’invasione dell’Ucraina in cambio della fuoriuscita iraniana”.
 
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  davar
israele e la reazione all'attacco da gaza
Oltre 200 razzi e la tregua violata
Il volto del terrore di Hamas

“200 missili e colpi di mortaio sparati, 4 israeliani feriti, 173 sirene di allarme, 30 missili intercettati da Iron Dome. Questa è stata la nostra giornata. Com'era la vostra?”. È uno dei messaggi che circolano sui social network per far capire la dimensione degli attacchi subiti da Israele nelle scorse ore per mano delle organizzazioni terroristiche di Gaza, Hamas e Jihad islamica. Dalla Striscia sono partiti decine di razzi con l'obiettivo di colpire i civili israeliani: a Sderot, città del Sud d'Israele, una famiglia è rimasta ferita dalle schegge dei colpi di mortaio sparati dai gruppi palestinesi. “Il vetro del soggiorno è caduto su di noi. L'acquario, i televisori - tutto è esploso. Tutta la casa era in fumo e ci siamo trovati coperti di sangue”, ha raccontato Aharon Buchris, il padre della famiglia, dal suo letto d'ospedale. “Sono stato colpito dalle schegge in faccia e sulle gambe. Anche mia moglie e le mie figlie sono rimaste ferite. Sentivo lo stress, lo shock, e ho sentito gridare”, ha raccontato. “Non è suonata la sirena del codice rosso. Improvvisamente ho sentito un 'boom'  - ha raccontato la vicina di casa dei Buchris, Azzat Magirov - Ero sul divano e sono volata via. Improvvisamente vedo fumo e sento gridare. Tutta la mia casa era coperta di vetro (rotto), ma sono andata dritto dai vicini. Il razzo Qassam è caduto sotto la finestra del loro soggiorno. Ho visto il fumo, e ho visto che tutti sanguinavano”.
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media italiani e il monito della presidente ucei 
Da Pagine Ebraiche ai quotidiani
“Parole chiare contro l’odio”

A ottanta anni dalle Leggi razziste la dignità umana è ancora in pericolo. L’allarme lanciato dalla Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 di venerdì scorso ha fatto il giro di molte redazioni.
Ha scritto per prima l’agenzia Ansa (sia in italiano che in inglese): “C’è oggi un crescente manifestarsi di atti di intolleranza razziale, odio e pericolosa radicalizzazione, purtroppo alimentati e legittimati anche da esponenti delle istituzioni. Lo scrive la presidente dell’UCEI Noemi Di Segni in una riflessione pubblicata su Pagine Ebraiche dove si esprime ‘il tormento’ di “non riuscire a prevenire quel che pensavamo fosse superato con il varo della nostra Costituzione, e di veder nuovamente leggi e decreti democraticamente approvati, ma che violano fondamentali principi”.
“Un allarme drammatico e tormentato sul riemergere del razzismo in Italia. A lanciarlo è la Presidente dell’UCEI in una riflessione pubblicata su Pagine Ebraiche” ha scritto poi Repubblica, sottolineando che si tratta di un intervento che, per toni e contenuti, “ricorda le parole pronunciate negli ultimi mesi dalla senatrice a vita Liliana Segre, sopravvissuta ad Auschwitz”. Contro le leggi speciali su rom e sinti. Contro il raduno neonazista ad Abbiategrasso. Prima, si legge, “che sia troppo tardi”.
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mondiali - russia 2018
Francia-Croazia, la finale
e i conti con il passato

In queste ore si scoprirà chi fra Francia e Croazia salirà sul tetto del Mondo del calcio, aggiudicandosi la finale di Russia 2018. Chi non appartiene ai due paesi, negli scorsi giorni ha scelto con quale nazionale schierarsi: c'è chi tifa Croazia perché è la prima volta che arriva in finale e per la sua capacità di essere squadra dimostrata in tutto il mondiale, chi per la Francia per l'estro e la tecnica di alcuni dei suoi giocatori, tra cui Antoine Griezmann e Kylian Mbappé. C'è chi sui social network ne ha fatto una questione politica – facendo anche del bieco populsimo - e chi ha guardato alla finale come un'occasione per incrociare le storie dei due paesi e riflettere sui rispettivi passati. Così ha fatto il Forward, chiedendosi un po' provocatoriamente per quale delle due squadre gli ebrei debbano tifare. Non che ci sia una risposta reale perché si tratta semplicemente di calcio, ma il Forward ha messo in luce il rapporto di Francia e Croazia con la minoranza ebraica.
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TRIESTE, LA SCUOLA INTERPRETI E IL TIROCINIO UCEi
Mazal Tov Mariateresa!
Continua la stagione delle lauree e il primo commento di Mariateresa Serafino, studentessa della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e Traduttori dell’Università di Trieste che ha svolto il suo tirocinio presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane è stato semplicemente un emozionato: "È andata benissimo, la laurea, sono davvero contenta". La discussione della tesi, intitolata "I segnali discorsivi nel parlato colloquiale: un'analisi linguistica", è giunta al termine di un percorso durante il quale ha studiato spagnolo, inglese, francese e arabo, lingue che ha usato per la traduzione, attiva e passiva di articoli pubblicati online sul settimanale Sheva - Pagine Ebraiche International sul notiziario quotidiano Pagine Ebraiche 24 e sul giornale dell'ebraismo italiano Pagine Ebraiche.
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pilpul

Camminare scalzi
Dieci tesine, piuttosto evidenti, sui processi migratori, tanto per non perdere l’allenamento (e la memoria) in materia:

1) i processi migratori non sono l’eccezione bensì la regola nella storia umana. Non esiste alcuna società che non sia stata costituita, popolata e rigenerata dai fenomeni migratori. In sé, questi ultimi non sono né un bene né un male. Sono semmai parte della trasformazione continua di ciò che chiamiamo “mondo”, all’interno di un mercato globale dove i singoli individui cercano di porre rimedio alla condizioni di sfavore, nelle quali si possono trovare, cercando una compensazione attraverso il cambiare luogo di vita, di relazioni, di legami.


Claudio Vercelli
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