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 11 ottobre 2018 - 3 Cheshvan 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav


Haim Korsia,
Gran rabbino di Francia
Come diceva il Baal Shem Tov: "Dimenticare porta all'esilio, il ricordo al riscatto".
 
Giorgio Berruto
Un uomo sudato falcia a ritmo il fieno maturo che oscilla corrusco sotto il sole. Quando cala la sera, scrive un libro su come migliorare la condizione di chi lavora la terra e ottimizzare le rese agricole. Ama la vita all’aria aperta, mentre si trova impacciato nei salotti mondani delle grandi città. Il suo non è però un rapporto elegiaco come quello espresso dai film sovietici al tempo della collettivizzazione forzata – inclusi capolavori come “La terra”, diretto nel 1930 da Aleksandr Dovženko – ma una relazione di intimità senza idealizzazione fondata da una parte su una religione del lavoro non marxista e, dall’altra, sull’idea di unità organica del cosmo, della natura e del popolo.
 
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Il destino di Khashoggi
Secondo fonti del New York Times legate all’intelligence turca, il giornalista saudita Jamal Khashoggi sarebbe stato ucciso all’interno dell’ambasciata di Riad ad Istanbul. Nella ricostruzione del funzionario turco, un commando di 15 sicari sarebbe entrato nell’ambasciata saudita e, dopo aver ucciso il giornalista, lo avrebbe fatto a pezzi per occultarne il cadavere. La fidanzata del dissidente, Hatice Cengiz, ha lanciato un appello: “Imploro Donald Trump e la first lady Melania a far luce su quanto è accaduto”. E il presidente, spiega il Corriere, si è mosso: ha espresso “preoccupazione”, ha annunciato che chiederà spiegazioni a Riad e ha invitato Hatice alla Casa Bianca. Il caso potrebbe avere ripercussioni sulla politica in Medio Oriente degli Stati Uniti: “sia Jared Kushner, genero del presidente e di fatto plenipotenziario per il Medio Oriente, che John Bolton, consigliere per la Sicurezza nazionale, hanno chiamato Mohammed Bin Salman.- sottolinea Repubblica – L’alleanza di ferro che si era stabilita fra Kushner (e di conseguenza Trump) e Mbs è oggi in bilico: con essa l’asse intorno al quale ha girato tutta la politica regionale di Trump, dal piano di pace israelo-palestinese, fino alle mosse aggressive verso l’Iran”.

La Giornata della Cultura ebraica. Spazio su diversi quotidiani alle iniziative in Italia per la Giornata della Cultura ebraica (domenica 14 ottobre) che avrà come città capofila Genova. La città è stata designata capofila prima della tragedia del crollo del Ponte Morandi, ed è stata confermata per lanciare un messaggio positivo, di ripartenza, sottolinea il Secolo XIX. “Dopo la tragedia che ha colpito la nostra città ci siamo confrontati con il presidente della Regione Liguria Giovanni Toti e con il sindaco Marco Bucci — spiega il presidente della Comunità ebraica genovese Ariel Dello Strologo -. Assieme a loro abbiamo deciso di non rinunciare, anche come segno che la città reagisce alla tragedia”. Nel capoluogo ligure, come racconta Repubblica Genova, tra gli eventi ci sarà l’apertura – nelle sale al del Museo ebraico cittadino – della mostra La razza nemica. Propaganda antisemita nazista e fascista. Della Giornata della Cultura ebraica si è parlato anche a Roma, in occasione dei cento anni della Fondazione Marco Besso: “Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione Comunità Ebraiche Italiane (Ucei) – riporta il Corriere Roma – ha spiegato che lo scopo e di ‘aprire le porte dei luoghi ebraici per far conoscere il patrimonio storico, artistico e architettonico dell’ebraismo europeo’”.

