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 28 Dicembre 2018 - 20 Tevet 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL

alef/tav

Alberto Sermoneta, rabbino
"ve elle Shemot bené Israel - e questi sono i nomi dei figli di Israele...."
Il midrash, (Shemot rabbà 1,1) spiega che "da questo si rileva che gli ebrei schiavi in Egitto, erano tutti tzaddiqim".
Per quale motivo il midrash interpreta in questo modo?
Si riporta (jalqut shim'onì sulla parashà di beshallach) che il nome originale di Noach era Chaninà; egli si fece chiamare così Noach, affinché gli sgregoni o i maghi dell’epoca, non potessero fare alcun atto di magia o stregoneria, riguardo quel nome, dato che all'epoca, di maghi e stregoni ve ne erano moltissimi.
 
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Gadi
Luzzatto
Voghera,
direttore
Fondazione CDEC
Nel suo “Discorso sopra lo stato presente dei costumi degli italiani” Giacomo Leopardi dimostrava una certa preveggenza nel descrivere modi e sostanza della “conversazione” che la maggior parte di noi intrattiene su Facebook: “…quel poco, dico, che v’ha in Italia di conversazione, essendo non altro che una pura e continua guerra senza tregua, senza trattati, e senza speranza di quartiere, benché questa guerra sia di parole e di modi e sopra cose di niuna sostanza, pure è manifesto quanto ella debba disunire e alienare gli animi di ciascuno da ciascuno, sempre offesi nel loro amor proprio, e quanto per conseguenza sia pestifera ai costumi divenendo come un esercizio per una parte, e per l’altra uno sprone dell’offendere altrui e della nimicizia verso gli altri, nelle quali cose precisamente consiste il male morale e la perversità de’ costumi e la malvagità morale delle azioni e de’ caratteri".
 
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Razzismo negli stadi,
una questione mai risolta
Dopo gli episodi di Milano, con il tentato assalto da parte di ultrà interisti contro tifosi del Napoli – in cui è morto un capoultras del Varese, il 39enne Daniele Belardinelli – e i cori razzisti contro il giocatore del Napoli Koulibaly, il questore di Milano Marcello Cardona ha annunciato che richiederà il blocco delle trasferte dei tifosi dell’Inter per tutta la stagione mentre lo stadio Meazza, su disposizione del giudice sportivo, sarà chiuso per due partite e l’anello che ospita la curva Nord per una terza. “Quanto accaduto non è più tollerabile. II calcio va difeso da coloro che lo utilizzano come strumento per creare tensione”, afferma Gabriele Gravina, presidente della Federcalcio (Corriere). Contro i cori razzisti, sottolinea Repubblica, c’è stata “la mobilitazione di coscienze che una volta tanto è stata generale, soprattutto sincera”. Ad stigmatizzare l’accaduto, il sindaco di Milano Sala, l’ex presidente dell’Inter Massimo Moratti (intervistato dal Corriere), il giornalista Gad Lerner (Corriere del Mezzogiorno).

Fenomeno ultras, che fare? “Tanto per cominciare ci dovrebbe essere un tentativo serio di capire cosa sia accaduto nelle curve degli stadi da una quindicina d’anni a questa parte. Come è stato possibile che logiche e linguaggi dell’estrema destra se ne siano progressivamente impossessate, come si sono formate le saldature con la criminalità organizzata. Come e chi ha permesso che avvenisse tutto ciò. Ecco, se le misure drastiche sono il primo passo lungo un percorso di questo tipo allora vanno benissimo”, afferma l’attore Gianfelice Facchetti, figlio di Giacinto, storica bandiera dell’Inter. Intervistato dal Corriere, denuncia “non scandalizziamoci solo per quanto avviene negli stadi se poi ci sono politici che non esitano a strizzare l’occhio a certi ambienti per un pugno di voti”. Su questo punto, Michele Serra (Repubblica) punta il dito contro il ministro degli Interni Salvini che intanto ha ipotizzato un incontro al Viminale con gli ultrà: “un ministro di Polizia che fraternizza con gli ultras della sua squadra senza rendersi conto dell’enormità della gaffe; oppure, e sarebbe anche peggio, rendendosene perfettamente conto, perché in quelle curve, tra quei giovani maschi dai modi spicci, c’è una fetta sicuramente consistente del suo elettorato”.
 
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  davar
l'addio al grande scrittore israeliano
Amos Oz (1939-2018)
Mondo della cultura e della letteratura in lutto per la scomparsa di Amos Oz. Nato nel 1939 come Amos Klausner a Gerusalemme, città in cui sono stati ambientati molti dei suoi scritti, Oz era tra gli intellettuali più amati e influenti della sua generazione. Un successo che è stato e continuerà ad essere anche italiano. Da Una storia di amore e di tenebra a Giuda, da Il monte del cattivo consiglio a La vita fa rima con la morte. I suoi romanzi e saggi hanno avuto ampia diffusione nel nostro paese, dove Oz è stato più volte ospite e protagonista di incontri indimenticabili.
Oz ha scritto 18 libri in ebraico e circa 450 articoli e saggi. Le sue opere sono state tradotte in circa 30 lingue. Ha ricevuto il Premio Israele per la letteratura nel 1998, anno del cinquantesimo anniversario dell'indipendenza dello Stato ebraico. Nel 2005 ha ricevuto dalla città di Francoforte il Premio Goethe alla carriera, assegnato in passato a Sigmund Freud e Thomas Mann. Nel 2007 ha ricevuto il Premio Principe delle Asturie per la Letteratura. Nel 2008 ha ricevuto il Premio Heinrich Heine della città di Düsseldorf. Nel 2010 ha vinto la prima edizione del Premio Salone Internazionale del Libro, assegnatagli dal voto elettronico dei visitatori ed editori della manifestazione.

