Giuseppe Momigliano,
rabbino
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“Il
Signore disse a Mosè e ad Aron: Questa è la norma dell’offerta di
Pesach. Nessuno straniero ne potrà mangiare… Lo straniero e il
mercenario non potranno mangiarne” (Esodo 12, 43-45). La partecipazione
e la consumazione del sacrificio di Pesach sono indicate nella Torà
come elemento peculiare dell’identità del popolo d’Israele, in quanto
perpetuano il ricordo della libertà ricevuta come dono dal Signore con
la liberazione dalla schiavitù in Egitto; la Torà stabilisce pertanto
che lo straniero che pure risiede, in via provvisoria o anche
stabilmente in terra d’Israele, non può partecipare a questo rituale in
quanto non è parte del popolo ebraico.
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Davide
Assael,
ricercatore
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Chi
lavora coi social lo sa bene: la capacità di diffusione di questi mezzi
è molto, molto calata negli ultimi mesi. Esistono account e pagine che
vanno molto bene, ma dipende da una serie di fattori come la capacità
di costruirsi un pubblico attraverso altri mezzi, la qualità del
prodotto che deve avere caratteristiche da emergere rispetto ad altri
simili, la notorietà acquisita altrove dei gestori. Insomma, è ben
finito il tempo, se mai è esistito, per cui basta un post su Facebook o
una scemenza scritta su Twitter per far parlare di sé. È un destino a
cui stanno andando incontro anche i politici.
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L’Europa e le destre
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Nel
pomeriggio Matteo Salvini incontrerà a Varsavia Jaroslaw Kaczynski, il
presidente del partito sovranista Pis che governa la Polonia. Sul
tavolo un accordo in vista delle prossime elezioni europee. “Se tutto
andrà come Salvini spera – scrive il Corriere – anche gli eletti del
partito di estrema destra Diritto e giustizia confluiranno dopo le
elezioni europee nel grande gruppo eurocritico che il ‘Capitano’ del
Carroccio va progettando da mesi”. A proposito di estrema destra: è di
ieri la notizia dell’agguato al parlamentare dell’Afd Frank Magnitz.
Secondo la polizia tedesca potrebbe trattarsi di un gesto
“politicamente motivato”. Aggressioni in Germania, Francia,
Inghilterra: rabbia di piazza, agguati ai politici. Per Repubblica è
“l’Europa della violenza estrema”.
Il Premier Conte e alcune società di calcio, il Napoli in testa, si
smarcano dal piano Salvini contro il razzismo e la violenza negli
stadi. “Alle prossime urla razziste ce ne andiamo noi” la linea del
tecnico Carlo Ancelotti (il piano del ministro non prevede la
sospensione delle partite). In un lungo approfondimento la Gazzetta
dello Sport scrive: “Il ragionamento che convince di meno di Salvini è
l’alibi numeri. I violenti sono pochi, pochissimi, lo zero virgola…Ma
se la linea di demarcazione fra tifo sano e violenza fosse così
inviolabile i problemi non esisterebbero”.
Su La Stampa propone un aggiornamento sulla missione in Medio Oriente
del Segretario di Stato americano Mike Pompeo. “Confermare l’impegno
degli Stati Uniti in Medio Oriente dopo l’annuncio del ritiro dalla
Siria, rilanciare la campagna di massima pressione contro l’Iran, e
cancellare l’eredità di Barack Obama nella regione. Questi – si legge –
sono i tre obiettivi, i primi due dichiarati e il terzo sottinteso, del
lungo viaggio che il segretario di Stato Pompeo ha cominciato ieri in
Giordania”.
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le iniziative di ucei e presidenza del consiglio
'Memoria, responsabilità italiana'
Il programma per il 27 gennaio
Una
Memoria viva, proiettata al futuro e che per le prossime intense
settimane di iniziative guarda in particolare alla prospettiva
femminile. Al ruolo e alla specificità delle donne, sul piano del
ricordo, della trasmissione, della consapevolezza.
Tradizionale appuntamento stamane a Palazzo Chigi con la conferenza
stampa di presentazione degli eventi previsti per il Giorno della
Memoria, patrocinati dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri –
Comitato di coordinamento per le celebrazioni in ricordo della Shoah.
Ad intervenire la Presidente UCEI Noemi Di Segni, il Sottosegretario di
Stato alla Presidenza del Consiglio Giancarlo Giorgetti, il Segretario
generale di Palazzo Chigi Roberto Chieppa.
Al centro del programma un approfondimento sulle responsabilità del
fascismo nella persecuzione e nell’annientamento perché, come ha
sottolineato la Presidente UCEI, “la narrativa non può e non deve
appiattirsi esclusivamente sulle responsabilità naziste”. E la Shoah
“non inizia e non finisce con i campi di sterminio”, ma è il risultato
di un percorso che in Italia prende avvio con le Leggi razziste del ’38.