Genova, il ricordo come pietre. “’Non ci sono gradini nel mare, né gradi nel dolore’ , scrive un poeta ebreo che amo particolarmente. E il dolore per la sciagura del Ponte Morandi è davvero stato universale, irradiandosi dal cuore di Genova al resto del Paese e raggiungendo poi, in onde successive, anche terre molto lontane”, scrive sul Secolo XIX la scrittrice e giornalista Lia Levi, che sottolinea come in molti abbiano tributato un ricordo personale alla tragedia del Ponte Morandi e poi spiega che: “Fa parte del rito ebraico l’apposizione, da parte di familiari e amici, di un sasso sulla tomba di una persona scomparsa (ma si usa lasciare anche un sassolino in segno di omaggio sulla sepoltura di uno sconosciuto). Sono sicura che questi singoli e disadorni ricordi siano il sassolino che ciascuno di noi ha voluto appoggiare sul sepolcro di quegli altri noi scomparsi nel baratro di un ponte che si è spezzato”.
 
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  davar
scoperta e distrutta una nuova minaccia
"Tunnel del terrore di Hamas,
Israele li smantellerà tutti"

L'esercito israeliano ha scoperto e distrutto un tunnel costruito dal movimento terroristico di Hamas che si infiltrava in Israele per 200 metri. L'imbocco del cunicolo sotterraneo si trovava nell'area di  Khan Younis, nella zona meridionale della Striscia di Gaza. Si tratta del quindicesimo tunnel distrutto dall'esercito dall'ottobre del 2017: una minaccia quindi ancora presente nonostante l'imponente operazione fatta nel 2014 proprio per distruggere questa rete sotterranea, costruita da Hamas per infiltrarsi al di là del confine e colpire soldati e civili israeliani. Quest'ultimo cunicolo era stato scoperto già mesi fa. “La decisione sulla tempistica dei lavori per neutralizzare il tunnel ha a che fare con considerazioni operative, così come con il fatto che il tunnel si collega a una rete di gallerie di combattimento interno alla Striscia", ha dichiarato il portavoce dell'esercito Ronen Manelis. “Abbiamo studiato i tunnel per migliorare le nostre capacità di risposta di fronte alla minaccia della rete sotterranea costruita da Hamas all'interno della Striscia. Lo sforzo contro questo pericolo continua ininterrottamente ed è guidato dalla divisione di Gaza con particolari competenze tecnologiche e ingegneristiche. Aver trovato questo ultimo tunnel mostra uno sviluppo delle nostre capacità di localizzazione”, ha aggiunto Manelis, che ha spiegato che l'esercito è riuscito a prendere il controllo di alcuni tunnel che Hamas stava progettando di utilizzare per un attacco terroristico all'interno dei confini israeliani.
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qui roma - fondazione marco besso
Giornata della Cultura ebraica, come raccontare l'identità
Un centro culturale polifunzionale. È quanto diventerà la sede rinnovata della Fondazione Marco Besso, in Largo Argentina a Roma: un palazzo storico, i cui interni hanno subito una importante ristrutturazione, e le cui sale sono state aperte per per raccontare al pubblico in anteprima la Giornata Europea della Cultura Ebraica 2018. A introdurla la presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Noemi Di Segni, che ha raccontato il tema di quest’anno, lo “Storytelling”: “la narrazione contribuisce a costruire l’identità, e a trasmetterla. A Genova, da dove partiremo domenica 14 ottobre, e in tutte le altre località che aderiscono, si parlerà di questo peculiare aspetto della cultura ebraica, in cui il racconto del passato diventa strumento di costruzione identitaria”. A raccontare la Giornata anche Ariel Dello Strologo, presidente della Comunità ebraica di Genova: “A seguito della tragedia del crollo del ponte Morandi, ci siamo interrogati sull'opportunità di confermare la designazione di Genova come capofila della Giornata, ruolo deciso prima dell’estate. Ci siamo confrontati con la Presidente dell’UCEI e con le Autorità locali e abbiamo convenuto di mantenere il programma così come era stato pensato. Sarà un ulteriore segnale della generale volontà dei genovesi di reagire costruttivamente".
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qui roma - l'installazione di Beverly Barkat
L'arte e le dodici tribù
Apre al pubblico in queste ore al Museo Boncompagni Ludovisi di Roma l'esposizione “After the Tribes” dell'artista israeliana Beverly Barkat, tornata in Italia dopo il successo della personale dello scorso anno e grazie al supporto di Nomas Foundation e dell’Ambasciata di Israele. L’installazione affonda le sue radici nei racconti biblici, alle origini della storia del popolo ebraico. Al centro della scena, una torre di quattro metri, scandita da dodici riquadri che rappresentano le dodici tribù d’Israele da cui discende il popolo ebraico. “Il complesso lavoro di Barkat parte dagli studi del ricco patrimonio cartografico conservato alla National Library of Israel. L’artista si rifà a due principali tradizioni cartografiche che dominano l’affascinante storia delle dodici tribù: quella religiosa, basata principalmente sulla Torah, e quella della tradizione classica che ha gettato le basi della moderna cartografia. L’artista attraverso questo imponente lavoro ci offre la storia del popolo ebraico e della sua identità nazionale”, spiega la curatrice Giorgià Calò.

