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31 Agosto 2018 - 20 Elul 5778
PAGINE EBRAICHE 24

ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Pierpaolo Pinhas Punturello, rabbino
Forse il lettore più attento ricorderà che nei nostri passaporti di italiani residenti a Gerusalemme l’ingegnoso sistema diplomatico e burocratico scriveva come stato di residenza un fantastico: “ZZZ”.
L’evoluzione o l’involuzione o l’estro di questo nostro terziario italico oggi, dopo proteste più o meno forti, scrive: “Jerusalem” senza Stato o ZZZ dando alla città capitale di Israele la dignità di Stato o più semplicemente fuggendo la responsabilità di uno Stato, quello italiano, che si barcamena tra relazioni con Tel Aviv, con Ramallah e pure con Gaza e Teheran.
Gerusalemme è quindi Stato, “il luogo scelto dall’Eterno” come leggiamo in queste nostre parashot ed anche in questa di Ki Tavo, un luogo “stato” di spiritualità più alta, ma dubito che l’Italia consolare, che ieri stampava il ZZZ ed oggi stampa il vuoto, questo lo sappia
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
“Il razzismo era in nuce nel codice genetico del fascismo e rappresentava un logico sviluppo della sua ideologia nazionalistica, autoritaria e gerarchica, che negava radicalmente i valori umanistici e i principi liberali e democratici della civiltà occidentale, fondata sul riconoscimento dei diritti naturali e inalienabili dell’uomo, e quindi sull’idea di nazione come comunità di uomini liberi ed eguali nei diritti. (…) Secondo l’incisiva formulazione di Alfredo Rocco, per la dottrina politica del fascismo lo Stato è il fine, l’individuo il mezzo. (…) Ridotta a mera funzione dello Stato totalitario, la nazione si configura come organismo naturale, che sovrasta i singoli individui e si viene identificando con un criterio etnico. Nel clima irrazionalistico del fascismo, nazione stirpe razza divengono sinonimi: divengono termini che, sia pure non ancora incardinati in una teoria razzistica, ricorrono con crescente frequenza nei discorsi e negli scritti degli esponenti del regime ben prima della svolta segnata dalla politica razziale. Dal nazionalismo antidemocratico al razzismo dispiegato il passo sarà breve”. Sono parole di Angelo Ventura, pubblicate cinque anni fa nel bel libro Il fascismo e gli ebrei. Il razzismo antisemita nell’ideologia e nella politica del regime, Donzelli, Roma 2013. E sono drammaticamente attuali.
 
L'assedio del regime
Il dramma siriano torna d’attualità sulla stampa italiana. A suscitare particolare preoccupazione è l’assedio alla città di Idlib da parte delle forze governative. Secondo le Nazioni Unite circa 700mila persone potrebbero essere costrette a fuggire verso destinazione ignota. “Nessuno sa dove si sposterà la massa di profughi. E il timore – scrive La Stampa – è che possa riversarsi verso l’Europa”.
Gli osservatori internazionali segnalano la possibilità di attacchi chimici da entrambe le parti.

Segnalato in anteprima su Pagine Ebraiche nel novembre 2017, il romanzo La capitale dello scrittore ebreo viennese Robert Menasse – un atto d’amore per l’Europa unita, un’Europa chiamata a difendere la sua esistenza anche nel segno della Memoria – si candida ad essere il caso editoriale dei prossimi mesi. Il Venerdì di Repubblica lo intervista in occasione dell’uscita dell’edizione italiana del libro, pubblicato da Sellerio. Dichiara Menasse a proposito di populisti ed estremisti in ascesa: “Il nazismo è stato il più grande crimine dell’umanità. Il problema è che molti rappresentanti politici pensano che sia stata una parentesi radicale che non ha nulla a che fare con il loro patriottismo. E sbagliano. Pensano di essere persone decenti per il semplice motivo che non vogliono gasare nessuno, bensì rispedire dei disperati nei loro Paesi di provenienza. Sono fascistoidi, non sono fascisti”.
 
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  davar
pagine ebraiche settembre 2018
Mantova, cultura protagonista