(Il grande scrittore israeliano Amos Oz entra in trionfo alla Fiera del libro di Lipsia, uno dei massimi appuntamenti culturali europei, assieme alla scrittrice Mirjam Pressler, sua traduttrice di fiducia nelle edizioni tedesche di un'opera che si è affermata ai vertici della letteratura universale).
 

l'eredità del grande scrittore israeliano
Il segno di Amos Oz
Il segno delle parole scritte e pronunciate nel corso degli anni dallo scrittore israeliano Amos Oz rimarranno un lascito fondamentale per la cultura internazionale. Tanti i contributi che nel corso degli anni su queste pagine hanno fatto riferimento al grande autore israeliano, scomparso a Gerusalemme all'età di 79 anni. Di seguito, una breve raccolta.
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cordoglio nel mondo ebraico italiano
Dario Tedeschi (1929-2018)
Cordoglio nel mondo ebraico italiano per la scomparsa dell'avvocato Dario Tedeschi, già vicepresidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane nonché protagonista della stagione delle Intese con lo Stato italiano. Romano, classe 1929, Tedeschi è stato una figura centrale dell'ebraismo italiano del dopoguerra. Rappresentò l'allora UCEI (allora Unione delle comunità israelitiche italiane) nel lavoro per la definizione dell'Intesa con la Repubblica italiana, siglata nel 1987 e fondamento della tutela della libertà religiosa e identità del mondo ebraico italiano. In queste ore di lutto, la Presidente UCEI Noemi Di Segni ha inviato ai familiari le condoglianze a nome di tutti gli ebrei italiani. Nel ricordarlo, tra gli altri, il vicepresidente UCEI Giulio Disegni ha sottolineato il suo  ruolo nella firma dell'Intesa, portato avanti “con grande saggezza, equilibrio, attenzione alle specificità ed esigenze del mondo ebraico italiano”. “A lungo l’ebraismo ritenne che la legge del 30 bastasse a regolare l’organizzazione comunitaria. Gli organi statutari erano sì elettivi ma non era previsto ad esempio l’elettorato passivo delle donne” aveva ricordato Tedeschi, partecipando all'incontro sui 30 anni dall'Intesa organizzato dall'UCEI a Roma e ricostruendo le vicende che portarono poi al tavolo la commissione dell’Unione con quella governativa.

(nell'immagine Dario Tedeschi, a destra, rivolge al Consiglio Ucei durante l'incontro di studio sui 30 anni dalla firma delle Intese).
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la presidenza del consiglio risponde all'ucei
"Norma sull'Ires e Terzo settore,
cambieremo disciplina fiscale"

“In merito alla norma sull'Ires formulata nella legge di Bilancio attualmente in discussione alla Camera dei Deputati, provvederemo quanto prima, a gennaio, a intervenire per riformulare e calibrare meglio la relativa disciplina fiscale”. Così il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte nella nota di risposta alla lettera inviata dalla Presidente dell'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane Noemi Di Segni per chiedere un ripensamento rispetto all'abolizione dello sconto Ires per gli enti del terzo settore. “A quanto risulta, l'aumento riguarderà già l'anno 2019 comportando per tutti gli enti anche la revisione di bilanci preventivi appena approvati per fare fronte ad un imprevisto, improvviso, insostenibile raddoppio delle tasse”, il messaggio della Presidente UCEI che ha sottolineato come “procedendo in questa direzione ad essere penalizzate fortemente saranno tutte le attività del volontariato, di assistenza sociosanitaria e molte altre attività a carattere religioso, culturale e della ricerca, che si sostengono con limitatissime risorse basandosi sulla forza del credo e della solidarietà umana".
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pilpul
Picconate
A Trino, in provincia di Vercelli, l’amministrazione comunale ha accettato di regolarizzare la moschea locale ponendo come condizione l’abbattimento della parete divisoria tra uomini e donne. Questo – è stato detto – per rispettare un principio costituzionale. Leggendo questa notizia mi sono domandata di quale articolo della Costituzione si parlasse. Non certo dell’articolo 8, “Tutte le confessioni religiose sono egualmente libere davanti alla legge”, e neppure dell’articolo 19, “Tutti hanno diritto di professare liberamente la propria fede religiosa in qualsiasi forma, individuale o associata, di farne propaganda e di esercitarne in privato o in pubblico il culto, purché non si tratti di riti contrari al buon costume”; mi pare davvero difficile, infatti, definire “contraria al buon costume” l’usanza di pregare separati per non essere distratti dalla presenza di persone dell’altro sesso; casomai la si dovrebbe definire esageratamente attenta al buon costume. 

Anna Segre, insegnante
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Defascistizzazione mancata
Leggendo Neofascismi di Claudio Vercelli (Edizioni del Capricorno, 2018) si riscontra perfettamente l’ostinato tentativo da parte delle forze neofasciste di un ritorno sulla scena pubblica e politica dopo la caduta di Benito Mussolini. Un’operazione perseguita con molteplici camuffamenti, sigle ingannevoli, e mezzi sia eversivi che “legali”, cercando consenso e legami, oltre che tra la popolazione comune, in forze antisistema e in quelle tradizionalmente democratiche – come per esempio la destra liberale. Una macchina politica, che per quanto ritenuta spesso definitivamente deceduta, non ha mai cessato la propria attività sino ad oggi, con momenti più o meno energici.

Francesco Moises Bassano
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