storia La lezione di Ernesto Rossi
Non
ho potuto purtroppo prendere parte, come avrei desiderato,
all’importante convegno “L’emigrazione intellettuale dall’Italia
fascista. Studenti e studiosi ebrei dell’Università di Firenze in fuga
all’estero” che si è svolto a Firenze. Era mia intenzione proporre agli
studiosi un’ipotesi di ricerca su un aspetto della storiografia sul
1938 che mi sembra poco esplorato. Provo a spiegarmi qui, ma prima
desidero scusarmi con i miei abituali lettori: la tiro in lungo più del
solito, il tema è importante e non semplice. Mi ero in passato rivolto
a mettere in fila alcune pagine di Franco Venturi, Emilio Lussu,
Giuseppe Di Vittorio, Ernestina Bittanti-Battisti, qualche cosa su di
loro ho scritto, ma non mi era mai capitato di cercare una spiegazione
complessiva, di vedere se esiste un filo che tenga unita la sdegnata
reazione di quei pochi (ma poi non così pochi come comunemente si
crede) alla campagna razziale. Parto, senza avere una risposta
esaustiva, da una constatazione di fatto, ancorché del tutto ovvia,
quasi elementare. L’ipotesi che mi piacerebbe verificare è la seguente:
mi chiedo e chiedo a chi in questi anni s’è occupato di 1938 che cosa
voglia dire, e da dove derivi, il fatto che la reazione al razzismo
antiebraico delle «pecore matte» muove sempre da una motivazione
economicistico-pratica. Mi chiedo se questo tipo di reazione sia da
ricondursi a una specifica formazione economica di alcune delle «pecore
matte». Andando più nel profondo immagino – e per questo vi pongo come
ipotesi di lavoro - che il denominatore comune in senso lato vada
cercato in una matrice empirista, «cattaneano-salveminiana », che
accomuna, pur nella disomogeneità delle posizioni, l’antirazzismo di
Venturi, Lussu, Di Vittorio, della stessa Ernestina Bittanti Battista
e, appunto, la posizione della più matta delle mie adorate pecore,
Ernesto Rossi: «Il pensiero di tanti altri che avranno troncata la loro
carriera e non sapranno a che santo votarsi mi ha fatto andar via ogni
volontà di ridere», scriveva Rossi alla moglie il 9 settembre di
ottant’anni fa.
Alberto Cavaglion, scrittore
Pagine Ebraiche, gennaio 2019
Leggi
tutto
|
|
NARRATIVA
Il vocabolario per conoscere la Shoah

Tal Bruttmann, Christophe Tarricone / LE 100 PAROLE
DELLA SHOAH / Giuntina
La Shoah occupa un posto centrale nella storia del ‘900, e nell’intera
storia umana, per la gravità, l’ampiezza, la scientificità dei crimini
contro l’umanità commessi.
C’è però grande differenza fra come la studiano gli storici e come ne
parla il grande pubblico. Molti termini, quando si parla di Shoah, sono
spesso usati a sproposito, in una materia che, per importanza non solo
storica ma anche “valoriale”, sarebbe opportuno definire con la
maggiore esattezza possibile.
Gli studiosi Tal Bruttmann e Christophe Tarricone si propongono di
definire con il più grande rigore scientifico, in questo interessante
“glossario” edito da Giuntina, termini e nozioni che, sotto vari
aspetti, sono “fuorvianti”.