Una Giornata per Genova
A 80 anni dalla promulgazione delle Leggi antiebraiche da parte del fascismo il mondo dell’università reagirà in modo compatto, riconoscendo le sue responsabilità nella cacciata di docenti e studenti ebrei dalle aule e facendosi promotore di un messaggio condiviso che guarda non solo al passato ma anche al futuro della società italiana. L’iniziativa del 20 settembre prossimo – presentata con le parole del rettore dell’Università pisana Paolo Mancarella, che ha chiamato a raccolta i suoi colleghi da tutto il paese – apre il numero di settembre di Pagine Ebraiche in distribuzione.
Nella parte alta del giornale si parla anche del prossimo appuntamento nella città ferita, cui è andato il pensiero dell’Italia intera in questa estate difficile. È Genova infatti la città italiana capofila dell’edizione 2018 della Giornata Europea della Cultura Ebraica, che nel nostro paese si celebrerà domenica 14 ottobre. “Storytelling”, la plurimillenaria tradizione ebraica del racconto, alla prova del passato e di nuove modalità espressive, il filo conduttore di tutti gli eventi.
Architetto di fama internazionale, nell’intervista del mese David Palterer fa il punto sul recupero e sulla valorizzazione dell’antico cimitero ebraico locale nel quadro del progetto Mantova Hub. Afferma Palterer: “Un progetto complesso e ambizioso, che mette al centro le enormi potenzialità della cultura intesa anche come erogazione di servizi al cittadino. In quest’Italia disfattista, arroccata in sé, travolta da paure, insicurezze, inquietanti chiusure c’è un bisogno urgente di invertire la rotta”.
La “donna del mese”, nella rubrica di Claudia De Benedetti, è l’atleta paralimpica israeliana Moran Samuel. “Ai Giochi Paralimpici di Rio 2016 ha vinto la medaglia di bronzo. Da superdonna quale è – si legge – sei mesi dopo è diventata mamma di un maschietto”.
Diventati tema di dibattito, i vaccini sono “un valore della società civile”. Ce lo ricordano, in un loro testo, i membri dall’Associazione Medica Ebraica (Ame) d’Italia. Aviram Levy, nello spazio dedicato all’economia, racconta cosa sta succedendo alla Banca centrale di Israele. Mentre Claudio Vercelli riflette sul boom turistico del paese e Anna Momigliano parla della percezione che di Israele hanno i cosiddetti Millennials.
Nelle pagine di Cultura ebraica consuete stimolanti riflessioni dei Maestri: il rav Alberto Somekh
su Hosha’anà Rabbà, tra le prime festività del nuovo anno in arrivo; rav Gianfranco Di Segni sulla figura di Shimon bar Yochai; rav Giuseppe Momigliano sul dovere pubblico della responsabilità, anche in relazione ai drammatici fatti genovesi.
Come tradizione, sul finire dell’estate, arriva il grande dossier sull’anno ebraico che va concludendosi a cura di Daniel Reichel. Fatti, impegni e opinioni relativi a 12 mesi che hanno visto l’ebraismo italiano in prima linea. Nello spazio dedicato alle opinioni gli interventi di Giorgio Mortara, David Bidussa, Enzo Campelli, Anna Segre, Giorgio Sacerdoti e Luciano Tas.
Ad aprire le pagine della cultura due importanti mostre dedicate a Margherita Sarfatti. Iniziative che aiutano a riscoprire una protagonista della cultura italiana e una stagione complessa della storia nazionale ed europea.
L’insegnamento della religione cattolica nella scuola pubblica italiana è davvero, come talvolta si sostiene, una sorta di neutrale storia delle religioni? I fatti, come spiega il docente universitario Andrea Atzeni, mostrano una realtà diversa.
Un libro prezioso, presentato dalla studiosa del Cdec Liliana Picciotto, ripercorre invece la figura e l’opera di Leo Diena, “nato nel 1916 da antica famiglia ebraica piemontese, antifascista, resistente, uomo di elevato impegno civile realizzato in tutto il corso della sua vita professionale a Milano”.
Concludono il giornale le pagine dello Sport con un grande ritratto dedicato ad Andrea Petagna, il nuovo centravanti della Spal che, cresciuto alla scuola ebraica triestina, esperienza che ha lasciato una traccia significativa nella sua vita, punta con decisione alla maglia della Nazionale.
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il progetto italo-israeliano
"Formazione, risorsa strategica"
“Due anni di intenso lavoro ci aspettano. È una sfida importante, coinvolgente, che avvicina ancora di più Italia e Israele. Sono molto orgogliosa di farne parte”.
La sfida di cui parla Claudia Fellus, una delle anime dell’iniziativa, è il Progetto di Gemellaggio siglato dal Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca italiano con il ministero dell’Educazione israeliano e in collaborazione con Cimea e Studiare Sviluppo.
Obiettivo del progetto, nell’ambito dell’attuazione dell’Accordo euro-mediterraneo di associazione tra Unione Europea ed Israele, “è lo sviluppo formativo delle risorse umane, migliorando la qualità dell’istruzione e della formazione e promuovendo pari opportunità”.
Ieri a Tel Aviv, con la partecipazione tra gli altri del sottosegretario Lorenzo Fioramonti, dell’ambasciatore Ue in Israele Emanuele Giaufret e di quello italiano Gianluigi Benedetti, l’evento di lancio. Al centro dello sforzo italo-israeliano l’istituzione di un Quadro nazionale delle qualifiche e dei titoli in linea con il Quadro Europeo Qualifiche. “Scopo del gemellaggio – ha sottolineato Fellus, cui è stato assegnato un ufficio all’interno del ministero – è creare uno strumento, su misura per questo paese, che funzioni sempre, anche dopo la fine del progetto. Saremo di supporto quando serve e offriremo un perenne aggiornamento”.
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festival del cinema di venezia
Il '38 sul grande schermo
Nel grande appuntamento internazionale della Biennale cinema a Venezia un documentario (fuori concorso) per invitare l'Italia alla riflessione sugli 80 anni delle Leggi razziste. Nato da un'idea di Roberto Levi e Giorgio Treves, "1938 Diversi" è prodotto dalla Tangram Film in collaborazione con Sky Arte HD, Ab Thémateques Pour Toute L'histoire.
E come spiega Treves, il regista, vincitore nel 1986 del David di Donatello, si concentra sui sottili meccanismi di persuasione messi in atto dal fascismo grazie all'efficace e pervasiva azione del Ministero della Cultura Popolare (MinCulPop), centro direttivo della propaganda di regime. Mostra gli articoli, le vignette, i fumetti, i filmati con cui nel volgere di pochi mesi gli ebrei vennero trasformati prima in “diversi”, poi in veri e propri nemici della nazione. Racconta le conseguenze sulla vita di ogni giorno degli ebrei italiani all'indomani delle leggi sia attraverso la voce di alcuni testimoni diretti, sia attraverso la ricostruzione, in animazione, di alcuni episodi di discriminazione e umiliazione realmente accaduti. Ad aiutare il pubblico a rileggere "questo drammatico passaggio storico sotto una luce nuova, capace di illuminare il ruolo decisivo dei mezzi di comunicazione di massa in una delle più tragiche persecuzioni razziali dell'umanità" il contributo di alcuni storici, sociologi ed esperti di comunicazione.
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pilpul
Poltroneria o merito?
In una delle mie classi è stato scelto tra i libri da leggere per l’estate Una barca nel bosco di Paola Mastrocola (2004), che finora non conoscevo. I temi trattati e l’ambientazione in un liceo torinese offrono certo interessanti spunti di riflessione per studenti liceali torinesi; tuttavia devo dire che ho trovato il testo sconcertante, urtante, e anche per certi aspetti gratuitamente offensivo. Propone un’immagine della scuola, del modo in cui è organizzata e ancor di più degli insegnanti, veramente terrificante, senza sfumature, senza vie di mezzo, senza attenuanti. Sono descritte solo persone ignoranti, il cui unico scopo nella vita pare essere quello di lavorare il meno possibile. Tutto ciò che è variazione rispetto alla scuola di un tempo (che poi, ricordiamocelo, era la scuola gentiliana, cioè la scuola fascista), cioè l’accoglienza, le compresenze, le uscite didattiche, gli scambi culturali, ecc., è presentato come una sorta pretesto per non fare lezione su cui si accordano allegramente allievi, insegnanti e genitori. Certo, non si può dare per scontato che l’autrice condivida del tutto il punto di vista dell’io narrante, tuttavia è indubbio il pesantissimo sarcasmo che avvolge qualunque riferimento a una scuola che cerca di rinnovarsi e di essere inclusiva.

