Jonathan Sacks, rabbino
| Noi
non possediamo la natura - "La terra è del Signore e la sua pienezza".
(Salmo 24,1) Noi siamo i suoi amministratori in nome di Dio, che ha
creato e possiede tutto. Come guardiani della terra, abbiamo il dovere
di rispettarne l'integrità.
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David
Bidussa,
storico sociale
delle idee | Visti
i tempi forse non sarebbe improprio, anziché riflettere sulle scene del
passato, misurarsi con le "tentazioni" del presente. Sarebbe sbagliato
intorno al Giorno della Memoria proporre la visione del film “L'onda”
di Dennis Gansel?
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Mediterraneo, la strage
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“Meglio
morti che in Libia”, è la frase che i tre sopravvissuti del naufragio
al largo di Tripoli ripetono appena giunti a Lampedusa, scrive oggi il
Corriere della Sera descrivendo l’ennesima strage di migranti nel
Mediterraneo: un gommone con 120 persone è affondato a poca distanza
delle coste libiche. Solo in 3 sono sopravvissuti, grazie
all’intervento di un elicottero militare italiano. E in Italia la
politica si divide. “Salvare vite umane è quello che fa una società
sana. Se non ci riusciamo è un terribile fallimento per tutti noi”,
afferma il presidente della Camera, Roberto Fico. Per il vicepremier
Luigi Di Maio è colpa del colonialismo europeo: “Finché non lasceremo
l’Africa libera, gli africani partiranno sempre”. Per l’altro
vicepremier, Matteo Salvini, la strage è colpa delle Ong, “se riapri i
porti ritornano i morti”.
Appuntamenti con la Memoria. Al Meis di Ferrara prosegue la mostra Il
giardino che non c’è dell’artista israeliano Dani Caravan, di cui parla
oggi Corriere Lettura. Il Messaggero Roma ricorda gli appuntamenti
legati al 27 gennaio nella capitale e dintorni, tra cui la mostra “Arte
in memoria 10″, a cura di Adachiara Zevi (da oggi al 14 aprile nella
Sinagoga di Ostia Antica) e l’esposizione “Solo il dovere, oltre il
dovere. La diplomazia italiana di fronte alla persecuzione degli ebrei
1938/1943”, alla Casina dei Vallati-Fondazione Museo della Shoah (sarà
inaugurata il 27). Repubblica Genova fa un quadro degli appuntamenti a
Genova, ricordando che domani, all’Auditorium San Francesco, si
comincerà con la conversazione tra Gad Lerner e Roberto Pettinaroli,
responsabile dell’edizione Levante del Secolo XIX.
Segnalibro. Natasha Solomons, autrice del libro I Goldbaum (in uscita
in Italia per Neri Pozza il 27 gennaio), racconta come al Corriere
Lettura come il suo romanzo sia ispirato alla storia dei Rothschild.
Per Rizzoli è in uscita Il viaggiatore di Ulrich Alexander Boschwitz,
romanzo scritto 80 anni fa e incentrato sulla vicenda di una vittima
dell’antisemitismo ai tempi di Hitler, “ma che in realtà narra di noi”,
scrive oggi L’Espresso, che dal 22 gennaio, assieme a Repubblica, porta
in edicola il documentario di Alberto Angela “Viaggio senza ritorno”,
dedicato alla Shoah italiana. E riguardo alla persecuzione, Repubblica
Robinson consiglia alcuni libri dedicati al tema, tra cui Il libro
della memoria. Gli ebrei deportati dall’Italia (Mursia) di Liliana
Picciotto e Gli ebrei nell’Italia fascista (Einaudi) di Michele
Sarfatti.
Danzica, orfana di Adamowicz. Una città aperta a tutti, così su
L’Espresso Wlodek Goldkorn racconta la Danzica costruita da Pawel
Adamowicz, il sindaco assassinato il 13 gennaio scorso. Di Adamowicz,
Goldkorn, ricorda come “Cresciuto in un ambiente politico conservatore,
ha cambiato molte delle sue idee e così negli ultimi anni era in prima
fila nelle manifestazioni per la parità dei diritti dei gay e delle
lesbiche. Diceva che democrazia significa partecipazione. E per questo
appoggiava attivamente, con soldi donati da privato cittadino e con
spazi concessi da sindaco, le iniziative delle organizzazioni non
governative”.
Dialogo su Ester. La Meghillah di Ester al centro del XXX Giornata per
l’approfondimento e lo sviluppo del dialogo tra cattolici ed ebrei, che
a Roma ha visto confrontarsi il rabbino capo della città rav Riccardo
Di Segni e Nuria Calduch—Benages, docente di Antico Testamento alla
Pontificia Università Gregoriana (Avvenire). Rav Di Segni ha spiegato
come nella Meghillat Ester non compaia “mai esplicitamente un nome
divino, solo una volta con una tenue allusione, e ciò rappresenta
l’apparente invisibilità e assenza di Dio nella storia, in contrasto
con la prepotente presenza del potere umano”.