(Foto di Vartivar Jaklian)
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al via il programma pilota
Insegnare ai giovani a fare rete,
il progetto Net@ a Milano

Sono otto i ragazzi della Scuola ebraica di Milano che dai primi di ottobre partecipano al progetto pilota che porta il know how tecnologico israeliano in Italia. Grazie infatti al lavoro del Keren Hayesod e della Comunità ebraica milanese, gli studenti hanno avuto la possibilità di aderire al progetto Net@: un'iniziativa sviluppata in Israele da Appleseeds – no profit nata nel 2000 per portare nelle periferie del paese le competenze necessarie a far parte della Start up Nation – che per la la prima volta varca i confini nazionali e approda a Milano. Per quattro anni gli otto studenti della scuola ebraica seguiranno un corso di formazione che gli permetterà di avere tutte le capacità richieste per entrare nel mercato del lavoro del settore digitale.
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qui roma - a teatro
La vera storia di Treumann
Un manoscritto e un attore, un’operetta e una tragedia, sono questi i fili che si intersecano sul palcoscenico del teatro La Cometa di Roma nello spettacolo di Gennaro Cannavacciuolo: “Allegra era la vedova?”, in scena dal 9 ottobre al 4 novembre. Protagonista Louis Treumann, star indiscussa dell'operetta di Lehàr nel ruolo del conte Danilo Danilowitsch. Così, grazie ad un vecchio copione ritrovato nell’archivio musicale del Teatro Lirico di Trieste, Cannavacciuolo ripercorre la storia di Treumann tra gli anni ’20 e ’30 dove, all'apice del successo, diventa il protagonista dei teatri d'Europa e di vari film, amato da tutti, gerarchi fascisti e Fuhrer in persona.
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jciak
1938. Diversi per legge
“Il fascismo può ancora tornare sotto le spoglie più innocenti. Il nostro dovere è di smascherarlo e di puntare l’indice su ognuna delle sue nuove forme – ogni giorno, in ogni parte del mondo”. Sono le parole di Umberto Eco, da Il fascismo eterno, a concludere 1938 Diversi, il documentario di Giorgio Treves da domani nelle sale. Presentato fuori concorso alla Biennale del cinema a Venezia, il film illumina i meccanismi di persuasione messi in atto dal regime fascista mostrando come, nel giro di pochi mesi, la propaganda riuscì a trasformare gli ebrei da “diversi” a nemici della nazione. Articoli, vignette, fumetti e filmati dell’epoca si alternano alle riflessioni degli studiosi e alle voci dei testimoni nell’impatto di una ricostruzione che strappa lacrime e rabbia.

