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23 novembre 2018 - 15 Kislev 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Jonathan Sacks, rabbino
I dilemmi morali sono situazioni in cui anche facendo la cosa giusta la questione non finisce. Il conflitto può essere intrinsecamente tragico.
 
Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Emerge fra i documenti conservati nell’Archivio Attilio Milano presso la Biblioteca Archivio “Renato Maestro” della Comunità ebraica di Venezia una lettera che mi pare di grande interesse e per certi versi molto attuale. Attilio Milano era stato incaricato di raccogliere scritti per un numero speciale (che effettivamente venne pubblicato un anno dopo) della Rassegna Mensile di Israel in onore del direttore Dante Lattes.
 
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Lo speaker della Knesset
"Italia non si fidi dell'Iran"
“Fin quando l'Iran manterrà un'impronta così forte sulla regione non ci sono negoziati di pace possibili. Oltre alla questione della capacità nucleare, l'Iran continua a proclamare la distruzione di quel che chiama "l'entità sionista" e lavora a questo attivamente con Hezbollah, Hamas, in Siria. È nel comune interesse di chi vuole la pace collaborare contro l'Iran. Le sanzioni sono positive quantomeno sul breve termine perché di fatto l'Iran ha meno armi da passare ai suoi alleati”. Ospite della tre giorni Mediterranean Dialogues, il presidente del parlamento israeliano Yuli Edelstein, intervistato da La Stampa, parla dell'attuale quadro mediorientale e della minaccia iraniana. Edelstein – che ha incontrato i presidenti di Camera e Senato Roberto Fico e Elisabetta Casellati – mette in guardia l'Italia: “Se l'esenzione (dalle sanzioni) dell'Italia è limitata a organizzare diversamente il suo fabbisogno energetico è legittima, se servirà a rafforzare i legami con l'Iran, allora Roma farà un autogol perché l'Iran minaccia tutti”. Rispetto al rapporto con i palestinesi e allo scontro con i terroristi di Hamas, Edelstein afferma di essere “deluso da come la comunità internazionale sia veloce nel criticare Israele e lentissima nell'aiutare davvero Gaza. Inoltre quando vengono sparati 500 missili in due giorni bisogna anche chiedersi quanto cibo si poteva comprare con quel denaro”. Il presidente della Knesset, alla domanda sulla fattibilità oggi dell'idea due popoli due Stati, afferma di non aver mai creduto in Oslo e aggiunge che il ritiro israeliano da Gaza nel 2005 “non fu un buon passo”.

“L'Iran non rinegozierà con Trump”. Tra gli ospiti dei Mediterranean Dialogues, anche il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Zarif, che, intervistato dal Corriere, afferma che l'Iran non rinegozierà con gli Stati Uniti l'accordo sul nucleare perché “Trump non è credibile”. Sul fatto che l'Iran finanzi gruppi terroristici, Zarif afferma “Non è possibile definire terrorista chiunque non sia di vostro gradimento. Gli Stati Uniti non hanno alcuna autorità per farlo”. Il ministro iraniano presenta poi il suo paese come difensore del popolo siriano poiché alleato del feroce dittatore Bashar Al Assad e, ovviamente, accusa Israele: “Gli israeliani hanno violato il diritto internazionale attaccando il territorio siriano. Continueremo ad aiutare il governo e il popolo siriano a combattere il terrorismo, fino a quando ce lo chiederanno”.

Il rapimento della giovane italiana in Kenya. “Siamo pronti a trattare”, è il messaggio della diplomazia italiana agli interlocutori del governo di Nairobi. “In attesa di un segnale dai rapitori di Silvia Costanza Romano, - scrive il Corriere - la volontaria di 23 anni catturata martedì sera, la linea di Farnesina e intelligence è di battere ogni pista per cercare un contatto e avviare il negoziato. E questo serve anche ad escludere un eventuale blitz”.
 
