Jonathan Sacks, rabbino
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La
vita ha senso quando fa parte di una storia, e più grande è la storia,
più i nostri orizzonti immaginativi crescono. Inoltre, le cose
ricordate non muoiono. Questo è quanto di più vicino all'immortalità ci
sia sulla terra.
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
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Come
il ministro Salvini si occupa spasmodicamente del problema dei profughi
e dei migranti – che quasi non esistono, vista la realtà dei dati
ufficiali – così i sindaci di alcune città italiane si occupano della
politica di Israele e della causa palestinese. In entrambi i casi, si
tratta della strategia dei diversivi. Ma da che cosa i nostri politici
desiderano distogliere la nostra attenzione? È lecito chiederselo, e
sarebbe interessante che riuscissimo a risponderci.
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Iran, una minaccia reale
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Tensione
alle stelle tra Iran e Stati Uniti dopo l’ultimo scontro verbale tra
Trump e Rohani. “L’America dovrebbe sapere che la pace con l’Iran è la
madre di tutte le paci, e la guerra con l’Iran e la madre di tutte le
guerre” ha per primo dichiarato quest’ultimo. Trump, via Twitter, ha
promesso “conseguenze che pochi hanno sofferto finora nella storia” in
caso di nuove minacce.
Sui giornali si parla anche dell’intervento del segretario di Stato
Mike Pompeo, che ha accusato Rohani e il ministro degli Esteri Zarif di
essere solo “la faccia pulita degli ayatollah” e si è detto pronto ad
aiutare la popolazione a reagire. “Una retorica – scrive La Stampa –
che ricorda quella usata per spingere la Corea del Nord alla
trattativa, ma va anche oltre, indicando sullo sfondo l’obiettivo del
cambio di regime”.
Su La Stampa in evidenza anche le manifestazioni in Israele contro
l’emendamento alla legge sulla genitorialità surrogata che di fatto
esclude questa possibilità per i padri gay. Al riguardo si parla di Tel
Aviv come di “frontiera più avanzata” per i diritti degli omosessuali.
Repubblica dà invece particolare enfasi, riquadrandole, alle
dichiarazioni del direttore d’orchestra Daniel Barenboim sulla legge
sull’identità ebraica dello Stato recentemente varata dalla Knesset.
“Non posso capacitarmi che il popolo ebraico sia sopravvissuto 2000
anni malgrado atti di crudeltà e persecuzioni per trasformarsi ora in
un oppressore crudele verso un altro popolo. Questo è ciò che fa la
nuova legge. Oggi – le parole che sono riportate – mi vergogno di
essere israeliano”.
Ebrei e laburisti inglesi: è ormai maturo un divorzio storico? È la
domanda che ci si pone sul Corriere alla luce di un nuovo scontro,
stavolta maturato in seguito a un codice sull’antisemitismo approvato
dal Labour che riproduce la definizione di antisemitismo dell’IHRA ma,
viene sottolineato, “significativamente ne omette alcuni punti, che
riguardano tra l’altro l’accusa agli ebrei di essere piu leali a
Israele che al proprio Paese o il paragone fra le politiche di Israele
e quelle naziste”.
È considerata un prodigio, ma non potrà partecipare ai Mondiali di
categoria in programma nei prossimi giorni in Tunisia perché
israeliana. La giovanissima scacchista Liel Levitan, 7 anni, da poco
vincitrice dei campionati europei, aveva il sogno di imporsi anche in
questo torneo. “Ma il desiderio – scrive Repubblica – non potrà
realizzarsi. Tunisi ha regole ben precise sull’ingresso di cittadini
provenienti da Israele, come altri Paesi arabi”.
Al Foglio Daniel Knoll, figlio di Mireille, anziana donna sfuggita in
gioventù alla Shoah e massacrata alcuni mesi fa da vicini islamici a
Parigi, racconta l’impegno dell’associazione che ha costituito in suo
nome. “Ci sono diversi progetti in cantiere ma l’associazione – spiega
il figlio – è quello più importante per onorare il ricordo di mia
madre”.
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La Presidente del Senato al tempio maggiore
"Ebraismo italiano, essenziale
per la nostra democrazia"
“Sono
qui oggi a rendere omaggio al contributo delle Comunità ebraiche alla
nostra vita nazionale”, così la Presidente del Senato Maria Elisabetta
Alberti Casellati in visita al Tempio Maggiore di Roma. Ad accogliere
la seconda carica dello Stato in sinagoga il rabbino capo di Roma rav
Riccardo Di Segni, la presidente della Comunità ebraica capitolina Ruth
Dureghello e la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane
Noemi Di Segni.
“Il nostro rapporto va ogni giorno nutrito, rafforzato, raccontato. -
ha sottolineato la Presidente del Senato - Voi siete eredi di una
millenaria tradizione e avete dato un apporto essenziale alla
costruzione dello Stato italiano e allo sviluppo della cultura
nazionale, a tutti e ai più alti livelli”. Casellati ha poi ricordato
la figura di Umberto Terracini, presidente dell'Assemblea costituente,
“figura fondamentale nella costruzione dell'architettura democratica
repubblicana”, e ha dedicato un ampio passaggio ai legami tra Italia e
lo Stato d’Israele, e tra Stato ed ebraismo italiano. Leggi
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Qui Trieste – Redazione Aperta
"Università, risorsa strategica"
Professore
di Neuroscienze Cognitive, coordinatrice dell’omonimo dottorato alla
prestigiosa SISSA, la Scuola Internazionale di Studi Superiori
dell’università di Trieste, Raffaella Rumiati è da qualche anno
impegnata in un altro incarico prestigioso, che la tiene lontana da
Trieste. È stata infatti nominata Vice-presidente del Consiglio
direttivo dell’Anvur, l’Agenzia Nazionale di Valutazione del sistema
Universitario e della Ricerca, che ha da poco reso pubblico il suo
terzo Rapporto Biennale.
Prima ospite della seconda settimana di Redazione Aperta, il
laboratorio giornalistico organizzato dalla redazione del giornale
dell’ebraismo italiano Pagine Ebraiche giunto quest’anno alla sua
decima edizione, ha raccontato la complessità e il significato del suo
lavoro presso la prestigiosa agenzia nazionale.
“Lavoriamo su tre piani differenti: ricerca, didattica e quella che si
chiama ‘terza missione’, ossia quanto le università fanno per essere
più vicine ai cittadini, e il loro impatto sul territorio. Quello che
si potrebbe chiamare anche public engagement”. Leggi
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Ipocrisie |
Nella
destra sempre a caccia di legittimazione culturale, e persino morale,
si va definendo un nuovo genere letterario: sull'ipocrisia della
sinistra. Si tratta ancora di un'operazione di nicchia, ma poggia su
solide basi di diffidenza diffusa e popolare. Gli ingredienti sono: un
finto profugo/profuga, una località di villeggiatura preferibilmente
trendy, un personaggio noto dal conto in banca abbastanza pingue.
Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Legge Fondamentale |
Se,
come tutti si augurano, arrivasse la pace, magari con l’approvazione di
uno dei due Piani di Pace finora respinti, questa Basic Law israeliana
(vedi, sotto, una sbrigativa traduzione) diventerebbe una timidissima
copia delle norme dei suoi vicini. Poiché non spasimiamo per macchiarci
dei peccati di apartheid, razzismo, fascismo, comunismo et similia,
saremmo sorpresi che quel che è deleterio e immorale in un’area
geografica, diventasse entusiasmante in un’altra.
Emanuele Calò
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