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9 gennaio 2019 - 3 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24
ALEF / TAV DAVAR PILPUL


alef/tav
Giuseppe Momigliano,
rabbino
“Il Signore disse a Mosè e ad Aron: Questa è la norma dell’offerta di Pesach. Nessuno straniero ne potrà mangiare… Lo straniero e il mercenario non potranno mangiarne” (Esodo 12, 43-45). La partecipazione e la consumazione del sacrificio di Pesach sono indicate nella Torà come elemento peculiare dell’identità del popolo d’Israele, in quanto perpetuano il ricordo della libertà ricevuta come dono dal Signore con la liberazione dalla schiavitù in Egitto; la Torà stabilisce pertanto che lo straniero che pure risiede, in via provvisoria o anche stabilmente in terra d’Israele, non può partecipare a questo rituale in quanto non è parte del popolo ebraico. 
 
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Davide
Assael,
ricercatore
Chi lavora coi social lo sa bene: la capacità di diffusione di questi mezzi è molto, molto calata negli ultimi mesi. Esistono account e pagine che vanno molto bene, ma dipende da una serie di fattori come la capacità di costruirsi un pubblico attraverso altri mezzi, la qualità del prodotto che deve avere caratteristiche da emergere rispetto ad altri simili, la notorietà acquisita altrove dei gestori. Insomma, è ben finito il tempo, se mai è esistito, per cui basta un post su Facebook o una scemenza scritta su Twitter per far parlare di sé. È un destino a cui stanno andando incontro anche i politici.
 
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L’Europa e le destre
Nel pomeriggio Matteo Salvini incontrerà a Varsavia Jaroslaw Kaczynski, il presidente del partito sovranista Pis che governa la Polonia. Sul tavolo un accordo in vista delle prossime elezioni europee. “Se tutto andrà come Salvini spera – scrive il Corriere – anche gli eletti del partito di estrema destra Diritto e giustizia confluiranno dopo le elezioni europee nel grande gruppo eurocritico che il ‘Capitano’ del Carroccio va progettando da mesi”. A proposito di estrema destra: è di ieri la notizia dell’agguato al parlamentare dell’Afd Frank Magnitz. Secondo la polizia tedesca potrebbe trattarsi di un gesto “politicamente motivato”. Aggressioni in Germania, Francia, Inghilterra: rabbia di piazza, agguati ai politici. Per Repubblica è “l’Europa della violenza estrema”.

Il Premier Conte e alcune società di calcio, il Napoli in testa, si smarcano dal piano Salvini contro il razzismo e la violenza negli stadi. “Alle prossime urla razziste ce ne andiamo noi” la linea del tecnico Carlo Ancelotti (il piano del ministro non prevede la sospensione delle partite). In un lungo approfondimento la Gazzetta dello Sport scrive: “Il ragionamento che convince di meno di Salvini è l’alibi numeri. I violenti sono pochi, pochissimi, lo zero virgola…Ma se la linea di demarcazione fra tifo sano e violenza fosse così inviolabile i problemi non esisterebbero”.

Su La Stampa propone un aggiornamento sulla missione in Medio Oriente del Segretario di Stato americano Mike Pompeo. “Confermare l’impegno degli Stati Uniti in Medio Oriente dopo l’annuncio del ritiro dalla Siria, rilanciare la campagna di massima pressione contro l’Iran, e cancellare l’eredità di Barack Obama nella regione. Questi – si legge – sono i tre obiettivi, i primi due dichiarati e il terzo sottinteso, del lungo viaggio che il segretario di Stato Pompeo ha cominciato ieri in Giordania”.
 
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  davar
le iniziative di ucei e presidenza del consiglio
'Memoria, responsabilità italiana'
Il programma per il 27 gennaio

Una Memoria viva, proiettata al futuro e che per le prossime intense settimane di iniziative guarda in particolare alla prospettiva femminile. Al ruolo e alla specificità delle donne, sul piano del ricordo, della trasmissione, della consapevolezza.
Tradizionale appuntamento stamane a Palazzo Chigi con la conferenza stampa di presentazione degli eventi previsti per il Giorno della Memoria, patrocinati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri – Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah.
Ad intervenire la Presidente UCEI Noemi Di Segni, il Sottosegretario di Stato alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il Segretario generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa.
Al centro del programma un approfondimento sulle responsabilità del fascismo nella persecuzione e nell’annientamento perché, come ha sottolineato la Presidente UCEI, “la narrativa non può e non deve appiattirsi esclusivamente sulle responsabilità naziste”. E la Shoah “non inizia e non finisce con i campi di sterminio”, ma è il risultato di un percorso che in Italia prende avvio con le Leggi razziste del ’38.
“Siamo qui – ha detto Di Segni – per affermare un tema identitario, italiano ed europeo, soprattutto rivolto ai giovani, perché siano consapevoli di essere discendenti di generazioni che hanno vissuto e visto la Shoah”.
“È responsabilità delle istituzioni – ha poi aggiunto – comprendere i segnali relativi all’attuale aumento del razzismo e dell’antisemitismo. Ma è compito anche della società affrontare quotidianamente questo problema”.
Una Memoria che parli al cuore dei giovani. Questa la speranza del sottosegretario Giorgetti, che ha ravvisato una generale carenza di educazione civica nella scuola italiana. “Ci sono diversi ragazzi che non sanno distinguere il Presidente della Repubblica dal Presidente del Consiglio. Mi sono interrogato a lungo e ho posto il tema al Ministro dell’istruzione. Abbiamo discusso a lungo. Uno dei temi – ha detto – è il tentativo di rendere la didattica più partecipata con mostre e iniziative per coinvolgere maggiormente i ragazzi in modo che formino le proprie idee”. Tra i temi toccati anche la lotta alla violenza e al razzismo negli stadi, al centro di alcuni impegni di governo. “È necessario fare molta attenzione all’uso dei media nel raccontare la violenza: per i violenti essere additati come tali è motivo di vanto, non di biasimo. Nei loro confronti serve tolleranza zero: dobbiamo usare lo sport – ha detto – per indirizzare i giovani all’educazione civica e sportiva”.
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27 gennaio - la nuova edizione di run for mem
Torino, correndo con Ladany
per non dimenticare la Shoah

