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27 Gennaio 2019 - 21 Shevat 5779
PAGINE EBRAICHE 24


ALEF / TAV DAVAR PILPUL
alef/tav
Jonathan Sacks, rabbino
Noi diciamo alle sei milione di anime del nostro popolo annientate: non vi dimenticheremo mai, non cesseremo mai di piangervi, non vi deluderemo, finché gli ebrei potranno camminare per il mondo senza paura, testimoni contro coloro che scelgono la morte. Il Signore ci ha detto: “Scegli la vita”.
 
David Bidussa,
storico sociale
delle idee
Vi sono poche cose che vale tenere bene a mente, soprattutto oggi.
La verità è un processo faticoso, non un prodotto preconfezionato che qualcuno ha già costruito e assemblato per noi.
 
Silenzi a cinque stelle
“Lannutti, l’incredibile silenzio M55”. Su Repubblica si parla con allarme dell’assenza di voci di condanna che si sono levate nel Movimento per lo sdoganamento dei Protocolli dei Savi di Sion, testo alla base dell’antisemitismo moderno, da parte del senatore Enzo Lannutti. Un caso aperto sui nostri notiziari quotidiani e sul quale, viene segnalato, il solo vicepremier Luigi Di Maio è pubblicamente intervenuto.
“Oltre ai leader – si legge in una analisi richiamata sulla prima pagina del quotidiano – ci sono anche 330 fra deputati e senatori cinquestelle. In un Paese normale 320 di loro sarebbero insorti contro Lannutti, se non altro per non essere accomunati alla sua evidente e imbarazzante pochezza intellettuale; nella situazione italiana attuale ci si poteva aspettare qualche decina di dissociazioni. Nessun parlamentare si è fatto sentire”.
“Tutti i movimenti estremisti e autoritari della storia – prosegue Repubblica – passano attraverso due fasi. In una prima fase di ingenuo entusiasmo essi raccolgono, oltre agli esagitati, anche molti idealisti moderati in buona fede. La seconda fase è la paura: paura di vedersi negato l’accesso ai capi, dell’ostracismo dei colleghi, di perdere lo scranno su cui ci si siede, con tutti i benefici anche pecuniari connessi”.
 
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  davar
qui torino - la run for mem
"Correre, per Memoria e futuro"
Quasi duemila persone tra iscritti ufficiali e non si sono dati ritrovati in Piazza Madama Cristina, nel cuore del quartiere di San Salvario, a due isolati dalla sinagoga e dai luoghi della Comunità ebraica per partecipare alla terza edizione della Run for Mem, la corsa per la Memoria organizzata dall’Unione delle Comunità Ebraiche Italiane, di concerto con la Comunità ebraica di Torino. “Corriamo tutti i giorni, nella frenesia della vita quotidiano, ma oggi lo facciamo con un messaggio nel cuore, portando con noi il ricordo del passato e al contempo la volontà di guardare al futuro” ha sottolineato in apertura la presidente UCEI Noemi Di Segni, inaugurando la corsa non competitiva arrivata nel capoluogo piemontese dopo le edizioni di Roma e Bologna. A spiegare ai presenti il significato della corsa, l’ormai presenza fissa della Run For Mem, il testimonial d’eccezione Shaul Ladany, podista olimpionico israeliano, oggi 82enne, sopravvissuto ai lager nazisti e alla strage terroristica di Monaco ’72. “Ricordate il motivo per cui siete qui – le parole di Ladany – Non dimenticare la Shoah e fare in modo che quell’orrore non si ripeta”. A portare il proprio saluto ai partecipanti, il presidente della Comunità ebraica di Torino Dario Disegni, che ha ringraziato le autorità e i rappresentanti delle diverse confessioni per la presenza. “È un’iniziativa importante per Torino – sottolinea a Pagine Ebraiche il sindaco Chiara Appendino – Oggi siamo qui per non dimenticare ma anche per dare una lezione ai giovani attraverso i valori dello sport, che rappresentano al meglio i valori della comunità”.
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la visita del ministro
"Italia-Israele, amicizia forte"
Un momento di ricordo e riflessione allo Yad Vashem di Gerusalemme in occasione del Giorno della Memoria. È una delle prime tappe della visita in Israele e nei Territori del ministro degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, accolto dall’ambasciatore israeliano a Roma Ofer Sachs e dall’ambasciatore italiano in Israele Gianluigi Benedetti.
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qui roma - la mostra
I diplomatici italiani e la Shoah Qualche luce, molte le ombre
Attraverso foto, documenti, filmati, mappe e articoli di giornale, uno sguardo in molti casi inedito su quello che fu l’approccio della diplomazia italiana di fronte alla persecuzione antiebraica operata dal nazifascismo.
Inaugurata quest’oggi alla Casina dei Vallati, la mostra Solo il dovere, oltre il dovere – La diplomazia italiana di fronte alla persecuzione degli ebrei (1938-1943), curata da Sara Berger e Marcello Pezzetti con la consulenza di Federica Onelli e promossa dalla Fondazione Museo della Shoah in collaborazione con il Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, suscita più di uno spunto di riflessione su questa complessa tematica. Un dato, ha osservato al riguardo Pezzetti, emerge comunque con chiarezza: la nostra diplomazia era al corrente di tutto quel che stava accadendo.
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qui roma - l'iniziativa
Memoria, il racconto dei nipoti
Ottava edizione di “Memorie di Famiglia – I giovani tramandano le storie dei nonni”, l’iniziativa di lettura da parte di adolescenti di testimonianze scritte da loro familiari che hanno vissuto gli anni delle persecuzioni razziali e della guerra organizzata a Roma dal Centro Ebraico Il Pitigliani.
Tredici i lettori protagonisti dell’edizione 2019, che ha visto l’accompagnamento della chitarra di Emanuele Levi Mortara ed è stata condotta da Nando Tagliacozzo.
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qui trieste - la cerimonia
"Memoria, carburante comune"
Solenne cerimonia per il Giorno della Memoria alla Risiera di San Sabba. Presenti le autorità civili, militari e religiose, a partire dai vertici della Comunità ebraica di Trieste. “Tra queste mura il buio ha oscurato la luce della ragione. Tra queste mura l’uomo ha umiliato se stesso” le parole dell’assessore comunale alla Cultura Giorgio Rossi. L’assessore, che ha chiesto ufficialmente scusa a nome delle istituzioni, ha poi aggiunto “La Memoria non deve essere usata per rinfocolare le divisioni ma deve essere il carburante per camminare insieme e uniti verso un processo di pacificazione”.