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  davar
lo speaker della knesset edelstein a roma
"Proteggiamo il Medio Oriente,
fermiamo la minaccia iraniana"

Il ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo Moavero Milanesi, ha ricevuto nelle scorse ore alla Farnesina il Presidente della Knesset, Yuli Yoel Edelstein (nell'immagine un momento dell'incontro), in visita a Roma per partecipare alla Conferenza “Rome Med Dialogues”. Lo riferisce una nota della Farnesina, in cui si sottolinea come durante la riunione  siano state ripercorse le eccellenti relazioni tra Italia e Israele, con particolare riferimento alle prospettive di rafforzamento della cooperazione economica e commerciale, nonché scientifica e culturale. “Nell’ambito di un ampio scambio di vedute sui temi di comune interesse, - spiegano dal ministero degli Esteri - il ministro ha riaffermato l’impegno dell’Italia per la sicurezza e la stabilizzazione nell’area mediterranea; illustrando in particolare gli esiti della Conferenza per la Libia di Palermo”. Partecipando alla conferenza Rome Med Dialogue, lo speaker della Knesset Edelstein ha parlato dell'apertura di Israele verso i paesi del Mediterraneo: “La nostra porta è aperta. Come Knesset e come Israele vogliamo lavorare insieme”.
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l'onorificenza al world jewish congress
Bulgaria e mondo ebraico,
un legame indissolubile

“Ci sono pochi paesi al mondo in cui gli ebrei si sentono i benvenuti come in Bulgaria. I legami di amicizia tra i nostri due popoli sono incrollabili”. A sottolineare la storia positiva dei legami tra il mondo ebraico e la Bulgaria, il direttore generale del World Jewish Congress Robert Singer in occasione della prestigiosa onorificenza - l'Ordine del Cavaliere di Madara - conferitagli dal Presidente del paese. La cerimonia si è svolta nell'ambito di un più ampio programma di incontri diplomatici che ha incluso colloqui con il Presidente della Repubblica di Bulgaria, Rumen Radev, il Primo ministro Boyko Borisov, e il sindaco di Sofia, Yordanka Fandakova, durante i quali sono stati discussi alcuni temi di interesse comune. Successivamente è stato firmato un memorandum d'intesa tra il Ministero della difesa bulgaro, il Wjc e l'Organizzazione degli ebrei in Bulgaria "Shalom" per facilitare la cooperazione e lo scambio di informazioni nei settori della lotta all'antisemitismo e del rafforzamento della sicurezza della comunità ebraica locale.
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l'esposizione alla casina dei vallati di roma
Aliya Bet, da sogno a realtà
Settanta fotografie per raccontare la storia dei profughi sopravvissuti alla Shoah che, dopo aver attraversato l’Europa tra il 1945 e il 1948, partirono dall’Italia verso il sogno sionista, il nascente Stato d’Israele. Si intitola “Dalla Terraferma alla Terra Promessa: Aliya Bet dall’Italia a Israele, 1945-1948” la mostra inaugurata alla Casina dei Vallati e portata a Roma grazie a un accordo con il Museo Muza – Eretz Israel di Tel Aviv della Fondazione Museo della Shoah di Roma. Curata da Rachel Bonfil e Fiammetta Martegani, del Museo Muza, l'esposizione inizia alla fine della Seconda Guerra Mondiale e termina nel 1948, ovvero con la fondazione dello Stato di Israele; non è soltanto una storia israeliana o del popolo ebraico, è anche la storia di tutti gli italiani che nel corso di quegli anni hanno accolto e ospitato i profughi nel territorio italiano, “Porta di Sion” ultimo porto di salvezza prima di raggiungere la tanto agognata meta nell’allora Mandato Britannico.
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si chiude il pitigliani kolno'a festival
Concorso Emanuele Luzzati,
il corto Sam conquista la giuria

