 Jonathan Sacks, rabbino
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I
dilemmi morali sono situazioni in cui anche facendo la cosa giusta la
questione non finisce. Il conflitto può essere intrinsecamente tragico.
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Gadi
Luzzatto
Voghera, direttore
Fondazione CDEC
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Emerge
fra i documenti conservati nell’Archivio Attilio Milano presso la
Biblioteca Archivio “Renato Maestro” della Comunità ebraica di Venezia
una lettera che mi pare di grande interesse e per certi versi molto
attuale. Attilio Milano era stato incaricato di raccogliere scritti per
un numero speciale (che effettivamente venne pubblicato un anno dopo)
della Rassegna Mensile di Israel in onore del direttore Dante Lattes.
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Lo speaker della Knesset
"Italia non si fidi dell'Iran"
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“Fin
quando l'Iran manterrà un'impronta così forte sulla regione non ci sono
negoziati di pace possibili. Oltre alla questione della capacità
nucleare, l'Iran continua a proclamare la distruzione di quel che
chiama "l'entità sionista" e lavora a questo attivamente con Hezbollah,
Hamas, in Siria. È nel comune interesse di chi vuole la pace
collaborare contro l'Iran. Le sanzioni sono positive quantomeno sul
breve termine perché di fatto l'Iran ha meno armi da passare ai suoi
alleati”. Ospite della tre giorni Mediterranean Dialogues, il
presidente del parlamento israeliano Yuli Edelstein, intervistato da La
Stampa, parla dell'attuale quadro mediorientale e della minaccia
iraniana. Edelstein – che ha incontrato i presidenti di Camera e Senato
Roberto Fico e Elisabetta Casellati – mette in guardia l'Italia: “Se
l'esenzione (dalle sanzioni) dell'Italia è limitata a organizzare
diversamente il suo fabbisogno energetico è legittima, se servirà a
rafforzare i legami con l'Iran, allora Roma farà un autogol perché
l'Iran minaccia tutti”. Rispetto al rapporto con i palestinesi e allo
scontro con i terroristi di Hamas, Edelstein afferma di essere “deluso
da come la comunità internazionale sia veloce nel criticare Israele e
lentissima nell'aiutare davvero Gaza. Inoltre quando vengono sparati
500 missili in due giorni bisogna anche chiedersi quanto cibo si poteva
comprare con quel denaro”. Il presidente della Knesset, alla domanda
sulla fattibilità oggi dell'idea due popoli due Stati, afferma di non
aver mai creduto in Oslo e aggiunge che il ritiro israeliano da Gaza
nel 2005 “non fu un buon passo”.
“L'Iran non rinegozierà con Trump”. Tra gli ospiti dei Mediterranean
Dialogues, anche il ministro degli Esteri iraniano Mohammad Zarif, che,
intervistato dal Corriere, afferma che l'Iran non rinegozierà con gli
Stati Uniti l'accordo sul nucleare perché “Trump non è credibile”. Sul
fatto che l'Iran finanzi gruppi terroristici, Zarif afferma “Non è
possibile definire terrorista chiunque non sia di vostro gradimento.
Gli Stati Uniti non hanno alcuna autorità per farlo”. Il ministro
iraniano presenta poi il suo paese come difensore del popolo siriano
poiché alleato del feroce dittatore Bashar Al Assad e, ovviamente,
accusa Israele: “Gli israeliani hanno violato il diritto internazionale
attaccando il territorio siriano. Continueremo ad aiutare il governo e
il popolo siriano a combattere il terrorismo, fino a quando ce lo
chiederanno”.
Il rapimento della giovane italiana in Kenya. “Siamo pronti a
trattare”, è il messaggio della diplomazia italiana agli interlocutori
del governo di Nairobi. “In attesa di un segnale dai rapitori di Silvia
Costanza Romano, - scrive il Corriere - la volontaria di 23 anni
catturata martedì sera, la linea di Farnesina e intelligence è di
battere ogni pista per cercare un contatto e avviare il negoziato. E
questo serve anche ad escludere un eventuale blitz”.
