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15 Gennaio 2019 - 9 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Michael Ascoli, rabbino
Se una persona che stava facendo un digiuno se ne dimentica e mangia e beve, non si faccia comunque vedere in giro in buono stato e non si conceda altri piaceri (Ta’anìt 10b).
L’esempio, si sa, nell’ebraismo è fondamentale. Il midràsh sostiene che in realtà il casato di Yaaqòv avesse ancora viveri ma ciò nonostante Yaaqòv spinse i figli a recarsi in Egitto a comprare scorte alimentari per far vedere che anche loro ne avevano bisogno e per non apparire troppo sazi agli occhi dei “figli di Yishmaèl e di Esav”.
 
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Dario
Calimani,
Università di Venezia
La domanda che continua a martellare nel cervello è dove ci stia portando il clima politico in Italia.
Finalmente viene restituito alle patrie galere Cesare Battisti, un "rivoluzionario" da troppo tempo latitante che ha seminato terrore e morte di innocenti. Il tribunale lo ha giudicato e l'ergastolo lo attende.
 
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Due bambine
ad Auschwitz
In uscita per il Giorno della Memoria il libro autobiografico delle sorelle Andra e Tatiana Bucci “Noi, bambine ad Auschwitz”. Una iniziativa della Fondazione Museo della Shoah di Roma insieme a Mondadori, che pubblica il volume (i curatori sono Umberto Gentiloni e Marcello Pezzetti in collaborazione con Stefano Palermo). “A renderlo speciale – spiega Repubblica – è la qualità della testimonianza, due voci che diventano una ma senza annullarsi vicendevolmente, piuttosto disegnando un mondo di sfumature emotive diverse, perché ai lutti della Storia si può reagire in tanti modi. Tati si è dimenticata subito il numero tatuato sul braccio, Andra è come se l’avesse inciso nell’anima”.
“I libri sulla Shoah, tanti e necessari”. Così si intitola un pensiero di Paolo Di Stefano sul Corriere, scaturito dall’incontro con alcuni ragazzi di prima media. “Sarà forse merito delle due prof di italiano – spiega – ma ho avuto l’impressione che il tema della Shoah riuscisse a sollecitare la sensibilità anche presso quel gruppo di giovanissimi non provenienti dalle zone della cosiddetta ‘eccellenza’ scolastica”.

L’assassinio del sindaco di Danzica scuote l’Europa e getta un’ombra sul futuro. “Credeva nel progetto di una Polonia indipendente, tollerante, pluralista e multicolore; amica per i vicini” lo ricorda l’intellettuale ebreo Adam Michnik, che fu protagonista della lotta per l’affermazione dei diritti e della libertà di pensiero nel paese, in una riflessione pubblicata su Repubblica. “Che fortuna – scrive Michnik, vincitore nel dicembre scorso del premio del Centro Primo Levi di Genova – che nella storia polacca sia comparso Pawel Adamowicz. Anche solo per un attimo”.
 
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  davar
il cordoglio dell'ebraismo polacco
"Adamowicz: addio a un amico,
a un vero e proprio Mensch"

“Ci è ancora difficile credere che il sindaco di Danzica, Paweł Adamowicz, sia morto a causa dei colpi del suo aggressore. Un uomo diventato simbolo dell'opposizione contro i pregiudizi razziali e religiosi in Polonia è stato vittima dell'odio. Era tra i sindaci che hanno reagito con forza alle manifestazioni di discriminazione, sostenendo il rispetto della diversità”. L'ebraismo polacco ha scelto di affidare a una nota congiunta il suo messaggio di cordoglio per il sindaco di Danzica Paweł Adamowicz, ucciso durante un evento di beneficenza. In un messaggio firmato da tutte le maggiori organizzazioni ebraiche polacche, tutto il dolore per l'uccisione di Adamowicz, considerato un emblema della lotto contro pregiudizi ed estremismi nella Polonia democratica. “Nella vita politica e sociale polacca, l'odio sta diventando sempre più visibile e sempre più ampiamente accettato. Lo osserviamo con tristezza e orrore, tanto più quando le parole dell'odio invocano violenza, o in questa violenza si trasformano. - il monito dei firmatari, tra cui il rabbino capo di Polonia rav Michael Schudrich - La morte del sindaco Paweł Adamowicz è un altro tragico segnale d'allarme: nella nostra società, le differenze politiche o ideologiche possono, in casi estremi, portare ad atti di violenza fisica. Non siamo d'accordo su questo punto. Ci rivolgiamo a tutti coloro che hanno importanti funzioni politiche, sociali e religiose in Polonia: non permettiamo che le parole generate dall'odio siano libere. Dobbiamo cambiare il linguaggio del dibattito pubblico. Non possiamo diventare una società che accetta la violenza”. “Alla famiglia e ai collaboratori del sindaco Paweł Adamowicz esprimiamo la nostra più profonda solidarietà e lo ringraziamo per quanto ha fatto per fare di Danzica - e con essa di tutta la Polonia - un luogo di tolleranza, rispetto e apertura”.

