
Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
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Forse
il lettore più attento ricorderà che nei nostri passaporti di italiani
residenti a Gerusalemme l’ingegnoso sistema diplomatico e burocratico
scriveva come stato di residenza un fantastico: “ZZZ”.
L’evoluzione o l’involuzione o l’estro di questo nostro terziario
italico oggi, dopo proteste più o meno forti, scrive: “Jerusalem” senza
Stato o ZZZ dando alla città capitale di Israele la dignità di Stato o
più semplicemente fuggendo la responsabilità di uno Stato, quello
italiano, che si barcamena tra relazioni con Tel Aviv, con Ramallah e
pure con Gaza e Teheran.
Gerusalemme è quindi Stato, “il luogo scelto dall’Eterno” come leggiamo
in queste nostre parashot ed anche in questa di Ki Tavo, un luogo
“stato” di spiritualità più alta, ma dubito che l’Italia consolare, che
ieri stampava il ZZZ ed oggi stampa il vuoto, questo lo sappia
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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“Il
razzismo era in nuce nel codice genetico del fascismo e rappresentava
un logico sviluppo della sua ideologia nazionalistica, autoritaria e
gerarchica, che negava radicalmente i valori umanistici e i principi
liberali e democratici della civiltà occidentale, fondata sul
riconoscimento dei diritti naturali e inalienabili dell’uomo, e quindi
sull’idea di nazione come comunità di uomini liberi ed eguali nei
diritti. (…) Secondo l’incisiva formulazione di Alfredo Rocco, per la
dottrina politica del fascismo lo Stato è il fine, l’individuo il
mezzo. (…) Ridotta a mera funzione dello Stato totalitario, la nazione
si configura come organismo naturale, che sovrasta i singoli individui
e si viene identificando con un criterio etnico. Nel clima
irrazionalistico del fascismo, nazione stirpe razza divengono sinonimi:
divengono termini che, sia pure non ancora incardinati in una teoria
razzistica, ricorrono con crescente frequenza nei discorsi e negli
scritti degli esponenti del regime ben prima della svolta segnata dalla
politica razziale. Dal nazionalismo antidemocratico al razzismo
dispiegato il passo sarà breve”. Sono parole di Angelo Ventura,
pubblicate cinque anni fa nel bel libro Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell’ideologia e nella politica del regime, Donzelli, Roma 2013. E sono drammaticamente attuali.
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L'assedio del regime
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Il
dramma siriano torna d’attualità sulla stampa italiana. A suscitare
particolare preoccupazione è l’assedio alla città di Idlib da parte
delle forze governative. Secondo le Nazioni Unite circa 700mila persone
potrebbero essere costrette a fuggire verso destinazione ignota.
“Nessuno sa dove si sposterà la massa di profughi. E il timore – scrive
La Stampa – è che possa riversarsi verso l’Europa”.
Gli osservatori internazionali segnalano la possibilità di attacchi chimici da entrambe le parti.
Segnalato in anteprima su Pagine Ebraiche nel novembre 2017, il romanzo
La capitale dello scrittore ebreo viennese Robert Menasse – un atto
d’amore per l’Europa unita, un’Europa chiamata a difendere la sua
esistenza anche nel segno della Memoria – si candida ad essere il caso
editoriale dei prossimi mesi. Il Venerdì di Repubblica lo intervista in
occasione dell’uscita dell’edizione italiana del libro, pubblicato da
Sellerio. Dichiara Menasse a proposito di populisti ed estremisti in
ascesa: “Il nazismo è stato il più grande crimine dell’umanità. Il
problema è che molti rappresentanti politici pensano che sia stata una
parentesi radicale che non ha nulla a che fare con il loro
patriottismo. E sbagliano. Pensano di essere persone decenti per il
semplice motivo che non vogliono gasare nessuno, bensì rispedire dei
disperati nei loro Paesi di provenienza. Sono fascistoidi, non sono
fascisti”.
