Se non visualizzi correttamente questo messaggio, fai click qui

 13 novembre 2018 -  6 Kislev 5779
header
 

SPIRITUALITÀ

Yom Kippur, in un volume canti e consuetudini secondo il minhag fiorentino   

img header

img headerMAHAZOR DI YOM KIPPUR / Morashà

Un mondo piccolo nei numeri ma carico di tradizioni, consuetudini e specificità che si trasmettono da secoli attraverso le generazioni. L'ebraismo italiano e i minhagim, gli usi e i canti delle diverse Comunità. Una realtà affascinante, che ha radici solide nel passato ma sa anche adattarsi ai nuovi stimoli del presente. Lo dimostra il nuovo mahazor di Yom Kippur, realizzato dalla casa editrice Morashà sotto il coordinamento del rabbino capo Amedeo Spagnoletto. Da poco in circolazione, sta ottenendo un riscontro importante. E ciò, spiega il rav, grazie anche al cospicuo numero di sostenitori che con le loro donazioni hanno permesso di coprire interamente le spese e hanno favorito la distribuzione del volume. Anche tra chi ha oggi un legame lontano con l'identità ebraica ma, nel giorno più importante dell'anno, ritrova una connessione speciale con le proprie origini. Spiega il rav Spagnoletto nell'introduzione: "Oltre che giorno del perdono, Kippur è l'occasione in cui raccogliamo la spinta a voler dare maggiore senso alla nostra identità, riceviamo lo slancio per difendere e divulgare con coraggio più intenso i nostri valori, troviamo la forza per tramandare la vita ebraica ai nostri figli. È a loro, i ragazzi, vero tesoro, autentico patrimonio della Comunità che dedico questo sacro volume, nella certezza che con l'aiuto dell'Eterno troveranno generazione dopo generazione l'energia di rimanere strenuamente e orgogliosamente parte di questo meraviglioso popolo e fondare nuove famiglie ebraiche". 
 

Leggi tutto

 

storia

Ebraismo in terre d’Islam

img headerVittorio Robiati Bendaud / LA STELLA E LA MEZZALUNA / Guerini e associati

Due ricostruzioni storiche si fronteggiano circa i complessi, difficili e spesso ambigui rapporti tra ebrei e musulmani. Da un lato viene celebrata, venata da miti, la coesistenza andalusa medievale, stemperando le serie criticità che la strutturarono e attraversarono. Esiste poi una ricostruzione storica alternativa, riducente il rapporto tra ebraismo e Islam soltanto a incomprensione e odio. Nessuna delle due letture risponde alla realtà, che è molto più sfaccettata.
La ricchissima storia degli ebrei dimoranti nei domini islamici, non molto indagata, almeno nella pubblicistica italiana, ed estremamente affascinante, è l’oggetto del libro La stella e la mezzaluna, di Vittorio Robiati Bendaud, edito da Guerini e associati. In esso l’autore ne ricostruisce le parti salienti, partendo dall’antichità nella valle del Nilo e nella mezzaluna fertile, passando per la nascita dell’Islam e per gli storici e profondi legami dell’ebraismo con la nuova religione, e attraversando i secoli fino agli inizi del ‘900.
Robiati Bendaud, filosofo, coordinatore del tribunale rabbinico del centro-nord Italia, allievo di Rav Giuseppe Laras (al quale il libro è anche dedicato) e impegnato nel dialogo interreligioso, con questo saggio di lettura assai godibile entra nel profondo della relazione tra le due religioni.
Come ha scritto Antonia Arslam nella prefazione, Robiati Bendaud segna “fin da subito il perimetro di un’indagine che non si limita alla dotta – e per molti versi nuova – esposizione di una storia millenaria, ma la innerva di calda umanità. Il costante filo rosso che sorregge tutto il libro è la pietas dell’autore, che attraversa come un pellegrino appassionato i mondi dell’ebraismo e dell’islamismo mentre si confrontano lungo i secoli, elencando, raccontando, dipingendo personaggi ed eventi con serena, precisa indipendenza di giudizio e massima obiettività.”

Marco Di Porto 

Leggi tutto

 

memoria

"Quando la mamma
si vestì da suora" 

memoriA

Diario di prigionia
  

Francesca Cavarocchi e Elena Mazzini (a cura di) / LA CHIESA FIORENTINA E IL SOCCORSO
AGLI EBREI
/ Viella

Settantacinque anni dopo la deportazione degli ebrei fiorentini arriva la più completa ricerca sull'opera della Chiesa fiorentina nel soccorso degli ebrei perseguitati dalle leggi razziste e dal regime nazi-fascista. E si scopre non solo l'eccezionalità di quanto accaduto a Firenze, con Diocesi e l'associazione ebraica Delasem affiancate ed unite fin dall'inizio, ma anche che furono ben 42 i conventi, monasteri, istituti religiosi cattolici che divennero un rifugio, molti di più di quanto finora conosciuto. E si scoprono o riscoprono i nomi di chi si salvò, memorie inedite, frutto di tre anni di lavoro, scaturito dall'evento nel 2012 della proclamazione di Giusto tra le Nazioni del cardinale Elia Dalla Costa che volle e guidò la rete di salvataggio. L'ampiezza e profondità delle iniziative del 1943-44 sono il tema del libro «La Chiesa fiorentina e il soccorso agli ebrei» a cura di Francesca Cavarocchi e Elena Mazzini e promosso dall'Istituto storico toscano della Resistenza, con il contributo del ministero dei beni culturali, della Fondazione Cr Firenze e dell'associazione Amicizia ebraico-cristiana di Firenze.


Mauro Bonciani, Corriere Fiorentino, 7 novembre 2018

Leggi tutto

img

Tommaso Sinigallia / NOVE MESI SUI MONTI AURUNCI NELLE MANI DEI TEDESCHI / Edizioni Scientifiche Italiane

Dalle pagine di un diario del 1944 emerge un Passato solo in apparenza lontano da noi e dalla nostra contemporaneità. Vi si racconta di sedici persone in fuga mentre la guerra vive i suoi giorni finali e più feroci, si descrive la paura di non riuscire a mettersi in salvo, il sentimento di perdita della propria casa dei propri averi e di tutti i punti di riferimento. Si narra la mortificazione di chi si sente incapace di difendere la famiglia, il profondo scoramento per doversi trovare esposto alle «viltà, i compromessi, i pregiudizi, le stoltezze, le menzogne, l'avidità, l'egoismo» di un nemico in disfatta sempre più incattivito. L'autore si chiamava Tommaso Sinigallia ed era un commerciante di tessuti, esponente di una delle più antiche famiglie dell'ebraismo italiano legata a quella dei Del Monte e all'altra degli Ascarelli cui si deve la costruzione del primo Stadio partenopeo e la fondazione del Calcio Napoli. Per non lasciar sbiadire il ricordo dei terribili otto mesi vissuti tra l'8 settembre e il maggio 1944, subito dopo la Liberazione Sinigallia annotò minuziosamente l'odissea sua e dei suoi quasi in presa diretta, appena gli riuscì di mettersi in salvo e dopo il ritorno a Napoli.

Titti Marrone, Il Mattino, 13 novembre 2018


Leggi tutto

img
moked è il portale dell'ebraismo italiano

Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane. L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo e-mail, scrivete a: desk@ucei.it indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI - Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero 218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.