mdp
Leggi
tutto
|
|
memoria
Un antidoto alla rimozione: la Shoah in poche righe
|
memoria
Nessuna tregua
per Anne Frank
|
Daniel Vogelmann / PICCOLA AUTOBIOGRAFIA / Giuntina
L’esperimento, anche dal punto di vista letterario, è importante e
riuscito: Piccola Autobiografia di mio padre, di Daniel Vogelmann
(Giuntina editore), è un libro molto piccolo che racconta una tragedia
molto grande. Racconta la Shoah in 34 pagine, attraverso un frammento
dell'esperienza delle leggi, della fuga, della cattura, della
deportazione, della morte di donna e bambina, del ritorno dell'uomo
strappato da tutto e restituito per caso alla vita. Il libro è breve
perché l'uomo sopravvissuto non racconta e non racconterà nulla. A noi
giunge la voce del figlio nato dopo lo strappo. Il padre, vissuto dopo
la morte, deciso a non esserne il narratore, non aggiunge quasi nulla,
e ci sono poche cose che il figlio riesce a ricomporre come "la vita,
prima". In quel poco c'è rivelazione e conoscenza di ciò che è stato:
attesa, timore, ansia, sospetto, speranza sbagliata, paura e,
all'improvviso, il confronto irreversibile con il volto vicinissimo del
carnefice, che non ha nulla da dire e nulla da risparmiare. La Shoah è
questo, La morte generata come pensiero religioso e politico che deve
realizzarsi comunque senza che neppure l'assassino voglia una ragione
per uccidere, a parte l'identificazione dei milioni che devono essere
sterminati.
Furio Colombo,
Il Fatto Quotidiano,
21 gennaio 2019
Leggi
tutto
|
 |
Cynthia Ozick /
DI CHI È ANNE FRANK? / La nave di Teseo
Cynthia Ozick sostiene che il grande impatto simbolico del Diario di
Anne Frank sia da sempre il frutto di una lettura edulcorata, distorta
e persino mistificante di quello straordinario testo così sconvolgente,
eppure miseramente ridotto a lettura edificante e consolatoria: una
tragedia, ha scritto nel suo pamphlet Di chi è Anne Frank? proposto
dalla Nave di Teseo per il pubblico italiano a oltre vent'anni dalla
sua pubblicazione sul «New Yorker», che è stata declassata a commedia.
Una frase, proditoriamente estrapolata dal contesto del diario
ritrovato ad Amsterdam nell'estate del 1944 da Miep Gies nel
nascondiglio dei Frank braccati dai nazisti, è servita secondo Ozick
come chiave della grande mistificazione: «Nonostante tutto, credo
tuttavia nell'intima bontà dell'uomo». Una breve frase su cui si sono
accumulate nel tempo le letture sdolcinate che si susseguono da decenni
sull'«idealismo di Anne», sulla «testimonianza dell'indistruttibile
nobiltà dell'animo umano», «eterna fonte di coraggio e ispirazione»,
«un inno alla vita», «una commovente meraviglia dell'infinito spirito
umano».
Pierluigi Battista, Corriere della Sera,
21 gennaio 2019
Leggi
tutto
|
 |
 |
|
Pagine Ebraiche 24, l’Unione Informa e Bokertov e Sheva
sono pubblicazioni edite dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane.
L'Unione delle Comunità Ebraiche Italiane sviluppa mezzi di
comunicazione che incoraggiano la conoscenza e il confronto delle
realtà ebraiche. Gli articoli e i commenti pubblicati, a meno che non
sia espressamente indicato il contrario, non possono essere intesi come
una presa di posizione ufficiale, ma solo come la autonoma espressione
delle persone che li firmano e che si sono rese gratuitamente
disponibili. Gli utenti che fossero interessati a offrire un proprio
contributo possono rivolgersi all'indirizzo desk@ucei.it
Avete ricevuto questo messaggio perché avete trasmesso a Ucei
l'autorizzazione a comunicare con voi. Se non desiderate ricevere
ulteriori comunicazioni o se volete comunicare un nuovo indirizzo
e-mail, scrivete a: desk@ucei.it
indicando nell'oggetto del messaggio "cancella" o "modifica". © UCEI -
Tutti i diritti riservati - I testi possono essere riprodotti solo dopo
aver ottenuto l'autorizzazione scritta della Direzione. l'Unione
informa, notiziario quotidiano dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale
di Roma 199/2009. Pagine Ebraiche Reg. Tribunale di Roma – numero
218/2009. Moked, il portale dell'ebraismo italiano - Reg. Tribunale di
Roma 196/2009. Direttore responsabile: Guido Vitale.
|