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Leggi
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pagine ebraiche settembre 2018 Mantova, cultura protagonista
Una Giornata per Genova A
80 anni dalla promulgazione delle Leggi antiebraiche da parte del
fascismo il mondo dell’università reagirà in modo compatto,
riconoscendo le sue responsabilità nella cacciata di docenti e studenti
ebrei dalle aule e facendosi promotore di un messaggio condiviso che
guarda non solo al passato ma anche al futuro della società italiana.
L’iniziativa del 20 settembre prossimo – presentata con le parole del
rettore dell’Università pisana Paolo Mancarella, che ha chiamato a
raccolta i suoi colleghi da tutto il paese – apre il numero di
settembre di Pagine Ebraiche in distribuzione.
Nella parte alta del giornale si parla anche del prossimo appuntamento
nella città ferita, cui è andato il pensiero dell’Italia intera in
questa estate difficile. È Genova infatti la città italiana capofila
dell’edizione 2018 della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che
nel nostro paese si celebrerà domenica 14 ottobre. “Storytelling”, la
plurimillenaria tradizione ebraica del racconto, alla prova del passato
e di nuove modalità espressive, il filo conduttore di tutti gli eventi.
Architetto
di fama internazionale, nell’intervista del mese David Palterer fa il
punto sul recupero e sulla valorizzazione dell’antico cimitero ebraico
locale nel quadro del progetto Mantova Hub. Afferma Palterer: “Un
progetto complesso e ambizioso, che mette al centro le enormi
potenzialità della cultura intesa anche come erogazione di servizi al
cittadino. In quest’Italia disfattista, arroccata in sé, travolta da
paure, insicurezze, inquietanti chiusure c’è un bisogno urgente di
invertire la rotta”.
La “donna del mese”, nella rubrica di Claudia De Benedetti, è l’atleta
paralimpica israeliana Moran Samuel. “Ai Giochi Paralimpici di Rio 2016
ha vinto la medaglia di bronzo. Da superdonna quale è – si legge – sei
mesi dopo è diventata mamma di un maschietto”.
Diventati tema di dibattito, i vaccini sono “un valore della società
civile”. Ce lo ricordano, in un loro testo, i membri dall’Associazione
Medica Ebraica (Ame) d’Italia. Aviram Levy, nello spazio dedicato
all’economia, racconta cosa sta succedendo alla Banca centrale di
Israele. Mentre Claudio Vercelli riflette sul boom turistico del paese
e Anna Momigliano parla della percezione che di Israele hanno i
cosiddetti Millennials.
Nelle pagine di Cultura ebraica consuete stimolanti riflessioni dei Maestri: il rav Alberto Somekh
su Hosha’anà Rabbà, tra le prime festività del nuovo anno in arrivo;
rav Gianfranco Di Segni sulla figura di Shimon bar Yochai; rav Giuseppe
Momigliano sul dovere pubblico della responsabilità, anche in relazione
ai drammatici fatti genovesi.
Come tradizione, sul finire dell’estate, arriva il grande dossier
sull’anno ebraico che va concludendosi a cura di Daniel Reichel. Fatti,
impegni e opinioni relativi a 12 mesi che hanno visto l’ebraismo
italiano in prima linea. Nello spazio dedicato alle opinioni gli
interventi di Giorgio Mortara, David Bidussa, Enzo Campelli, Anna
Segre, Giorgio Sacerdoti e Luciano Tas.
Ad aprire le pagine della cultura due importanti mostre dedicate a
Margherita Sarfatti. Iniziative che aiutano a riscoprire una
protagonista della cultura italiana e una stagione complessa della
storia nazionale ed europea.
L’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica italiana
è davvero, come talvolta si sostiene, una sorta di neutrale storia
delle religioni? I fatti, come spiega il docente universitario Andrea
Atzeni, mostrano una realtà diversa.