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lo speaker della knesset edelstein a roma
"Proteggiamo il Medio Oriente,
fermiamo la minaccia iraniana"
Il
ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, Enzo
Moavero Milanesi, ha ricevuto nelle scorse ore alla Farnesina il
Presidente della Knesset, Yuli Yoel Edelstein (nell'immagine un momento
dell'incontro), in visita a Roma per partecipare alla Conferenza “Rome
Med Dialogues”. Lo riferisce una nota della Farnesina, in cui si
sottolinea come durante la riunione siano state ripercorse le
eccellenti relazioni tra Italia e Israele, con particolare riferimento
alle prospettive di rafforzamento della cooperazione economica e
commerciale, nonché scientifica e culturale. “Nell’ambito di un ampio
scambio di vedute sui temi di comune interesse, - spiegano dal
ministero degli Esteri - il ministro ha riaffermato l’impegno
dell’Italia per la sicurezza e la stabilizzazione nell’area
mediterranea; illustrando in particolare gli esiti della Conferenza per
la Libia di Palermo”. Partecipando alla conferenza Rome Med Dialogue,
lo speaker della Knesset Edelstein ha parlato dell'apertura di Israele
verso i paesi del Mediterraneo: “La nostra porta è aperta. Come Knesset
e come Israele vogliamo lavorare insieme”. Leggi
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l'esposizione alla casina dei vallati di roma
Aliya Bet, da sogno a realtà
Settanta
fotografie per raccontare la storia dei profughi sopravvissuti alla
Shoah che, dopo aver attraversato l’Europa tra il 1945 e il 1948,
partirono dall’Italia verso il sogno sionista, il nascente Stato
d’Israele. Si intitola “Dalla Terraferma alla Terra Promessa: Aliya Bet
dall’Italia a Israele, 1945-1948” la mostra inaugurata alla Casina dei
Vallati e portata a Roma grazie a un accordo con il Museo Muza – Eretz
Israel di Tel Aviv della Fondazione Museo della Shoah di Roma. Curata
da Rachel Bonfil e Fiammetta Martegani, del Museo Muza, l'esposizione
inizia alla fine della Seconda Guerra Mondiale e termina nel 1948,
ovvero con la fondazione dello Stato di Israele; non è soltanto una
storia israeliana o del popolo ebraico, è anche la storia di tutti gli
italiani che nel corso di quegli anni hanno accolto e ospitato i
profughi nel territorio italiano, “Porta di Sion” ultimo porto di
salvezza prima di raggiungere la tanto agognata meta nell’allora
Mandato Britannico. Leggi
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si chiude il pitigliani kolno'a festival
Concorso Emanuele Luzzati,
il corto Sam conquista la giuria
È
stata Rosanna Reccia, con il suo cortometraggio Sam, a vincere il
premio del concorso Emanuele Luzzati, organizzato dal centro ebraico Il
Pitigliani – dove si è anche svolta la premiazione, condotta dalla
direttrice Ambra Tedeschi – in collaborazione con il Museo Luzzati di
Genova. L’appuntamento ha chiuso in bellezza la tredicesima edizione
del Pitigliani Kolno’a Festival, la kermesse del cinema israeliano e a
tema ebraico, che anche quest’anno ha riscosso un ampio successo di
pubblico, ospitando autori, attori, registi e produttori da Israele e
non solo, tra panel, tavole rotonde e circa venti film in
programmazione. Leggi
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Finale sconosciuto |
A
volte non sapere niente di una storia permette di gustarla molto
di più: per questo faccio sempre molta attenzione con i miei
allievi a non raccontare più del necessario (e mi rammarico che i
libri di testo non siano altrettanto cauti). D’altra parte per
decidere quali libri leggere o quali film o rappresentazioni
teatrali andare a vedere siamo costretti ad informarci, con il
rischio di scoprire qualcosa che ci rovinerà la sorpresa.
I casi in cui le circostanze ci permettono di liberarci da questo paradosso sono molto rari.
Anna Segre, insegnante
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Le minoranze contano |
Chissà
perché con tutti i problemi in cui versa l’Italia una delle battaglie
principali del Movimento 5 stelle è quella contro le sovvenzioni
statali all’editoria – e al giornalismo in generale. Verrebbe davvero
da pensare che alla base ci sia l’idea, levando questi fondi, di
colpire ed imbavagliare i grandi gruppi editoriali e i giornali più
importanti. Quando, come ben si sa, tali finanziamenti sono ormai
destinati quasi esclusivamente a giornali minori, come quelli locali o
d’opinione. Tra cui, ironia della sorte, si trovano anche testate non
così maldisposte nei confronti del “governo del cambiamento”. Sebbene
questo provvedimento non sia stato inserito nel contratto di governo
Lega-m5s, in queste ore l’argomento è tornato alla ribalta, poiché come
denunciato dal segretario generale della Fnsi, Raffaele Lorusso, “è
stato depositato da un parlamentare dei Cinque Stelle un emendamento
alla legge di Bilancio, che ci risulta sia fra quelli ammessi con il
via libera del governo, nel quale si parla formalmente di riduzione
progressiva della dotazione del fondo dell’editoria ma che, di fatto,
porterebbe all’azzeramento di questo fondo”.
Francesco Moises Bassano
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