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L'INIZIATIVA di ministero dell'istruzione e UCEI
Memoria, in viaggio con i ragazzi
È
in corso in queste ore il tradizionale Viaggio della Memoria che il
Ministero dell’Istruzione, dell’Università e della Ricerca organizza in
collaborazione con l’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane in vista
del Giorno della Memoria.
La Presidente UCEI Noemi Di Segni sta accompagnando, assieme al Capo di
Gabinetto del MIUR Giuseppe Chinè, un folto gruppo di insegnanti e
studenti provenienti da diverse scuole d’Italia, che parteciperanno a
una due giorni molto intensa. Una tappa formativa importante, che
rientra nel più generale impegno della scuola nell'insegnamento della
storia e nella trasmissione della Memoria della Shoah.
Nel pomeriggio è prevista la visita al ghetto di Cracovia e un
l’incontro nella Sinagoga Tempel, dove il Capo di Gabinetto e la
Presidente, insieme al Vicepresidente del Consiglio Superiore della
Magistratura Davide Ermini e il Presidente dell’Associazione Nazionale
Magistrati Francesco Minisci, sigleranno un protocollo d’intesa comune,
ideale prosecuzione degli accordi intercorsi e attuati negli scorsi
anni, sulle attività di sensibilizzazione e di formazione nelle scuole
relativamente alla Memoria. Partecipa al viaggio anche il Procuratore
Generale Militare Marco De Paolis. Ad accompagnare i circa cento
studenti e insegnanti, tra i quali un gruppo di ragazzi vincitori del
concorso MIUR-UCEI I giovani ricordano la Shoah, le Testimoni della
Shoah Andra e Tatiana Bucci, che racconteranno al gruppo la loro
drammatica esperienza, e il consulente scientifico della Fondazione
Museo della Shoah di Roma, Marcello Pezzetti, che illustrerà gli
aspetti storici del percorso che affronteranno.
Nella delegazione UCEI sono inoltre presenti l’assessore alla Scuola,
Formazione e Giovani Livia Ottolenghi, il Consigliere Saul Meghnagi, il
Segretario Generale Uriel Perugia, la responsabile per la Memoria della
Shoah Sira Fatucci. Partecipano anche il rabbino Alberto Somekh, il
rappresentante dei Rom e Sinti Alexian Santino Spinelli, e Gioia
Bartali, la nipote del ciclista Gino Bartali, Giusto tra le Nazioni. Leggi
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riprese le relazioni con il paese africano
"Ciad importante per Israele
per aprirsi al mondo islamico"
Mentre
sul fronte interno la politica israeliana si accende in vista delle
elezione del 9 aprile, sul fronte internazionale arrivano segnali di
distensione. Il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e il
presidente del Ciad Idriss Déby hanno annunciato nelle scorse ore la
ripresa delle relazioni diplomatiche, portando a 161 il numero di paesi
con cui Israele ha legami formali. "Il Ciad è un paese molto
importante", ha detto Netanyahu durante un'apparizione congiunta con
Déby al palazzo presidenziale di N'Djamena. “C'è molto che possiamo
fare insieme. Abbiamo discusso i modi per approfondire la nostra
cooperazione in ogni campo, a cominciare dalla sicurezza, ma anche
agricoltura, cibo, acqua, energia, salute e molto altro ancora”. “Siamo
stati accolti qui con rispetto, così come abbiamo accolto il presidente
Déby con grande rispetto in Israele”, ha proseguito Netanyahu. Leggi
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il conferimento della medaglia d'oro pegaso
La Toscana onora i Testimoni
“Un esempio di resilienza”
“Con
le loro testimonianze, nel corso degli anni, hanno ispirato migliaia di
giovani toscani a riflettere sulle conseguenze delle leggi razziali,
dell’indifferenza, del razzismo, del fascismo e della sua terribile
guerra, mostrando con la propria vita un esempio di resilienza, di
spessore umano e morale capace di arricchire chi li ascolta”.
Questa la motivazione con cui la Giunta regionale toscana ha disposto,
nel novembre scorso, l’attribuzione della medaglia d’oro Pegaso a otto
testimoni delle barbarie del Novecento che da anni sono coinvolti nei
Viaggi della Memoria e nelle altre iniziative organizzate in Regione
sul tema del ricordo e dell’elaborazione dei traumi del secolo scorso
come il meeting al Mandela Forum di Firenze che ogni due anni è
occasione di richiamo per diverse migliaia di studenti.
