Haim Korsia, Gran Rabbino di Francia | Claude
Lanzmann (scomparso il 5 luglio scorso) ci ha permesso di
cristallizzare in questa parola, Shoah, l'inesprimibile sofferenza, il
massacro organizzato di esseri umani, l'inimmaginabile bestialità di
altri uomini disumanizzati, il silenzio di tanti, l'abissale senso di
desolazione, di un futuro privo di speranza. E l'indifferenza. Sì, ci
ha mostrato la terrificante testimonianza dell'indifferenza, ci ha
portato a domandarci perché la maggior parte dei contemporanei, vicini,
testimoni o anche dei potenti abbiano potuto vivere tutto questo senza
interrogarsi, senza curiosità, senza spavento
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Ogni
tanto conviene affrontare la prova delle Lettere persiane di
Montesquieu: vedere la propria nazione, la propria cultura, la propria
ideologia con gli occhi dell’altro; giudicare i propri costumi come se
fossero costumi estranei.
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I razzi di Hamas su Israele
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Ventiquattro
ore di violenza e paura quelle trascorse nel Sud d’Israele a causa del
lancio di centinaia di missili provenienti dalla Striscia di Gaza. I
movimenti terroristici di Hamas e della Jihad islamica hanno infatti
riacceso il conflitto, sparando ripetutamente razzi sulla popolazione
israeliana e mettendo in pericolo la vita di migliaia di persone.
Quattro persone sono rimaste ferite a causa dei razzi – il cui lancio è
proseguito anche oltre il cessate il fuoco stabilito nella notte. A
questo attacco Israele ha risposto duramente tanto che, spiega La
Stampa, “i vertici dell’esercito israeliano hanno parlato della più
vasta operazione militare contro la Striscia di Gaza dalla guerra del
2014”. Bersaglio dei caccia israeliani, un quartier generale militare
di Hamas, nuovi tunnel del terrore, un deposito e un centro di
produzione di armi, un campo di addestramento e postazioni di
artiglieria del movimento terroristico palestinese. Dopo questa
escalation di violenza voluta da Hamas, nel sud di Israele sembra
essere tornata la calma: il comando del fronte interno dell’esercito ha
annullato tutte le restrizioni imposte in precedenza alle comunità nei
pressi di Gaza, in cui si chiedeva ai residenti di rimanere a poca
distanza dai rifugi antimissile.
La lezione perduta del ’38. Diversi quotidiani hanno ripreso la
riflessione della Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane Noemi Di Segni dedicato all’80esimo anniversario dalla
pubblicazione del Manifesto della Razza e al pericoloso clima attuale
di odio. “A 80 anni di distanza dalla infamia delle leggi razziali, la
dignità umana è ancora in pericolo. Si assiste a un crescente
manifestarsi di atti di intolleranza razziale, odio e pericolosa
radicalizzazione. Non pensavamo di veder nuovamente leggi e decreti
democraticamente approvati, ma che violano fondamentali principi.
Questi atti di intolleranza sono purtroppo alimentati e legittimati
anche da esponenti delle istituzioni”, le parole di Di Segni riprese
oggi in prima pagina dal Fatto Quotidiano in un ampio editoriale di
Furio Colombo. “Come insegnano le tragiche vicende che l’Italia ha già
vissuto,- scrive Colombo- il razzismo è come il gas misterioso usato in
questi giorni in Inghilterra da certi agenti segreti per eliminare
avversari altrettanto misteriosi. Basta un soffio d’aria contaminata
per morire. Più grave se quel gas è manovrato dalle istituzioni. Il
razzismo italiano costringe gli italiani a respirare a pieni polmoni
storie non vere sulle frontiere, sugli stranieri, sul salvataggio in
mare”. Di clima preoccupante parla anche l’ormai ex presidente
dell’Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia
Izzeddin Elzir (a succedergli sarà Yassine Lafran, 33enne di origini
marocchine, già segretario uscente dell’Ucoii e presidente della
Comunità islamica di Bologna). “Il momento politico è brutto, e anch’io
temo, con la presidente delle Comunità ebraiche italiane Di Segni, che
si torni indietro di 80 anni, al clima che produsse le leggi razziali e
che tutti pensavamo superato per sempre. Questo ci impone di stare
costantemente vigili”, afferma Elzir in un’intervista a Repubblica
Firenze, in cui si paventa la possibilità di una sua eventuale discesa
in politica.
Trump e l’incontro con Putin. È previsto per domani a Helsinki il
vertice tra il presidente Usa Donald Trump e quello russo Vladimir
Putin in cui si parlerà della situazione siriana (Repubblica). Qui la
Russia, direttamente coinvolta, vuole che il dittatore Bashar Assad
rimanga al potere e Trump potrebbe accettare, scrive La Stampa, visto
il suo disinteresse per il conflitto siriano. “Per Trump, Medio Oriente
vuol dire piuttosto Iran, Israele, Arabia Saudita. Guardiamo ai fatti.
In Siria, Trump ha lasciato ai russi ampio spazio”. Spazio che però è
stato lasciato anche all’Iran: Israele ha avvisato che non permetterà
al regime degli Ayatollah di stabilirsi in Siria. Per questo, scrive il
Giornale, il Primo ministro Benjamin Netanyahu si è recato nove volte
in Russia, chiedendo a Putin affinché i soldati di Teheran lascino il
paese. Un obiettivo peraltro non solo di Israele “dal 2016, secondo il
New Yorker, Mohammed Bin Zayed, principe di Abu Dhabi, sollevò il
problema di spingere la Russia lontano dagli ayatollah iraniani, i
peggiori nemici. – riporta il Giornale – Formò un fronte con i Paesi
arabi moderati, che hanno immaginato un affare in grande stile, in cui
gli Stati Uniti possano sollevare da Putin le sanzioni comminategli per
l’invasione dell’Ucraina in cambio della fuoriuscita iraniana”.