Daniela Gross
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Antisemitismo
In Parlamento, ospiti sgraditi
La Commissione Esteri della Camera dei Deputati ha ospitato in seduta informale Alireza Bigdeli e Morteza Jami, rispettivamente membro e vicepresidente dell’Institute for Political and International Studies. Istituto iraniano che nel 2006 ha organizzato a Teheran la conferenza sul negazionismo dell'Olocausto. “Le aule del Parlamento italiano, simbolo della democrazia di questo Paese, dovrebbero servire per promuovere i valori di libertà e rispetto e non fornire accoglienza a chi nega la storia”, la denuncia della Comunità ebraica di Roma, che ha sottolineato in una nota la gravità dell'accaduto, a maggior ragione a pochi giorni dal settantacinquesimo anniversario della deportazione degli ebrei della Capitale. 

  pilpul
Setirot - Non è giusto!
Non è giusto, non è giusto!”: il più innocente, sincero, adamantino, profondo grido nasce dal cuore dei bambini – e poco importa se la loro sofferenza più o meno momentanea sia effettivamente o no una ingiustizia. Perché quel “non è giusto!” ha la medesima forza dirompente del grido di qualunque vittima. Vittima della sorte, delle malattie, di un incidente, di un handicap o di un terremoto, una guerra, un incendio, un errore giudiziario, una aggressione, uno stupro, una violenza, insomma di una ingiustizia.

Stefano Jesurum, giornalista
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In ascolto - Gad Elmaleh
Il ragazzo più divertente della Francia è un ebreo marocchino. Questo è il titolo di un articolo uscito qualche tempo fa su un giornale israeliano e dedicato a Gad Elmaleh, esponente della stand-up comedy, attore, mimo straordinario e musicista. Ho ripreso in mano quell’articolo proprio in questi giorni, per questioni di lavoro e ho cominciato a cercare spezzoni su You tube, numeri singoli, interviste e infine ho visto due volte il suo spettacolo “L’autre c’est moi”. E ho davvero scoperto un artista straordinario.
Da dove arriva Gad? Da una famiglia di ebrei di Casablanca, una famiglia sefardita legata alla tradizione. Da bambino ha frequentato la scuola ebraica e i campeggi estivi legati al movimento Chabad.


Maria Teresa Milano
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Figli
Sara vide il figlio che l'egiziana Hagar aveva partorito ad Abramo che giocava" (Bereshit 21,9), e chiede al marito di scacciare la schiava ed il figlio affinché quest'ultimo non sia "erede" insieme ad Yitzhak (Bereshit 21,10). Il Signore, di fronte al dispiacere e alla perplessità di Avraham all'idea ad allontanare un figlio comunque suo, gli dice di ascoltare sempre la moglie.

Sara Valentina Di Palma
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Spettatori preparati
Ho assistito a Roma alla proiezione di Blackkklansman del regista Spike Lee e ho delle perplessità sul modo in cui vengono convogliati i messaggi di cui il film è portatore.
Dalle tre 'k' del titolo si evince facilmente di cosa si tratti, ma molto brevemente la trama è questa: un afroamericano diventa poliziotto (e questo è già un mezzo miracolo) in una cittadina del Colorado, negli anni '60, in piena segregazione razziale. Ha dalla sua parte alcuni capi e qualche (non tutti) collega, che vogliono far luce sui delitti perpetrati appunto dal Ku Klux Klan. A questo proposito si vuole, lui nero, infiltrare nel KKK, con l'aiuto di una 'controfigura', un collega bianco ed ebreo.


Marco Ascoli Marchetti, Consigliere UCEI
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Sovranisti
Pezzo imbarazzante sul sovranista Marcello Foa, uno che non si è fatto mancare nulla dagli attacchi al presidente Mattarella, ai pranzetti con Steve Bannon, alle accuse all'Espresso, alla richiesta di fiducia incondizionata a questo governo.

Paolo Brogi, giornalista




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