Un libro prezioso, presentato dalla studiosa del Cdec Liliana
Picciotto, ripercorre invece la figura e l’opera di Leo Diena, “nato
nel 1916 da antica famiglia ebraica piemontese, antifascista,
resistente, uomo di elevato impegno civile realizzato in tutto il corso
della sua vita professionale a Milano”.
Concludono il giornale le pagine dello Sport con un grande ritratto
dedicato ad Andrea Petagna, il nuovo centravanti della Spal che,
cresciuto alla scuola ebraica triestina, esperienza che ha lasciato una
traccia significativa nella sua vita, punta con decisione alla maglia
della Nazionale. Leggi
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il progetto italo-israeliano "Formazione, risorsa strategica"
“Due
anni di intenso lavoro ci aspettano. È una sfida importante,
coinvolgente, che avvicina ancora di più Italia e Israele. Sono molto
orgogliosa di farne parte”.
La sfida di cui parla Claudia Fellus, una delle anime dell’iniziativa,
è il Progetto di Gemellaggio siglato dal Ministero dell’Istruzione,
dell’Università e della Ricerca italiano con il ministero
dell’Educazione israeliano e in collaborazione con Cimea e Studiare
Sviluppo.
Obiettivo del progetto, nell’ambito dell’attuazione dell’Accordo
euro-mediterraneo di associazione tra Unione Europea ed Israele, “è lo
sviluppo formativo delle risorse umane, migliorando la qualità
dell’istruzione e della formazione e promuovendo pari opportunità”.
Ieri a Tel Aviv, con la partecipazione tra gli altri del
sottosegretario Lorenzo Fioramonti, dell’ambasciatore Ue in Israele
Emanuele Giaufret e di quello italiano Gianluigi Benedetti, l’evento di
lancio. Al centro dello sforzo italo-israeliano l’istituzione di un
Quadro nazionale delle qualifiche e dei titoli in linea con il Quadro
Europeo Qualifiche. “Scopo del gemellaggio – ha sottolineato Fellus,
cui è stato assegnato un ufficio all’interno del ministero – è creare
uno strumento, su misura per questo paese, che funzioni sempre, anche
dopo la fine del progetto. Saremo di supporto quando serve e offriremo
un perenne aggiornamento”. Leggi
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festival del cinema di venezia Il '38 sul grande schermo
Nel
grande appuntamento internazionale della Biennale cinema a Venezia un
documentario (fuori concorso) per invitare l'Italia alla riflessione
sugli 80 anni delle Leggi razziste. Nato da un'idea di Roberto Levi e
Giorgio Treves, "1938 Diversi" è prodotto dalla Tangram Film in
collaborazione con Sky Arte HD, Ab Thémateques Pour Toute L'histoire.
E come spiega Treves, il regista, vincitore nel 1986 del David di
Donatello, si concentra sui sottili meccanismi di persuasione messi in
atto dal fascismo grazie all'efficace e pervasiva azione del Ministero
della Cultura Popolare (MinCulPop), centro direttivo della propaganda
di regime. Mostra gli articoli, le vignette, i fumetti, i filmati con
cui nel volgere di pochi mesi gli ebrei vennero trasformati prima in
“diversi”, poi in veri e propri nemici della nazione. Racconta le
conseguenze sulla vita di ogni giorno degli ebrei italiani all'indomani
delle leggi sia attraverso la voce di alcuni testimoni diretti, sia
attraverso la ricostruzione, in animazione, di alcuni episodi di
discriminazione e umiliazione realmente accaduti. Ad aiutare il
pubblico a rileggere "questo drammatico passaggio storico sotto una
luce nuova, capace di illuminare il ruolo decisivo dei mezzi di
comunicazione di massa in una delle più tragiche persecuzioni razziali
dell'umanità" il contributo di alcuni storici, sociologi ed esperti di
comunicazione. Leggi
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Poltroneria o merito?