(Nell'immagine, il sindaco di Danzica Paweł Adamowicz in occasione della cerimonia, lo scorso ottobre, dedicata alla Grande Sinagoga della città, costruita nel 1887 e distrutta dai nazisti. La sinagoga è stata riprodotta in un modellino, a destra nell'immagine).
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dopo il vergognoso furto di dicembre 
Roma e l'inciampo della Memoria
Ricollocate le pietre trafugate

Il vuoto è stato colmato. E così la ferita di tutta una città si è trasformata in un momento collettivo di consapevolezza e impegno. Trafugate in dicembre nel rione Monti, le pietre d’inciampo in ricordo dei membri delle famiglie Di Consiglio e Di Castro trucidati dai nazifascisti sono tornate al loro posto. Nuove targhe di d’ottone a sostituire quelle sradicate nelle scorse settimane. Ad apporle, personalmente, l’artista tedesco Gunter Demnig che ha ideato questa forma d’arte al servizio della Memoria ormai molti anni fa e da allora gira per l’Europa con una missione. Per il decimo anno è a Roma, convocato dall’associazione Arte in Memoria presieduta da Adachiara Zevi che ha collocato ad oggi oltre 300 pietre nel cuore della città. La ricollocazione odierna è un fuori programma rispetto a quanto pianificato ormai diversi mesi fa. Ma è un atto necessario, viene spiegato nel corso della cerimonia.
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qui roma 
Dalle scienze all'umanistica,
Italia e Israele a confronto

Il mondo accademico israeliano e italiano a confronto su “Scienza e società”. Dagli aspetti di ricerca indisciplinare alle nuove prospettive di in campo etico e medico, dalla lotta all’Alzheimer alla resilienza culturale. Numerosi i temi al centro della due giorni di convegno che ha preso avvio nelle scorse ore nella sede dell’Accademia Nazionale dei Lincei, organizzato insieme all’Accademia israeliana delle scienze e delle lettere. Un confronto che segue una prima iniziativa congiunta a Gerusalemme, nel novembre del 2017, e che è il risultato dell’implementazione di un precedente accordo di collaborazione del 2001.
Ad aprire i lavori di “Science and society” il presidente emerito Alberto Quadrio Curzio e la presidente dell’Accademia israeliana Nili Cohen, insieme all’ambasciatore dello Stato ebraico in Italia Ofer Sachs.
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qui milano - le iniziative per la memoria
"Non date spazio all'odio"
"Anche se ho sopportato l'odio, non sono mai diventata come i miei persecutori, non sarò mai dalla parte di chi esercita violenza, anche con delle parole che sono gravi a volte come una coltellata”. È il messaggio contro ogni forma d'odio lasciato da Liliana Segre ai duemila giovani che hanno avuto la possibilità di ascoltare la testimonianza della senatrice a vita al Teatro Arcimboldi di Milano. Un evento organizzato come gli scorsi anni dall'Associazione Figli della Shoah, fortemente impegnata nel promuovere la Memoria, con la collaborazione del Corriere della Sera che ha trasmesso in streaming la testimonianza di Segre (nell'immagine con degli studenti fuori dal teatro). A presentare l'iniziativa, Ferruccio De Bortoli, presidente onorario della Fondazione Memoriale della Shoah di Milano.
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Segnalibro
Da Mogador a Firenze, storia
di una famiglia ebraica