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israele e la reazione all'attacco da gaza
Oltre 200 razzi e la tregua violata
Il volto del terrore di Hamas
“200
missili e colpi di mortaio sparati, 4 israeliani feriti, 173 sirene di
allarme, 30 missili intercettati da Iron Dome. Questa è stata la nostra
giornata. Com'era la vostra?”. È uno dei messaggi che circolano sui
social network per far capire la dimensione degli attacchi subiti da
Israele nelle scorse ore per mano delle organizzazioni terroristiche di
Gaza, Hamas e Jihad islamica. Dalla Striscia sono partiti decine di
razzi con l'obiettivo di colpire i civili israeliani: a Sderot, città
del Sud d'Israele, una famiglia è rimasta ferita dalle schegge dei
colpi di mortaio sparati dai gruppi palestinesi. “Il vetro del
soggiorno è caduto su di noi. L'acquario, i televisori - tutto è
esploso. Tutta la casa era in fumo e ci siamo trovati coperti di
sangue”, ha raccontato Aharon Buchris, il padre della famiglia, dal suo
letto d'ospedale. “Sono stato colpito dalle schegge in faccia e sulle
gambe. Anche mia moglie e le mie figlie sono rimaste ferite. Sentivo lo
stress, lo shock, e ho sentito gridare”, ha raccontato. “Non è suonata
la sirena del codice rosso. Improvvisamente ho sentito un 'boom'
- ha raccontato la vicina di casa dei Buchris, Azzat Magirov - Ero sul
divano e sono volata via. Improvvisamente vedo fumo e sento gridare.
Tutta la mia casa era coperta di vetro (rotto), ma sono andata dritto
dai vicini. Il razzo Qassam è caduto sotto la finestra del loro
soggiorno. Ho visto il fumo, e ho visto che tutti sanguinavano”. Leggi
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media italiani e il monito della presidente ucei
Da Pagine Ebraiche ai quotidiani
“Parole chiare contro l’odio”
A
ottanta anni dalle Leggi razziste la dignità umana è ancora in
pericolo. L’allarme lanciato dalla Presidente dell’Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni sul notiziario quotidiano
Pagine Ebraiche 24 di venerdì scorso ha fatto il giro di molte
redazioni.
Ha scritto per prima l’agenzia Ansa (sia in italiano che in inglese):
“C’è oggi un crescente manifestarsi di atti di intolleranza razziale,
odio e pericolosa radicalizzazione, purtroppo alimentati e legittimati
anche da esponenti delle istituzioni. Lo scrive la presidente dell’UCEI
Noemi Di Segni in una riflessione pubblicata su Pagine Ebraiche dove si
esprime ‘il tormento’ di “non riuscire a prevenire quel che pensavamo
fosse superato con il varo della nostra Costituzione, e di veder
nuovamente leggi e decreti democraticamente approvati, ma che violano
fondamentali principi”.
“Un allarme drammatico e tormentato sul riemergere del razzismo in
Italia. A lanciarlo è la Presidente dell’UCEI in una riflessione
pubblicata su Pagine Ebraiche” ha scritto poi Repubblica, sottolineando
che si tratta di un intervento che, per toni e contenuti, “ricorda le
parole pronunciate negli ultimi mesi dalla senatrice a vita Liliana
Segre, sopravvissuta ad Auschwitz”. Contro le leggi speciali su rom e
sinti. Contro il raduno neonazista ad Abbiategrasso. Prima, si legge,
“che sia troppo tardi”. Leggi
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TRIESTE, LA SCUOLA INTERPRETI E IL TIROCINIO UCEi
Mazal Tov Mariateresa!
Continua
la stagione delle lauree e il primo commento di Mariateresa Serafino,
studentessa della Scuola Superiore di Lingue Moderne per Interpreti e
Traduttori dell’Università di Trieste che ha svolto il suo tirocinio
presso la redazione giornalistica dell’Unione delle Comunità Ebraiche
Italiane è stato semplicemente un emozionato: "È andata benissimo, la
laurea, sono davvero contenta". La discussione della tesi, intitolata
"I segnali discorsivi nel parlato colloquiale: un'analisi linguistica",
è giunta al termine di un percorso durante il quale ha studiato
spagnolo, inglese, francese e arabo, lingue che ha usato per la
traduzione, attiva e passiva di articoli pubblicati online sul
settimanale Sheva - Pagine Ebraiche International sul notiziario
quotidiano Pagine Ebraiche 24 e sul giornale dell'ebraismo italiano
Pagine Ebraiche. Leggi
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Camminare scalzi
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Dieci tesine, piuttosto evidenti, sui processi migratori, tanto per non perdere l’allenamento (e la memoria) in materia:
1) i processi migratori non sono l’eccezione bensì la regola nella
storia umana. Non esiste alcuna società che non sia stata costituita,
popolata e rigenerata dai fenomeni migratori. In sé, questi ultimi non
sono né un bene né un male. Sono semmai parte della trasformazione
continua di ciò che chiamiamo “mondo”, all’interno di un mercato
globale dove i singoli individui cercano di porre rimedio alla
condizioni di sfavore, nelle quali si possono trovare, cercando una
compensazione attraverso il cambiare luogo di vita, di relazioni, di
legami.
Claudio Vercelli
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