(Foto di Giovanni Montenero)
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qui torino - la commemorazione
"Scegliamo sempre l'umanità"
A pochi minuti dall’inizio per le strade di Torino della Run for Mem, la corsa per la Memoria, nella Sala Rossa di Palazzo Civico si è svolta la cerimonia ufficiale per il Giorno della Memoria alla presenza delle autorità. Presenti, tra gli altri, l’assessore comunale alle Pari opportunità Marco Giusta, l’assessore comunale alla Cultura, Francesca Leon. Accanto a loro l’avvocato Bruno Segre.
Tra gli interventi quello del Presidente del Consiglio Regionale, Nino Boeti che ha detto di questa giornata: “Serve a ricordare che quanto è avvenuto nel cuore dell’Europa può ripetersi e che oggi come allora è necessario scegliere di stare dalla parte dell’umanità e non della barbarie”.


Alice Fubini
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qui firenze - il convegno 
Il '38 e l'invenzione della razza
Fra le molte manifestazioni svoltesi a Firenze in questi giorni merita segnalare il convegno di sudi “L’invenzione della razza” ottimamente organizzato dall’Accademia Toscana di Scienze e Lettere “La Colombaria” grazie all’impegno del suo Presidente Sandro Rogari; il convegno, molto partecipato, si è svolto in due sessioni.


Lionella Viterbo
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la lettera al sindaco di siena
"La Memoria non sia usata"
Il Giorno della Memoria e quello del Ricordo delle vittime delle foibe celebrati nello stesso giorno. Accade a Siena, dove l’iniziativa della locale amministrazione sta suscitando più di una reazione.

In una lettera al sindaco Luigi De Mossi la Presidente della Comunità ebraica fiorentina Daniela Misul scrive: “Le due ricorrenze sono state istituite dallo Stato italiano ed entrate a far parte del nostro calendario civile in giorni diversi con due leggi distinte. Mettere insieme il ricordo di due eventi storici che ebbero motivazioni profondamente diverse, non rende giustizia alla memoria dei morti di allora e non aiuta le generazioni di oggi a comprenderne la specificità”.
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qui ancona - il ricordo
Nel segno del rav Toaff
Il 24 gennaio scorso è stata davvero una giornata importante per l’ebraismo anconetano: il Consiglio Regionale delle Marche ha dedicato l’intera mattinata al ricordo degli ebrei marchigiani perseguitati durante il nazifascismo e a coloro che invece li salvarono e che furono poi insigniti dell’onorificenza di Giusti fra le Nazioni. Molte sono state le storie raccontate, tanto più toccanti in quanto frutti di lavori di ricerca da parte di varie scuole marchigiane, che hanno presentato i loro elaborati sia in forma di filmati che di opere letterarie.


Marco Ascoli Marchetti,
presidente Comunità ebraica di Ancona

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il presidente del museo ebraico di bologna
"Memoria, basta protagonismi"
“La forza morale e ideale della Shoah crea spazi per protagonismi, carriere senza impegno, e approssimazioni: da qui il proliferare di relatori che non hanno né rigore, né conoscenze, né metodo, artisti che trovano in questo filone più spazio e meno severità di critica che in altri campi, scrittori improvvisati, e tanto altro. È difficile per una autorità, anche ebraica, opporsi a iniziative sulla Shoah, quand’anche fossero di dubbia qualità, perché vi è in esse un silente (e non sempre voluto) ricatto morale: chi oserà mai criticare coloro che vogliono ricordare? E così fioriscono formati di divulgazione non sempre accurati, e basati essenzialmente sul pathos. Io guardo a queste dinamiche e mi preoccupo”.
È l’allarme lanciato dal presidente del Museo ebraico di Bologna Guido Ottolenghi.
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qui verona - l'iniziativa 
Memoria, le foto raccontano
Il 25 aprile del 2015, in occasione del settantesimo anniversario della Liberazione, l’Istituto veronese per la storia della Resistenza e dell’età contemporanea aveva realizzato un mappa della città con l’indicazione dei principali luoghi legati alla guerra ed alla resistenza della città di Verona, che fu protagonista di tragici eventi legati al cosiddetto ventennio, alla repubblica sociale, all’occupazione nazista ed alla cattura e deportazione della popolazione ebraica.


Bruno Carmi
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pilpul

Ricordarsi di ricordare
Ogni cosa ha un suo perché, benché a volte sia difficile formularlo. Quindi, anche il Giorno della Memoria ha le sue ragioni d’essere, malgrado la stanchezza o il rischio di un qualche ritualismo che certuni, a volte non a torto, denunciano. Senza stare a girarci attorno è allora un buon esercizio trovare dieci motivi, tra di loro anche molto diversi, per continuare a lavorare il resto dell’anno affinché questa ricorrenza sia condivisa nella sua autenticità. Un piccolo decalogo può pertanto tornare utile.

Claudio Vercelli
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