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In una delle mie classi è stato scelto tra i libri da leggere per l’estate Una barca nel bosco
di Paola Mastrocola (2004), che finora non conoscevo. I temi trattati e
l’ambientazione in un liceo torinese offrono certo interessanti spunti
di riflessione per studenti liceali torinesi; tuttavia devo dire che ho
trovato il testo sconcertante, urtante, e anche per certi aspetti
gratuitamente offensivo. Propone un’immagine della scuola, del modo in
cui è organizzata e ancor di più degli insegnanti, veramente
terrificante, senza sfumature, senza vie di mezzo, senza attenuanti.
Sono descritte solo persone ignoranti, il cui unico scopo nella vita
pare essere quello di lavorare il meno possibile. Tutto ciò che è
variazione rispetto alla scuola di un tempo (che poi, ricordiamocelo,
era la scuola gentiliana, cioè la scuola fascista), cioè l’accoglienza,
le compresenze, le uscite didattiche, gli scambi culturali, ecc., è
presentato come una sorta pretesto per non fare lezione su cui si
accordano allegramente allievi, insegnanti e genitori. Certo, non si
può dare per scontato che l’autrice condivida del tutto il punto di
vista dell’io narrante, tuttavia è indubbio il pesantissimo sarcasmo
che avvolge qualunque riferimento a una scuola che cerca di rinnovarsi
e di essere inclusiva.
Anna Segre, insegnante
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L'esempio di Marsiglia
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Se
esiste un antidoto all’Europa attuale dei sovranismi e
dell’anti-cosmopolitismo, forse si potrebbe ricercare a Marsiglia.
Questa città provenzale situata a pochi chilometri dall’Italia, già
all’inizio dell’Ottocento aveva una popolazione nata altrove: italiani,
greci, armeni, corsi, e poi turchi e asiatici, e attualmente molti
maghrebini, antillani e centroafricani. Ma anche naturalmente ebrei,
soprattutto del Maghreb. Se raddoppiamo la popolazione ebraica
italiana, e ci aggiungiamo qualcos’altro, troveremmo il numero degli
ebrei residenti in questa città che non arriva al milione di abitanti.
Ovvero, circa 80mila: su ogni dieci marsigliesi potremmo trovare almeno
un ebreo. Non bisogna cercare col lanternino per imbattersi in una
delle quasi cinquanta sinagoga, un supermercato o un ristorante casher,
si trovano perfettamente amalgamate nel tessuto cittadino, nell’area
meridionale, specie nel quartiere della Castellane, ma anche nei
quartieri nord, quelli più “problematici”, a Belsunce, la Rosé,
Malpassé, così come in un tutta l’area metropolitana sino a Aubagne.
Francesco Moises Bassano
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Diario di viaggio
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Viaggiare
è un’opportunità per scoprire e conoscere, per valutare e riflettere,
per soffermarsi sul passato e sull’attualità, per confrontare.
L’occasione del viaggio estivo è l’importante mostra Savants et
Croyants. Les Juifs d’Europe du Nord au Moyen âge, ospitata dal Museo
di Antichità di Rouen. Ma l’itinerario tocca varie altre mete
interessanti, tutte istruttive.
Il Memorial de Gaulle a Colombey-les-Deux-Eglises: al centro la
Francia, dalla tragica disfatta del 1940 alla vergogna del
collaborazionismo e del luglio 1942, alla Resistenza, alla guerra
d’Algeria e alla grandezza europea. A emergere è lo spessore storico e
politico della grande guida di de Gaulle, capace di volare alto, di
dare al suo popolo un’occasione di riscatto nella Resistenza, di
guardare alla Nazione, al Paese in chiave europea e non alla esclusiva
gestione populistica del potere suo e del suo gruppo. È un abisso
quello che separa alcune grandi figure del secolo scorso dal nostro
mondo politico di basso profilo. Tutta la distanza che sussiste tra
politica come teoria e pratica della convivenza e politica come puro
esercizio di potere.
David Sorani
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