“Siamo qui – ha detto Di Segni – per affermare un tema identitario,
italiano ed europeo, soprattutto rivolto ai giovani, perché siano
consapevoli di essere discendenti di generazioni che hanno vissuto e
visto la Shoah”.
“È responsabilità delle istituzioni – ha poi aggiunto – comprendere i
segnali relativi all’attuale aumento del razzismo e dell’antisemitismo.
Ma è compito anche della società affrontare quotidianamente questo
problema”.
Una
Memoria che parli al cuore dei giovani. Questa la speranza del
sottosegretario Giorgetti, che ha ravvisato una generale carenza di
educazione civica nella scuola italiana. “Ci sono diversi ragazzi che
non sanno distinguere il Presidente della Repubblica dal Presidente del
Consiglio. Mi sono interrogato a lungo e ho posto il tema al Ministro
dell’istruzione. Abbiamo discusso a lungo. Uno dei temi – ha detto – è
il tentativo di rendere la didattica più partecipata con mostre e
iniziative per coinvolgere maggiormente i ragazzi in modo che formino
le proprie idee”. Tra i temi toccati anche la lotta alla violenza e al
razzismo negli stadi, al centro di alcuni impegni di governo. “È
necessario fare molta attenzione all’uso dei media nel raccontare la
violenza: per i violenti essere additati come tali è motivo di vanto,
non di biasimo. Nei loro confronti serve tolleranza zero: dobbiamo
usare lo sport – ha detto – per indirizzare i giovani all’educazione
civica e sportiva”. Leggi
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l'allarme dell'intelligence israeliana
Interferenze sul voto in Israele:
"La minaccia arriva da fuori"
Un
paese straniero cercherà di influenzare attraverso attacchi informatici
le elezioni in Israele. Era una notizia già circolata negli scorsi mesi
ma ora l'allarme arriva dai vertici dell'intelligence israeliana. Il
direttore dello Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) Nadav
Argman, parlando a una conferenza dell'Università di Tel Aviv, ha messo
in guardia dal pericolo di un'interferenza da parte di un paese
straniero nelle elezioni del prossimo 9 aprile. “Non so a favore di chi
o contro chi il paese straniero interferirà. A questo punto, non posso
dire quale interesse politico gioca un ruolo qui, tuttavia, un paese
straniero tenterà di intromettersi nelle elezioni di aprile e so di
cosa sto parlando”, ha detto Argman. Per affrontare questo tipo di
pericoli, è stato creato un organismo governativo, la Direzione
Nazionale Cyber, che possa confrontarsi con il problema: l’ente, che
agisce sotto le direttive dell’Ufficio del Primo ministro, sta
lavorando in collaborazione con i giganti dei social media per impedire
che queste interferenze ci siano. Inoltre, dopo le parole di Argman, lo
Shin Bet ha messo una nota chiarendo che “lo Stato di Israele e la
comunità dell'intelligence hanno gli strumenti e le capacità per
identificare, monitorare e contrastare gli sforzi di influenza
straniera, qualora ce ne fossero. L'apparato difensivo israeliano è in
grado di consentire lo svolgimento di elezioni libere e democratiche in
Israele”. Leggi
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Ticketless - Enzo Cavaglion (1919-2019)
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Periscopio - Peccato d'omissione
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Nell’approssimarsi
dell’annuale ricorrenza del Giorno della Memoria, si ripropongono, come
ogni anno, vecchie e nuove domande non solo sul passato da ricordare,
ma anche sulla nostra attualità, su quale sia il senso del nostro
presente, del nostro operare oggi, della nostra capacità di costruire,
di progettare qualcosa per il futuro.
I rischi, incombenti su tutto il mondo di oggi, sono ben noti, e tante
volte segnalati: la recrudescenza, dovunque, di forme vecchie e nuove
di antisemitismo; la banalizzazione o la rimozione della memoria;
l’avanzata, in tutti i continenti, di potenti movimenti populisti, che,
pur senza apertamente dichiarare di voler cancellare la democrazia, ne
realizzano di fatto evidenti erosioni dall’interno, svuotandola, giorno
dopo di giorno, dei suoi valori fondanti; il montare, dovunque, di
forme sempre più esplicite di intolleranza, razzismo, violenza,
xenofobia, misoginia, omofobia e altro, all’insegna di dilaganti
sentimenti di egoismo, paura, disprezzo; la triste parabola involutiva
che attraversa alcuni Paesi – come quelli dell’Est europeo -, i cui
cambiamenti politici, trent’anni fa, ci avevano fatto tanto sperare.
Eccetera eccetera.
Francesco Lucrezi, storico
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