Anna Segre, insegnante
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L'esempio di Marsiglia
Se esiste un antidoto all’Europa attuale dei sovranismi e dell’anti-cosmopolitismo, forse si potrebbe ricercare a Marsiglia. Questa città provenzale situata a pochi chilometri dall’Italia, già all’inizio dell’Ottocento aveva una popolazione nata altrove: italiani, greci, armeni, corsi, e poi turchi e asiatici, e attualmente molti maghrebini, antillani e centroafricani. Ma anche naturalmente ebrei, soprattutto del Maghreb. Se raddoppiamo la popolazione ebraica italiana, e ci aggiungiamo qualcos’altro, troveremmo il numero degli ebrei residenti in questa città che non arriva al milione di abitanti. Ovvero, circa 80mila: su ogni dieci marsigliesi potremmo trovare almeno un ebreo. Non bisogna cercare col lanternino per imbattersi in una delle quasi cinquanta sinagoga, un supermercato o un ristorante casher, si trovano perfettamente amalgamate nel tessuto cittadino, nell’area meridionale, specie nel quartiere della Castellane, ma anche nei quartieri nord, quelli più “problematici”, a Belsunce, la Rosé, Malpassé, così come in un tutta l’area metropolitana sino a Aubagne.

Francesco Moises Bassano
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Diario di viaggio
Viaggiare è un’opportunità per scoprire e conoscere, per valutare e riflettere, per soffermarsi sul passato e sull’attualità, per confrontare. L’occasione del viaggio estivo è l’importante mostra Savants et Croyants. Les Juifs d’Europe du Nord au Moyen âge, ospitata dal Museo di Antichità di Rouen. Ma l’itinerario tocca varie altre mete interessanti, tutte istruttive.
Il Memorial de Gaulle a Colombey-les-Deux-Eglises: al centro la Francia, dalla tragica disfatta del 1940 alla vergogna del collaborazionismo e del luglio 1942, alla Resistenza, alla guerra d’Algeria e alla grandezza europea. A emergere è lo spessore storico e politico della grande guida di de Gaulle, capace di volare alto, di dare al suo popolo un’occasione di riscatto nella Resistenza, di guardare alla Nazione, al Paese in chiave europea e non alla esclusiva gestione populistica del potere suo e del suo gruppo. È un abisso quello che separa alcune grandi figure del secolo scorso dal nostro mondo politico di basso profilo. Tutta la distanza che sussiste tra politica come teoria e pratica della convivenza e politica come puro esercizio di potere.


David Sorani
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