Scrive Giovanni Gozzini nell’introduzione: “Il mondo è bello perché è vario. Da sempre l’umanità progredisce quando obbedisce a questa curiosità. Da sempre l’umanità regredisce nel sangue e nella guerra quando si sottomette alla paura. Oggi siamo tutti chiamati a lottare perché non finisca di nuovo così”.
Alfredo De Girolamo, manager pubblico e prolifico saggista, ha cercato di raccontarlo attraverso una vicenda familiare che ha per ultimo anello Ugo Caffaz, storica figura della Comunità ebraica fiorentina ed esponente delle istituzioni oltre che ideatore dei Treni della Memoria lanciati quasi 20 anni fa dalla Regione Toscana. “Da Mogador a Firenze”, il suo ultimo lavoro presentato oggi nella sede del quotidiano La Nazione (che distribuisce il volume) è appunto la storia dei Caffaz nel fluire delle sue peregrinazioni dal Marocco alle coste italiane, da Pitigliano (“la Piccola Gerusalemme”) al capoluogo.
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qui roma
Sami, gli occhi della speranza
Sono occhi che hanno visto l’orrore. E che oggi, soprattutto ai ragazzi, si sforzano di trasmettere la speranza.
Sami Modiano, uno degli ultimi sopravvissuti alla Shoah in vita, ha voluto concedersi una nuova volta con una testimonianza che ha emozionato la platea di studenti del Convitto Nazionale Vittorio Emanuele II, tra le scuole romane maggiormente impegnate sul tema della Memoria. A dialogare con il Testimone c’era tra gli altri Walter Veltroni, autore del film intervista “Tutto davanti a questi occhi” precedentemente proiettato ai ragazzi.
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qui venezia - il calendario per il 27 gennaio
"Con il ricordo della tragedia, difendiamo oggi l’uguaglianza"
“Quando parliamo degli altri e in particolare delle nuove minoranze e del nostro modo di rapportarci a loro è in gioco non solo la loro sorte, ma anche il nostro modo di essere. Una società che nega il valore dell’uguaglianza ed alimenta la discriminazione delle minoranze è una società destinata ad ammalarsi gravemente. Una società che, invece, è consapevole della propria identità culturale, difende in modo aperto e forte non l’omologazione culturale, ma alcuni principi base della propria identità storico culturale che l’esperienza storica ha fatto emergere come essenziali e perciò misura tutti, cittadini vecchi e nuovi arrivati, sull’accettazione e la fedeltà a questi valori”.
Questo il messaggio che il presidente della Comunità ebraica veneziana Paolo Gnignati ha voluto condividere con le diverse istituzioni coinvolte nel fitto programma di iniziative locali per il Giorno della Memoria presentate nel corso di una conferenza stampa.
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pilpul

La Capitale
Nel romanzo La Capitale di Robert Menasse, vincitore della Fiera di Francoforte un paio di anni fa, il filo profondo della trama si snoda tra Bruxelles e Auschwitz. La capitale effettiva e quella morale dell’Europa, il senso fondativo e quello quotidiano dell’Unione. Tra pochi giorni verrà celebrata la Giornata della Memoria 2019, anno di elezioni e rinnovo delle istituzioni comunitarie. È sorprendente, mi pare, quanto i due appuntamenti siano necessariamente scollegati, si ignorino ed evitino di mettersi in dialogo.

Tobia Zevi, Associazione Hans Jonas
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Infortuni giornalistici
Il New York Times, in un suo articolo del 16 maggio 2018, dal titolo “What Is the Gaza Fence and Why Has It Set Off Protests Against Israel?” I cui autori sono Megan Specia e Rick Gladstone, asserisce che “The Israelis have accused Hamas, which Israel, the United States and several other countries consider a terrorist organization, of exploiting the “March of Return” to physically attack Israel”.

Emanuele Calò
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La politica e la Memoria
Qual è il rapporto sensato tra memoria e politica? Credo che si debba avere il coraggio di porsi questa domanda, non facile in tempi nei quali il “rammemorare”, il porre la memoria a emblema fa tendenza, particolarmente in alcuni periodi dell’anno come quello attorno al 27 gennaio (molti giorni prima e molti giorni dopo quella data, in realtà) che ci accingiamo ad attraversare. In effetti, il Giorno della Memoria è divenuto un polo di riferimento centrale per istituzioni, enti, associazioni a livello locale e nazionale: un momento di riflessione e produzione creativa che certo ha implicazioni positive, impegnando molti soggetti collettivi a sospendere la prassi quotidiana per impegnarsi nel confronto con un passato che non passa, con la tragedia del genocidio e in genere del nazi-fascismo.

David Sorani
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