"Marciare forse è il mio modo ambizioso di avere sempre successo. Gli sportivi seri non amano partecipare a una competizione, amano soprattutto portarla a termine”.
Sono parole di chi ha fatto della caparbietà e della tenacia il messaggio di una vita: l’ex atleta professionista Shaul Ladany, 83 anni il prossimo aprile. Alle spalle due drammatiche esperienze: la deportazione in un lager nazista, dove miracolosamente sopravvisse. E l’attentato palestinese ai Giochi di Monaco ’72 dove pure si salvò, perché quella notte era in camera con gli atleti delle discipline che prevedevano l’uso di armi e da cui i terroristi per prudenza si tennero alla larga. Per il terzo anno consecutivo il testimonial della Run For Mem, la corsa per la Memoria consapevole promossa dall’UCEI, sarà lui (assieme alla conduttrice televisiva Luciana Littizzetto e all’attore Luca Argentero). Appuntamento al 27 gennaio mattina a Torino, in collaborazione con la Comunità ebraica locale, la Uisp come organizzatore tecnico e con il contributo di World Jewish Congress e European Jewish Congress. Terza tappa di un itinerario avviato nel 2017 a Roma e proseguito lo scorso anno a Bologna..
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la campagna social #WeRemember
L'ambasciatore della Germania:
"Memoria che guarda al futuro"

La campagna social #WeRemember, per combattere l’antisemitismo e tutte le forme di odio, genocidio e xenofobia promossa dal World Jewish Congress e sostenuta dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane ha preso ieri avvio con un testimonial d’eccezione: l’ambasciatore tedesco Viktor Elbling, in visita all’UCEI dove ha incontrato la Presidente Noemi Di Segni. All’incontro era presente anche il segretario generale dell’Unione Uriel Perugia.
Questo il tweet del diplomatico: “Colloquio con Noemi Di Segni, Presidente dell’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, sulle sfide attuali in Europa, le responsabilità storiche della Germania e l’impegno di collaborare in futuro in modo sempre più stretto. #WeRemember”.
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l'allarme dell'intelligence israeliana
Interferenze sul voto in Israele:
"La minaccia arriva da fuori"

Un paese straniero cercherà di influenzare attraverso attacchi informatici le elezioni in Israele. Era una notizia già circolata negli scorsi mesi ma ora l'allarme arriva dai vertici dell'intelligence israeliana. Il direttore dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) Nadav Argman, parlando a una conferenza dell'Università di Tel Aviv, ha messo in guardia dal pericolo di un'interferenza da parte di un paese straniero nelle elezioni del prossimo 9 aprile. “Non so a favore di chi o contro chi il paese straniero interferirà. A questo punto, non posso dire quale interesse politico gioca un ruolo qui, tuttavia, un paese straniero tenterà di intromettersi nelle elezioni di aprile e so di cosa sto parlando”, ha detto Argman. Per affrontare questo tipo di pericoli, è stato creato un organismo governativo, la Direzione Nazionale Cyber, che possa confrontarsi con il problema: l’ente, che agisce sotto le direttive dell’Ufficio del Primo ministro, sta lavorando in collaborazione con i giganti dei social media per impedire che queste interferenze ci siano. Inoltre, dopo le parole di Argman, lo Shin Bet ha messo una nota chiarendo che “lo Stato di Israele e la comunità dell'intelligence hanno gli strumenti e le capacità per identificare, monitorare e contrastare gli sforzi di influenza straniera, qualora ce ne fossero. L'apparato difensivo israeliano è in grado di consentire lo svolgimento di elezioni libere e democratiche in Israele”.
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pilpul
Ticketless - Enzo Cavaglion (1919-2019)





Periscopio - Peccato d'omissione
Nell’approssimarsi dell’annuale ricorrenza del Giorno della Memoria, si ripropongono, come ogni anno, vecchie e nuove domande non solo sul passato da ricordare, ma anche sulla nostra attualità, su quale sia il senso del nostro presente, del nostro operare oggi, della nostra capacità di costruire, di progettare qualcosa per il futuro.
I rischi, incombenti su tutto il mondo di oggi, sono ben noti, e tante volte segnalati: la recrudescenza, dovunque, di forme vecchie e nuove di antisemitismo; la banalizzazione o la rimozione della memoria; l’avanzata, in tutti i continenti, di potenti movimenti populisti, che, pur senza apertamente dichiarare di voler cancellare la democrazia, ne realizzano di fatto evidenti erosioni dall’interno, svuotandola, giorno dopo di giorno, dei suoi valori fondanti; il montare, dovunque, di forme sempre più esplicite di intolleranza, razzismo, violenza, xenofobia, misoginia, omofobia e altro, all’insegna di dilaganti sentimenti di egoismo, paura, disprezzo; la triste parabola involutiva che attraversa alcuni Paesi – come quelli dell’Est europeo -, i cui cambiamenti politici, trent’anni fa, ci avevano fatto tanto sperare. Eccetera eccetera.


Francesco Lucrezi, storico
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