SPIRITUALITÀ
Yom Kippur, in un volume canti e consuetudini secondo il minhag fiorentino
MAHAZOR DI YOM KIPPUR / Morashà
Un mondo piccolo nei numeri ma carico di tradizioni, consuetudini e
specificità che si trasmettono da secoli attraverso le generazioni.
L'ebraismo italiano e i minhagim, gli usi e i canti delle diverse
Comunità. Una realtà affascinante, che ha radici solide nel passato ma
sa anche adattarsi ai nuovi stimoli del presente. Lo dimostra il nuovo
mahazor di Yom Kippur, realizzato dalla casa editrice Morashà sotto il
coordinamento del rabbino capo Amedeo Spagnoletto. Da poco in
circolazione, sta ottenendo un riscontro importante. E ciò, spiega il
rav, grazie anche al cospicuo numero di sostenitori che con le loro
donazioni hanno permesso di coprire interamente le spese e hanno
favorito la distribuzione del volume. Anche tra chi ha oggi un legame
lontano con l'identità ebraica ma, nel giorno più importante dell'anno,
ritrova una connessione speciale con le proprie origini. Spiega il rav
Spagnoletto nell'introduzione: "Oltre che giorno del perdono, Kippur è
l'occasione in cui raccogliamo la spinta a voler dare maggiore senso
alla nostra identità, riceviamo lo slancio per difendere e divulgare
con coraggio più intenso i nostri valori, troviamo la forza per
tramandare la vita ebraica ai nostri figli. È a loro, i ragazzi, vero
tesoro, autentico patrimonio della Comunità che dedico questo sacro
volume, nella certezza che con l'aiuto dell'Eterno troveranno
generazione dopo generazione l'energia di rimanere strenuamente e
orgogliosamente parte di questo meraviglioso popolo e fondare nuove
famiglie ebraiche".
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