Andra e Tatiana Bucci, Vera Jarach Vigevani, Vera Michelin Salomon,
Gilberto Salmoni, Kitty Braun, Marcello Martini e Antonio Ceseri
(quest’ultimo recentemente mancato): a Palazzo Strozzi Sacrati, e a
poche ore dalla partenza dell’undicesimo Viaggio della Memoria, una
solenne cerimonia ha rappresentato un ulteriore e alto momento di
condivisione su temi che restano attuali. “L’urgenza di riflettere
nuovamente su questo passato viene purtroppo anche dal presente in cui
viviamo, nel quale alcuni tratti di un passato ignominioso sembrano
purtroppo riemergere” ha sottolineato il presidente della Regione
Enrico Rossi nel corso della cerimonia, presentata dal giornalista Adam
Smulevich. Leggi
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tu bishvat 5779
Il dovere di tutelare l’ambiente,
un comandamento antico
Molte
fra le ricorrenze ebraiche servono a ricordare i cicli naturali. Una
festività particolare, totalmente dedicata agli alberi è il Capodanno
degli alberi, Rosh Ha-Shanà Lailanot, conosciuta anche con la data
ebraica in cui cade: Tu bi-Shevat, cioè quindici del mese di Shevat,
che cade questa sera. Riproponiamo di seguito una riflessione di rav
Bendetto Carucci Viterbi legata a questo giorno e al dovere di
rispettare l'ambiente nella tradizione ebraica.
Se non sono per me, chi è per me?” è l’inizio di una massima di Hillel,
così come compare nel Pirkè Avot. È un insegnamento assai noto, spesso
citato in diversi contesti di studio e di riflessione. Sembra un
appello all’autonomia, all’individualità: solamente noi possiamo andare
completamente a fondo di noi stessi. Il percorso di costruzione
personale dell’individuo deve iniziare con un movimento centripeto, una
sorta di contrazione/concentrazione, un passo – direbbe la psicologia
analitica – verso l’individuazione, verso il vero sé. Se non ci
costruiamo come identità autonoma, non siamo; ed in questa prima fase
del cammino siamo sostanzialmente soli: non possiamo appoggiarci ad
altri. Il percorso però procede, suggerisce il grande maestro: “E se io
sono esclusivamente per me stesso, cosa sono io?”.
Benedetto Carucci Viterbi, rabbino Leggi
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la campagna social #WeRemember
L'eroismo nell'epoca più buia
Due
anni vissuti in un fienile con la paura di essere scoperti e deportati
dai nazisti. È la storia di Toby Levy, scampata alla Shoah insieme alla
famiglia grazie all'aiuto di una donna, Stephanie Struck, e del figlio,
il sedicenne Tajeck. “Ci hanno salvato la vita. Non lo scorderà mai”,
racconta oggi Toby, una dei volti della campagna #WeRemember lanciata
dal World Jewish Congress con il sostegno in Italia dell'Unione delle
Comunità Ebraiche Italiane. “Tajeck controllava il fienile 24 ore su
24. Ogni singolo giorno era un miracolo”, il ricordo di Toby, nata nel
nel 1933 a Chodorof, vicino alla città ucraina di Leopoli, allora parte
della Polonia. Dopo aver vissuto sotto l'occupazione dei soldati
sovietici a partire dal 1939, gli ebrei della sua città furono richiusi
nei ghetti dopo l'invasione nazista nella primavera del 1941. A
migliaia furono deportati mentre la sua famiglia si salvò grazie al
coraggio di Tajeck e Stephanie. Leggi
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La notte dei militanti dementi |
L’insegnante,
così si è qualificata presentandosi al pubblico, si alza in piedi e
formula con immedesimazione ed affettazione, la sua condanna: “Io, che
ogni anno porto i miei studenti ad Auschwitz, non mi capacito del fatto
che Israele adotti nei confronti dei palestinesi le stesse politiche
usate dai nazisti contro gli ebrei”. Fine della comunicazione, tra lo
sconcerto del pubblico. Vengono segnali, a partire da Torino, purtroppo
non nuova ad “esperimenti” di tale genere, tentativi di piegare le
attività del Giorno della Memoria ad esercizi di antisionismo. Il nesso
che in genere viene stabilito è quello tra ricordo della Shoah,
ebraismo, nazismo e Stato d’Israele.
Claudio Vercelli
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Immagini - August Landmesser |
Questa
foto venne scattata nel 1936 ad Amburgo in occasione del varo di una
nuova nave nel cantiere portuale della città tedesca. Alla
cerimonia di inaugurazione era presente lo stesso Hitler. Nella foto
salta all’occhio un uomo, l’unico che non saluta il Fuhrer col braccio
teso: è August Landmesser, un operaio iscrittosi al partito nazista nel
1931 che deliberatamente rifiutò di partecipare ed associarsi a quel
saluto di massa.
Ruggero Gabbai
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