È stata Rosanna Reccia, con il suo cortometraggio Sam, a vincere il premio del concorso Emanuele Luzzati, organizzato dal centro ebraico Il Pitigliani – dove si è anche svolta la premiazione, condotta dalla direttrice Ambra Tedeschi – in collaborazione con il Museo Luzzati di Genova. L’appuntamento ha chiuso in bellezza la tredicesima edizione del Pitigliani Kolno’a Festival, la kermesse del cinema israeliano e a tema ebraico, che anche quest’anno ha riscosso un ampio successo di pubblico, ospitando autori, attori, registi e produttori da Israele e non solo, tra panel, tavole rotonde e circa venti film in programmazione.
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qui torino - la festa dell'associazione
Asset, dieci anni d'impegno
per la Scuola ebraica 

Nata esattamente 10 anni fa con finalità di aggregazione tra chi è stato studente nella Scuola Ebraica di Torino e tra insegnanti, genitori e amici, l’Asset (Associazione ex Allievi e Amici della Scuola Ebraica di Torino) è divenuta ben presto un polo attrattivo rilevante non solo nel mondo scolastico, ebraico e non, torinese, ma per la vita stessa della Comunità ebraica torinese.
La Scuola ebraica di Torino consta di due istituti: la scuola dell’Infanzia e Primaria “Colonna e Finzi” (dal nome dei due benefattori che la istituirono alcuni secoli or sono come Talmud Torà) e la scuola Secondaria di I grado Emanuele Artom (partigiano, attivo nel Partito d’Azione, arrestato dai nazifascisti in Val Pellice e torturato nelle Carceri Nuove di Torino ove morì il 7 aprile 1944).
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IL TEST PER LE UNIVERSITÀ ISRAELIANE
Psicometrico in italiano,
aperte le iscrizioni

Ritorna, grazie all’iniziativa introdotta nel 2014 dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, la possibilità di sostenere lo psicometrico, il temibile esame necessario per accedere alle università israeliane, in lingua italiana. Una straordinaria opportunità di fronte alla grande sfida di ogni studente che decide di avere nel proprio percorso formativo la tappa Israele. La quota di iscrizione al test – che sarà organizzato a Roma e Milano il 17 o 18 aprile nel caso si raggiunga il numero minimo di 130 studenti – è di 200 euro ma i primi 80 iscritti godranno di una agevolazione UCEI che prevede il pagamento di solo metà della quota (100 euro).
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pilpul
Finale sconosciuto
A volte non sapere niente di una storia permette di gustarla molto di  più: per questo faccio sempre molta attenzione con i miei allievi a non  raccontare più del necessario (e mi rammarico che i libri di testo non siano  altrettanto cauti). D’altra parte per decidere quali libri leggere o quali film  o rappresentazioni teatrali andare a vedere siamo costretti ad informarci, con  il rischio di scoprire qualcosa che ci rovinerà la sorpresa.
I casi in cui le circostanze ci permettono di liberarci da questo  paradosso sono molto rari.  


Anna Segre, insegnante
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Le minoranze contano
Chissà perché con tutti i problemi in cui versa l’Italia una delle battaglie principali del Movimento 5 stelle è quella contro le sovvenzioni statali all’editoria – e al giornalismo in generale. Verrebbe davvero da pensare che alla base ci sia l’idea, levando questi fondi, di colpire ed imbavagliare i grandi gruppi editoriali e i giornali più importanti. Quando, come ben si sa, tali finanziamenti sono ormai destinati quasi esclusivamente a giornali minori, come quelli locali o d’opinione. Tra cui, ironia della sorte, si trovano anche testate non così maldisposte nei confronti del “governo del cambiamento”. Sebbene questo provvedimento non sia stato inserito nel contratto di governo Lega-m5s, in queste ore l’argomento è tornato alla ribalta, poiché come denunciato dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, “è stato depositato da un parlamentare dei Cinque Stelle un emendamento alla legge di Bilancio, che ci risulta sia fra quelli ammessi con il via libera del governo, nel quale si parla formalmente di riduzione progressiva della dotazione del fondo dell’editoria ma che, di fatto, porterebbe all’azzeramento di questo fondo”.

Francesco Moises Bassano
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